domenica, marzo 16, 2008

Come passare il messaggio al pubblico




Sull'ottimo blog di Michael Tobis, climatologo americano, è uscito un commento su un recente convegno dell'American Association for the Advancement of Science (AAAS). L'argomento trattato era come passare al pubblico i risultati e le raccomandazioni della ricerca scientifica. Ovviamente, è cosa molto interessante per quelli, come noi, che cercano di passare al pubblico concetti raccomandazioni che riguardano l'esaurimento delle risorse.

Traduco qui le raccomandazioni di Anne Schuchat fatte al convegno:

Il chiaro messaggio della sessione è che la padronanza dei fatti non sarà mai sufficiente per convincere la maggioranza dei segmenti del pubblico, indipendentemente dal fatto che siano genitori oppure membri del congresso. Il modo in cui l'informazione viene trasmessa può contare più del suo contenuto e forme diverse di comunicazione possono essere necessarie per udienze diverse. Come è stato chiarito nella discussione che è seguita, il pubblico si comporta come consumatori di informazione, con i giornalisti che agiscono come intermediari. Per connettersi con il pubblico, gli scienziati devono lavorare con la stampa in modo da assicurarsi che avvengano due cose: che i giornalisti superino la loro innata avversione verso le incertezze della scienza e che evitino di presentare queste incertezze come una questione di bilanciamento risolta per mezzo di materiale ottenuto da pazzoidi dotati di credenziali

Commenta Tobis:

Il miglior consiglio è essere onesti e pazienti e di apparire onesti e pazienti mentre lo fate. Non tentate di fare una lezione universitaria ogni volta che vi fanno una domanda. Questo non è il modo per far uscir fuori la verità. Ricordatevi che i vostri avversari giocano un gioco molto diverso.

Come vedete, sono regole semplici che però spesso gli scienziati si dimenticano di applicare. Il risultato è che a volte ci si trova in difficoltà di fronte a oppositori aggressivi che, appunto, giocano un gioco diverso. Tuttavia, pazienza e competenza, alla fine, la vincono sempre.

Il blog di Tobis, incidentalmente, si chiama "Only in for the Gold" ("ci sono dentro solo per l'oro!), un titolo che gioca sul fatto che i climatologi sono a volte accusati di fare dei guadagni personali dal loro lavoro (accusa Kafkiana se mai ce n'è stata una). E un blog estremamente interessante e accessibile anche per chi non è un climatologo. Altamente suggerito.



[I commentatori e i lettori che lo desiderano, possono inviare materiale che ritengono interessante per la discussione a franco.galvagno@alice.it. Esso potrà essere rielaborato oppure pubblicato tal quale (nel caso di post già pronti), sempre con il riferimento dell'autore/contributore]

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Ad esempio per far passare il messaggio al pubblico si può fare un intervento in una puntata di Report... :-)

Anonimo ha detto...

Essendo ormai un assiduo lettore di questo blog, mi ha fatto molto piacere vederla Prof. Bardi a Report!!
Anche se le hanno dato poco spazio...cmq la puntata di ieri penso sia stata ottima

Anonimo ha detto...

finalmente anche il 'grande' pubblico ha avuto il suo approccio con "risorse limitate", "limiti dello sviluppo", PIL come modo errato di giudicare il benessere...

Mimmo.

Anonimo ha detto...

Professor Bardi, mi accodo ai complimenti per la trasmissione "Report" alla quale ha partecipato! La puntata in particolare era quel servizio che da tanto aspettavo, anche se non mi pare le sia stato concesso abbastanza spazio per mettere in risalto adeguatamente la questione del picco del petrolio: in particolare, mi riferisco a quanto scritto qui
http://petrolio.blogosfere.it/2008/03/ugo-bardi-a-report-rapida-spiegazione.html
Ancora complimenti per fare, caso strano in Italia, della VERA informazione.

Anonimo ha detto...

imparato molto