giovedì, novembre 01, 2007

Il colpo di grazia ai biofuels

Il premio Nobel per la chimica Paul Crutzen ha inferto il colpo di grazia ai biofuels.
In un articolo apparso su Atmospheric Chemistry and Physics Discussion, afferma che le emissioni di CO2 da combustibili fossili risparmiate usando i biocombustibili sono ampiamente compensate dalle emissioni di N2O.
Come è noto, l'ossido di diazoto è un potentissimo gas serra con un GWP pari a 296: una sola molecola di N2O fa il lavoro di 296 molecole di CO2! Effettuando un budget globale dell'azoto, Crutzen stabilisce che la formazione di N2O dai fertilizzanti azotati di sintesi è assai più alta di quanto stimato finora: dal 3% al 5% dell'azoto immesso nei campi viene rilasciato in atmosfera. Dal momento che l'emissone diretta è stimata intorno all'1%, il resto dovrebbe essere dovuto a emissione indiretta dalle superfici di fiumi, estuari e zone costiere, all'allevamento degli animali e a deposizione atmosferica di ammoniaca e NOx.
Con questi maggiori valori di emissione, i biofuel sono tutti bocciati (tranne uno) all'esame del global warming. Per ogni tonnellata di CO2 fossile risparmiata le sole emissioni di N2O (in termini di CO2 equivalente) sono ad esempio da 1 a 1,7 t per la colza da biodiesel e da 0,9 a 1,5 t per il mais da bioetanolo.
Le cose non vanno meglio con le biomasse residue (i tanto acclamati biofuel di seconda generazione): da 1,5 a 2,4 t per le foglie di barbabietola, da 0,9 a 1,6 t per le radici e da 0,9 a 2,6 t per i foraggi.
L'analisi di Crutzen prende in esame solo le emissioni di N2O e non tutte le altre emissioni nell'intero ciclo di lavorazione delle biomasse (produzione del fertilizzante, pesticidi, gasolio per i trattori, energia elettrica...). L'analisi non tiene conto però nemmeno dei sottoprodotti utili ottenuti nella produzione di biocombustibile. Secondo l'autore, questi due aspetti potrebbero compensarsi; per deterinarlo con precisione, occorrerebbe però fare un LCA completo
L'Unione Europea sta sostenendo, anche finanziariamente, l'introduzione di colture di colza per il biodiesel; sarà un caso, ma questa primavera, attraversando la regione della Champagne, in Francia ho visto più campi di colza che vigneti...
In questo modo, l'UE non si rende quindi conto di finanziare l'effetto serra: + 70% rispetto al petrolio!

3 commenti:

Anonimo ha detto...

...Le cose non vanno meglio con le biomasse residue...

Occhio: le "residue" vanno contabilizzate diversamente. Se evito di usarle, ho comunque prodotto lo stesso danno, dato che devo coltivare lo stesso per mangiare. Il grano produrrà sempre la paglia, indipendentemente dal fatto che io la voglia raccogliere o meno. Ergo, dato che l'impatto ambientale della sua produzione deve per forza esistere, tanto vale raccoglierla ed usarla, la paglia. I nostri nonni lo sapevano bene.

Equiparare il recupero degli scarti alle colture dedicate a scopo energetico secondo me è poco corretto.

fausto

Marco Pagani ha detto...

Sono d'accordo; nel post stavo riferendo quanto scrive Crutzen.
C'è però un'ulteriore considerazione. Se uso la paglia come sovescio rimetto dell'azoto nel terreno e devo concimare meno l'anno successivo. Se uso la paglia come combustibile devo mettere più fertilizzante.

Frank Galvagno ha detto...

Ciao Marco.

Nel mio tour quasi-quotidiano nei blog, Ecoalfabeta è nel percorso. Sempre molto istruttivo e ben fatto.

Anche se per ancora una settimana, il tour sarà a 56k e con posta oscurata (potenza dei gestori telefonici e dei loro tempi assurdi).

Ma c'è di peggio, ad es. il medioevo energetico :-I