sabato, maggio 31, 2008

I rifiuti di Granada II


Ulivi a perdita d'occhio fotografati dall'aereo in avvicinamento verso Granada


Ero curioso di vedere la Spagna dall'alto, e vi posso dire che non è una vista particolarmente bella. Sapevo che era malridotta dall'erosione e, in effetti, si vedono montagne brulle e desolate un po' dappertutto. Non è che manchi l'acqua, o perlomeno non sembra: ci sono dei bacini pieni e, dove si sono decisi a piantare degli alberi, si vede che crescono rigogliosi. Dicono che la Spagna abbia distrutto le proprie foreste al tempo dell "invincibile armada" nel '600. Forse è un po' troppo pensare che una sola flotta abbia distrutto le foreste spagnole, comunque è probabile che
sia stato a quel tempo che le foreste sono state tagliate e non sono più ricresciute. Adesso è quasi tutto ulivi, e dove non ci sono ulivi, è deserto.

Sull'aereo, ho dato un'occhiata di straforo ai giornali italiani; paginate intere a magnificare l'energia nucleare. Sui giornali spagnoli, invece, si lamentano perché l'energia nucleare costa un sacco di soldi e produce poco. Sono preoccupati anche dell'ondata di razzismo in Italia. Sul giornale che ho letto, c'erano due articoli in proposito

Di Granada e del convegno sui rifiuti, per ora vi posso dire poco. Domani, il primo contatto con i "rifiutologi", Vi racconterò.

4 commenti:

Corrado ha detto...

Una richiesta. Visto che si parla di rifiuti, mi piacerebbe avere un'opinione autorevole sul THOR del CNR. Mi è arrivata questa petizione corredata da questo link.
Io ho risposto così:
Avevo letto da tempo della soluzione THOR, che risale ad almeno 2 anni fa. Da quello che ho capito, è una soluzione sicuramente interessante, ma probabilmente meno "perfetta" di quanto sembri. In particolare:
1) la promessa di eliminare la necessità di differenziare alla fonte è piuttosto pericolosa, perché farebbe supporre che esiste una soluzione tecnologica talmente fantastica da eliminare quella che è la strozzatura organizzativa (e di comportamento civico) più importante nel ciclo di gestione dei rifiuti
2) a leggere bene il comunicato CNR, si fa riferimento soprattutto a impianti di taglia piccola e di uso particolare. Quindi ho il sospetto che la tecnologia abbia qualche limite intrinseco, o qualche problema di dimensioni.
3) come mai la ditta che ha sviluppato l'impianto non riesce a piazzarlo altrove, magari all'estero se qui in Italia si può sospettare, anche fondatamente, che i "poteri forti" degli inceneritori si oppongano?

Ciò non toglie che sia una bella cosa, e che sia molto bello che anche la ricerca italiana, sopratutto nel settore dei nanomateriali, riesca a produrre qualcosa. E che quindi l'appello, sebbene formulato in modo unilaterale, sia una iniziativa degna.

La mia impressione però è che, come speso accade, THOR non sia LA soluzione ma una delle possibili soluzioni da combinare sapientemente: differenziare, fare trattamenti meccanici - non c'è solo THOR, ci sono anche i trattamenti MBT (Trattamento Meccanico Biologico si veda http://www.greenpeace.it/inquinamento/rifiuti.htm e http://www.greenpeace.it/inquinamento/rifiuti/gestione_rifiuti_a_freddo.pdf) - trattamenti termici (= inceneritori), ecc.

In breve, io penso che dire no agli inceneritori proponendo un'unica alternativa è come dire no al nucleare dicendo sì al solare. La soluzione, sia per il trattamento dei rifiuti che per la gestione dell'energia, è sempre la diversificazione e una gestione del ciclo governata e consapevole. Come al solito, purtroppo, a problemi complessi corrispondono soluzioni complesse che, ahimè, sono difficilissime da vendere sul mercato politico.

Ugo Bardi ha detto...

Questo THOR non mi lascia per niente entunsiasta. E' un sistema di pretrattamento con separazione che produce poi combustibile per gli inceneritori. E simile ai vari MBT che sono quelli che producono le ecoballe che poi vanno agli inceneritori. Il problema di Napoli è che si sono fatti gli impianti MBT ma non gli inceneritori. Il sistema THOR non cambierebbe niente.

Il nostro problema non è quello, è di ridurre i rifiuti alla fonte. Siamo come al solito alla ricercae della soluzione miracolosa. Ma non ci sono soluzioni miracolose nel mondo reale.

Gianni Comoretto ha detto...

Le prealpi di Veneto e Friuli sono state deforestate dai veneziani (e riforestate di recente, almeno in parte). Non so se la notizia è accurata, ma mi raccontavano che un galeone poteva fare UN viaggio lungo, dopodichè il legname non teneva più e la nave serviva essenzialmente al piccolo cabotaggio. La navigazione con grosse navi di legno e' resource intensive, o detto altrimenti si puo' far disastri anche per materie prime non energetiche (o non solo energetiche).

Ugo Bardi ha detto...

Gianni, mi sembra forse un po' pessimistico che un galeone potesse fare un solo viaggio. E' vero però che non duravano moltissimo. A proposito della deforestazione in Veneto, anche qui è vero che i Veneziani usavano le foreste delle alpi per le loro navi. E' anche vero però che la Repubblica di Venezia è stata fra i primi governi a implementare delle politiche che oggi chiameremmo "forest management". Credo che il peggio della deforestazione sia avvenuto nell'800. Molto del costo dell'unificazione italiana fu ripagato da una deforestazione diffusa.