
In un post precedente, avevo pubblicato un articolo di Carlo Cerofolini e un commento allo stesso sotto il titolo "L'equivalente morale di una guerra", citando una frase di Jimmy Carter in cui si riferiva alla crisi energetica del tempo in cui era presidente degli Stati Uniti negli anno '70.
Il succo del mio commento era che mentre noi qui siamo a litigare, la casa brucia. Ovvero, mentre qui siamo a disquisire sui relativi meriti di biomasse, vento, fotovoltaico e nucleare, la crisi energetica (l'equivalente morale di una guerra) è in pieno svolgimento e non stiamo facendo nulla di serio per contrastarla.
Qualche giorno fa, Carlo Cerofolini mi ha inviato un altro suo articolo, già pubblicato su "ragionpolitica", dove esprime ulteriormente la sua opinione non favorevole alle energie rinnovabili. La maggioranza dei lettori del blog "aspoitalia" saranno sicuramente in disaccordo completo con le idee di Cerofolini. Tuttavia, mi è parso il caso di pubblicare questo articolo per molte ragioni.
In primo luogo perché Cerofolini, pur esprimendo opinioni sulle rinnovabili sulle quali non concordo, è uno dei pochi che si è reso conto della gravità del problema energetico. In questo articolo sostiene correttamente, infatti, che "senza energia abbondante non ci può essere democrazia" - cosa sulla quale concordo in pieno. In secondo luogo, va dato atto a Cerofolini della volontà di confrontarsi anche con una parte politica che non è la sua e di farlo in termini perlomeno in parte quantitativi (sia pure in modo assai criticabile a mio parere).
Credo che sia a destra che a sinistra ci sia chi si è reso conto che siamo di fronte a quell' "equivalente morale di una guerra" che Carter aveva identificato al tempo della crisi energetica degli anni 1970. Evidentemente, non ci siamo ancora messi daccordo sulle armi da usare per combattere questa guerra - rinnovabili, nucleare, o tutte e due le cose? Ma è importante confrontarsi su questo punto e discuterne. Se dobbiamo combattere una guerra, evidentemente, dobbiamo smettere di litigare fra noi.
Quindi, ringrazio Carlo Cerofolini per la disponibilità e la volontà di confrontarsi e vediamo se da questo intervento nasce una discussione interessante.
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Carlo Cerofolini si è laureato in Chimica nel 1972. E' autore di diverse pubblicazioni ed è stato insegnante nelle scuole superiori. Collabora con www.ragionpolitica.it ed è autore di articoli su: ambiente, energia, economia, istruzione, sindacato, ecc.. E' stato responsabile per l'Ambiente 1996-2006 per Forza Italia Regione Toscana. E' Cavaliere dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana (02/06/07)
Fotovoltaico 3GW: e io pago
di Carlo Cerofolini - 24 febbraio 2007 www.ragionpolitica.it
L'Italia, il primo e più importante passo per disastrare la propria economia lo ha compiuto nel 1987, quando rinunciò all'energia nucleare per produrre elettricità, interpretando in modo volutamente distorto un referendum che non diceva assolutamente questo. Il secondo passo lo ha fatto con l'adesione penalizzante al protocollo di Kyoto (riduzione delle emissioni dei «gas serra»). Il terzo ed ultimo (?) passo verso il baratro economico-energetico lo sta facendo adesso, con la corsa alle cosiddette energie alternative, e segnatamente con il fotovoltaico (FV), dove con il governo rossoverde si vuole fare i primi della classe. Infatti, con il recentissimo accordo fra ministero dell'ambiente e regioni si è deciso di installare - da 0,5 GW FV preventivati - addirittura 3 GW FV entro il 2016 (attualmente sono installati circa 30 MW FV), incentivando queste installazioni soprattutto con il «conto energia» e facendo per di più intendere che con questa operazione ci saranno grandi vantaggi economici ed ecologici per tutti. Ora, mentre il fotovoltaico va bene per usi e casi limitati, è assolutamente inidoneo per sostituire significative potenze di fonti convenzionali deputate a produrre energia elettrica, a causa della sua bassa ed incostante resa energetica e per il suo alto costo, ed inoltre non è neppure il massimo per il rispetto del protocollo di Kyoto. Non per nulla il premio Nobel per la fisica Carlo Rubbia in una recente intervista ha affermato: «Lasciamo perdere energia eolica e fotovoltaico: esse resteranno sempre marginali». Nello specifico:
1. Potenza ed energia - Quando si indica la potenza di picco (KWp vedi nota) di un impianto FV, in Italia, occorre dividerla per 6-8 (meno al Sud, più al Nord) per avere la potenza vera confrontabile con quella di targa degli impianti convenzionali (cfr. 1, 2). E quindi i 3 GWp FV di cui sopra in un anno erogano mediamente una quantità di energia elettrica neanche pari a quella di erogata da una centrale convenzionale di 0,5 GW. Ciò è dovuto al fatto che l'energia (KWh) erogata dal FV dipende dall'insolazione, che varia durante la giornata (di notte la potenza erogata dal FV è zero) ed è pure funzione delle condizioni atmosferiche. Per di più il FV non è in grado di intervenire adeguatamente per soddisfare i picchi di richiesta di energia, e quindi per evitare dei pericolosi cali di potenza in rete (black-out), occorre avere sempre in stand-by - pronte ad intervenire (a singhiozzo) - centrali elettriche di backup convenzionali di pari potenza, con costi e sprechi di energia non indifferenti. Se invece si vuol realizzare un sistema FV completamente autosufficiente - con ovviamente adeguati sistemi di accumulo di energia - è stato calcolato che per soppiantare completamente 1 GW convenzionale occorrerebbe addirittura installare ben 45 GWp FV (cfr. 3).
2. Costo - Il costo dei pannelli fotovoltaici è molto elevato: circa 8.000 Euro/KWp per impianti di poche decine di KWp, per scendere a 5.500 euro per impianti di 1 MWp, ovvero da 5,5 a 8 miliardi per 1 GWp FV. Considerato che il FV che si vuole incentivare in Italia è quello di piccoli impianti diffusi, solo il costo di installazione sarà di circa 24 miliardi per 3 GWp FV. Tanto per fare un confronto è bene sapere che una centrale da 1 GW, se a gas (continuità 80%) costa 0,5 miliardi e se nucleare (continuità 90%) 2 miliardi.
3. Conto energia - Come detto all'inizio l'installazione dei 3 GWp FV viene incentivata soprattutto con il «conto energia», cioè chi produce energia FV per autoconsumo la venderà per 20 anni a prezzi maggiorati all'Enel o alle ex municipalizzate, in modo da rientrare in circa 12 anni dal capitale investito e quindi questo costerà ai contribuenti ben 40 miliardi in 20 anni. E non vale dire che tanto per i cittadini non ci sarà nessun esborso ulteriore perché è dal 1992 che gli italiani pagano in più il 5% sulle bollette per le energie rinnovabili e assimilate - anche se finora questi denari andavano solo in parte per le veramente rinnovabili - perché con quei 40 miliardi si potrebbero costruire ben 20 centrali nucleari da 1 GW ciascuna (40% del fabbisogno elettrico nazionale). Questo non solo darebbe un fortissimo impulso all'occupazione ed all'economia con l'energia a basso costo, ma ci libererebbe pure dall'incubo di Kyoto (bastano per questo 10 GW nucleari) e dalle sue salate sanzioni (fino a 2 miliardi annui previsti, che è il costo di una centrale nucleare da 1 GW) se non lo rispetteremo, nonché da ricatti energetici e rischi di black-out.
4. «Guadagno» - Un sistema elettrosolare (FV) che voglia essere completamente autosufficiente, in ben 30 anni di attività eroga al massimo l'energia necessaria a ricostruire sé stesso, cioè non produce energia per l'esterno (cfr. 2). Se invece il sistema ellettrosolare dà energia solo quando funziona, ovvero se c'è il sole, si risparmia esclusivamente il combustibile delle centrali, e nel caso in cui si faccia il confronto fra una centrale nucleare da 0,5 GW ed i 3 GW FV che si vuole installare entro il 2016 - visto che entrambe erogano in un anno la stessa energia - in 20 anni si risparmierebbero circa 0,3 miliardi di combustibile uranio (cfr. 4), solo che i 3 GW FV in 20 anni ci costano ben 40 miliardi, ovvero si compra 1 e si spende 133.
5. Gas serra - I cosiddetti gas serra liberati in atmosfera provenienti dai vari tipi di centrale elettrica - riportati in grammi di anidride carbonica (CO2) equivalenti per 1 KWh - si attestano sui seguenti valori: gas naturale: 605, fotovoltaico (p-Si): 193, fotovoltaico (m-Si): 121, energia nucleare: 16 (fonte Istituto Paul Scherrer) e come si vede per il FV non sono poi così bassi, specie se confrontati con il nucleare, e se poi si considerano gli sprechi di energia dovute alle centrali convenzionali di backup, che sono a tampone del FV, il valore complessivo dei grammi di CO2 equivalenti per KWh FV sale ulteriormente.
Conclusioni - A questo punto, checché se ne dica, è chiaro che i 3 GWp FV che si vogliono installare in Italia sono poco influenti sia da un punto di vista della produzione di elettricità che di riduzione dei gas serra, ma in compenso molto ma molto costosi. A quanti poi portano ad esempio la Germania - dove notoriamente non splende il sole - che ha il record assoluto nell'uso di quest'energia con 794 MWp installati, come per l'eolico con 18 MW (anche se con queste «trovate» è a rischio black-out), la risposta da dare è semplice: la Germania «impone» la propria tecnologia verde alle altre nazioni europee, che così ne sostengono la produzione, l'occupazione e le garantiscono forti guadagni sia nell'eolico (cfr. 5) che nel FV. E mentre c'è del metodo affaristico tutto teutonico in questa «follia» ambientalista che soffia sull'Europa, noi in Italia, al solito, paghiamo dazio perché con Prodi & Co. saremo sempre più succubi di questa rovinosa ideologia, che rapidamente ci farà uscire dal novero dei paesi più industrializzati per carenza e/o costo via via più proibitivo dell'energia stessa, se non vi si porrà rimedio con il nucleare. Di tutto questo è bene che soprattutto i politici del centrodestra, se veramente vogliono fare il bene dell'Italia, se ne rendano conto e lo facciano ben presente ai cittadini ammaliati dalle sirene ecologiste, perché senza energia abbondante, poco inquinante ed a basso costo - come appunto quella proveniente dal nucleare - non c'è completa democrazia, in quanto è l'energia che ci consente di studiare, confrontarci, ragionare, muoversi, ecc.. e così costruire una società libera.
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Carlo Cerofolini
cerofolini@ragionpolitica.it
Nota - KWp = Potenza massima prodotta dalle celle di un dispositivo fotovoltaico in condizioni standard di funzionamento. Le dimensioni dei pannelli FV per 1 KWp sono di circa 8-10 m2.
Bibliografia
(1) Università di Bologna www.scienzagiovane.unibo.it/pannelli/8-domande-risposte.htlm
(2) Mario Silvestri Il futuro dell’energia p. 151-170 ed. Bollati Boringhieri, 1988
(3) Franco Battaglia Energia, le bugie al vento di Prodi Il Giornale 06/01/2007 p. 8
(4) Franco Battaglia Il grande bluff dell’energia solare Il Giornale 19/01/2007 p. 16
(5) James Lovelock, La rivolta di Gaia p. 146 ed. Rizzoli, 2006