venerdì, gennaio 30, 2009

Abitudini, inerzie e altre patologie / 5 : horror - pannolini



Anche se non ci pensiamo molto spesso, il classico "pannolino" non è un prodotto così banale come può sembrare a chi non è del ramo (come me), ma è ormai un vero e proprio concentrato di tecnologia, e ci sono fior di multinazionali che sviluppano materiali e architetture "ottime" per migliorare ancora le prestazioni (che, per la verità, sono molto prossime a un asintoto).

Riporto di seguito la storia, così come l'ho tratta da un sito scientifico/divulgativo.


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Anni ’50-’60: la struttura di base

Tutte le innovazioni che hanno portato al pannolino usa e getta moderno, immesso sul mercato nel 1961, furono effettuate a partire da una struttura di base messa a punto nel 1951 dalla stessa Donovan e composta da una parte esterna impermeabile, da un sistema assorbente a base di carta e da un metodo di chiusura in cui le spille da balia furono sostituite con fermagli di metallo e di plastica.


Anni ’70: si perfeziona la qualità

È dagli anni settanta in poi che il pannolino monouso subì le variazioni qualitative più significative in termini di maggiore potere assorbente e traspirante che, insieme alla perfetta vestibilità e all’elevato comfort, sono i requisiti essenziali dei prodotti attualmente disponibili. Furono introdotte le fibre di cellulosa al posto della carta assorbente e utilizzati sistemi di chiusura sempre con caratteristiche di maggiore praticità (strisce di velcro, linguette regolabili).


Anni ’80: un migliore potere assorbente e drenante

Agli inizi degli anni ottanta al corpo centrale assorbente, formato da due strati di fluff in pura cellulosa a fibra lunga, venne aggiunto un polimero superassorbente (super absorbent polymer o SAP) in grado di ritenere una quantità di urina pari a 20-30 volte il proprio peso. In pratica lo strato di cellulosa contenente SAP consente la tenuta e l’imprigionamento dei liquidi, mentre l’altro strato possiede un effetto drenante. Nello stesso periodo fu anche dimezzato lo spessore del pannolino modificando il rapporto tra la consistenza dello strato fluff (più ridotto) e quella del SAP (più spesso), con evidenti vantaggi in termini di vestibilità e di praticità d’uso, caratteristiche che vennero ulteriormente migliorate negli anni successivi.


Dal 2000 ad oggi: tecnologia all’avanguardia al servizio della delicatezza e ipoallergenicità cutanea

Gli anni 2000 sono stati contrassegnati dall’introduzione di uno strato sottofiltrante - formato da fibre atte a velocizzare l’assorbimento dei liquidi - interposto tra il nucleo centrale assorbente e la superficie a contatto della pelle formata da un tessuto-non tessuto (polipropilene) resistente e ipoallergenico.L’ultima innovazione in termini cronologici è stata la realizzazione di un rivestimento esterno microforato traspirante che, lasciando circolare liberamente l’aria, abbassa l’umidità interna e mantiene la cute più fresca e asciutta, caratteristiche essenziali a prevenire o ridurre i casi di dermatite da pannolino così frequenti tra i neonati e i bambini.




Prima degli anni '60, esistevano soltanto i "pannolini tradizionali riutilizzabili", che a loro volta costituivano il naturale perfezionamento di fasciature in cotone/lino utilizzate nei secoli precedenti.

E' fuori discussione il fatto che il livello qualitativo di oggi non ha paragoni, soprattuto in termini di resistenza nel tempo alla penetrazione dell'umidità; si tratta però di un'iper-prestazione, più che tutto di una "comodità" (essenzialmente, in termini di tempo speso per l'igiene del bimbo) che paghiamo tutti in termini energetici e ambientali. Non è un caso che l'esplosione dei pannolini "usa e getta" sia avvenuta negli anni di grande crescita nella disponibilità petrolifera ed economica pro capite (il boom degli anni '60).

Se al tempo "buttare via" dei pannolini aveva un effetto praticamente trascurabile, oggi non è più così. Lascio a un'altra occasione (o a qualche lettore curioso) lo sfizio di calcolare la massa o il volume di pannolini gettati ogni giorno nel mondo, e mi limito ad osservare che si tratta di rifiuti "da discarica" (o da inceneritore), in quanto non elevabili a materie secondarie. Una vera sequenza horror per chi ha a cuore lo stato di salute dei cicli energetici.



PS Non vorrei fare dell'assolutismo, soprattutto perchè non mi sono mai occupato del problema in prima persona, non avendo figli :-) Tuttavia, se oggi siamo a un 99,99999% di usa e getta, una società al 90% di lavabili, e 10% di usa e getta (per quando si ha proprio fretta) sarebbe davvero così fuori dal mondo?

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Gli altri post della saga:


- Abitudini, inerzie e altre patologie / 4 : paranoie da lavapiatti
- Abitudini, inerzie e altre patologie / 3 : il paradosso del frigorifero
- Abitudini, inerzie e altre patologie / 2 : l'etica del rasoio
- Abitudini, inerzie e altre patologie / 1 : la pausa caffè

7 commenti:

Anonimo ha detto...

tema scottante.
Il tuo discorso è giusto, hai ragione e sono d'accordo, ma il vero orrore sarebbe tornare ai pannolini riutilizzabili.
I pannolini usa e getta sono (ahinoi) una grande innovazione.

Fr@ncesco

Frank Galvagno ha detto...

Mah, io conosco delle famiglie che usano i pannolini riciclabili, certo ci vuole un po' più di impegno, ma non mi parlano di orrore :-)

Anonimo ha detto...

Quello dei pannolini riciclabili è un argomento affrontato anche dall'amministrazione pubblica.
La Provincia di Torino, ad esempio nella sua schizofrenia, da un lato vuole costruire 2 inceneritori, dall'altra promuove gli eco-pannolini per ridurre i rifiuti.

Unknown ha detto...

Il tema è scottante ma ci vengono in aiuto una serie di sperimentazioni in corso in tutta italia.

Un libro per fare a meno dei pannolini (si, pare possibile):
http://www.aamterranuova.it/article1398.htm

Il gruppo mondonuovo ha creato un bel manuale (oltre al bellissimo manuale dei detersivi bioallegri):
http://biodetersivi.altervista.org/homepage.htm

quello sui pannolini è scaricabile e gratuito:
http://biodetersivi.altervista.org/allegati/manuale_pannolini.pdf

A chi non crede sia possibile chiedo: possibile che l'umanità si sia fatta la cacca addosso per 100.00 anni? La risposta a questa domanda probabilmente vale qualche migliaio di euro e quintali di rifiuti in meno.

Anonimo ha detto...

In una casa col pavimento in terra battuta regolarmente alluvionata due volte l'anno, la cucina comunicante con la stalla e galline e cani in giro per casa, un po' di pipì in più è ben poca cosa (a mia nonna, secondo i suoi racconti, è capitato d'esser cresciuta in un ambiente così).

Mandando in giro i bimbi nudi per il cortile o nei campi ove lavorano i genitori i pannolini non servono a nulla (a mio papà, secondo i suoi racconti, è capitato più e più volte d'esser trattato così).

Se una mamma sta dietro al figlio 24 ore su 24 e rimedia subito ai "bisogni", un pannolino "ad alta tecnologia" non serve a nulla (a me, secondo i racconti di mia madre, è capitato d'esser cresciuto così).

Insomma, quel che "serve" o "non serve" dipende da un sacco di circostanze che, a loro volta, determinano una cultura e il relativo senso di "necessario" e di "non necessario", di "normale" e di "abnorme".

dandaworld ha detto...

Anch'io ho provato a sviscerare l'argomento in un post e, guarda caso, è stato l'unico recente privo di commenti.
Sembra davvero difficile uscire dalla mentalità di anni e anni di comodità costruite su presunti bisogni, spesso inesistenti.
Io pure non ho ancora figli ma qualora dovessi averne, non credo che avrò difficoltà almeno nel sperimentare i pannolini lavabili. Credo che sia innanzitutto una questione di apertura mentale e poi di canali di commercializzazione e promozione. Non tutti sanno che esistono, non tutti sanno dove si possono acquistare. Non tutti immaginano il grande danno che stiamo facendo all'ambiente dove i nostri stessi figli vivranno!
Stesso discorso vale per gli assorbenti...

Cinzia ha detto...

Sono una mamma che ha appena scelto i pannolini lavabili. ATTENZIONE! sfido le mamme a dirmi che dalla nascita dei loro pargoletti non hanno incrementato l'utilizzo della lavatrice. e allora aumento per aumento che problema c'è fare andare una lavatrice in più? si carica, si gira la rotella e si scarica. Per i pannolini usa e getta c'è comunque un ciclo: si devono comprare, si stoccano in un luogo adeguato, si stocca in luogo adeguato il pannolino sporco e poi ci si fanno i muscoli con il pesantissimo sacco della spazzatura da portar fuori una volta alla settimana.
E poi a lavare è la lavatrice...ditemi se non è una comodità intelligente (i pannolini usa e getta sono una comodità non intelligente a parer mio e sopratutto poco sostenibile).