venerdì, novembre 09, 2007

L'insostenibile pesantezza dell'agricoltura industriale


Se qualcuno è ancora convinto che l'agricoltura "moderna" è tecnologicamente superiore a quella di un secolo fa dovrebbe dare un'occhiata alla figura qui sopra (clicca per ingrandire).

Primo problema: la fossilizzazione

Non c'è che dire: le compagnie petrolifere sono riuscite a "fossilizzare" completamente l'agricoltura: ogni giorno, ogni abitante del mondo ricco consuma quasi 7000 kcal di combustibili fossili solo per la coltivazione e l'allevamento. Se consideriamo anche il costo energetico dell'intera filiera alimentare (altre 20000 kcal), scopriamo che per la nostra alimentazione quotidiana spendiamo circa un terzo del petrolio totale.

Agghiacciante. Quando si dice mangiare combustibili fossili...

Nel mondo del dopo picco, l'aumento del prezzo del petrolio inciderà notevolmente sulla filiera alimentare. Temo che le lamentele per l'aumento di 50 centesimi della pasta impallidiranno in confronto a ciò che ci aspetta...

Secondo problema. Il carnivorismo

La disponibilità media di cibo di un occidentale si aggira intorno alle 3400 kcal/giorno. Dal momento che nessuno ingurgita una simile quantità di cibo, ci rendiamo conto di quanto siano elevati gli sprechi del nostro sistema agro-industriale.

Lo spreco maggiore si registra nell'allevamento e consumo di prodotti animali. Se per ogni kcal di origine vegetale occorrono 0,6 kcal di combustibili fossili, ne occorrono ben 6,4 per ogni caloria di origine animale (carne, uova, latticini).

L'allevamento intensivo del bestiame usa solo in minima parte il foraggio dei pascoli, mentre consuma una grande quantità di vegetali adatti al consumo umano: ben 4500 kcal al giorno per ogni abitante del mondo ricco. Questi vegetali potrebbero nutrire suppergiù altri 2,5 miliardi di esseri umani.

Database FAO per i dati relativi ai flussi energetici del foraggio e del cibo

Mario Giampietro, Energy use in agriculture, Encyclopedia of life sciences, 2002, per gli input fossili in agricoltura

Heller e Keoelian, Life Cycle-Based Sustainability Indicators or Assessment of the U.S. Food System , Center for sustainable systems, University of MIchigan, 2000 per gli input fossili della filiera alimentare.

(Non illustro qui la metodologia che ho usato per i calcoli, perchè è piuttosto lunga;lo farò in un secondo tempo in un articolo apposito)

2 commenti:

Frank Galvagno ha detto...

Molto interessante e anche preoccupante

mi viene da pensare che oggi l'agricoltura è drogata di fossili; tuttavia produciamo un gran sur-plus per stare dietro all'iper distribuzione schizofrenica e in nome del DD (Dio Denaro)... su-plus che normalmente viene distrutto, e non entrerebbe nel computo.

Mi rendo conto che questo non ci può salvare, ma è pur meglio che niente :-)

Anonimo ha detto...

Non che il vegetarismo risolverà tutto, ma smettere di leggere di fiorentine e bistecche degli incontri toscani farebbe piacere. :)

Anche LeScienze, dopo decenni di insulti agli animalisti anti-vivisezionisti, ha avuto il coraggio di ammetterlo in *diversi trafiletti*; per compensare ha inserito due articoli su come cucinare alle perfezione una buona bistecca. Miracoli della chimica: sprechiamo sì, ma almeno sprechiamo con gusto e consapevolezza!

Per inciso, già che ci sono: chiunque legga potrebbe diventare vegetariano o vegano domani mattina senza nessuna controindicazione medica (semmai il contrario) e spendendo molto meno per fare la spesa... fidatevi, la tecnologia è matura!

felis