Sul sito di Aspoitalia, alla sezione "Documenti", qualche tempo fa abbiamo pubblicato un articolo, gentilmente inviato dal climatologo Luca Mercalli e scritto da due suoi colleghi, Angelo e Giovanni Bernasconi, che svolgono attività di ricerca in Svizzera.
Il Consiglio Federale Svizzero ha fatto proprio l'ambizioso obiettivo "Società a 2000 Watt", che è stato proposto non da politici, ma da ricercatori del Politecnico di Zurigo: dividere per 3 la potenza assorbita dallo svizzero medio.
Per la zona studiata, il Canton Ticino, sono stati estratti i dati di consumo energetico globale dell'anno 2000; successivamente, sono state fatte delle previsioni sul potenziale di risparmio, specialmente nel settore del riscaldamento domestico, che assorbe un terzo dell'energia complessiva, e immette circa il 50% dell'anidride carbonica prodotta da combustibili fossili.
La dinamica si basa sulla costruzione di nuovi edifici e sulla riqualificazione di quelli esistenti, in ottica elevazione della classe energetica, ipotizzando una crescita della popolazione intorno al 10% dal 2005 al 2030.
E' interessante notare come con l'applicazione dei severi standard Minergie-P (l'equivalente del nostro CasaClima) solo alle nuove costruzioni, si ottiene soltanto un rallentamento nella crescita dei consumi; per avere un'inversione di tendenza è fondamentale il contributo della riqualificazione energetica degli edifici esistenti. Essenzialmente, si tratta di agire sulla coibentazione e sull'apporto dell'energia rinnovabile, per rendere vivibili i periodi di "estremismo climatico" con modesto bisogno di energia; tutto questo, tenendo conto della maggiore sensibilità climatica della crescente popolazione "anziana".
Combinando sapientemente il risparmio energetico con l'uso di solare termico, fotovoltaico, pompe di calore e biomassa (legno), si potrà realisticamente arrivare al 2050 con un apporto di rinnovabile pari a circa il 65% del fabbisogno abitativo.
I ricercatori reputano infausto l'effetto del "decreto anticrisi" in Italia, perchè ritarda degli strumenti di incentivazione e di diffusione che non potranno essere evitati, anzi si faranno più urgenti negli anni a venire.
Un "piano Marshall" per l'energia è quanto mai auspicabile, anche tenendo conto della tendenza del riscaldamento globale, che avrà effetti non solo sulla vivibilità, ma anche sul tessuto industriale. Si pensi alle crisi che potrebbero avvenire su impianti di produzione di energia idro e termoelettrica in caso di prolungata siccità.
2 commenti:
Il piano Marshall italiano si limita all'approvazione di ieri in senato del decreto sul nucleare.
A tutta velocità verso il nulla energetico...
Paolo B.
Come al solito si vuole muovere il cemento per costruire altra roba inutile. Alla catastrofe, ma con allegria
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