domenica, novembre 09, 2008

Abitudini, inerzie e altre patologie / 3 : il paradosso del frigorifero


Nella foto possiamo ammirare la Sacra di S. Michele, monumento simbolo della regione Piemonte.
Qualche mese fa l'ho visitata e, tra le altre cose di enorme interesse storico e architettonico, mi ha colpito la "ghiacciaia". Si tratta di una piccola cantinetta seminterrata, esposta a nord e caratterizzata da muri molto spessi, nella quale i monaci conservavano i cibi. Dall'autunno in poi si introduceva della neve compattata, in modo da avere un effetto frigorifero. La posizione e l'isolamento della ghiacciaia permettevano il mantenimento del ghiaccio (dunque, delle temperature idonee alla conservazione) fino ai mesi di maggio-giugno.

Costo energetico di gestione: ZERO (a meno dell'energia & tempo impiegati per l'approvigionamento della neve).

Su Ecoblog, tempo fa si era parlato di "FRIA, il frigo che prendeva il fresco da fuori". A me sembra un'idea tanto intelligente quanto semplice, il tutto al punto che commercialmente non ho trovato nulla, almeno in italiano.

Cosa di meglio di una cella che utilizzi le frigorie dell'ambiente esterno nei mesi freddi, e che sfrutti energia rinnovabile per la produzione del freddo nei mesi più caldi? Sarebbe l'unione dei metodi dei monaci con le nuove tecnologie.

Ma forse chiedo troppo: l'abitudine ad avere il frigorifero sempre "plugged", la comodità di non dover uscire fuori per movimentare i viveri è un muro psicologico che lascia intentate le idee più ovvie.


Due anni fa ho rottamato un frigorifero di 20 anni, acquistandone uno più piccolino, in classe A+. Energia media annua assorbita 227 kWh. E' qualcosa, ma possiamo fare di più.

9 commenti:

Weissbach ha detto...

Varrà la pena di tornarci.
Non è tanto una pigrizia degli utenti, quanto un'inerzia del "sistema di progettazione".
In questo modo né che progetta l'edificio né chi successivamente lo realizza, modifica, ristruttura, arreda si deve preoccupare di gestire la posizione della zona frigo (che richiederebbe praticamente un balcone) e le "complicazioni" impiantistiche.
Non sarebbe impossibile, anzi.
Ma qui siamo sempre sull'argomento DESIGN (progettazione) che è stato reso negli anni sempre più MODULARE e suddiviso su competenze separate.
Questo ha comportato evidenti vantaggi ma anche l'introduzione di blocchi all'innovazione: molte cose sono possibili solo con una progettazione INTEGRATA (vi insegna nulla il caso Apple?).

Anonimo ha detto...

A casa mia ho il frigo incassato adiacente ad una parete perimetrale che affaccia sul balcone. Ho fatto un foro in basso e uno in alto in questa parete e nel mobile che contiene il frigo. In questo modo nell'intercapedine tra frigo e mobile circola l'aria a temperatura dell'ambiente esterno. Credo che questa soluzione, senza grossi stravolgimenti consenta un notevole risparmio energetico per la conservazione dei cibi in periodo invernale (o, comunque, quando fuori fa più freddo che in casa).
Mimmo.

Frank Galvagno ha detto...

Weissbach, sono d'accordo, ci vorrebbe una gestione integrata a monte (che eventualmente armonizzi eventuali modularizzazioni a valle).

Non è impossibile.

Complimenti a Mimmo per questo brico!

Anonimo ha detto...

Grazie.
Osservando il link a FRIA non capisco il perchè del prezzo così alto, quando la vera difficoltà è adattare la casa al frigo.
Ho spesso l'impressione che dietro il risparmio energetico vengano molto gonfiati i prezzi (almeno in italia).
Mimmo.

GiangiF ha detto...

Sarebbe bello proporre uno schema semplice per ingegnerizzare l'idea di Mimmo di un frigo che sfrutta il freddo esterno da adattare alle specifiche esigenze.

Potrebbero essere pensate 3 tipologie, mini, medio e grande.

Quello che non so è se vanno cambiati i parametri della compressione del refrigerante...

Anonimo ha detto...

A gingif ...direi di no.
nel ciclo frigorifero non cambia molto, semplicemente la serpentina e il compressore si raffreddano meglio e il frigo si riscalda molto meno, è un poò come mettere il frigo fuori al balcone. Anzi direi che il gas , sottoraffreddandosi, riesce sicuramente a sottrarre meglio il calore dall'interno del frigo , con la laminazione e l'espansione partendo da una temperatura più bassa.
PS voglio i diritti.
Mimmo.

Anonimo ha detto...

Nel mio paese al sud c'e' una piccola zona che viene ancora chimata la "ghiacciaia" dove negli anni 50-60 ma sicuramente anche prima,si depositava la neve che veniva utilizzata nel periodo estivo. l'attuale problema che non nevica piu'. pertanto quel rinfresco naturale estivo non possiamo piu' averlo. dobbiamo consumare energia per avere un beneficio che prima avevamo grautivamente. Bel progresso vero!!sempre piu' stupidi gli uomini.
pierino

Anonimo ha detto...

Se vi capita di passare per Torino, potreste visitare il parcheggio per auto sotterraneo posto in piazza Emanuele Filiberto, nei pressi del mercato denominato Porta Palazzo sito in Piazza della Repubblica.
Lì sotto, hanno conservato una ghiacciaia che appunto come quella dell'articolo, serviva per conservare la neve invernale e di conseguenza le derrate alimentari.

Frank Galvagno ha detto...

uhm pare che nel torinese le ghiacciaie andassero proprio di moda ... :-)

I nostri avi erano tutto fuorchè stupidi. Oggigiorno, molti pensano di poter surrogare l'arguzia con la forza bruta dei kWh pro capite. Una colossale illusione