Qualche tempo fa, su "comedonchisciotte" è uscito un articolo firmato da "Utopico" in cui si accusano sia Beppe Grillo sia Antonio di Pietro di praticare tecniche di "Marketing Virale" nei loro blog.
L'accusa è probabilmente poco fondata in questo caso: né Grillo né Di Pietro sembrano usare tecniche di persuasione particolarmente sofisticate; più che altro hanno cavalcato e continuano a cavalcare proficuamente la leggenda che "i politici sono tutti ladri". Tuttavia, la questione del marketing virale è interessante e vale la pena di approfondirla per cercare di capire cosa ci sta succedendo intorno.
Il nocciolo del viral marketing è in un semplice concetto: mentre nel marketing normale i consumatori sono soltanto dei ricevitori passivi del messaggio, nel marketing virale sono allo stesso tempo ricevitori e diffusori. E' una versione commerciale delle "catene di sant'antonio" che hanno avuto tanto successo su internet. E' evidente il vantaggio per chi riesce a scatenare una catena del genere: con poco sforzo diffonde il suo messaggio a valanga; il problema è come riuscirci.
Nonostante che si parli molto di Marketing Virale, gli esempi in Italia sono molto pochi. Con tutta la buona volontà, riesco a pensarne solo uno: quello della macchina ad aria compressa, la Eolo. Vi sarà arrivato sicuramente il messaggio intitolato "L'auto ad aria compressa è volata via" (lo trovate per esempio qui) dove si racconta che lo sviluppo della mirabolante vetturetta è stato affossato da un complotto dei petrolieri.
E' impossibile dire se questo messaggio sia stato diffuso dalla Eoloauto che ha usato scientemente tecniche di marketing virale. Non si può escludere che qualche persona mentalmente, diciamo, "indebolita" lo abbia inventato e diffuso per sua pura soddisfazione. Comunque sia, in ogni caso, questo messaggio ha giovato immensamente alla visibilità della Eolo che, altrimenti, sarebbe stata soltanto uno dei tanti veicoli a emissione zero che vengono continuamente proposti e - normalmente - ignorati dal pubblico.
Vi posso anche raccontare che so di sicuro che una ditta che conosco ha tentato di fare qualcosa del genere per giustificare il fallimento di un impianto a energia rinnovabile che aveva cercato di costruire. Hanno messo su un "comitato di cittadini per l'energia rinnovabile" il cui unico membro era il presidente e proprietario della ditta in questione (scusate, ma per ovvie ragioni non posso fare nomi). Dopo di che hanno cominciato a mandare in giro messaggi in cui si attribuiva il fallimento a un complotto e si chiedevano più soldi alla ditta. Questo tentativo non ha avuto successo; la reazione a catena non c'è stata.
Questa cosa del marketing virale è estremamente di moda negli ultimi tempi, c'è anche un sito, goviral.com, per esempio, che vi aiuterà a lanciare il vostro prodotto con tecniche virali.
L'accusa è probabilmente poco fondata in questo caso: né Grillo né Di Pietro sembrano usare tecniche di persuasione particolarmente sofisticate; più che altro hanno cavalcato e continuano a cavalcare proficuamente la leggenda che "i politici sono tutti ladri". Tuttavia, la questione del marketing virale è interessante e vale la pena di approfondirla per cercare di capire cosa ci sta succedendo intorno.
Il nocciolo del viral marketing è in un semplice concetto: mentre nel marketing normale i consumatori sono soltanto dei ricevitori passivi del messaggio, nel marketing virale sono allo stesso tempo ricevitori e diffusori. E' una versione commerciale delle "catene di sant'antonio" che hanno avuto tanto successo su internet. E' evidente il vantaggio per chi riesce a scatenare una catena del genere: con poco sforzo diffonde il suo messaggio a valanga; il problema è come riuscirci.
Nonostante che si parli molto di Marketing Virale, gli esempi in Italia sono molto pochi. Con tutta la buona volontà, riesco a pensarne solo uno: quello della macchina ad aria compressa, la Eolo. Vi sarà arrivato sicuramente il messaggio intitolato "L'auto ad aria compressa è volata via" (lo trovate per esempio qui) dove si racconta che lo sviluppo della mirabolante vetturetta è stato affossato da un complotto dei petrolieri.
E' impossibile dire se questo messaggio sia stato diffuso dalla Eoloauto che ha usato scientemente tecniche di marketing virale. Non si può escludere che qualche persona mentalmente, diciamo, "indebolita" lo abbia inventato e diffuso per sua pura soddisfazione. Comunque sia, in ogni caso, questo messaggio ha giovato immensamente alla visibilità della Eolo che, altrimenti, sarebbe stata soltanto uno dei tanti veicoli a emissione zero che vengono continuamente proposti e - normalmente - ignorati dal pubblico.
Vi posso anche raccontare che so di sicuro che una ditta che conosco ha tentato di fare qualcosa del genere per giustificare il fallimento di un impianto a energia rinnovabile che aveva cercato di costruire. Hanno messo su un "comitato di cittadini per l'energia rinnovabile" il cui unico membro era il presidente e proprietario della ditta in questione (scusate, ma per ovvie ragioni non posso fare nomi). Dopo di che hanno cominciato a mandare in giro messaggi in cui si attribuiva il fallimento a un complotto e si chiedevano più soldi alla ditta. Questo tentativo non ha avuto successo; la reazione a catena non c'è stata.
Questa cosa del marketing virale è estremamente di moda negli ultimi tempi, c'è anche un sito, goviral.com, per esempio, che vi aiuterà a lanciare il vostro prodotto con tecniche virali.
3 commenti:
mah...! su youtube basta scrivere "aria compressa" e appaiono una marea di filmati su automobili.... ad aria compressa.
Come questo: http://www.youtube.com/watch?v=cHmn1jGa9fA
Sarà difficile contrastare tutto questo marketing virale sparso per la rete...
Già... purtroppo!
Però... possiamo provarci. Secondo me ce la facciamo.
Sarà anche una leggenda quella secondo la quale i politici sono tutti ladri... se conosce qualche nome potrebbe farlo almeno alle prossime elezioni politiche invece di tapparci anche gli occhi ci tappiamo solo il naso...
!!!!!!!
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