mercoledì, maggio 27, 2009

Tutto sotto controllo







Quante volte abbiamo sentito affermazioni del tipo "Perchè ci dobbiamo preoccupare di cose più grandi di noi, ci sarà senz'altro qualcuno che ha pensato a risolvere i problemi del petrolio e delle risorse, e aspetta solo il momento buono per tirare fuori LA soluzione e guadagnarci su".

Personalmente, credo di aver smesso si credere a questo tipo di cose in epoca preadolescenziale, intorno ai 12 anni; si tratta di quegli spartiacque che ti segnano, un po' come quando a 6-7 anni smetti di credere a Babbo Natale.

Pensiamo all'energia rinnovabile. Da un calcolo razionale, è verissimo che l'ammontare annuale di cui beneficiamo è enormente superiore all'odierno fabbisogno, sempre annuale. Il Sole investe con la sua radiazione la Terra, e genera energia in varie forme rinnovabili: flussi di acqua dolce, vento, moto ondoso e accumulo in biomasse. Abbiamo poi altri flussi energetici sempre rinnovabili, legati alla Terra (geotermia) e alla Luna (maree).

Fin qui è tutto molto rassicurante. Il problema insorge nel momento in cui si pensa a ciò che occorre fare per intercettare i suddetti flussi energetici: realizzazione di infrastrutture come dighe, parchi eolici, pannelli termici/fotovoltaici, e la loro manutenzione. Qui i problemi si intrecciano con altre questioni, che sono quelle minerarie in senso largo, di superficie dedicata e di demografia.

Per realizzare un pannello fotovoltaico occorre una certa disponibilità di materiali a elevata purezza e di energia sufficiente da investire. E' vero che il pannello restituirà nella sua vita (di alcuni decenni) un'energia superiore a quella che è stata impiegata per realizzarlo; tuttavia dobbiamo essere certi di avere a disposizione tutto quanto serve per lo "start up". Naturalmente, il senso è quello di riuscire a estendere questo concetto fino al livello di installare pannelli su tutte le falde di tetto appetibili di un Paese, o di un continente.

A questo proposito, i tradizionalisti dei tetti all'italiana dovranno scegliere tra morire in una villa o sopravvivere in una casa discreta, perchè non potremo permetterci di strappare chilometri quadrati di terreno coltivabile, in relazione al già esteso grado di cementificazione e alla pressione demografica odierna


Per gli aerogeneratori ci vuole un po' di sana metallurgia, e di capacità mineraria per realizzare e manutenere pale eoliche efficienti, dunque in leghe particolarmente leggere.

Parimenti, per sfruttare il moto ondoso marino occorrono materiali a elevata tecnologia e resistenza alla corrosione, affatto gratuiti, in quanto è necessaria la capacità produttiva di leghe speciali e di tecnopolimeri che, ancora, dipendono da minerali rari, dal petrolio e altri fossili.

Per analogia, il problema non è avere il legno potenziale per scaldare tutti, ma avere fiammiferi a sufficienza per molti, e riuscire a bruciare il legno a una velocità inferiore del ritmo di crescita dei boschi vicini, mantenendo una combustione ininterrotta e condivisa.

Le energie rinnovabili rappresentano comunque la via più realistica per superare la crisi energetica imminente, pur con i loro limiti.

Sperare che, al momento giusto, "qualcuno scopra qualcos'altro", o "tiri fuori la soluzione sepolta in gran segreto" mi pare un trastullarsi nell'illusione, soprattutto vedendo le enormi difficoltà che abbiamo nel gestire i quotidiani problemi degli squilibri nel mondo e la famigerata crisi economica.

Idrogeno, fusione calda e fredda, fissione nucleare di nuova generazione sono tutte cose interessanti, su cui è possibile riservare un po' di risorse per la ricerca, ma non dovrebbero oscurare le rinnovabili, nè tantomeno diventare un rifugio psicologico per un domani senza problemi. Il picco del petrolio sta bussando oggi.



8 commenti:

mauriziodaniello ha detto...

Questo è vero soprattutto in Italia, dove "ci pensa qualcuno" poi accade il peggio e si viaggia in "emergenza" !!!

Cosa accadrà all'Italia sotto questo profilo ? Che ostacolando le energie rinnovabili poi saremo in emergenza, soprattutto perchè le Centrali Nucleari dovranno chiudere i battenti per mancanza di "strutture addizionali" derivate dal petrolio, quindi i PARCHI saranno riempiti di fotovoltaico con bustarelle varie e vari scempi di paesaggio (questa volta veri!!!)per fronteggiare l'emergenza che intanto causa gravi danni economici/ambientali/salute/ecc.!

Catastrofista ? basta vedere l'emergenza rifiuti e quello Terremoto e quello valanghe ecc. ecc. ecc.

ciao

Anonimo ha detto...

Lo saprai anche tu, per diretta constatazione sul campo, che quelli che credono alla favola della soluzione tecnologica energetica nel cassetto sono proprio tanti. Mettiamoci poi tanta criminale disinformazione dei media di regime ed ecco che coloro che non credono a ragione a quella fiaba vengono visti con compatimento, se non con sguardo tipo "dagli all'untore".
A me, che sperimento questi atteggiamenti generali quando parlo ai miei conoscenti di peak oil e similarità, viene quasi voglia di augurarmi che questa civiltà dei consumi venga spazzata via presto, così da aprire gli occhi al parco buoi che crede alle favole.
Togliamo il "quasi". Che rabbia!

Paolo B.

Stefano Marocco ha detto...

In effetti, secondo il buon senso, sarebbe giunto il momento di dire basta con nuove costruzioni, nuove strade, etc. e concentrarsi sulla ottimizzazione dell'esistente. Il petrolio potrebbe servire a realizzare ad esempio degli isolanti per gli edifici (e in quella forma potrebbe durare parecchio). Come sostiene Lester Brown nel "piano B" dobbiamo riconvertire l'industria come se fossimo in tempo di guerra (velocemente e con scopi ben precisi) e iniziare a costruire apparati utili e non più le cianfrusaglie prodotte finora.
Insomma dobbiamo adattarci e seguire la curva all'ingiù dei vari picchi che stiamo attraversando.
Il sistema politico/economico non aiuta, dato che i decisori e che li elegge credono nelle soluzioni miracolose; la vera rivoluzione sarebbe cambiarlo e progressivamente sostituirlo con uno nuovo su cui poggiare le basi per una nuova, sana economia fondata sull'uso delle fonti rinnovabili.

Unknown ha detto...

un mio professore ci spiegò che ancora non tutti sono d'accordo sul fatto che il pannello solare fotovoltaico restituisce più energia di quella che ha assorbito lungo tutta la sua vita utile... quindi che uno stato non incentivi questa tecnologia posso capirlo, ma un popolo più "attento", consapevole, informato etc... si sarebbe incazzato parecchio vedendo quanto poco è stato fatto e si farà per costruire centrali eoliche e solari termodinamiche non credete?

Unknown ha detto...

Diego, quella che il FV abbia EROEI negativo è una bufala che corre da tempo: gli studi, tra cui quelli del nostro Prof. Bardi, lo piazzano invece già oggi attorno a 10.

Per contro, il solare termodinamico è tutto da valutarsi sul campo, sia come costi che come efficienza.

Anonimo ha detto...

Il FV a ritorno nullo non è una bufala: è un dato reale. Appartenente però ai pannelli di trent'anni fa.

I detrattori delle rinnovabili usano generalmente dati assolutamente esatti, che hanno però il difetto di riferirsi a studi ormai superati e a tecnologie abbandonate da tempo. Si tratta, ovvio, di malintesi studiati ad arte.

Quando ci dicono che l'eolico non serve a un tubo per la poca produttività offerta, domandiamo a questi signori a che annata si riferiscono i loro dati.

Avremo una divertente sorpesa.

fausto

amlet ha detto...

complimenti per il post...la strategia di aspettare la tecnoligia salvifica che ci salvera' e'quantomeno pericolosa..
tuttavia mi chiedevo:in uno scenario di riorganizzazione della nostra societa sulle rinnovabili,e sul risparmio energetico e' probabile che ci saranno meno risorse da dedicare alla ricerca scientifica(purtroppo una delle prime voci che spesso vengono depennate dai bilanci in tempo di vacche magre) ,e quindi un rallentamento per cosi dire del progresso scientifico?
questo potrebbe allontanare il raggiungimento di potenziali soluzioni-non mi riferisco all' Idrogeno, fusione calda e fredda,ma per esempio alla IV generazione che sembra comunque essere su un piano di fattibilita' maggiore rispetto alle sopracitate-oppure riusciremo a destinare comunque adeguate risorse, non solo economiche ma anche energetiche alla ricerca e sviluppo?

Frank Galvagno ha detto...

ciao Amlet, secondo me è molto probabile che verranno tagliati fondi alla ricerca, che in certe nicchie ha raggiunto un elevato grado di autoreferenzialità (si ricercano e si pubblicano più o meno sempre le stesse cose).

Un sistema che alimenta se stesso ha Eroei = 0. Naturalmente bisognerà saper dosare le giuste risorse verso quello che serve, guai abbandonare tutto in massa. Per me oggi c'è grasso che cola :-)