sabato, novembre 08, 2008

Come va la crisi?

(Dow Jones Industriale, dati da www.quotemedia.com)


Continua l'altalena di notizie sulla stampa: "La borsa crolla", oppure "La borsa riprende". Ma guardiamo i dati nell'arco di un anno, per farci un'idea delle tendenze (cliccate per ingrandire). Dopo la brusca caduta dei primi di Ottobre, sembra che la situazione delle borse si sia attestata su un livello medio costante, anche se con forti oscillazioni. Perlomeno, così appare dall'andamento del Dow Jones Industrial che viene preso abbastanza spesso come indice dell'andamento generale delle borse.

E' difficile dire se questa fase di stasi sia dovuta all'immissione di grandi quantità di denaro nelle borse da parte dei governi, oppure ad altri fattori. Una visione più chiara dell'andamento si può ottenere dall'andamento quinquennale.


Dow Jones Industriale, dati da www.quotemedia.com


Vediamo che la brusca caduta di Ottobre è effettivamente un'anomalia e potrebbe essere la diretta conseguenza del crollo di Lehman Brothers. A parte questo, evidentemente, la fase di discesa è iniziata ormai da più di un anno e non mostra segni di rallentamento. Somiglia molto alla crisi del 1929, ma in quel caso la curva fu abbastanza simmetrica, mentre qui la caduta sembra più rapida della salita.

Si riprenderà l'economia? Difficile dirlo - molti contano sulla cosiddetta "economia reale", ma questa non va meglio dell'economia finanziaria. Su questo punto, è da meditare il post di Debora Billi sul crollo dei trasporti internazionali. Se poi rimaniamo alla sola Italia, leggendo i post che appaiono su "Italian Economy watch" l'impressione è che l'economia reale stia implodendo altrettanto velocemente di quella finanziaria, Edward Hugh parla di "agonia". Non vi aspettate che la crisi si risolva tanto presto. Inserisci link


2 commenti:

Stefano Marocco ha detto...

Noto come l'andamento sia abbastanza simile a quello del grafico del prezzo del petrolio, quindi non c'è dubbio che siano strettamente correlati. Ora, quello che mi chiedo è se il prezzo crescente del barile (dell'energia in genere), fino a quasi 150$ sia stata una possibile causa della crisi. Mediante un'analisi molto riduttiva, cerco qualche risposta: se sì (pressione degli alti prezzi delle fonti primarie sul costo di produzione e trasporto di beni) allora risalire la china sarà molto difficile, dato che il costo dell'energia farà lo stesso e tra non molto ci ritroveremo allo stesso punto. Se no, la crisi è solo finanziaria, ma mancano i soldi e coi prezzi bassi (ma non troppo) del petrolio non si investe abbastanza nella ricerca di nuovi giacimenti per sostenere la domanda futura e si riduce l'estrazione da fonti non economiche (cioè raschiare il fondo del barile costa troppo).
Mi sembra che con questi presupposti non se ne esca tanto facilmente, ma magari mi sbaglio.

Anonimo ha detto...

La civiltà industriale si basa su una fonte energergetica, prontamente disponibile e a basso costo e quindi c'è correlazione tra energia prodotta e sviluppo industriale...prima c'era il carbone, poi il petrolio, ma adesso i nodi stanno venendo al pettine...passaggio alle rinnovabili è quasi obbligato, ma non sono a basso costo come il petrolio lo è stato. Ergo economia stazionaria??.Voi cosa pensate?