Già in altre occasioni si era discusso della moda delle cure palliative. La cura palliativa per eccellenza, lo slogan mediatico nei mesi passati: "C'è la crisi? La gente non compra? Bene! Basterà rilanciare i consumi!". Non mi dilungo su questa frase che si commenta da sola, e che è fuori tempo di circa 40 anni.
Tra le difficoltà che gli Stati si trovano ad affrontare, vi è quella dell'invecchiamento della popolazione, con le ripercussioni sui sistemi pensionistici e socio-assistenziali. Il Giappone ha recentemente proposto un sistema di incentivazione alla natalità, e sembra intenzionato a proseguire su questa via. In un paese a densità 340 ab/km2 (in Italia il valore è di circa 200) la cosa può far riflettere.
Queste proposte non mi danno per nulla l'impressione che si stia capendo la portata dello "scricchiolio" dei sistemi che stiamo vivendo (la "crisi" ipercitata sa un po' troppo di attacco epilettico momentaneo).
Se uno ha una forte allergia che gli provoca prurito, tra le cose più sbagliate che può fare è grattarsi. Il rimedio risulterà peggiore del male, in quanto aggraverà i sintomi.
Nel caso della natalità, non sarebbe meglio non imporre vincoli (nè "contro", nè "pro"), ma costruire infrastrutture che puntino all'efficienza, al riuso e alla rinnovabilità, e fare in modo che ciascuna coppia, forte di una buona istruzione e di una corretta informazione possa fare le proprie scelte?
7 commenti:
Sì, la cosa più spaventosa è che tutti, imprenditori, sindacalisti, governo, forze di destra e di sinistra, tutti ad una sola voce:"Dobbiamo far ripartire i consumi".
Non si vede un'illuminazione, un dubbio, un pensiero nuovo nelle classi di governo della società.
Forse è proprio vero che fra qualche decennio la specie dominante sul pianeta Terra sarà quella degli insetti.
Scusa la pedanteria, Pippolillo, ma in questa sede si tende al rigore. Quella degli insetti non è una specie, ma un'intera classe del philum degli artropodi. Come categoria tassonomica fra classe e specie ci sono l'ordine, la famiglia e il genere, più tutti gli intermedi.
Luca Pardi.
http://petrolio.blogosfere.it/2010/02/etanolo-sarebbe-bastato-per-300-milioni-di-affamati.html
...Non mi sembra che la Billi possa far parte del movimento pikkista, od almeno sembrerebbe abbracciarlo strumentalmente solo per gli aspetti che le pongono meno problemi morali...Forse non conosceva la storia delle patate in Irlanda a metà '800 ...
Fra l'altro, mi corregga se sbaglio prof. Bardi, i toni dei commenti su the oil drum sono parecchio diversi da quelli di qualche italiano nostrano che accetta solo le parti moralmente più convenienti e confacenti alla propria storia di light crudista di lungo corso....
Diamine, Francesco, Debora Billi sta al movimento picchista come la Marianna delle banconote sta alla rivoluzione Francese!
A parte Debora come pasionaria della rivoluzione picchista, il discorso delle patate e dei biocombutibili è piuttosto complicato e ha un sacco di risvolti etici e pratici. L'atteggiamento di chi vorrebbe riempire i serbatoi con etanolo da mais è moralmente inaccettabile se pensiamo alla gente che ha fame. D'altra parte, è anche vero che ci sono delle dinamiche di crescita della popolazione che ci stanno portando comunque alla carestia mondiale - in effetti ci siamo già dentro fino al collo. Per cui, già una prima presa di posizione sarebbe quella di non peggiorare le cose sottraendo una parte di produzione alimentare per fare biocombustibili. Ma finché non riusciamo ad affrontare il problema in senso dinamico; ovvero rompendo il legame mortale che c'è fra popolazione e produzione agricola, allora siamo condannati a fare la fine dei batteri nel piatto di Petri.
La storia del Giappone mi ha fatto rizzare i capelli. Vero che la natalità lì è bassa, ma i 340 abitanti a kmq si concentrano in aree abitabili ancora più ristrette che in Italia.
Sul far ripartire i consumi. Me lo chiedo da parecchio tempo, da ignorante. Come si può realizzare un'economia alternativa a questa, che funzioni, in cui non sia NECESSARIO crescere per poter star bene?
Me lo chiedevo riparando gli elettrodomestici di casa, e riducendo quindi il PIL visto che non li compero nuovi. E suscitando l'ammirazione di mio fratello, che lavora al controllo qualità di una grossa ditta, dove hanno attrezzi apposta per smontarli in modo che un "freelance" come me non possa farlo.
http://notizie.virgilio.it/gallery/avatar-pandora-palestina-proteste.html
Intanto in Palestina scimmiottano il film Avatar per attirare l'attenzione dei media.
(Nel senso di proporsi come comunità in pericolo )
Aggiungo io : peccato che ogni popolo cacciatore raccoglitore, come intuibile anche dal film, e cmq ogni forma di agricoltura sostenibile preveda densità demografiche inferiori di una o 2 ordini di grandezza a quella dei paesi mussulmani in genere e Palestinesi in primis , speso residenti su territori per lo più scarsamente produttivi per mancanza d'acqua, e che apertamente sponsorizzano l'arma demografica.
Posta un commento