Il blog di ASPO-Italia, sezione italiana dell'associazione internazionale per lo studio del picco del petrolio e del gas (ASPO)
mercoledì, gennaio 02, 2008
100 dollari al barile
Posted by
Ugo Bardi
I famosi 100 dollari al barile si sono fatti un po' sospirare, ma oggi sono arrivati. Ecco lo schermo di Bloomberg con i prezzi qualche ora dopo, ridiscesi leggermente sotto.
Viene voglia di dire "finalmente!" Ma anche "e ora?" Una cosa è certa, questi prezzi stanno avendo un effetto evidente nel ridurre i consumi nei paesi consumatori. Per il momento, le riduzioni sono modeste ma significative. Secondo i dati da www.bp.com, in Italia siamo scesi dell'8% circa dal 2003 al 2006; altri paesi scendono un po' meno, ma scendono (vedi il recente articolo di Euan Mearns su TOD).
Quindi, i prezzi stavano già facendo il loro dovere di "distruzione della domanda" quando erano intorno ai 70 dollari al barile l'anno scorso. Evidentemente non era sufficiente, dato che siamo saliti ancora, ma può darsi che prezzi molto più alti non siano necessari per continuare la tendenza alla riduzione dei consumi. Sembrerebbe che una certa fase sia arrivata vicina al completamento. Ora si tratta di vedere come le economie occidentali si adegueranno alla riduzione della disponibilità petrolifera. Potrebbe non essere un adattamento piacevole per chi si deve adattare.
[I commentatori e i lettori che lo desiderano, possono inviare materiale che ritengono interessante per la discussione a franco.galvagno.3@alice.it. Esso potrà essere rielaborato oppure pubblicato tal quale (nel caso di post già pronti), sempre con il riferimento dell'autore/contributore]
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picco del petrolio
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8 commenti:
Anche il tempo ha un suo ruolo nella vicenda. Quando i prezzi salgono la riduzione dei consumi non è immediata, sulle prime le persone reagiscono diminuendo i risparmi o indebitandosi sperando che la situazione sia passeggera. Quando inizieranno a convincersi che quei prezzi sono qui per restare, per prima cosa tenteranno di scaricare quei costi su altri ove possibile: cosa che si traduce in genere in richieste di sussidi ed esenzioni fiscali. Solo alla fine, vedendosi costretti dalla realtà fisica che li circonda accetteranno una riduzione dei consumi. Con buona pace della teoria economica che descrive i prezzi come segnali.
Secondo me la riduzione delle accise sui combustibili fossili non fa altro che confondere il consumatore lasciandogli l'illusione che il prezzo alla pompa sia quasi indipendente dal costo della materia prima. Siamo in balia del petrolio e dovremmo vedere chiaramente come e dove ci porta.
Mimmo.
anonimo: "[...] per prima cosa tenteranno di scaricare quei costi su altri ove possibile [...]"
Vero. E' quel che hanno già fatto tutti coloro che costringono alla mobilità coatta lavoratori (sfruttamento del pendolarismo) ed acquirenti (accentramento della distribuzione).
La mobilità coatta conviene due volte ai cogenti (non ne pagano i costi e ne incamerano le entrate dovute ai consumi indotti) e danneggia due volte i costretti (ne pagano i costi in denaro e in tempo).
Un modo efficace per incrementare le entrate dei lavoratori potrebbe essere l'appesantimento fiscale (per le aziende) dell'assunzione di personale proveniente da distanze superiori ai 3-4 km. A maggior ragione se precario (meno tempo mi tieni, più mi paghi, e non parlo di noccioline). Il posto fisso sotto casa, che ci hanno convinto essere un "sogno d'altri tempi" e un "disgustoso privilegio", dovrebbe tornare ad essere la normalità. I risparmi in termini ed energia ed energie sarebbero enormi e darebbero luogo, nei fatti, ad incrementi salariali reali notevoli, in virtù dei minori sprechi.
Temo che non succederà senza la violenza isterica che nasce ogni qualvolta si determina uno stato di vera necessità. La storia si ripete, anche se non la si dimentica.
La riduzione dei consumi in Europa di petrolio è dovuta ad un aumento dei consumi di metano, se non erro. Inoltre, x quanto poco, cmq le energie alternative sone sempre + sviluppate in alcuni paesi europei e questo contribuisce a usare meno petrolio. Anke le automobili sempre + diesel e sempre + parke nei consumi han contribuito. In realtà mi sembra ke è solo migliorata l'efficienze del sistema Europa e non sono diminuiti i consumi in assoluto, privelegiando altre fonti il petrolio ha visto diminuire la sua quota, tutto qua. In realtà l'aumento dei prezzi riguarda ormai tutte le risorse in generale e questo soprattutto xkè è il dollaro e l'economia USA ke sta collassando su se stessa. Essendo tutti i prezzi calcolati in dollari si fa presto a capire come gira la ruota.
Buon 2008
Max_Alex
Se si riesce a contrastare l'aumento del costo dell'energia (il gas segue a ruota) con il risparmi, sarebbe una gran cosa. Ma ho qualche dubbio. Le auto, è vero, consumano meno, ma soprattutto sul banco di prova, su strada i consumi sono purtroppo diversi. E la gente tende a coperare auto di fascia più alta, che alla fine consumano lo stesso.
Qualcuno ha dati sull'adamento delle accise e del prezzo base del petrolio? Non riesco altrimenti a capire come mai i prezzi restino costanti con un aumento del 5% il mese del prezzo della materia prima. Ho solo trovato un decreto di un anno fa, di sterilizzazione della accise (non aumentano in proporzione al costo della benzina), ma Bersani dichiaro' allora che ogni aumento sarebbe stato compensato da tagli di altre tasse. Stiamo pagando con le tasse l'aumento del prezzo della benzina?
Volevo rispondere a chi ritiene che le auto, oggi, consumino meno : in realtà non è così, perchè se l'efficienza dei motori è migliorata, sono aumentati il peso, le superfici frontali (vedi SUV, monovolume ma anche le berline hanno frontali poco efficienti aerodinamicamente) e le potenze dei motori. Inoltre anche i dispositivi anti-inquinamento come il FAP e la marmitta catalitica provocano un aumento dei consumi e un degrado delle prestazioni. Per fare un esempio, oggi una Grande Punto 1.4 a benzina, con 77CV di potenza massima, ha le prestazioni di un 1.1 da 55 cv di 15 anni fa, pesa molto di più e dubito che consumi meno del 1.1. E poi è cambiato anche il consumatore : se prima l'auto di famiglia era 1.1, 55-60 cv, lunghezza sui 4 metri, peso 900kg, oggi l'auto di famiglia è una station wagon o una monovolume, a gasolio ma potente, dai 120 cv in sù e pesante (1400-1500 kg). Per non parlare dei giovani e dei single che prima si accontentavano di una utilitaria sfiziosa e oggi girano con la Mini da 160 cv, con il SUV da 230 o con la Golf TDI da 140-170 cv.
Fabio80s
E' abbastanza vero che il parco auto a benzina ha consumi non troppo distanti da quelli di 15 anni fa, ma dobbiamo considerare che il 60% è costituito da auto a gasolio che hanno sostituito per lo + le grosse vecchie berline a benzina che consumavano uno sproposito, ho due amici uno con una GPunto diesel che riesce facilmente a superare i 20 con un litro e l'altro con una Mercedes C 2700cc. da 170cv con cambio aut. che normalmente ne copre 13/14, impensabili per auto della stessa categoria di una 20ina d'anni fa.
Più che posto di lavoro sotto casa(l'assunzione di persone distanti non più di 4-5 km dalla sede di lavoro sarebbe tremendamente discriminatoria oltre che irrealizzabile) converrebbe diffondere al massimo il telelavoro in quei contesti lavorativi dove è possibile.
Negli altri casi, trasporto pubblico o bus navette aziendali.
E' inevitabile che si arriverà a questo, visti i costi prossimamente insostenibili del trasporto privato.
Sempre che ci siano ancora posti di lavoro.
Rientrando nell'argomento del post, forse è la volta buona che rinnovabili come eolico e FV decollino definitivamente anche in questa emerita repubblica delle banane italiota.
Tecnologie belle e pronte che ci darebbero una notevole indipendenza da petrolio e gas per la generazione di energia, non per la motorizzazione di massa che è destinata inevitabilmente a declinare.
Invece nella nostra inetta classe politica c'è chi pensa ancora all'utopico nucleare, ovviamente perchè la solita lobby energetica lo imbecca...
Paolo B.
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