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Molti in Italia, compreso Berlusconi grande sconfitto delle ultime elezioni amministrative, danno un'interpretazione di tipo economico al sorprendente risultato che ha ridimensionato pesantemente i partiti di governo. Cioè sarebbero le condizioni economiche generali del paese, mal fronteggiate dal governo a spiegare le vittorie dei Sindaci di centro sinistra, in gran parte delle città in cui si è votato.
Sicuramente questa è una delle motivazioni del voto, ma non si tratta a mio parere di quella decisiva perché la principale attiene a ragioni che niente hanno a che vedere con le condizioni materiali degli italiani, e che si possono ricondurre e sintetizzare in una sola parola: “Dignità”.
Semplicemente, una maggioranza numericamente ampia del popolo italiano non ne può più di essere derisa e vilipesa nel contesto internazionale. E ciò, non solo per motivi contingenti legati anche ai comportamenti disdicevoli del presidente del consiglio, ma per quella serie di difetti nazionali che ci squalificano da secoli nel resto del mondo: illegalità diffusa, criminalità organizzata, inefficienza della pubblica amministrazione, spregio del bene comune a favore degli interessi individuali. Cioè quella carenza di senso civico che impedisce all’Italia di valorizzare dovutamente il suo pur grande ruolo economico e culturale nel mondo.
Si tratta di una domanda collettiva di riscatto che parte dalle comunità locali ma che assume chiaramente una rilevanza nazionale e i toni di una rivendicazione forte dei valori positivi dell’identità nazionale. Non è un caso che il partito maggiormente penalizzato sia stato la Lega Nord e che ciò sia avvenuto nell’anno dei festeggiamenti del 150° anniversario dell’Unità d’Italia.
Gli elettori hanno così indirizzato i propri voti più che verso partiti inadeguati e dominati sempre più da nomenclature autoreferenziali e inadatte a interpretare l’evoluzione sociale, verso quei candidati Sindaco che sembravano interpretare meglio questo desiderio di serietà istituzionale e dignità nazionale. Speriamo che i nuovi eletti sappiano rispondere positivamente a queste grandi e finora irrisolte aspettative.
5 commenti:
Tra i miei amici ho sentito spesso dire l'Italia s'è desta....a me non pare proprio. Mi piacerebbe ma l'impressione è che stia dormendo, magari ha cambiato lato perchè non passava più sangue alla mano, ma ancora dorme profondamente.
Probabilmente è la negatività che tutto pervade in tempi di crisi. Probabilmente è la scarsa fiducia in concittadini che hanno più volte votato Pdl o PD. Probabilmente è l'esperienza.
Chi vivrà vedrà se l'aria è davvero cambiata o se era solo una scoreggina... ^_^
Napolitano perché è acclamato? Non è simpatico come Pertini ma in questo momento rappresenta la politica quella alta, quella dove non si dicono barzellette e battute, dove ci si presenta ad una conferenza stampa con dei fogli da leggere e non andando a braccio.
I simboli sono importanti per una nazione ed il presidente della repubblica, come il presidente del consiglio, sono anche dei simboli.
I buffoni alla fine ricevono quello che hanno seminato.
Roberto Cota presidente della Regione Piemonte ieri non si è presentato al 2 Giugno all'alza bandiera adducendo una scusa scolastica: motivi famigliari.
Forse una batosta elettorale non gli è bastata, non hanno capito che gli italiani hanno scelto la Repubblica nel 1946 e volenti o nolenti devono sottostare al tricolore.
...Grande Luca !..Dopotutto la politica fino a ieri s'è trovata a gestire, più o meno male, risorse crescenti, adesso, con la fine del plateau petrolifero, invocare un risveglio della politica mi sembra quanto meno fuorviante..Serve una gestione almeno in parte autoritaria e dirigistica, secondo quanto abbozzato da Scott ed Hubbert tanti anni fà con la loro " Technocracy "....
Dirigismo? In URSS non aiutò più di tanto a gestire la caduta. Forse serve cultura? Magari potrebbe essere utile far sapere all'italiano medio cosa sta succedendo e perché?
Non basta discutere di questi problemi dentro a qualche oscura loggia massonica, che è poi quello che facevano Hubbert & Co. E che è quello che (purtroppo) facciamo anche noi. Adesso bisognerebbe passare ai cartelloni pubblicitari. Sono troppo rozzo?
R dirigismo : l' ex URRS oer 40 anni impiegò il 40 % del PIL per il comparto militare : noi semplicemente dovremmo dedicare il 10 -15 % del PIl per 10-15 anni alle rinnovabili diffuse, e pichè da noi il pubblico occupa non il 100 % ma "solo" il 50 % del pil, vuol dire che dovremmo stornare un buon 20 % della spesa pubblica dai servizi ed occupazione pubblica ad investimenti per il fuutro e la sicurezza nostra e dei meno anziani ( Sostenibilità energetica e recupero dei suoli )...Per far questo secondo me servono assetti istituzionali più autoritari..( Anche perchè fra 5-6 anni potrebbe esser troppo tardi per iniziare lo stesso progetto e presumere di mantenere lo stesso grado di complessità della nostra società visto che dovremmo essere alle fine del plateau petrolifero)...
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