E' un bel riconoscimento dopo tanti anni in cui il rapporto era stato vituperato e infamato in tutti i modi possibili. Sarà forse la situazione attuale che sta spingendo la gente a riconsiderare le cose, o forse, semplicemente, un'idea che si sta facendo strada come si merita.
Dennis Meadows è stato ospite del congresso ASPO-5 nel 2006 Pisa e molti di noi si ricordano della sua conferenza e della sua visione del futuro del mondo. A proposito di questo premio, mi ha detto privatamente che è dispiaciuto che Donella Meadows (scomparsa pochi anni fa) non possa ricevere anche lei il premio e che utilizzerà i 500.000 dollari del premio per una fondazione dedicata agli studi sulla sostenibilità.
Ecco l'annuncio dell'editore "Chelsea Green", che ha pubblicato nel 2005 la versione aggiornata del libro
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From Chelsea Green:
Dr. Dennis Meadows wins prestigious Japan Prize
Dr. Dennis Meadows, lead scientist and co-author of The Limits to Growth (1972) and its subsequent updates, is the winner of this year’s Japan Prize from the Science and Technology Foundation of Japan for “Transformation towards a sustainable society in harmony with nature.” This prestigious award is given once a year to people from all parts of the world whose original and outstanding achievements in science and technology are recognized as having advanced the frontiers of knowledge and served the cause of peace and prosperity for humankind. It carries a cash award of 50 million yen (about $500,000) and will be awarded during a Japan Prize Awards week in April 2009.
In 1972, three young scientists from MIT used systems dynamic theory to create a computer model (“World3”) that analyzed global resource consumption and production. Their report, funded by the Club of Rome and published as The Limits to Growth, created an international sensation and acquainted millions with the fact that large-scale industrial activities and population growth could destroy their own foundations—confronting global society with the very real prospects of self-inflicted collapse. It was an international bestseller, with over 30 million copies sold worldwide.
Later voted to be one of the 20th century’s ten most-influential environmental books, the text was the object of intense criticism by economists of the time. They dismissed it as Malthusian hyperbole. But events over the past three decades have generally been consistent with the book’s scenarios. The Limits to Growth later served as the foundation for “The Global 2000 Report to the President” as well as UN’s Brundlandt Commission.
Matthew Simmons, economist and founder of the world’s largest private energy investment banking practice, recently wrote, “The most amazing aspect of the book is how accurate many of the basic trend extrapolations . . . still are some 30 years later.”
Since its initial publication, Meadows, along with the late Dr. Donella Meadows and Dr. Jorgen Randers, has twice authored updates published by Chelsea Green: Beyond the Limits in 1992, and Limits to Growth: The 30-Year Update in 2004. In these updates, an improved world model was used to point out that the limiting features of the earth’s physical capacity, about which The Limits to Growth had sounded a warning, have continued to deteriorate, and that the time left for solving the problem is growing short; the authors urged that mankind not delay in taking the measures necessary to address the situation.
At the time of publication of Limits to Growth: The 30-Year Update, Lester Brown, Director of the Earth Policy Institute said, “Reading the 30th-year update reminds me of why the systems approach to thinking about our future is not only valuable, but indispensable. Thirty years ago, it was easy for the critics to dismiss the limits to growth. But in today’s world, with its collapsing fisheries, shrinking forests, falling water tables, dying coral reefs, expanding deserts, eroding soils, rising temperatures, and disappearing species, it is not so easy to do so. We are all indebted to the ‘Limits’ team for reminding us again that time is running out.”
Since the initial publication of The Limits to Growth, Dr. Meadows has continued to study the causes and consequences of physical growth on a finite planet. Among his numerous endeavors, he co-founded the Balaton Group, a famous environmental research network, and he has published many educational games and books about sustainable development that are used around the world.
“We are honored that Dennis Meadows is a Chelsea Green author and applaud his lifetime of work as an environmental leader, his groundbreaking research, and his dedication to forming a sustainable society,” says Margo Baldwin, president and publisher of Chelsea Green. “Working with Dennis and other Limits to Growth coauthors spurred our decades-long commitment to publishing foundational books the environment and sustainability, including our recently released Thinking in Systems by the late Dr. Donella Meadows.”
Dennis Meadows is Professor Emeritus of Systems Management, University of New Hampshire, and President, Laboratory for Interactive Learning. He lives in Durham, New Hampshire.
9 commenti:
Sto leggendo proprio in questi giorni la riedizione del libro "i nuovi limiti dello sviluppo, 40 anni dopo".
Il libro è davvero esemplare come chiarezza espositiva e porta dati veramente convincenti, soprattutto del fatto che il modello di cui il libro parla non nasce per fare previsioni ma per capire come possono evolversi i sistemi dinamici planetari al mutare delle condizioni iniziali.
A mio parere è un libro molto più accurato e leggibile del libro di Lester Brown (3.0), forse troppo straripante di dati e parco di reali spunti di riflessione sistemica.
Consiglio a tutti di procurarsi il libro di Meadows, è una lettura affascinante e altamente istruttiva.
Lo sto leggendo pure io in questo periodo e confermo le tue considerazione in toto. Volevo solo sapere se era più esaustivo e significati leggere "i limiti dello sviluppo" o "i nuovi limiti dello sviluppo" so che la domanda non è accessibile a tutti ma a qualcuno come il proff Bardi penso che li abbiano letti tutte e due e sappiano dare una risposta.
Grazie paolomot
Segnalo questo studio, che contiene una critica al lavoro di Meadows, da un punto di vista marxista:
http://www.quinterna.org/pubblicazioni/rivista/24/modello_dinamico_01.htm
Fino a poco tempo fa il libro originale in inglese era disponibile in rete
http://www.scribd.com/doc/3271603/Limits-To-Growth-Club-of-Rome-1972
però mi sa che l'hanno rimosso in quanto in violazione di copyright.
Comunque, consiglio in ogni caso l'ultima edizione (ne esiste anche una intermedia) in quanto molto più aggiornata. Inoltre é piena di note di confronto su cosa è cambiato rispetto all'edizione originaria tenendo conto del senno di poi.
In verità, di libri del gruppo dei "Limiti" ce ne sono tre, quello intermedio si chiamava "Oltre i Limiti".
Suggerisco di cominciare dal più recente, quello più aggiornato e più facile da trovare. Quello del 1972, ovviamente, è datato in tante cose - è interessante tuttavia come documento storico. E, comunque, fa impressione come tantissime cose le avessero azzeccate così bene già allora
"Critica a Meadows dal punto di vista Marxista", mamma mia che verbosi questi marxisti - questo si voleva riscrivere Das Kapital in tre volumi? Comunque, a parte la verbosità, non lo direi una critica - anzi questo qua si appropria di molti concetti dinamici e cerca di adattarli alla filosofia marxista.
Io ho visto che c'è anche " i limiti dello sviluppo: verso uno sviluppo sostenibile" quindi i libri sono 4.
X Ugo:
Impossibile leggere tutto quel mattone marxista, però non mi sembra affatto una critica, riprende concetti a man bassa e li usa per altri scopi, forse anche stiracchiandone i .... limiti.
Comunque sta cosa dei sistemi dinamici ultimamente è un po troppo abusata, c'è addirittura una intera nuova branca di psicologia relazionale che si chiama "sistemica" la quale scopiazza similmente parte della teoria dei sistemi (Scuola IPR di napoli). Possibile che sia tutto così limpidamente in retroazione ?
Il grosso limite di queste teorie secondo me è che comunque utilizzano modelli (retroazioni positive e negative) che sono lineari o linearizzati, pur se comprendendo clip (limiti) e ritardi (delay). Infatti, l'evoluzione risultante è sempre una bella curva morbida morbida, o al massimo oscillante in overshoot, ma raramente le cose vanno davvero così linearmente nella realtà.
Immaginiamo la situazione ideale per arricchirci: sarebbe quella in cui, disponendo di enormi finanziamenti a tasso nullo o minimale, potessimo comprare case-azioni-materie prime a prezzi molto bassi, seguita da una situazione in cui i prezzi di tutto ciò che noi abbiamo comprato salgono costantemente, mentre possiamo prestare a tassi sempre maggiori quei denari che noi abbiamo ricevuto con finanziamenti a tassi nulli bloccati per lungo tempo. Una pacchia. Ad un certo momento esauriremmo sia gli assets da vendere che i soldi da prestare. L'ideale a quel punto sarebbe una crisi generale in cui i prezzi e i tassi tornassero a scendere, potendo ottenere copiosi finanziamenti gratuiti o quasi con nuovo denaro stampato per la bisogna. Così potremmo ricomprare tutto ciò che avevamo venduto, e saremmo pronti per la fase successiva in cui tutto risale.
Vi sembra fantascienza? oppure vi ricorda qualcosa?
Il punto cruciale è che chi controlla moneta e credito, mentre è in onda il teatrino della "democrazia", ha il potere di provocare fasi di inflazione e fasi di deflazione. E' esattamente quello che abbiamo sotto gli occhi. Senza andare tanto lontano (l'ho già fatto tante volte, questo vuol essere un semplice rinfresco della memoria), basta pensare a come hanno manovrato dall' inizio di questo millennio e cioè negli ultimi dieci anni. Prima hanno pompato inflazione degli assets, fino a provocare la crisi del 2001-2002 che ha deflazionato i medesimi tanto velocemente quanto violentemente. Hanno così avuto la scusa per portare i tassi all'1% negli USA e al 2% in Europa, e mettersi a pompare moneta e credito. In breve il ciclo espansivo è ripreso, provocando aumenti dei prezzi generalizzati (case, azioni, materie prime), e ne hanno approfittato finchè han potuto, amplificando grazie alle leve finanziarie e alle emissioni piramid ali di obbligazioni strutturate. Poi, certo, con il petrolio a 150, e gli alimentari che portavano le masse del terzo mondo a manifestare in piazza, è giunto il momento di invertire la rotta. Fallimento della Lehman , violenta contrazione del credito, e prezzi in picchiata. Adesso, con la popolazione (tenuta all'oscuro delle vere cause della crisi) ricattata con la disoccupazione crescente, che anela "la ripresa" e pur di ottenerla non esita a battere le mani a chi ipoteca il futuro dei loro figli, con massicci indebitamenti pubblici, il ciclo riprende: si stampa impunemente nuova moneta e si mettono in cascina enormi finanziamenti a lungo termine a tassi praticamente nulli in termini reali, mentre si coglie l'occasione per iniettare robuste dosi di capitalcomunismo, tramite il quale si mettono a carico della collettività le insolvenze creditizie(le bad banks) inevitabilmente derivate da una situazione in cui si era un pò esagerato (eufemismo),ma i profitti della fase precedente sono rimasti in tasca a chi di dovere (e relativi bonus per i cortigiani tecnocrati).
Cosa pensate vogliono succeda la cupola e i suoi "banksters" (gangster delle banche) nel prossimo futuro? la grande ripresa di tutto e di tutti, tra gli applausi generali, così loro provvederanno a rivendersi i finanziamenti a tassi più alti man mano che essa si affermerà e andranno a rivendere case e materie prime comprate a prezzo di saldo. Nel frattempo i governi si sono indebitati, anche per pagare gli interessi sui debiti, e permettono che tutta questa massa di debito pubbico sia a base della propria moneta, il cui controllo è lasciato in mani di interessi privati (gli azionisti delle banche centrali) che ci fanno sopra miliardi di profitti attraverso la sua manipolazione.
Questo andazzo dura da tanto tempo ,per cui non hanno motivo di dubitare che funzionerà ancora, anche se al momento vanno spargendo a piene mani pessimismo (gli serve al duplice scopo di ottenere il massimo dei sacrifici delle masse adesso, e poi il massimo del consenso, perchè più si dipinge grave la situazione più merito sarà accreditato quando sembrerà che se ne esce fuori alla grande).
Non s' esclude possa funzionare anche questa volta, ma se non a questo, al prossimo giro, prima o poi il sistema imploderà definitivamente. Questo per due motivi : uno filosofico ed uno geografico.
Il filosofico è che a furia di cambiare le regole, è intervenuta una mutazione genetica nell'organismo. Il sistema attuale è un OGM . Il problema è che le cellule sono cambiate in senso cancerogeno. L'organismo originale, quel modello capitalistico privato che ha prodotto la ben nota accelerazione dello svluppo nell'area occidentale del globo negli ultimi secoli, si basava sulla "mano invisibile": la legge della domanda e dell'offerta, in un ambiente concorrenziale, esprimeva un sistema di prezzi che era in grado di orientare lo sviluppo, impedendo squilibri gravi e permanenti. Come un sistema di illuminazione che consente a grossi aerei di poter atterare in piena notte, indicando la pista. Con il tempo però, la sete di profitto e di potere di chi comanda , ha modificato l'ambiente, rendendolo sempre più monopolistico ed oligopolistico, in settori cruciali quale quello monetario e creditizio. Così la legge della domanda e dell'offerta non ha più potuto esprimere un sistema di prezzi affidabile e si sono iniziati a produrre squilibri gravi e permanenti. Se il sistema di illuminazione della pista viene spostato verso il burrone, l'aereo in atterraggio notturno vi precipiterà dentro. La mano invisibile dei potenti ha distrutto la mano invisibile del libero mercato. Il colmo è che stanno propagandando che la causa della crisi è l'eccesso del mercato che invece avrebbe bisogno di maggiori "controlli" e manipolazioni statali. E' la più grande menzogna, frutto della degenerazione cancerosa in atto, e lo si capisce proprio approcciando il problema dal punto di vista "filosofico": da una mala pianta(illiberale) non può venire il bene.
Poi c'è il motivo geografico. Finora il giochino miliardario di chi comanda era stato fatto all'interno del mondo occidentale, omogeneo e suddiviso in classi al suo interno e che beneficiava dello sfruttamento delle risorse del resto del mondo. MA con la globalizzazione e con l'ingresso delle grandi masse orientali nella partita, la situazione presenta incognite ben diverse, se non altro perchè non ce n'è per tutti. E il finale, in un mondo pieno zeppo di armi termonucleari e batteriologiche, potrebbe essere ben diverso da quello che immaginano coloro che comandano anche se controllano la produzione e la distribuzione delle armi. Peccato che a pagarne le conseguenze non saranno solo loro.
FAbrizio
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