created by Luca Mercalli
(Articolo pubblicato su La Repubblica 13.01.2009)
Karasjok, nella Norvegia settentrionale, è uno dei luoghi più freddi d’Europa, nel 1886 ha registrato 51 gradi sottozero. Nei giorni scorsi vi faceva più caldo che a Piacenza, con “soltanto” meno nove gradi, nel buio della notte polare. Lassù il dicembre 2008 si è chiuso con sette gradi oltre la media. Quindi, mentre nell’Italia innevata il riscaldamento globale non va più di moda, in Scandinavia si potrebbero fare titoli cubitali sulla sua avanzata. L’aggettivo “globale” serve proprio per evitare questo continuo rumore di fondo focalizzando l’analisi su un dato significativo per l’intero pianeta.
Michel Jarraud, segretario generale dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale ha dichiarato che “nonostante l’attuale freddo sull’Europa centro-meridionale, la tendenza generale rimane senza dubbio verso il riscaldamento”. Ed è la stessa agenzia internazionale, che dal 1951 coordina le osservazioni meteorologiche di tutto il mondo, a ribadire che il 2008 è stato il decimo anno più caldo dal 1850 (il settimo in Italia dal 1800, dati CNR-ISAC) e ha visto una stagione degli uragani atlantici tra le più attive, con 16 eventi. E i ghiacci artici in aumento? Frutto di un frettoloso giornalismo in cerca di scandali, basato su dati non correttamente interpretati a causa di differenti satelliti utilizzati dal 1979 a oggi per misurare la banchisa artica. (AspoItalia ha fatto chiarezza qui: www.aspoitalia.it/archivio-articoli).
Ma è assurdo trasformare il problema del cambiamento climatico antropogenico in uno scontro da tifoseria calcistica: oggi fa freddo uno a zero per i negazionisti, domani fa caldo e segnano i serristi. Così come è assurda la divisione, aggressiva e improduttiva, tra elenchi di scienziati pro e contro: la scienza non si fa a maggioranza, ma verificando le ipotesi con fatti ed esperimenti. L’IPCC, tanto vituperato quanto poco conosciuto, non è certo depositario di verità assolute, ma ha posto in essere dal 1988, anno della sua fondazione, un serrato processo di validazione dei dati che è quanto di meglio oggi si sia riusciti a mettere in atto con la cooperazione di tutti i governi.
Il riscaldamento degli ultimi decenni è inequivocabile e l’aumento dei gas serra è il processo fisico che ha maggiori probabilità di spiegarlo, come aveva già intuito nel 1896 il chimico svedese Svante Arrhenius. Sulla previsione del futuro le incertezze sono molte di più, lo diceva già il Nobel per la fisica Niels Bohr, ma da quando nel 1967 Syukuro Manabe e Richard Wetherald del Geophysical Fluid Dynamics Laboratory di Princeton elaborarono la prima previsione numerica computerizzata del riscaldamento atmosferico causato dall’aumento dei gas serra, qualcosa si è imparato e il legame più CO2 uguale più caldo non è mai stato smentito. Semmai è la complessità delle interazioni nell’intero sistema terrestre - atmosfera, oceani, ghiacci, suoli, foreste, alghe, batteri, uomo – a rendere per ora limitata la comprensione del problema. Il fatto che poi le risposte all’aumento della concentrazione di gas serra siano lente rispetto alla durata della vita umana e si esplicitino in molteplici modalità, ci priva di quella desiderabile verifica causa-effetto che in altri settori della scienza è talora più netta, ma meno diffusa di quanto si immagini. Se prendiamo la medicina, vediamo che sono ancora molte le patologie mal conosciute. Non per questo si rinuncia alla cura. E considerando il fumo, pur nella concorde affermazione della sua tossicità, nessuno è disposto a credere che quelle cupe minacce stampate sul pacchetto di sigarette si verificheranno proprio su di sé molti anni più tardi. Se le sigarette uccidessero all’istante, il nesso causa-effetto sarebbe chiarissimo e nessuno fumerebbe. La posta in gioco sul riscaldamento globale è dunque così alta che la sua prevenzione, in sintesi la riduzione dell’uso di combustibili fossili a vantaggio di energie rinnovabili e sobrietà, presenta comunque vantaggi collaterali, come nel caso del fumo, clima o non clima. Consumare meno e meglio, ridurre inquinamento e rifiuti, chiudere i cicli produttivi in un pianeta limitato, è un progetto per la salvaguardia a lungo termine del nostro benessere. Personalmente detesto il caldo e adoro neve e freddo, non sono dunque un teologo del riscaldamento globale, preferirei senz’altro l’avvento di un’era glaciale. Ma le evidenze che qualcosa non funziona nel termostato terrestre sono tanto più numerose di quelle che minimizzano il problema, da non poterle trascurare.
9 commenti:
Mercalli è sempre grandissimo. Dal vivo però è più cattivo!
JAS
Mercalli il 10/10/2007 alla commissione ambiente del senato italiano ha anche detto questo
"MERCALLI. Non e` dimostrato che e` la CO2 che scalda: e` dimostrato
che l’aumento di CO2 recente deriva dal carbonio fossile. Il passaggio da 300 a 385 parti per milione e` stato verificato per non cadere nel trabocchetto
di una liberazione di CO2 per cause naturali. La CO2 poteva essere
salita, indipendentemente dal fatto che bruciassimo petrolio, per altri motivi.
Si e` dimostrato che invece il suo aumento deriva dalla combustione
del petrolio, perche´ il carbonio antico di sessanta – settanta milioni di anni
fa, contenuto nel petrolio e nel carbone, e` stato ritrovato in atmosfera negli
anni recenti come diverso rapporto 12C/13C. Questo non dimostra il
legame della CO2 con il riscaldamento; dimostra solo che la CO2 in piu`
l’abbiamo emessa noi."
Fonte
http://www.senato.it/documenti/repository/commissioni/stenografici/15/comm13/13a-20071016-IC-0599.pdf
Esattamente: l'analisi isotopica del carbonio parla chiaro:
http://www.realclimate.org/index.php?p=87
Ora si fa passare Mercalli per negazionista!? Ma si è letto tutto il documento del Senato? Splendida ed esauriente esposizione. Grazie per averlo reso noto.
Estrapolare una frase non ha senso,
altrimenti ad un certo punto si legge: "il riscaldamento non è dovuto alla CO2". Peccato si riferisca al clima del passato.
Il significato della frase riportata nel commento precedente(che è una frettolosa risposta alla fine) è spiegato meglio all'interno del testo.
Punto fermo 1 (per tutti meno che per IL GIORNALE): la CO2 è un gas serra;
Punto fermo 2 (per tutti meno che per IL GIORNALE): l'aumento di CO2 è antropico.
I dubbi sono nella quantificazione esatta del limite di quantità di CO2 che si può raggiungere senza troppi danni e nella previsione degli effetti, non nella teoria!
E' confortante pensare che nel 2007la commissione del senato invitava Mercalli, ora inviterà Battaglia.
Almeno ci saranno solo più certezze.
JAS
non mi pareva che si facesse passare Mercalli per negazionista...
L'anonimo che cita Mercalli sicuramente voleva confondere le acque facendo sembrare Mercalli un negazionista. Le tattiche della propaganda sono sempre quelle: estrarre frasi da un contesto e dargli un significato diverso da quello che l'autore intendeva. Hanno fatto così per "I limiti dello sviluppo" e sono vent'anni che gli imbecilli che ci sono cascati continuano a ripetere la storia delle "previsioni sbagliate".
be', comunque il nostro 'negazionista' mi ha dato l'occasione di segnalare un articolo interessante su una prova spesso trascurato del global warming antropogenico.
Mercalli preferirebbe una nuova era glaciale? spero proprio volesse scherzare, perche' altrimenti davvero sarebbe un'affermazione di un'ingenuita' straordinaria.
Se potete andate legete e *commentate * questo post.
www.appuntidigitali.it/3170/qual-e-il-vero-allarme-energia-o-ambiente/
Per l'ennesima volta chi scrive parla di Cambiamenti Climatici senza essersi informato un minimo ("Il Sole è la colpa di tutto")
Addirittura non viene mai citato l'IPCC, nemmeno da chi commenta.
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