martedì, maggio 06, 2008

AspoItalia-2: Euan Mearns sulla sicurezza europea delle forniture di gas

Quest'anno, l'ospite d'onore del convegno di ASPO-Italia a Torino è stato Euan Mearns, geologo petrolifero scozzese e editore di "The Oil Drum - Europa".

Euan Mearns è un esperto in particolare di gas naturale e abbiamo scelto di invitarlo con lo scopo specifico di enfatizzare un fatto: se più o meno tutti si sono resi conto che il petrolio ha dei grossi problemi, pochi si sono resi conto che il gas ne ha altrettanti e che la situazione delle forniture all'Europa è estremamente delicata. Il problema arriva specialmente dai giacimenti russi ormai sovrasfruttati e con, in più, il problema che i consumi interni in Russia stanno aumentando. Gli stessi problemi ci sono con il gas dal Mare del Nord, dove tutti i giacimenti esistenti sono in declino salvo quelli norvegesi che, però, potrebbero cominciare a declinare già dall'anno prossimo. Abbiamo già avuto qualche assaggio nel passato di cosa potrebbe succedere e il futuro potrebbe non essere roseo.

Il messaggio principale che arriva da Mearns è che nella migliore delle ipotesi riusciremo a mantenere costante la fornitura di gas all'Europa ancora per alcuni anni, nella peggiore la vedremo diminuire già dal prossimo anno. Certi scenari che parlano di raddoppi dei consumi di gas naturale sono completamente fuori dalla realtà.


La sicurezza europea delle forniture di gas naturale

ASPO Italia, Torino, 3 Maggio 2008
Euan Mearns BSc PhD
Editor; The Oil Drum Europe


Il ruolo del gas naturale nel mix energetico dei combustibili fossili nei paesi OCSE in Europa è rapidamente aumentato nel periodo che è iniziato nel 1965 circa (da quanto sono disponibili i dati della BP) partendo dal 2.4% per arrivare a oltre il 29% oggi. Il consumo di gas è cresciuto da 25 miliardi di metri cubi (BCM) all'anno nel 1965 fino a raggiungere i 450 BCM oggi.


Questa espansione nel consumo di gas naturale è stata resa possibile (e in effetti causata) dalla scoperta di grandi giacimenti di gas naturale nel Mare del Nord. Queste risorse interne sono state integrate con un rifornimento abbondante di gas disponibile fuori dai confini europei, in particolare all'Est dalla Russia, come pure al sud dai paesi africani, in particolare dall'Algeria.

Il gas naturale è considerato un combustibile pulito. Il carbone, in gran parte rimpiazzato dal gas, produceva polveri, fumi e pioggia acida. Il gas naturale era un combustibile senza nessuno di questi problemi di inquinamento. La corsa verso il gas era stata inizialmente per il riscaldamento domestico, dove aveva sostituito il gas di città (generato dal carbone) e il carbone stesso. Il gas è anche diventato il combustibile preferito per l'industria e il commercio. Dal 1990, circa, il gas è stato anche utilizzato per generare energia elettrica, sostituendo anche qui il carbone.

Si può dire che l'Europa si è assuefatta al gas naturale e oggi si trova davanti a un problema dato che ci sono chiari segnali che questa sorgente di energia, che una volta scorreva liberamente dal fondo del Mare del Nord, sta iniziando il suo declino.


La sicurezza delle forniture di gas in Europa può essere esaminata a tre livelli di sicurezza decrescente

1. Forniture interne
2. Forniture da paesi limitrofi, per esempio la Russia
3. Importazioni di gas naturale liquefatto (LNG)

I paesi OCSE in Europa hanno tre fornitori principali interni: Olanda, Regno Unito, e Norvegia, mentre quantità più piccole sono prodotte dalla Danimarca, Italia, Germania, e Polonia. La produzione olandese ha raggiunto il suo picco nel 1975 è sta declinando costantemente nel futuro. La produzione del Regno Unito ha raggiunto il picco nel 2001 e sta declinando. La Norvegia dovrebbe raggiungere il suo picco nel 2009 e il declino della produzione dovrebbe avere effetti importanti sul mercato Europeo del gas.

Molti osservatori sperano che la Russia aumenterà le proprie forniture verso l'Europa, sulla base di presunte enormi riserve. La Russia ha sempre fornito gas all'Europa, anche durante la guerra fredda, ma non può fornire gas che non esiste. Più di due terzi della produzione russa sono consumati dal mercato interno – cosa che implica che il terzo che rimane da esportare è soggetto alle fluttuazioni del consumo o della produzione. I giacimenti supergiganti russi di Urengoy, Yamburg e Medvezhye sono tutti in declino e quelli in corso di sviluppo (Bovanenko, Rusanovskoye, Shtockman et al) non potranno fare di più che compensare il declino degli altri. Saremo fortunati se la Russia riuscirà a mantenere le forniture all'Europa ai livelli attuali per altri dieci anni.

Le esportazioni di gas dal Nord Africa (Algeria, Libia e Egitto) sono al momento in espansione per mezzo di gasdotti e LNG. Queste forniture raggiungeranno il loro picco probabilmente verso il 2015. Ci sono molti paesi che si basano sul gas naturale liquefatto per le loro forniture di energia e ovunque si stanno costruendo a grande velocità impianti sia di liquefazione come di rigassificazione. Al momento, non ci sono abbastanza liquefattori, un problema che non si risolverà tanto presto. Alla fine dei conti, le forniture globali di LNG non saranno in grado di soddisfare la domanda e questo deve necessariamente portare a prezzi in rapida crescita.

Il gas naturale liquido si consuma principalmente nell'emisfero nord. La domanda è ciclica è aumenta nei mesi invernali. Questo vuol dire che il gas si consuma di più in inverno a livello globale. Questo ha sempre causato dei problemi di disponibilità che sono stati risolti immagazzinando gas in estate per usarlo in inverno. Ma per questo scopo si sono utilizzate anche le risorse locali. Dato che queste ultime sono in declino, il problema di soddisfare la domanda invernale si sta facendo molto difficile da risolvere.

I prezzi del gas naturale continueranno probabilmente a salire a velocità astronomica con molti paesi ricchi che ne sono ormai strategicamente dipendenti e che si troveranno impegnati ad accaparrarsi le forniture disponibili pagandole a qualsiasi prezzo. Dove andremo a parare? E' quasi impossibile prevederlo e i governi nazionali sembrano basarsi soltanto sulle forze del mercato per determinare i risultati. Ma l'aumento dei prezzi ridurrà la domanda e creerà una diffusa povertà nelle fasce a basso reddito in Europa. Esiste anche la minaccia di instabilità geopolitiche ai confini dell'Europa con i paesi poveri tagliati fuori dalle forniture. Jean Laherrere ha previsto il picco globale delle forniture di gas per il 2029. Dopo quella data, la maggior parte dei paesi importatori dovranno arrangiarsi con meno gas. I governi e la commissione europea devono cominciare a pensare a questo problema, urgentemente!

In conclusione, l'Europa si trova nella zona-picco per la produzione interna di gas e diventerà pertanto sempre più dipendente dalle importazioni. Al momento, i paesi OCSE in Europa importano 197 BCM di gas all'anno. In uno scenario di “business as usual”, di crescita della domanda, si deve pensare a una crescita delle importazioni fino a 492 BCM all'anno per il 2020. E' molto improbabile che i paesi esportatori saranno in grado di fornire queste quantità di gas e i prezzi in crescita ridurranno la domanda forzando al razionamento delle forniture.







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6 commenti:

Anonimo ha detto...

Meglio cominciare a pregare per sperare in inverni futuri miti.
Sembra però che il clima stia entrando in una fase di raffreddamento che dovrebbe durare almeno fino al 2020.
Forse le politiche impopolari di cui parla spesso B. dovrebbero comprendere il ritiro totale del gas metano dal settore del trasporto privato nel quale si ritrova ad essere il maggior candidato per la sostituzione di benzina e gasolio, almeno per il breve periodo.
Insomma, il prossimo Governo italiano sarà il primo a dover fare scelte politiche economico/energetiche direttamente legate al picco petrolifero e quindi impopolari.
Non so cosa abbiano avuto da festeggiare i vari Fini, Bossi e Berlusconi per la vittoria elettorale.
Governare in questo particolare momento storico potrebbe essere un'impresa quasi disperata.
Vista poi la capacità dei nostri esponenti politici...

Paolo B.

Anonimo ha detto...

Ricordate il vecchio jingle?

"Il metano ti dà una mano!"

Quanta crudele ironia nel ricordare quelle parole alla luce dell'articolo che ci avete appena proposto!

Anonimo ha detto...

produrre metano da decomposizione organica dei rifiuti tipo 'umido' o simile è toppo oneroso ? o poco remunerativo in termini energetici?
Mimmo.

Anonimo ha detto...

Grazie mille ad ASPO-Italia (ed in particolare a lei, professor Bardi) che continua a diffondere consapevolezza. Mancava un rapporto così chiaro, dettagliato ed accessibile a tutti, in Italiano, sulla situazione europea del gas naturale, e voi lo avete fornito.
Spero, per il nostro bene, che le vostre voci (alle quali vorrei aggiungere la mia, se non fosse che, tra amici, colleghi o parenti, l'introduzione di concetti difficili porta invariabilmente al fenomeno "dello struzzo") non restino inascoltate.
marco

Frank Galvagno ha detto...

Mi unisco a ringraziare tutti gli oratori, che con grande competenza, passione e comunicatività hanno trasmesso concetti estremamente profondi ed importanti.

ASPO 2 ci ha resi ancora più consapevoli e determinati a fronteggiare l'imminente e non facile futuro.

Marco C ha detto...

Ho partecipato al convegno di Torino al Museo delle Scienze e l'ho trovato molto interessante e costruttivo. Faccio i miei complimenti a tutti gli oratori.

Marco C.