Di recente è stato presentato l’ultimo World Energy Outlook (WEO 2010), il documento elaborato annualmente dall’Agenzia Internazionale per l’Energia (AIE), contenente le previsioni energetiche dell’autorevole organismo internazionale. A questo indirizzo è possibile consultare una sintesi del documento.
Il WEO 2010 contiene tre scenari energetici proiettati al 2035: lo Scenario Politiche Attuali, in cui si assume l’assenza di modifiche rispetto alle politiche in vigore nel 2010, lo Scenario Nuove Politiche, che considera un’implementazione moderata degli impegni assunti a vario titolo dai diversi paesi per il contenimento delle emissioni di gas serra, lo Scenario 450, coerente con l’obiettivo non vincolante assunto al vertice di Copenaghen di limitare l’innalzamento della temperatura atmosferica mondiale entro i due gradi Celsius grazie al contenimento della concentrazione di gas serra a circa 450 parti per milione.
Nello Scenario Nuove Politiche, la domanda mondiale di energia primaria aumenta del 36% al 2035, da 12300 Mtep a 16700 Mtep. Ciò corrisponde a un tasso di crescita medio annuo dell’1,2%, mentre nello Scenario Politiche attuali tale tasso è dell’1,4% e nello Scenario 450 scende allo 0,7%.
Analizziamo alcuni elementi del rapporto che ritengo più significativi.
Innanzitutto, guardiamo nel primo grafico allegato la previsione della produzione petrolifera nello Scenario Nuove Politiche (quello considerato più probabile). Scopriamo diverse cose interessanti: il petrolio convenzionale prodotto dai giacimenti esistenti ha piccato nel 2008 ed è in declino irreversibile, quello ancora sviluppabile dai giacimenti esistenti o in nuovi giacimenti da trovare consentirebbe di mantenere un plateau di picco fino al 2035. La domanda mondiale in espansione, sarebbe assicurata solo grazie alla crescita produttiva di gas naturale liquefatto e di petrolio non convenzionale (sabbie bituminose, greggio extra pesante, ecc.).
Cosa dire? Finalmente AIE ammette apertamente l’esistenza e l’ineluttabilità del picco petrolifero, dando indirettamente ragione ad ASPO, fa assegnamento sulla scoperta molto improbabile di grandi giacimenti di nuovo petrolio nei prossimi anni e sull’incremento produttivo del non convenzionale, (per loro stessa ammissione ostacolato dai costi di estrazione molto elevati), per fare fronte alla sete energetica crescente del pianeta.
Il paragrafo condivisibile del WEO 2010 è però quello intitolato: “Peak oil, scelta o destino?, in cui si prospetta una gestione attiva del picco produttivo attraverso politiche di riduzione delle emissioni di gas serra contenute nello Scenario 450 incentrate sullo sviluppo delle rinnovabili e dell’efficienza energetica (vedi secondo grafico allegato). In questo modo, si potrebbe pianificare una riduzione controllata della produzione petrolifera mondiale, evitando gli shock economici e sociali inevitabilmente connessi allo Scenario Politiche Attuali (Business AS Usual).
Ma siccome la maggior parte degli usi petroliferi riguarda il settore dei trasporti, lo Scenario 450 individua nella parziale riconversione del parco autoveicolare mondiale al motore elettrico, totale e ibrido plug-in, il principale strumento di attuazione degli obiettivi di riduzione delle emissioni (obiettivo sintetizzato nell’ultimo grafico allegato).
Beati loro che ci credono. Come ho avuto modo di evidenziare più volte su questo blog, anche se il mercato mondiale dell’auto si orientasse decisamente verso i modelli elettrici, ed è tutto da dimostrare, il modello di mobilità individuale di massa a cui siamo abituati è incompatibile con l’uso razionale delle risorse e con le esigenze di una società ecologicamente sostenibile fondata su un’economia stazionaria.
Il WEO 2010 contiene tre scenari energetici proiettati al 2035: lo Scenario Politiche Attuali, in cui si assume l’assenza di modifiche rispetto alle politiche in vigore nel 2010, lo Scenario Nuove Politiche, che considera un’implementazione moderata degli impegni assunti a vario titolo dai diversi paesi per il contenimento delle emissioni di gas serra, lo Scenario 450, coerente con l’obiettivo non vincolante assunto al vertice di Copenaghen di limitare l’innalzamento della temperatura atmosferica mondiale entro i due gradi Celsius grazie al contenimento della concentrazione di gas serra a circa 450 parti per milione.
Nello Scenario Nuove Politiche, la domanda mondiale di energia primaria aumenta del 36% al 2035, da 12300 Mtep a 16700 Mtep. Ciò corrisponde a un tasso di crescita medio annuo dell’1,2%, mentre nello Scenario Politiche attuali tale tasso è dell’1,4% e nello Scenario 450 scende allo 0,7%.
Analizziamo alcuni elementi del rapporto che ritengo più significativi.
Innanzitutto, guardiamo nel primo grafico allegato la previsione della produzione petrolifera nello Scenario Nuove Politiche (quello considerato più probabile). Scopriamo diverse cose interessanti: il petrolio convenzionale prodotto dai giacimenti esistenti ha piccato nel 2008 ed è in declino irreversibile, quello ancora sviluppabile dai giacimenti esistenti o in nuovi giacimenti da trovare consentirebbe di mantenere un plateau di picco fino al 2035. La domanda mondiale in espansione, sarebbe assicurata solo grazie alla crescita produttiva di gas naturale liquefatto e di petrolio non convenzionale (sabbie bituminose, greggio extra pesante, ecc.).
Cosa dire? Finalmente AIE ammette apertamente l’esistenza e l’ineluttabilità del picco petrolifero, dando indirettamente ragione ad ASPO, fa assegnamento sulla scoperta molto improbabile di grandi giacimenti di nuovo petrolio nei prossimi anni e sull’incremento produttivo del non convenzionale, (per loro stessa ammissione ostacolato dai costi di estrazione molto elevati), per fare fronte alla sete energetica crescente del pianeta.
Il paragrafo condivisibile del WEO 2010 è però quello intitolato: “Peak oil, scelta o destino?, in cui si prospetta una gestione attiva del picco produttivo attraverso politiche di riduzione delle emissioni di gas serra contenute nello Scenario 450 incentrate sullo sviluppo delle rinnovabili e dell’efficienza energetica (vedi secondo grafico allegato). In questo modo, si potrebbe pianificare una riduzione controllata della produzione petrolifera mondiale, evitando gli shock economici e sociali inevitabilmente connessi allo Scenario Politiche Attuali (Business AS Usual).
Ma siccome la maggior parte degli usi petroliferi riguarda il settore dei trasporti, lo Scenario 450 individua nella parziale riconversione del parco autoveicolare mondiale al motore elettrico, totale e ibrido plug-in, il principale strumento di attuazione degli obiettivi di riduzione delle emissioni (obiettivo sintetizzato nell’ultimo grafico allegato).
Beati loro che ci credono. Come ho avuto modo di evidenziare più volte su questo blog, anche se il mercato mondiale dell’auto si orientasse decisamente verso i modelli elettrici, ed è tutto da dimostrare, il modello di mobilità individuale di massa a cui siamo abituati è incompatibile con l’uso razionale delle risorse e con le esigenze di una società ecologicamente sostenibile fondata su un’economia stazionaria.
8 commenti:
Una domanda stupida da profano. Immagino l'intero parco auto converito a elettricità. Vorrebbe dire che le batterie delle macchine andrebbero ricaricate, usando quali fonti energetiche? per esempio se si usasse la normale rete elettrica, l'aumento di richiesta di energia sarebbe enorme, immaginiamo di ricaricare milioni di batterie in contemporanea. Ma se alla fine si usasse la corrente generata da centrali che vanno a carbone o olio combustibile, cosa cambierebbe nell'avere la macchina elettrica? alla fine sarebbe la stessa energia ottenuta dalle stesse fonti nelle stesse centrali, non avremmo più i tubi di scappamento delle auto, ma aumenterebbero le emissioni delle centrali. Forse con dei cogeneratori si potrebbe ridurre il problema, ma se ci penso mi pare che alla fine servirebbe sempre la stessa energia e prodotta sempre allo stesso modo. chiedo scusa se le domande poste sono stupide, ma sono un profano che cerca di capire. Grazie
@ maschiosottomesso
Si dovrebbero usare le fonti rinnovabili come per esempio l'eolico o il fotovoltaico e non più le fonti fossili.
@maschiosottomesso: domanda legittima la tua, ma cambia parecchio. Un motore endotermico di auto, nel migliore dei casi (diesel common rail ecc) ha un rendimento termodinamico del 20-25%. Bruciando gas metano in una moderna centrale a turbogas, il rendimento quasi raddoppia arrivando al 45% circa (mi correggano gli addetti ai lavori..). Quindi anche bruciando idrocarburi si raddoppia l'efficienza con un veicolo elettrico la cui fonte primaria è fossile. Poi, vuoi mettere che non respiri PM10, PM2,5 e tutte le altre sostanze cancerogene? Pensa un pò ai bambini che si sorbiscono coktails del genere.
Inoltre, l'elettricità prodotta in Italia c'è molto idroelettrico al nord, molto geotermico in Toscana, eolico e FV (anche se in % ancora basse) in Puglia e altre regioni del sud, e anche delle importazione di elettronucleare che la Francia deve per forza vendere a qualcuno.. quindi vedo l'avvento della mobilità elettrica solo come positiva.
E' difficile rispondere in poche righe, comunque alcune risposte sono contenute in un precedente articolo sull'auto elettrica. In teoria, se tutto il parco auto fosse riconvertito all'elettrico, si risparmierebbe circa il 50% dell'energia attualmente consumata dalle auto endotermiche. Ma, se Cina, India e altri paesi emergenti assumessero lo stesso modello di mobilità occidentale, in breve tempo il parco auto raddoppierebbe vanificando il risparmio energetico conseguito con un motore più efficiente. Ma poi, anche l'Africa ed altri paesi poveri avrebbero diritto allo stesso modello di mobilità e i consumi energetici aumenterebbero di nuovo. Quindi il problema non è tecnologico, ma di modello di sviluppo. Certo, sempre in teoria, l'energia elettrica necessaria potrebbe essere prodotta tutta con le fonti rinnovabili, ma questo attualmente non è possibile e non sappiamo se mai lo sarà. Ma anche se emergesse una tecnologia adatta allo scopo come ad esempio il Kitegen, la completa produzione di energia pulita per il sistema economico e della mobilità non ci salverebbe dal superamento dei limiti e dal collasso che, secondo quanto descritto dai "Limiti dello Sviluppo", in questo caso avverrebbe a causa della crescita incontrollata dell'inquinamento di suolo e acque.
insomma, se va tutto benissimo, nel migliore dei modi possibili e nulla di storto, allora ...SIAMO ROVINATI!
Beh, direi meglio che ciò che può apparire un bene non sempre lo sia. La soluzione tecnologica se non è accompagnata da modelli di vita più sobri e austeri, in un'economia senza crescita esponenziale, non riesce ad evitare il superamento dei limiti fisici del pianeta. Questa è la mia modesta opinione, ma coincide con quella molto più autorevole degli autori dei "Limiti dello Sviluppo".
"...Se va tutto benissimo...SIAMO ROVINATI!"
Diciamo che la tecnologia non basta. Occorre cambiare "qualche" abituddine.
..IL primo grafico è esilerante o molto preoccupante, e se fosse realizzato, comunque comporterebbe una economia di tipo dirigista che volesse sfruttare fino all'osso le non rinnovabili ad eroi sempre minore spero per affrancarci da esse : nel senso, il più possibile dell'energia da petrolio sempre meno light, e quindi sempre meno redditizio, con comunque collasso dei settori tradizionali delle società a cescita obbligata, ( immobili, produzione di oggetti non necessari alla vita quotidiana ed automotive ), per destinare parte delle risorse appunto al mantenimento delle strutture di sfruttmaneto degli idrocarburi, ( ricordate la buona vecchia rust di Simmons e lo sfruttamento necessario di idrocarburi a miglia di profondità marine, od ai poli, a tar sands e quant'altro), e quasi tutto il resto alla ricerca presumo su rinnovabili, (ricerca e quindi attuazione ) di nucleare di 3za e 4ta generazione,e last but not least tecnologie di accumulo dell'ebergia elettrica almeno di un ordine di grandezza su scala decimale più efficienti delle migliori attuali....Poi non capisco perchè il dibattito nei commenti torni all'automotive..Ci si dovrà spostare meno, meno individualmente, e con quantità assoluta di risorse dedicate inferiore, giocoforza...La rolls royce progetta la prossima berlina totalmente elettrica : in un veicolo che pesa già 3 tonnellate, di cui 400 kg solo di motore, mettere un motore che pesi un terzo ( e cioè un motore elettrico ,che facilmente durerà 1 milione di chilometri con manutenzione ridottissima e con coppia istantanea ed uniforme), e d aggiungere 500 kg di abbtterie al litio del costo di 70-80000 euri solo loro, non mi sembra impossibile da realizzare...L'auto elettrica ideale ? Una rolls royce, (quasi )senza problemi di costi aggiuntivi da batterie, ( e cmq risparmiati in parte col motore elettrico, molto meno costoso dei loro endotermici attuali V12 ), e din cui il marginalissimo aggravio di peso percentuale sarà sicuramente compensato dalla coppia istantanea del motore elettrico...Poi, un pò di energia elettrcia ci sarà sempre, il motore potrà andare avanti per altri 100 anni...( Sieiti sicuri che tra 30 anni ci saà la stazione di servizio sottocasa operante col petrolio deriviato dal carbone o dal petrolio artico ? )...Se fossi ricco e volessi star sicuro oggi comprerei forse non una rolls royce ma una prossima bmw totalmente elettrica che comunque non costerà meno di 100000 euri..( Non penso che alla bmw faranno una auto elettrica con 150 km di autonomia nominale per risparmiare sui costi delle batterie, come la attuale nissan leaf/ renault fluence...)
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