venerdì, novembre 21, 2008

Che succede all'elefante?


Nella vecchia storia indiana, i ciechi non riuscivano a capire che avevano di fronte un elefante.


Quello che colpisce della situazione attuale è che nessuno se l'era minimamente immaginata. Andate indietro soltanto a Luglio di quest'anno, Se qualcuno avesse parlato di crollo della borsa, gli avrebbero dato di pazzo furioso e tutti gli analisti (cosiddetti) prevedevano il petrolio a 200 dollari al barile (*).

Eppure, la questione dell'andamento delle borse è importante o almeno così sembra. Accendete la televisione la mattina e sentirete che una delle prime cose che vi raccontano è come sono andate le borse - anche prima dei risultati di calcio e dell'oroscopo. Sulla TV satellitaria, ci sono canali e canali dove la gente non parla altro che di quello. Ci sono istituti, dipartimenti universitari, fondazioni, e tante altre cose dedicate soltanto a questo argomento.

Vista la capacità predittiva che hanno dimostrato, mi sembra chiaro che nessuno di questa banda ci capisce gran che, ma in compenso continuano a ragionarci sopra, a fare previsioni e a raccontare che entro un anno o due tutto tornerà a posto. Sembra un po' la vecchia storia indiana dei ciechi e dell'elefante. Ci giravano intorno e lo toccavano da tutte le parti, ipotizzando che la coda fosse un serpente, le zampe dei tronchi d'albero, le zanne dei rami. Ma nessuno riusciva a capire che cos'era.

Eppure, l'elefante è proprio davanti a noi e se ci togliamo gli occhiali che ci rendono ciechi. Il crollo del sistema economico era stato previsto già più di trent'anni anni fa nella prima edizione del libro che in Italia conosciamo come "I Limiti dello Sviluppo" (in realtà, "I Limiti alla Crescita"). Il sistema non crolla per via degli speculatori e non crolla per via dei catastrofisti. Crolla per una combinazione mortale di cause, delle quali la principale è il costo crescente della produzione delle materie prime.

Questa faccenda non è poi tanto complicata: dovrebbe essere chiara anche senza bisogno di aver studiato dinamica dei sistemi. Prendete il petrolio per esempio, la principale materia prima del sistema industriale. Come ti spiegano nel primo anno del corso di economia, il prezzo di una merce è determinato dalla combinazione della domanda e dell'offerta. E' una cosa che sanno anche quelli che barattano pecore e cammelli. Allora, qualcuno vende petrolio, qualcun altro lo compra. Se c'è meno petrolio disponibile, l'offerta cala e il prezzo aumenta. Però, non c'è solo l'offerta. Se il petrolio costa troppo caro, i compratori non lo vogliono più - allora il prezzo cala.

Quindi, i prezzi alti o bassi non sono soltanto un indicazione dello stato dell'offerta. Ovvero, il fatto che il prezzo del petrolio sia basso non vuol dire che di petrolio ce ne sia in abbondanza. Vuol dire soltanto che, nel rapporto fra domanda e offerta, in questo momento la caduta della domanda è il fattore prevalente. C'è anche un nome per questo fenomeno che trovate scritto nei libri di economia: si chiama "distruzione della domanda". Non c'è dubbio che la domanda sia stata distrutta bene dalla fase di prezzi stellari della prima metà del 2008.

Allora, tutto ha una logica: i prezzi sono il risultato del feedback fra domanda e offerta. I sistemi a feedback tendono a entrare in oscillazioni periodiche, ed è esattamente quello che vediamo per i prezzi del petrolio e per l'andamento della borsa. Le oscillazioni dipendono dal tipo di sistema che ha una sua costante di tempo. Per comprare o vendere azioni ci vogliono dieci secondi - nessuna meraviglia che le oscillazioni siano così forti e rapide. Per mettere in produzione un nuovo giacimento petrolifero, invece, ci vogliono anni di lavoro. La produzione non segue le stesse oscillazioni dei prezzi - è un sistema "smorzato" che oscilla anche quello ma su tempi di decine di anni.

Tuttavia, ultimamente trovo sempre gente che mi guarda con aria bovina e mi dice, "ma se il prezzo si abbassa, allora non era vero nulla della storia del picco del petrolio!". Questo proprio nel momento in cui il crollo delle borse sta distruggendo la capacità dell'industria di investire in nuove ricerche e nuovi sfruttamenti. Ed ecco l'elefante: il picco del petrolio. Ma questi qui continueranno a tastare senza rendersi conto di cosa stanno tastando.

Questo povero elefante è veramente in cattive mani.

_____________________________________________________

(*) Per la verità, c'era un tale che aveva previsto il crollo dei prezzi del petrolio. Il 21 Febbraio del 2008, questo signore aveva scritto: "Se cala la domanda, i prezzi si abbassano e questo è quello che potrebbe succedere. Il prezzo del petrolio potrebbe rientrare anche sotto i 50-60 dollari al barile" Doveva essere uno che di elefanti se ne intende!

10 commenti:

Frank Galvagno ha detto...

complimenti Ugo per la previsione.

Tra l'altro, Scaroni aveva predetto all'incirca lo stesso (è l'unica volta che ho visto Scaroni azzeccare)

Io ero più sulla crescita esponenziale fino a 200$ al barile, e 2€ al litro di gasolio, per poi assistere al crollo. Ma evidentemente l'elefante era già al limite con le sollecitazioni che abbiamo vissuto 5 mesi fa.

PS
Visto che hai parlato di calcio in TV, predico un picco del calcio. Le società iniziano ad avere grossi problemi. Prevedo una certa dose di risvolti positivi

Terenzio Longobardi ha detto...

Non mi pare che la "distruzione della domanda" di petrolio sia stata prevalentemente causata dagli alti prezzi del barile. Il fattore scatenante dell'attuale crisi economica è stato l'indebitamento delle famiglie americane insolventi che ha innescato una reazione a catena propagatasi dal sistema finanziario globale a quello economico, con una recessione che ha fatto crollare i consumi, compresi quelli dei prodotti energetici. In altre parole, il trend esponenziale dei prezzi del barile è stato bruscamente interrotto dal superamento di un limite interno al sistema economico, relativo alla crescita dei consumi, oltre il quale la crescita economica smette di procedere indefinitamente.

Mario ha detto...

Sono esponenziali controintuitivi, Terenzio, quello alla salita e quello alla discesa. Tenderebbero uno a infinito e l'altro a 0, e si fermano entrambi per l'attrito materiale globale dopo, credo, poco tempo, pochi mesi.
Quando si riassestano dopo questa crisi convulsiva, secondo me, troviamo un dato prezioso, la parte anelastica di domanda di fossili separata, come nel cracking petrolifero, da quella elastica: posso rinunciare al weekend ma non al riscaldamento o alla luce

Frank Galvagno ha detto...

Perfettamente d'accordo con Terenzio e Mario. Evidentemente abbiamo toccato le condizioni di bordo "up" con il crollo finanziario USA a sua volta causato da un PIL che non cresce, caratteristica del plateau petrolifero); probabilmente nel 2009 toccheremo le condizioni "down", in cui la depressione sarà insostenibile, e ripardiremo con il trand esponenziale in salita.

Questo dimostra che peak oil introduce notevoli instabilità nella dinamica dei sistemi.

Anonimo ha detto...

Francesco, 33 anni, medico libero professionista

R Mario e domanda anelastica : ...se le previsioni geologiche sono giuste, fra 5-6 anni saremo già in pieno post peak e con una depletion mondiale del 4-5% annuo ci sarà insufficienza anche per la parte cosìdetta anelastica della domanda..Allora cosa succederà ai prezzi del petrolio?

Anonimo ha detto...

Perch continuate a smerciare questa crisi come dovuta ai limiti intrinseci della crescita ? Questa crisi ha origini completamente endogene !! Alla base c'é il fatto che non é possibile utilizzare all' infinito il meccanismo del debito per redistribuire la ricchezza (in senso di prodotto fisico, non finanziario). Prima il poi il tonfo doveva arrivare. (E me l'aspettavo; l'effetto contagio invece, mi ha preso alla sprovvista).

Ho letto "i limiti dello sviluppo"; ma non è quel meccanismo all'opera in questo momento. Quel meccanismo avrebbe fatto capolino a partire dal 2012 (vedi previsioni ASPO, vedi previsioni MAYA). Questa crisi, provocando un rallentamento del consumo lo sposterà di qualche anno più avanti.

Vedo che questo martello, proprio non abbiamo intenzione di mollarlo....

Anonimo ha detto...

la situazione e questa:
gia a gennaio 2008 le borse avevano disegnato figure per andare dove sono ora.ora tutte le banche europee, e tutte le banche americane e ingesi son fallite,le assicurazioni stanno seguendo le banche (verso il fallimento).sone falliti pure tutti i media in europa e in america.sono falliti i primi 4 gruppi mondiali di moda e lusso.stanno fallendo i primi 3 gruppi di costruzioni in europa(italcementi unicem lafarge).
e fallita tutta la industria dell auto :fiat mercedes renault peugeout ford g motor etc,,,
le societa immobiliari europee stanno puntando a 1/10 del valore che avevano un anno fa,anticipando una discesa dei valori immobiliari a 1/10 dell attuale.
tuttavia gli indici di borsa puntano con decisionea un ulteriore calo del 50%.
entro 6 mesi gli indici di borsa arriveranno a meno di meta ,allora il 90% delle societa quotate in europa e america.ma anche in giappone sara nno fallite.-
per ora per quanto riguarda il nostro beneamato paese(l italia)
dei 90 titoli che seguo quotidianamente(le prime 90 sicieta per capitalizzazione)
si puo considerare che 60 sono falliti,20 lo saranno tra poco e 10 (tra cui enel ed eni)si ridurranno a poco niente.

auguri a tutti

fra poco sara l inferno

Anonimo ha detto...

per quanto riguarda il prezzo del petrolio come causa del crollo delle borse. si tratta di una bufala clamorosa,e vero il contrario il crollo dellle borse ha causato il calo del petrolio.quota circa 50 dollari,forse scendera a35 faceva 20 dollari nel 2000 .condiderando che il valore del dollaro e sceso a 1/3 in 8 anni 60 dollari per il petrolio equivalgono ai 20 del 2000,si deduce che da 8 anni il petrolio e mediamente costante
non e il petrolio che e salito,e il denaro che e sceso:
basta guardare un grafico delle quotazioni petrolifere rispetto all oro(che ha un valore costante nel tempo)per trovare sostanzialmente una retta dal 2000 al 2008.
le vere cause deela crisi sono le banche che hanno stampato carta straccia(euri e dollari)a piu non posso indebitando tutti sopra ogni misura e succhiando il sangue dal popolo. ora sono fallite troppi debiti anche per loro

auguri..... a tuttti

Anonimo ha detto...

Non ci dimentichiamo dell'EROEI; la sua inesorabile diminuzione con il tempo favorisce il calo del prezzo al barile in modo irreversibile. Quindi non è solo una questione di domanda e offerta.

Anonimo ha detto...

bella la legge della domanda e dell'offerta anche se va integrata con gli interventi speculativi delle banche americane . interventi che oggi non possono piu' fare . questo con la recessione e il raffozamento del dollaro ha fatto diminuire la domanda di petrolio e giustifica il crollo del prezzo. pero' la teoria del picco rimane valida purtroppo, bisogna solo attendere e neanche troppo a lungo.
roberto de falco