martedì, novembre 06, 2007

ASPO-Italia sull'energia nucleare


(immagine da Ecooutlet)


L’ENERGIA NUCLEARE AL TEMPO DELLA CRISI DEL PETROLIO.
Un commento di ASPO-Italia; l'associazione che studia il picco del petrolio.
www.aspoitalia.net


Il ventesimo anniversario del referendum anti-nucleare in Italia è un'occasione per ripensare alla questione energetica in un contesto che, in questi anni, si è fatto urgente e drammatico. Il picco globale del petrolio è imminente e, secondo alcuni studi, potrebbe essere già avvenuto nel 2006. Indipendentemente dalla data del picco globale, il sistema economico italiano sta già reagendo negativamente agli aumenti di prezzi: negli ultimi tre anni i consumi petroliferi nazionali si sono ridotti del 15%. Questa riduzione è stata parzialmente compensata dall'aumento di consumi di gas naturale, ma anche il gas è soggetto allo stesso progressivo esaurimento che ha portato il petrolio a raggiungere il suo picco. Lo stesso vale per il carbobe. Si pone allora il problema di dare energia al "sistema italia" in un mondo in cui i combustibili fossili si stanno facendo sempre più rari e costosi. Per questa ragione, in molte sedi in Italia si sta parlando della possibilità di ritornare al nucleare; abbandonato vent’anni fa.

La nostra analisi sulla questione nucleare si basa sugli stessi concetti che hanno permesso di prevedere in largo anticipo l'attuale crisi del petrolio, ma che possiamo altrettanto bene applicare all’uranio. L’uranio è una risorsa esauribile come il petrolio e si tratta di valutare per quanto tempo le riserve potranno fornire combustibile per le attuali centrali e se sarà possibile incrementare la produzione di energia nucleare nel futuro. Questo approccio non vuole ignorare gli altri problemi che sono associati con l'energia nucleare, come quello strategico, quello della sicurezza, quello della gestione delle scorie, e altri. Vogliamo tuttavia portare l'attenzione su un problema di fondo, quello della disponibilità di uranio minerale, del quale si è parlato poco fino ad oggi.

In questo tipo di analisi, emerge che le risorse di uranio estraibile mondiali sono estremamente limitate. Si può stimare che le risorse di uranio note permetteranno di mantenere in attività l'attuale parco di centrali nucleari al massimo per qualche decennio. In queste condizioni, è impossibile che si riesca a espandere in modo significativo la produzione con le attuali riserve nell'ambito dell’attuale tecnologia delle centrali a fissione a uranio arricchito. E’ stato proposto più volte che la produzione di uranio minerale potrà aumentare nel futuro utilizzando risorse attualmente non considerate economicamente estraibili, ma ci sono dei forti limiti a questo approccio. Se è vero che l'uranio è un elemento abbondante nella crosta terrestre, è anche vero che di queste risorse teoriche solo una una minuscola parte è interessante come fonte di energia. L'estrazione della maggior parte di questo uranio richiederebbe più energia di quanta non se ne potrebbe poi ottenere utilizzandolo come combustibile per le centrali nucleari.

Già ora ci sono gravi difficoltà di approvvigionamento per mantenere in funzione l’attuale parco di centrali nucleari. Come è noto, al momento l’energia nucleare rappresenta circa il 7% dell'energia primaria mondiale, ma la produzione di uranio minerale è molto inferiore al consumo. La differenza (circa il 40%) è ottenuta dallo smantellamento di vecchie testate nucleari sovietiche che, ovviamente, possonoessere considerate come una risorsa ancora solo per pochi anni. Aumentare la produzione di uranio minerale ai livelli necessari per un soddisfare anche solo la presente domanda appare molto difficile, per non parlare dei giganteschi investimenti che sarebbbero necessari per espanderla.

Sulla base di questi concetti, una ripresa dell'energia nucleare si presenta come estremamente problematica, soprattutto in Italia dato che non disponiamo di risorse nazionali di uranio o comunque di sorgenti sicure in vista di possibili crisi geopolitiche future. Una centrale nucleare è un investimento a lungo termine: la sua durata di vita è di almeno trent'anni e il pareggio economico ne richiede una decina circa. E' difficile pensare che degli investitori vogliano rischiare le somme necessarie per costruire nuove centrali senza avere la garanzia che queste possano avere combustibile a disposizione per la loro durata di vita prevista o anche soltanto per il tempo necessario per un ritorno economico dell'investimento.

Di conseguenza, riteniamo che le nostre risorse saranno meglio utilizzate nello sviluppo dell'energia rinnovabile, allo stesso modo in cui si sta facendo in Germania e in altri paesi europei. Per illustrare la potenzialità di queste risorse, basterà ricordare che sul territorio nazionale cade ogni anno energia solare equivalente a 300 miliardi di barili di petrolio, ovvero circa 1000 volte il consumo di petrolio italiano. Questa energia, non è soggetta a esaurimento e nemmeno a problemi strategici e politici.

Nonostante la prospettiva di scarsità di uranio, tuttavia, riteniamo anche che l'opzione nucleare non debba essere rifiutata in blocco. Esistono prospettive di nuovi sviluppi tecnologici che potrebbero alleviare il problema e, nel futuro, aprire strade completamente nuove per la produzione di energia. E' anche possibile che, in una fase transitoria, nucleare e rinnovabili possano operare insieme con reciproco vantaggio nell'ambito del concetto della "smart grid" ("rete intelligente"). Infatti, la caratteristica di "base load" della produzione di energia nucleare si accoppia bene con la produzione giornaliera variabile dell'energia solare che segue approssimativamente la domanda di energia elettrica della rete. In questo senso, le rimanenti risorse di uranio planetarie possono essere viste come un mezzo per favorire una transizione dolce verso un'economia basata sulle rinnovabili.

In ogni caso, riteniamo che i problemi relativi all'energia non si possano risolvere su basi ideologiche: l’energia non è né di destra né di sinistra. Nella situazione di grave carenza energetica in cui siamo oggi e considerando anche i problemi climatici planetari, non possiamo permetterci di trascurare nessuna possibilità di produrre energia senza bruciare composti fossili del carbonio.



Per un approfondimento sulla disponibilità di uranio minerale, si veda lo studio dell'Energy Watch Group

http://www.lbst.de/index__e.html?http://www.lbst.de/publications/studies__e/2006EWG-uranium__e.html





...

10 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao,
cosa pensate della tematica "Torio al posto dell'Uranio"?
Ho letto che l'India ha in progetto la costruzione di centrali nucleari a Torio, in quanto questo minerale è sembra essere più abbondante dell'Uranio.
E' una bufala o potrebbe essere una soluzione (sempre nell'ottica rinnovabili + nucleare)?

Ugo Bardi ha detto...

Si, certo. Il torio è parte di quelle "nuove strade" che potrebbero alleviare il problema. Ma tieni conto che non esiste nessuna centrale a torio in questo momento, che il torio di per se non è fissile ma deve essere trasformato in Uranio fissile. Allora diventa tutta una tecnologia da sviluppare, ci vogliono decenni e i risultati sono incerti. E, purtroppo, il picco del petrolio è ora.

Anonimo ha detto...

Petrolio a 100$ e dollaro ai minimo storici assoluti.
C'è un particolare nei mercati globali: il dollaro canadese.
Se guardate il rapporto $/CAD, noterete l'incredibile rivalutazione del dollaro canadese in 3 anni, passato da 1,6 sul dollaro Usa a 0,9 e in via di sfondamento. Non si era MAI verificato nella storia.
Se andiamo a leggere le statistiche economiche del paese notiamo che il Canada è fra i più importanti produttori d'energia, gas e petrolio, e cosa unica più che rara è ancora in costante AUMENTO produttivo.
Gli americano credo non trovino quindi posto migliore dove cambiare i loro dollari per proteggerli dall'erosione

Gianni Comoretto ha detto...

Un rapidissimo commento.

Le "nuove strade" (autofertilizzanti, torio) richiedono parecchio uranio come start-up, se va bene il rendimento del processo di fertilizzazione e' poco sopra l'unita', occorre bruciare un kg di U235 per ottenere 1,2 kg di qualcos'altro fissile. Quindi devo far andare per anni le nuove centrali con vecchio uranio, prima che il tutto si autosostenga. Ma prima di 20-30 anni le nuove centrali non ci saranno.

La domanda che mi pongo (seriamente) e': avremo allora l'U235 per farle partire, supposto che si riesca a farle partire, se lo bruciamo ora in centrali convenzionali?

Anonimo ha detto...

Qualcuno ha dei dati concreti per gli esperimenti giapponesi relativi all'estrazione di uranio dal mare?

Bricke ha detto...

Ti ho sentito su Caterpillar, spero la prossima volta di vederti sul TG5 :)

Domanda:
"Sul territorio nazionale cade ogni anno energia solare equivalente a 300 miliardi di barili di petrolio, ovvero circa 1000 volte il consumo di petrolio italiano"

Quindi:

-Su ogni Km2 cade 1 milione di barili
-Il consumo è di 300 milioni di barili
-300 Km2 = 300 milioni di barili

Si hai detto giusto, lo 0,1% del territorio nazionale.

Questo se un Km2 di pannelli avesse un'efficienza del 100%, quelli attualmente in commercio raggiungono il 20%. Quindi con la tecnologia attuale (che però sta migliorando a vista d'occhio) servirebbero 1500 Km2

Dico male?

Ugo Bardi ha detto...

Si, lo 0.1% del territorio italiano raccoglie energia equivalente a quella generata dal petrolio. Anche solo con il 10% di efficienza basta una piccola frazione di territori. Il problema é che stiamo andando troppo lentamente e siamo partiti troppo tardi:

Bricke ha detto...

Un altra domanda: se non erro hai detto che le centrali al torio non esistono attualmente.

Su ecoblog un lettore mi ha commentato che:
"il torio non e’ usato nelle centrali, ma il torio 232 viene usato per produrre uranio 233 (vi si trasforma se bombardato con i neutroni); vi sono dei reattori che utilizzano il torio 232 come materia fertile e l’uranio 233 come materia fissile"

Mi sai dire qualcosa di più al riguardo? Grazie

PS Se vuoi partecipare alla discussione:
http://www.ecoblog.it/post/4698/il-non-ritorno-del-nucleare-in-italia#show_comments

CIAO

Ugo Bardi ha detto...

Quello che ha fatto questo commento, probabilmente ha fatto un po' di confusione, forse è colpa mia quando ho detto "centrale a torio". Ovviamente il Torio è solo la sorgente dell' U233 che è il nucleo fissile. Comunque, è anche vero che l'U233 non esiste in pratica in natura, per cui si può dire che il torio è il combustibile. Comunque, il processo non mi risulta essere utilizzato in pratica. C'è chi dice che è promettente e chi dice che ci sono degli enormi problemi. Al solito, vale la prima legge dell'ingegneria, se non ci provi, non saprai mai se funziona.

Bricke ha detto...

Grazie ;)