giovedì, maggio 21, 2009

Il festival dell'energia di Lecce




Il "diamante" che troneggiava in una piazza di Lecce durante il festival. Costruito dall'ENEL, è una struttura sferoidale dove l'energia prodotta da alcuni pannelli fotovoltaici viene immagazzinata in forma di idrogeno all'interno di serbatoi sferici. Per dirla con Paolo Villaggio: per me, è una boiata pazzesca. (vedi anche la critica di Gianni Comoretto)


Di ritorno dal Festival dell'Energia di Lecce, tenuto dal 14 al 17 Maggio, vi passo qualche impressione, necessariamente limitata, di un convegno organizzato veramente "in grande". Non ho idea di quanto sia costato tutto l'ambaradan, ma siamo certamente su cifre stratosferiche. Lecce era tappezzata da manifesti, c'erano chioschi e stand del convegno a decine, in più c'erano concerti e spettacoli, come pure ragazze in uniforme che pattugliavano le strade distribuendo volantini. Insomma, se stavi a Lecce il convegno non lo potevi proprio ignorare.

La spettacolarizzazione ha dei vantaggi ma, come per tutte le cose, se si esagera si ottiene un risultato controproducente. Così, i vari aggeggi erano indubbiamente spettacolari, ma con quale risultato? Di fronte a un aggeggio come il "diamante energetico", non è che se ne ricavava l'impressione che l'energia rinnovabile è un costoso e inutile giocattolo per bambini?

Prendete un altro esempio: il palco dove si esibivano i vari artisti e che era definito come "alimentato al 100% da energia rinnovabile". Ora, questo palco aveva un totale di 16 pannelli fotovoltaici connessi a dei grossi pacchi-batteria. Sufficienti per alimentare sempre al 100% amplificatori e luci di scena? Non ve lo so dire con esattezza, ma ho dei forti dubbi. In ogni caso, la sistemazione era molto criticabile con due set di otto pannelli ciascuno, orientati in verticale in direzioni opposte su due lati del palco: una sistemazione estremamente inefficiente, specie alle nostre latitudini. Come minimo, un grande spreco di pannelli e batterie per un uso dove nessuna delle due cose è necessaria. Se da tutto questo uno si fa l'idea che l'energia rinnovabile è un inutile spreco di soldi, non gli si possono dare tutti i torti.

Anche sul programma delle presentazioni, avrei qualche critica. Il concetto di "energia" è vastissimo e gli organizzatori hanno cercato di coprire un po' tutto senza però riuscire a trovare un filo conduttore. Forse avrebbe dovuto esserlo la "lectio magistralis" affidata a Piergiorgio Odifreddi, ma anche questo mi ha lasciato perplesso. Odifreddi ha dei grossi meriti in tante cose, ma non lo si può definire un esperto di energia. Immagino che anche la sua presenza sia stata dettata più che altro dalla ricerca della spettacolarizzazione mediante un personaggio noto. Ma i risultati non sono stati entusiasmanti. Non ho sentito la lectio magistralis perchè sono arrivato il giorno dopo, ma ho sentito parlare Odifreddi in un altra presentazione che ha dato Venerdì sera. Francamente, quando ha parlato di energia non è riuscito a far di meglio che inanellare una serie di banalità, una dopo l'altra.

La spettacolarità del convegno si vedeva anche nel modo in cui sono stati gestiti gli interventi. Si parlava, infatti, di "talk show" piuttosto che di conferenze. Da un certo punto di vista, è bene vivacizzare un po' gli interventi. Nella media, le conferenze sull'energia consistono in una parata di esperti che straparlano al minimo per una mezzoretta ciascuno. Non c'è dibattito di nessun tipo e il tutto è solo leggermente meno noioso di una lezione sui Promessi Sposi tenuta all'ultim'ora di un Sabato mattina.

Invece, al festival il dibattito era moderato attivamente. Era anche proibito l'uso di quell'arma di distruzione di massa dei cervelli umani che è il Power Point. I risultati sono stati spesso interessanti. Tuttavia, si può anche esagerare se si trasforma il dibattito in una rissa. Questo è successo più di una volta, per esempio nel caso della presentazione di Odifreddi che ho citato prima. Oltre a trovarsi un po' sperduto in un campo che non è il suo; Odifreddi si è anche trovato di fronte una "moderatrice" estremamente aggressiva che ha trasformato la presentazione in un battibecco a due; cosa decisamente poco interessante per chi stava a sentire.

Altro cattivo esempio è stato il dibattito che ha messo a confronto Sergio Castellari, climatologo serio, e due totali incompetenti di clima dei quali, per carità di patria, taccio il nome. Il talk show era intitolato "Cambiamenti climatici fra psicosi e verità". Già il titolo vi dice qualcosa sull'intenzione degli organizzatori. Considerate poi che il moderatore era fortemente "di parte" (ovvero dalla parte degli incompetenti) e vedete che Castellari si è trovato in minoranza e messo in mezzo in un fuoco di fila di polemiche di basso livello. Fortunatamente, Castellari ha ribattuto colpo su colpo, senza mai lasciarsi intimidire o sommergere. Ciononostante, combattere uno contro tre è sempre difficile e la tattica dei negazionisti non è tanto di portare argomenti seri quanto di creare confusione per confondere le idee al pubblico e ai politici e fermare ogni provvedimento contro il riscaldamento globale. Non si può negare che questa tattica stia avendo un certo successo in Italia.

Per quanto riguarda la mia presentazione al convegno (intitolata "Petrolio, siamo al punto critico?"); avevo il dubbio che qualcuno volesse farmi lo stesso scherzo fatto a Castellari. Perlomeno, il moderatore si è rivelato sfacciatamente di parte, definendo ASPO come una "setta", citando non so più quale petroliere saudita che parlava di 12 mila miliardi di barili di riserve (un buon 10 volte di più del valore comunemente accettato) e in generale riferendosi con evidente supponenza nei riguardi delle "teorie di Hubbert". Nella pratica, tuttavia, il dibattito è stato equilibrato. Insieme a me c'era il prof. Ugo Bilardo, persona molto competente sul petrolio e che mi è parso avere una posizione simile alla mia sulla questione del picco (forse perché si chiama Ugo anche lui?). L'altro partecipante era Carlo Stagnaro, che si definisce a volte "anti-picchista". Ma Stagnaro è persona intelligente e preparata; a un livello anni luce superiore a quello dei due pataccari che hanno assaltato Castellari al dibattito sul clima. Fra me e Stagnaro, se c'è stato un duello è stato un duello di fioretto, dove alla fine ci siamo trovati daccordo su molti punti. Dovremmo rifarlo con più calma, un giorno o l'altro.

Ripensando a tutta la faccenda di Lecce, mi viene da pensare come le cose si siano evolute in pochi anni. C'è stato un periodo, 7-8 anni fa, quando avevamo fondato ASPO-Italia, in cui l'energia non interessava a nessuno. Facevamo dei convegni malinconici davanti a delle platee vuote. Poi, evidentemente, il fatto che l'energia sia un problema ha cominciato a diventare una cosa che sanno tutti. Purtroppo, non sono del tutto sicuro che mega-eventi come quello di Lecce siano la strada giusta per trovare una soluzione. Diciamo che, come cosa positiva, perlomeno rinforzano il concetto che c'è un problema serio. Ma, se lo vogliamo veramente risolvere, non basta inventarsi giocattoli costosi. Vedremo nei prossimi anni se riusciremo a fare qualcosa di più concreto.

9 commenti:

Anonimo ha detto...

Credo sia già importante il fatto che si siano accorti dell'esistenza di Aspo, e diano la possibilità ai suoi membri di esporre le loro ragioni pubblicamente. Qualche anno fa sarebbe stata una cosa improbabile. Solo il fatto di considerare una posizione antagonista per contestarla significa ammetterne l'esistenza.
Andrea De Cesco

Anonimo ha detto...

Oggi va di moda l'energia, in Puglia quasi tutti i terreni sono opzionati dall'eolico o dal fotovoltaico, con progetti assurdi e fatti piu' da economia che per produrre seriamente energia. Purtroppo cosi' si rischia l'ennesima bolla, per dire poi che e'...meglio le vecchie fonti... possibilmente con un tocco piacevole al nucleare che qui in Puglia e' ritornato in prima pagina. Che tristezza per il nostro futuro!!
pierino

Frank Galvagno ha detto...

Odifreddi mi piace come logico matematico, ma non l'ho mai sentito parlare di energia

Quella della corazzata Kotiomkin ... è una cag.ta pazzesca!

Phitio ha detto...

Castellari é un mio collega di lavoro, suppongo sia sufficientemente preparato come competenza e soprattuto come vivacità caratteriale per plotoni di negazionisti. Tre contro uno mi sembra un duello alla pari, con uno come lui :D

Mi sarebbe piaciuto assistere, ma purtroppo sono qui al lavoro, a cercare capire correttamente il funzionamento di uno schema di assimilazione dati oceanici :)

Saluti

Paolo ha detto...

Mi fa piacere che Castellari se la sia cavata, apprezzo molto il suo lavoro.

Anonimo ha detto...

Il povero Bardi è costretto a ripetere, ogni volta che ne parla, che Stagnaro è persona intelligente. Evidentemente il fatto non risulta immediatamente e chiaramente percepibile.
Il fioretto è uno strumento ottimo, peccato che gli avversari utilizzino proiettili ad uranio impoverito.

andrea

Anonimo ha detto...

A me fa più bollire il sangue il fatto che quelli che caldeggiano il ricorso alle energie rinnovabili e che paventano una crescita delle esigenze energetiche fino al punto di dover ricorrere al nucleare siano gli stessi che propongono "soluzioni" didattiche inutilmente energivore come quella delle cosiddette LIM (Lavagne Interattive Multimediali) che in questi giorni tanto affascinano chi amministra la pubblica istruzione, tanto da spingerli a volerne dotare ogni aula (nella scuola dove insegno sarà realtà dall'anno prossimo).

Capisco che il legame con il festival possa sembrare piuttosto tenue, se non nullo, per cui provo a spiegare da cosa nasce il mio desiderio di inviare questo commento.

Quale sarà l'assorbimento di ogni singola aula attrezzata con un simile aggeggio, acceso inevitabilmente per l'intero orario di lezione (mal sopportano ripetuti cicli accensione/spegnimento)? Non sarà un po' come sparare ai passeri con un cannone? Per di più un cannone molto costoso dall'installazione, alla gestione, alla manutenzione, alla obsolescenza e conseguente sostituzione. Nella mia scuola, non gigantesca (circa 700 alunni), il costo preventivato per acquisto e installazione si aggira sugli 85000 euro. Aggiungiamo le bollette elettriche e tutto il resto... Non sarebbe più saggio e "misurato" continuare a usare gesso e lavagna tradizionale, che svolgono egregiamente il loro compito nel 90% dei casi, e riservare le LIM a poche specifiche aule appositamente attrezzate?

Direi che segnali di "coerenza estrema" tipo questo non aiutano a prendere sul serio le esortazioni che ci vengono rivolte in campo energetico. Per conto mio, ho già smesso di esortare gli alunni a comportamenti virtuosi come spegnere la luce dell'aula e del corridoio quando la trovano inutilmente accesa.

Giovanni Galgano ha detto...

Gentilissimo Prof. Bardi, innanzitutto la voglio ringraziare pubblicamente per l'intervento che ha tenuto a Lecce nell'ambito del Festival dell'Energia. Trovo le sue riflessioni molto utili: mi permetta però di rispondere in merito a qualche sua critica, ancorché bonaria e - credo - mossa con spirito costruttivo alla manifestazione di cui sono responsabile della comunicazione.

Il Festival dell'Energia è nato da una idea di Aris, con il preciso scopo di portare "fuori", nelle strade e nelle piazze, tra la gente insomma, i dibattiti sul tema dell'energia, che, come giustamente ha scritto nel suo intervento sul blog, venivano (e vengono ancora, ahimè) in genere confinati in nobilissimi ma circoscritti simposi per addetti ai lavori. Ma il punto è che il tema energia non è più un argomento di interesse per pochi. L’amministrazione Obama ci ha costruito sopra una parte importante del proprio programma, i giornalisti sempre più si occupano di picco del petrolio (2008), o di calo dei prezzi del barile (2009!), di cambiamenti climatici, o di energie alterative e nucleare: se non sono ancora argomenti da bar, sono comunque temi di conversazione sempre più popolare. È per questo che abbiamo creduto, e ne siamo tuttora molto convinti, fosse necessario dibatterne in modo laico, aperto e comprensibile. La formula del festival fu scelta dopo un’attenta analisi, così come la collocazione geografica e la ratio della manifestazione (una preghiera, si tratta di una manifestazione, di un evento, non di un convegno: i convegni sono proprio il genere di iniziative che "combattiamo" col nostro Festival). L’organizzazione della manifestazione è cosa assai complessa e delicata. Le faccio un po’ di numeri: portare 130 relatori/ospiti a Lecce significa relazionarsi almeno con altri 5/600. Organizzare 60 eventi in 3/4giorni (tra dibattiti, spettacoli, incontri, presentazioni di libri, ecc.) significa mutare il programma innumerevoli volte, per tener conto delle esigenze di tutti gli invitati, tentando di non perdere il filo rosso che li lega tutti. Garantire pluralità di voci - che è poi il nostro obiettivo fondamentale - significa mediare per trovare il corretto equilibrio tra le mille posizioni espresse attorno allo stesso tema. Lei faceva riferimento al talk show con Castellari. Beh, le assicuro che non c'è stato alcun "agguato": L'organizzazione del Festival non influisce, nè soprattutto vuole farlo, sul dibattito. Il Comitato Scientifico indica le linee-guida, ARIS tira le somme e, molto faticosamente, le assicuro, apparecchia i talk show e gli incontri, cercando di far parlare tutti e di tutto, senza alcuna volontà deterministica. Due parole sull'evento Festival: non riteniamo si tratti di un "giocattolone", come scherzosamente lei lo definisce, ma di un progetto (migliorabile, come tutto) che a nostro parere può essere utilissimo a comunicare questi temi così complessi a tutti, ma proprio a tutti, anche attraverso un concerto o una mostra, o portando, come accaduto in questa seconda edizione, 5000 ragazzi delle scuole a "giocare con l'energia" o a visitare i 15 progetti dello Spazio Innovazione. Il costo dell’operazione, poi, non è affatto un mistero: si aggira intorno al milione di euro. Denaro che andiamo a raccogliere porta a porta, tra gli organismi pubblici e le aziende private che sentono forte la necessità di “raccontare” l’energia in modo diverso: laico, aperto, democratico, partecipato. Forse anche un diamante o un palco alimentato ad energia rinnovabile può, nell'immaginario della “gente”, creare consapevolezza sui temi energetici, sul risparmio, sulla politica dell'energia e sulla sopravvivenza stessa della nostra economia. Che ne dice?
Un cordialissimo saluto.
Giovanni Galgano
Responsabile Comunicazione Festival dell'Energia

Ugo Bardi ha detto...

Gentile sig. Galvagno, grazie per i commenti - mi fa piacere che sia venuto a leggere il nostro blog. Mi scuso per aver definito "convegno" una cosa che convegno non era. Indubbiamente ho apprezzato il vostro tentativo di vivacizzare il dibattito uscendo dal solito, noioso formato dei convegni. Quindi, ringrazio per l'opportunità che ho avuto di essere a Lecce. Come dicevo, il risultato è stato di grande interesse.

Come in tutte le cose, si può sempre migliorare e spero che il mio post si possa intendere in questi termini. La prossima volta spero che si possa organizzare un dibattito sul clima un po' più equilibrato.

Saluti

UB