Ad Aprile scrissi un articolo "I consumi dei carburanti in Italia", nel quale inserii e commentai due grafici che avevo elaborato a partire dai dati disponibili sul sito dell'Unione Petrolifera. Essi esprimevano in maniera evidente il raggiungimento di un picco, sia nei consumi totali di carburanti, sia nei consumi dei mezzi privati per il trasporto delle persone, in analogia con l'andamento di altre grandezze energetiche del nostro paese.
Vi propongo ora tre nuovi grafici, dedotti sempre dalla stessa fonte, che rappresentano rispettivamente i consumi totali dei carburanti venduti sulla rete di distribuzione italiana, le vendite di carburanti in alcuni paesi europei, la domanda procapite di carburanti nell'Unione Europea. Nel primo, anche se la base temporale è più stretta, osserviamo anche in questo caso un bel picco, frutto di un discesa costante dei consumi di benzina e una saturazione dei consumi di gasolio.
Nel secondo, vediamo che nel confronto con altri paesi europei la tendenza al calo dei consumi in Italia è più accentuata, con la Germania in evidente controtendenza (grazie a una migliore situazione economica). Nel terzo, che illustra meglio, attraverso il consumo specifico, la domanda di carburanti nei paesi europei, notiamo invece che la Germania ha una domanda procapite addirittura inferiore a quella italiana, probabilmente anche a causa di un minore uso nelle aree urbane dell'automobile.
Tornando all'Italia, gli automobilisti e i consumatori continuano a strepitare contro un presunto cartello dei petrolieri per tenere alti i prezzi dei carburanti, ma abbiamo spiegato in varie occasioni che si tratta di un falso obiettivo. La vera causa, come abbiamo spiegato ad esempio qui e qui, è la dinamica dei prezzi petroliferi mondiali e, conseguentemente, del prezzo dei prodotti raffinati. Se poi guardiamo quest'ultimo grafico tratto da uno studio di Nomisma Energia, ci accorgiamo che i prezzi al consumo dei carburanti sono bassi in confronto ai prezzi degli altri beni acquistati dagli italiani. Quindi non si capiscono tutte queste proteste, se non con l'inveterata abitudine della politica italiana alla demagogia, di cui parleremo anche in prossimi articoli.
Nel frattempo, il governo ha tagliato altri soldi al trasporto pubblico locale e lo spettro del fallimento delle aziende di trasporto pubblico locale si fa sempre più concreto. Ma la responsabilità è di tutta la politica italiana che, a differenza degli altri paesi europei, ha colpevolmente evitato negli ultimi decenni di riconvertire l'inefficiente trasporto pubblico su gomma nelle aree urbane nei moderni sistemi ferro - tranviari.
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