Pubblichiamo qui di seguito il testo di una lettera inviata a Gianni Baget Bozzo da Leonardo Libero, direttore di "Energia dal Sole" a proposito di un articolo di Carlo Cerofolini pubblicato su ragionpolitica.it
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Caro Don Gianni,
solo nei giorni scorsi mi è stato segnalato l'articolo del 24 dicembre di Carlo Cerofolini: "Energia pulita: il danno e la beffa". L'ho letto e sono rimasto sconcertato dalla superficialità e dalla nessuna conoscenza della materia con le quali, sul sito web del maggiore partito politico italiano, è stato trattato un tema molto importante, complicato da un groviglio di interessi privati non proprio limpidi e su cui è in corso una lotta feroce fra diversi poteri pubblici di questa strana economia semi-collettivista nella quale ci troviamo a vivere.
Una leggerezza oltretutto politicamente malaccorta, da parte di chi si consideri schierato all'Opposizione, dato che sul tema fonti rinnovabili - come sa bene chi opera nel settore - la Maggioranza è da mesi invischiata in grosse difficoltà, contraddizioni e divisioni. Le quali, da parte di un avversario perspicace, dovrebbero essere se mai colte come utili spunti di dialettica politica.
Ma credo sia vano attendersi tanto da chi pretenderebbe di risolvere il problema energia in Italia - e sottolineo in Italia - "semplicemente" costruendo 10 centrali nucleari in, figurarsi, soli 9 anni. Cioè da chi chiaramente non ha mai sentito parlare, a parte ogni altra considerazione, della famosa dottrina NIMBY (not in my back-yard = non dietro casa mia) o almeno della vicenda Scanzano. Ben più realisticamente il Cavaliere, interpellato al riguardo in campagna elettorale, aveva risposto "Di nucleare non parlo neanche: scatenerei una rivolta"; e aveva anzi avuto cura di far inserire nel pur conciso Programma della Casa delle Libertà (Punto 8: Ricerca ed Energia, n. 7) questo sano proposito: "Incentivi alla diversificazione, alla cogenerazione, all'uso efficiente di energia, alle fonti rinnovabili, vere, non assimilate" (precisazione non casuale, quest'ultima, come spiegherò).
Il signor Cerofolini ha sparato invece i suoi "suggerimenti" senza sapere o considerare, oltretutto, che il prezzo dell'Uranio è passato dai 9 dollari del 1992 ai 65 di oggi; e che continua a salire perchè si sta facendo sempre più raro e costoso da estrarre; senza sapere, devo pensare, che già oggi una buona parte di quello consumato nelle circa 440 centrali nuk funzionanti nel mondo è "recuperato" da testate belliche dismesse, le quali non sono ovviamente in numero illimitato; senza essersi mai chiesto, credo, come mai, dei quattro Paesi più all'avanguardia nel solare fotovoltaico (per considerare solo questa fonte rinnovabile, che è la più interessante per l'Italia), tre siano le maggiori potenze tecnologiche mondiali: cioè il Giappone, che pure ha 50 centrali nucleari, la Germania, che pure ne ha 20, e gli USA, che pure ne hanno 108. Segue la Spagna, che di centrali nuk ne ha 9. Il signor Cerofolini pensa forse che siano tutti visionari, in vena di buttar via i loro soldi, i grandi imprenditori privati che da anni investono in quei paesi per produrre, ogni anno, il 30-35 per cento in più di materiali fotovoltaici ?
Quanto all'Italia, Paese del Sole, essa ha oggi molto meno fotovoltaico installato della ..... Norvegia (0,64 Wp per abitante contro 1,58): tutti visionari e spreconi anche dalle parti di Oslo ?
E qui devo spiegare - ripetendomi almeno con Lei, Don Gianni, al quale li ho spiegati altre volte - i motivi di un gap tanto abissale.
Quando il signor Cerofolini - sia pure riportando, male, una dichiarazione sbagliata, e datata, di Antonio Catricalà (anche la preparazione di certe "Autorità Garanti" è quella che è, nel nostro Paese) - afferma che "l'incentivazione che viene data in Italia per le energie rinnovabili" è "costata cinque miliardi di euro nel 2005" contribuisce a diffondere una grossa bugia. E colpevolmente perchè da tempo non è più lecito ignorare quale sia la verità, almeno per chi pretenda di fare informazione. Una verità arcinota come "scandalo Cip6", ma che mi sembra opportuno riepilogare qui, scusandomi se dovrò essere prolisso.
Il 6 novembre 2003, la Decima Commissione della Camera - presidente Bruno Tabacci, allora deputato della CdL - aveva denunciato all'unanimità una truffa "di stato" stimata in 60.000 miliardi di Lire (= 2,5 volte il caso Parmalat), che gli italiani avevano subìto per 11 anni e continuavano a subire: "Una tassa occulta in favore dei petrolieri", l'aveva definita proprio Tabacci.
Nel 1991-92 era successo infatti che il Governo del cattolicissimo Giulio Andreotti - oggi senatore a vita - aveva fatto ad essi italiani lo scherzo (... da prete) di imporre pesanti sovrapprezzi elettrici, gli "A3", col pretesto che sarebbero serviti a sostenere le "fonti rinnovabili", ma aggiungendo alla norma due paroline: "o assimilate". Grazie ad esse, e a presumibili oscure connivenze, il gettito di quel balzello è così sempre potuto andare, e va tutt'ora, in gran parte a benerficio di produttori di elettricità da fonti niente affatto rinnovabili e anzi molto inquinanti come scarti di raffineria petrolifera o rifiuti non biodegradabili, mentre solo le briciole sono andate e vanno a fonti davvero rinnovabili, anche se per lo più utilizzate solo dall'Enel (nel complesso, come si vede, una perfetta macchina succhiasoldi). Pensi, don Gianni, che la Germania, imponendo ai suoi cittadini sovrapprezzi elettrici molto inferiori ai nostri A3, ma investendoli correttamente solo in favore delle fonti rinnovabili, in circa 9 anni è riuscita a diventare prima al mondo sia nell'eolico che nel fotovoltaico ed a creare in quei settori molte decine di migliaia di nuovi posti di lavoro.
La vergognosa "torta" delle fonti assimilate Cip6 è ammontata nel 2005 a quasi quattro miliardi di euro (3.988,6 milioni). Fra i banchettanti - anche per centinaia di milioni di euro l'anno ciascuno - diversi appartengono al Gotha dell'alta finanza italiana. I tre maggiori sono: a)- la Edison, cioè Fiat, Mediobanca e, ora, EdF; b)- la ERG, cioè il petroliere Garrone, sponsor del candidato ulivista Stefano Zara a sindaco di Genova; c)- la Sarlux, cioè i petrolieri Moratti - marito e cognato di Donna Letizia, sindaco forzista di Milano. Il "Triangolo industriale italiano" vi è quindi rappresentato al completo.
E' doveroso peraltro ricordare che dal Governo Berlusconi il caso "assimilate Cip6" era stato percepito come scandaloso, e assolutamente da chiudere, ben prima dell'ultima campagna elettorale. Tant'è che già all'articolo 15 della Legge 18 aprile 2005, n. 62, su proposta, credo, di Claudio Scajola, era stato inserito questo comma :
f) sviluppare l'impiego delle nuove fonti rinnovabili di energia e della cogenerazione attraverso strumenti di mercato, ..................., e ferma restando, alla scadenza delle convenzioni in essere, la cessazione, senza possibilità di proroghe, di ogni incentivazione per gli impianti funzionanti con fonti assimilate alle rinnovabili.
Logico seguito di quel proposito, i due decreti Scajola del 28/07/05 e 06/02/06 che, pur se con diversi difetti e scritti in un burocratese quasi incomprensibile, hanno avuto il merito di aver introdotto anche in Italia il sovvenzionamento del fotovoltaico "in conto energia" (come dire, "alla tedesca") e di avervi aperto un sia pure iniziale mercato FV. Il loro principale limite stava appunto nei ... limiti di potenza installata che essi avevano dovuto porre per la ridottissima copertura finanziaria disponibile, dato che al momento della loro emanazione la gran parte del gettito dei sovrapprezzi A3 era, diciamo, "assorbito" (anche se il termine più adatto sarebbe un altro) dai produttori di elettricità da fonti assimilate. Una buona parle delle relative convenzioni, però, essendo state stipulate nel 1992 con durata quindicennale, dovranno scadere nel 2007. E la "ratio" di quel comma f) era perciò anche quella di mettere a disposizione, il prima possibile, una molto maggiore copertura finanziaria in favore delle fonti rinnovabili vere.
Purtroppo esso comma non ha invece fatto in tempo a essere reso esecutivo dal Governo Berlusconi nè lo è poi stato dal Governo Prodi; il quale anzi, quasi a voler evitare che ciò potesse accadere, col DdL Bersani 691/S (uno dei suoi primissimi atti), ha proposto l'abrogazione dell'articolo 15 della Legge 62. I motivi reconditi di quella mossa, ammesso che ce ne siano, non li conosco; ma è di pubblico dominio che Pierluigi Bersani, Ministro dello Sviluppo Economico - capo quindi del dicastero più competente e influente in materia - è poco favorevole alle fonti rinnovabili in generale e contrario al fotovoltaico in particolare; oltre a temere - come egli ha esplicitamente dichiarato - che un blocco degli incentivi alle fonti "assimilate" possa condurre il governo a essere chiamato in giudizio dai titolari delle convenzioni, a perdere una serie di cause e a dover pagare risarcimenti miliardari.
Alla fine del 2006, gli italiani interessati alle fonti rinnovabili, e perciò anche alla vicenda assimilate Cip6, hanno dovuto constatare, fra lo sbalordito e il nauseato, come ci sia gente pronta a "fare carte false", nel vero senso, pur di continuare il più a lungo possibile ad attingere a quella cornucopia. E' accaduto infatti che una "manina" (ma che razza di paese è quello in cui possono succedere queste cose?) abbia cambiato una parola nel maxiemendamento alla Finanziaria, presumo durante il trasferimento del medesino dal Consiglio dei Ministri al Parlamento. Per cui le Camere hanno approvato che le incentivazioni Cip6 possano continuare a essere erogate anche agli impianti per fonti assimilate "già autorizzati", mentre nel testo concordato fra le componenti della Maggioranza era stato scritto "già realizzati"; e la differenza non è da poco. Al che, rivolta dei senatori Verdi, che si erano meritoriamente battuti allo spasimo per far chiudere con la Finanziaria anche la questione assimilate, e loro minaccia di non partecipare più a votazioni - che è come dire, al Senato, far cadere il Governo - fino a che il problema non fosse stato risolto secondo i loro desideri. In realtà, il 2007 è poi iniziato, che mi risulti, senza una soluzione inequivoca e ciò malgrado il Governo Prodi non è caduto; anche perchè le "vacanze natalizie" del Senato, a differenza di quelle della Camera, sono state prolungate fino al 23 gennaio, forse in attesa che qualche santo provveda.
Frattanto, mancando certezze in materia di fondi, manca per ora anche un nuovo decreto sul sovvenzionamento al fotovoltaico che sostituisca, in meglio, i due decreti Scajola. Così, investimenti italiani e stranieri, per milioni di euro ciascuno, che attendevano un impiego in quel settore, vengono dirottati verso altri paesi. Così, piccoli e meno piccoli operatori, che si erano preparati a un periodo di buon lavoro acquistando materiali e assumendo nuovi dipendenti non sanno come potranno pagare gli uni e gli altri. Una situazione drammatica alla quale persone di buona volontà, anche se magari di opposte convinzioni politiche, stanno cercando di porre rimedio "dal basso".
Come vede, caro Don Gianni, il tema Cip6 non è di quelli su cui si possano fare alla leggera affermazioni incontrollate. Lo dica per favore al signor Cerofolini. Aggiunga inoltre che metto a Vostra disposizione la mia modesta, ma ventennale, esperienza nella materia; e che lo faccio per il bene del paese - non in favore di una o dell'altra parte - perchè, ripeto, l'energia non ha, anzi non può avere, colori politici.
La prego ancora di perdonare la prolissità, La ringrazio dell'attenzione e Le porgo i più cordiali saluti.
Leonardo Libero
(direttore di "Energia dal Sole")
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