lunedì, novembre 17, 2008

Le civiltà muoiono di burocrazia


Nel suo monumentale studio del 1988, "Il collasso delle società complesse," Joseph Tainter sostiene che le civiltà umane tendono a crollare per eccesso di complessita, schiacciate dal peso delle strutture amministrative che esse stesse creano. In altre parole, muoiono di burocrazia.


Chi si occupa di risorse e di materie prime tende spesso a vedere la decadenza e il collasso delle società nella storia come dovuto al graduale esaurimento delle loro fonti di sostentamento. Questa è l'opinione, per esempio, di Jared Diamond che la espone nel suo libro "Collapse". Tuttavia, esiste un'altra linea di pensiero che vuole che la decadenza delle società sia dovuto a fattori interni, ovvero a una degenerazione delle loro strutture di controllo e di gestione. Questa è l'opinione, per esempio, di Joseph Tainter che l'ha analizzata nel suo libro "Il collasso delle società complesse". Secondo Tainter, quelle strutture di controllo che chiamiamo "burocrazia" sono utili fino a che non superano un certo limite di complessità. A quel punto, cominciano a essere un peso che, a lungo andare schiaccia inesorabilemente la società che lo ha prodotto.

Personalmente, sono sempre stato piuttosto restio ad accettare l'ipotesi di Tainter. Di recente, tuttavia, ho cominciato a pensare che non sia incompatibile con l'altra ipotesi, quella del collasso da carenza di risorse. Questa mia impressione è stata rinforzata da alcune esperienze personali, per esempio quella dell'installazione dell
'impianto fotovoltaico sopra il tetto di casa mia. Ultimamente mi è capitata un'altra disavventura burocratica che ha rinforzato la mia impressione e che penso di potervi raccontare qui di seguito.

Quando se n'è andata, in Aprile di quest'anno, mia madre non ha lasciato grandi beni al sole. Solo la comproprietà della casa dove viveva con mio padre e qualche soldo risparmiato dalla sua pensione di insegnante. Mi ci è voluto poco per capire che il tutto non richiedeva avvocati e cose del genere. Restava comunque una dichiarazione da fare all'Agenzia delle Entrate. Mi sono incaricato io stesso di farlo, ignorando quelli che mi avevano suggerito di affidare tutto a un commercialista. E' solo un modulo, mi sono detto, cosa sarà mai riempirlo?

Ahimé, la cosa si è rivelata una piccola odissea. Non sto a raccontarvi tutti i dettagli, mi limito ad accennarvi di come sia necessario recarsi fisicamente all'Agenzia delle Entrate e sorbirsi ore di attesa per ricevere un set di moduli e istruzioni quasi illeggibili, in quanto fotocopie di fotocopie di fotocopie. L'altra agenzia che bisogna consultare per queste cose, il catasto, ti fornisce invece dei moduli leggibili, ma stampati su una carta giallastra che sembra venire dall'800 e dove leggiamo, fra le altre cose, un'avvertenza corredata di un improbabile avverbio: "si prega di compilare dattilograficamente". Chissà, forse da qualche parte, nel mezzo di una oscura foresta, esiste un cimitero delle macchine da scrivere dove si può ancora trovare qualche rugginosa Olivetti lettera 22 in grado di scrivere "dattilograficamente".

Raccolti questi fogli, uno se ne torna a casa e si deve arrangiare. Piano piano, ti accorgi che su internet si possono trovare molti dei dati mancanti. Ti accorgi anche che i moduli si potrebbero, teoricamente, riempire on line, anche se gli impiegati agli sportelli delle varie agenzie sembrano essere del tutto ignari di questa possibilità. Nella pratica, ti accorgi anche che via internet si possono fare certe cose, ma non tutte; oppure che fare certe cose via i siti internet delle varie agenzie è reso così complicato da regole assurde che ti prende lo sgomento. Va a finire che non hai scelta se non riempire laboriosamente a mano i moduli cartacei.

Internet o no, comunque, nulla si può fare contro l'astruseria di certe cose se non armarsi di pazienza a livello di Giobbe e studiarsi con calma le istruzioni fornite. Da ovunque arrivino sono poco chiare, incomplete e alle volte (scusate la paranoia) danno l'idea di essere intenzionalmente fuorvianti.

La mancanza di istruzioni chiare ti costringe a un certo numero di pellegrinaggi all'agenzia delle entrate e al catasto per chiedere delucidazioni. Questo implica ore di attesa e discussioni con impiegati a volte gentilissimi, ma a volte anche assai maleducati. Non so se questi stessi impiegati che di giorno ti trattano male, di notte ti aiutano a pagamento a riempire i moduli. Ma li direi più che altro vittime anche loro di un assurdo meccanismo che ricorda la vecchia idea di rivitalizzare l'economia mettendo metà della gente a scavare buche e l'altra metà a riempirle. Questa impressione non si può evitare quando li si vedono laboriosamente ricopiare dai moduli cartacei ai loro computer i dati che tu avevi in precedenza laboriosamente trasferito dal computer ai moduli cartacei. E' curioso vederli tribolare così nell'era di internet, come pure è curioso vederli solennemente timbrare i moduli con una procedura che, immagino, già si faceva all'epoca di Napoleone. Non li invidio, anche se immagino che sia meglio che lavorare, che so, in una fabbrica di mine antiuomo.

Con 14 pagine di modulo principale e i molteplici moduli e volture allegati, considerando che ogni riga è una dura lotta per capire cosa vogliono da te, ci vuole un certo tempo. Per me è stato un lavoro che mi ha preso i dopocena di un buon mesetto. Bene o male, questa faccenda sono riuscito a concluderla ma, fra le altre cose, vi posso dire che il tutto non costa poco: fra bolli, imposte e balzelli vari sono svariate centinaia di euro che si devono pagare indipendentemente da quello che il defunto ha lasciato. Una vera e propria "tassa sulla morte" che può anche essere un bel peso in questo periodo in cui tanta gente ha difficoltà ad arrivare a fine mese.

Da un'esperienza del genere, si rischia di uscire inneggiando al ministro Brunetta. Che ci pensi lui a prendere a calci nel posteriore questa banda di incompetenti sfruttatori! Si capisce perché è così popolare. Ma, ovviamente, Brunetta sta soltanto peggiorando la situazione. Punendo gli impiegati statali otterrà soltanto che questi poi se la rifacciano con i poveracci che si presentano ai loro uffici. Non abbiamo bisogno di punire gli impiegati statali, ma di ridurre la burocrazia. Dobbiamo semplificare le regole e renderle più agevoli da seguire per il cittadino che oggi è costretto a subirsi un trattamento che non posso che definire altro che umiliante.

Ma, per qualche ragione, quando si presenta un problema da risolvere, è raro che qualcuno proponga di risolverlo abolendo qualche inutile regola. Ultimamente, si comincia a parlare di "semplificazione" ma, nel complesso, sembra che questa non sia considerata una gran priorità da nessuno. Così, leggi, decreti, regole, moduli e marche da bollo si accumulano in massa sempre maggiore, addirittura esponenziale (vedi per esempio un commento di Carlo Stagnaro sul continuo incremento della burocrazia ambientale dell'UE).

Ha ragione Joseph Tainter a dire che è questo continuo incremento di burocrazia che alla fine distrugge le società? Forse non è la sola causa, ma in effetti sembra che la massa di regolamenti e leggi che ci affligge è allo stesso tempo un peso economico insopportabile e un modo di impedire che la società si adatti alle condizioni di un mondo che cambia sempre più rapidamente. L'esempio che ho portato, la dichiarazione di successione, fa il solo danno di far perdere tempo alla gente, ma ci sono leggi e regole che sono positivamente dannose. Per esempio, quelle sulle energie rinnovabili che si dimostrano nella pratica molto efficaci per impedirne l'installazione. Ci sono poi le regole che ti impediscono di retrofittare un veicolo trasformandolo in elettrico. Altre regole ti impediscono di recuperare materie seconde e di rimetterle in circolo nel sistema industriale. Tutti questi sono danni reali fatti alla società dalla burocrazia.

Quale demonio misterioso fa si che cadiamo preda di mostri che noi stessi creiamo? Perché non riusciamo a ridurre la burocrazia? Non c'è una risposta chiara, ma io credo che alla fine dei conti l'interpretazione di Tainter non sia incompatibile con quella che vede nella disponibilità di risorse la ragione del crollo della civiltà.

Vista in termini di dinamica dei sistemi, la burocrazia si comporta come un predatore di risorse. Cresce in funzione della loro disponibilità, ma mostra anche una sfasatura temporale. Mentre il flusso delle risorse (la preda) comincia a diminuire, quello del predatore (la burocrazia) continua ad aumentare, almeno per un certo periodo. Questo è il risultato dell'inerzia delle strutture. E' in questo periodo di sfasamento che la burocrazia fa i maggiori danni, assorbendo risorse preziose e bloccando i tentativi della società di trovare nuove strade per sopravvivere.

In sostanza, è vero: le civiltà possono morire di burocrazia. Riusciremo ad evitarlo? Chi lo sa? Visto come stanno andando le cose, sembrerebbe di no.

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Questa odissea burocratica che vi ho raccontato l'ho vista, in un certo senso, come un insulto fatto a mia madre che di certo non poteva immaginare che mi avrebbe lasciato questa bega. Mi piacerebbe però ricordarla su questo blog con qualcosa di meglio di un post polemico. Così, vorrei ricordare di lei una cosa che mi ha raccontato tante volte. Era nata in un paesino della Calabria e da piccola il rumore del mare era l'ultima cosa che sentiva prima di addormentarsi e la prima quando si svegliava. In Toscana, questo rumore le mancava e mi diceva sempre "sono nata al mare, vorrei morire al mare". Spero però che riposi bene lo stesso anche nella quiete delle colline fiesolane.

16 commenti:

Frank Galvagno ha detto...

La razionalità, la semplificazione e l'ottimizzazione devono necessariamente venire dall'alto.

Diversamente succede quello che accade per i "rifiuti": ogni microrealtà (comune, o peggio quartiere) fa quello che può (dalla differenziata volontaristica al porta a porta etc.) ma lo stream reale, il destino ultimo dei materiali nel loro complesso risulta caotico.

L'anno scorso ho dovuto occuparmi di 2 successioni, una l'ho fatta io risparmindo 600 eur del geometra, ma ho potuto farla solo perchè ho trovato un minimo di collaborazione all'agenzia delle entrate. La cosa nell'insieme è un'impresa da eroi.

Anonimo ha detto...

Ugo le faccio innanzi tutto le mie condoglianze e poi volevo ringraziare tutti coloro che scrivono su aspo; gli articoli sono quasi sempre molto interessanti.

walter

Anonimo ha detto...

La burocrazia è anche una minaccia per l'ecosistema come giustamente è stato sottolineato più e più volte: riuscite a immaginarvi quante migliaia di tonnellate di cartacce inutili sono state, vengono e AHINOI VERRANNO CONSUMATE ogni anno per stampare quegli inutili moduli auto-replicanti? E pensare che un
"misero" DVD può tranquillamente contneere migliaia di pagine scannerizzate in formato PDF ad alta risoluzione!

Anonimo ha detto...

eeeh caro mio credo che hai toccato un tasto dolente.. sono 2 anni e mezzo che non riesco a far mettere le mani da nessuno per sistemare un banalissimo seminterrato di 50 mq, sono scappati 2 geometri e un architetto sommersi dalle burocrazie e dalle regole.

E se poi parliamo della morte è un disastro, figuriamoci poi se uno volesse morire "come vuole lui" ed avere una cerimonia più vicina alla sua sensibilità senza essere preso in mano dalla (questa sì tragica non tanto la morte in né) catena di montaggio pompe funebri-chiesa-cimitero. Con un gruppo di amici ci stiamo interessanto di testamento biologico e di funerali "alternativi" nella speranza di avere una ritualità diversa, più umana, più sentita, più vera.

Semmai ci sarà il giorno della resurrezione dei morti mi auguro che come prima cosa prendano d'assalto i ministeri e diano fuoco a tutti i moduli :-)

Anonimo ha detto...

Ma siamo proprio sicuro che complessità buroccratica e di vita non sia legata alla mancanza d'energia ???

Io penso che un collegamento esista ed è molto forte !

Ciao

Anonimo ha detto...

Uno degli aspetti più agghiaccianti della burocrazia per me è costituito dagli ordini professionali: puoi aver superato brillantemente tutti gli esami universitari, esserti laureato col massimo dei voti ma non puoi fare nulla se prima non ti sei iscritto alla casta.
Mimmo.

Bone ha detto...

Caro prof. Bardi,
anche io posso portare la mia piccola esperienza.

Con la nostra ditta ci occupiamo di recupero di silicio per l'industria fotovoltaica. Ebbene, per ottenere la licenza a trattare questo "rifiuto" abbiamo dovuto attendere 9 mesi.

Addirittura, ora che vogliamo importare dall'estero questo rifiuto per poterlo lavorare in Italia, stiamo aspettando un'altra licenza da più di 3 mesi. E chissà quando riceveremo una risposta.

Ovviamente, nel frattempo, stiamo con le mani in mano, sperando che arrivi prima l'autorizzazione del fallimento.

P.s. complimenti ancora per il suo blog sempre interessante.

Anonimo ha detto...

Qualcosa negli anni si è fatto per snellire la burocrazia, ricordo la legge 241/1990 e la 15 del 2005 dove si afferma che la pubblica amministrazione deve ispirarsi ai principi di economicità, efficacia e pubblicità.

L'Amministrazione Digitale, al di là del suo caso personale, molti moduli ora si trovano on-line.

Il principio del "silenzio-assenso" da parte dell'Amministrazione Pubblica a seguito di una richiesta da parte del cittadino.

Poi ogni anno viene redatta la "legge annuale di semplificazione" di cui uno degli effetti più visibili e recenti è la D.I.A., la Dichiarazione di Inizio Attività.

Tutto ciò non toglie che la burocrazia è ancora molto presente e che dai tempi dell'Avvocato Azzeccagarbugli di manzoniana memoria strada se ne è fatta ma il sentiero è ancora lungo.

Anonimo ha detto...

Più gente si sollevano dalla soglia d'ignoranza, più è difficile tenere insieme una società. Non occorrerà più il pugno duro, bensì la burocrazia, che anestetizza molte velleità e che impiega molta gente.
Un dinosauro che ovviamente, come tutte le cose, cresci, cresci, poi collassa.

Ugo Bardi ha detto...

Hai ragione, Pippolillo, nel senso che qualcosina si è fatto e si sta facendo per snellire e semplificare. Ma appena ti scontri con la burocrazia ti accorgi che, nella pratica, è come fare i pizzicotti a un tirannosauro.

Prima o poi si arriverà a mettere quei maledetti moduli on line, ma il problema è pensare ai moduli in funzione del cittadino che deve riempirli, non in funzione di qualche oscuro burocrate ormai dal cervello fossilizzato. Solo un esempio fra i tanti: nel famoso "modulo 4", dichiarazione di successione, ti chiedono di "riempire la casella con la sigla dell'agenzia": Ma io che ne so qual'è la sigla dell'agenzia? Non te lo dicono nelle istruzioni. Ma nella prima riga del modulo che ti danno c'è il nome dell'agenzia stampato in caratteri cubitali: a che diavolo serve che io mi debba scervellare su internet a trovare la sigla di quell'agenzia che si sa benissimo qual'è e loro stessi dovranno ben sapere la sigla della loro agenzia!! Lo fanno apposta! E questo è solo un esempio della follia di queste robe.

Mannaggia.... scusate lo sfogo. Sarà perché ho abitato per anni negli Stati Uniti e laggiù, già vent'anni fa, c'era l'usanza che i moduli fossero comprensibili per una persona normale. Forse ci arriveremo anche noi, ma ce ne passa....

Anonimo ha detto...

Forse è il modo italiano di creare occupazione: se devo compilare il 730 dò lavoro al commercialista, se devo certificare l'efficienza energetica di casa dò lavoro al tecnico certificatore, se devo comprare l'auto dò lavoro (anche) al notaio, se devo vendere/acquistare casa dò lavoro ad agenti, notai, geometri...Mi sono informato su cosa fare per mettere su strada uno scooter 50cc usato: bisogna fare tre versamenti su tre diversi conti correnti di cui due sono noti e te li danno sul sito, il terzo devi necessariamente andare a ritirarlo alla motorizzazione. Perchè?
Mimmo.

GiangiF ha detto...

Ti segnalo un commento al WEO 2008 su TOD che si riferisce appunto a Tainter
http://europe.theoildrum.com/node/4763#comment-435120

Anonimo ha detto...

In effetti, Tainter non parla solo della burocrazia. Ad esempio, osserva che la stessa ricerca scientifica arriva ad un punto in cui l'investimento "assorbito" non viene "restituito" in proporzione, fino ad arrivare al punto in cui non viene restituito affatto.

Lì per lì, per dar l'idea, mi viene in mente l'acceleratore elvetico che dovrebbe svelare il bosone, quello che è andato in tilt ancor prima di partire, ma dopo avere già inghiottito... quanti soldini? Quand'anche funzionasse, che ricadute darebbe?

Non dimentichiamo ricercatori come Redi, Mendel, Newton, Galvani... qual è stato il rapporto costi/benefici nelle loro scoperte? Redi avrà dato ai vermi qualche chiletto di bistecche, Mendel si sarà fatto delle gran zuppe di piselli, Newton avrà avuto la casa piena di marmellate, Galvani (l'incubo degli anuri) si sarà fatto delle fritture di cosciotti da trigliceridi alle stelle, ma i costi, quelli veri, a quanto ammontavano? Direi che in questi casi ne è valsa evidentemente la pena.

Nel caso della spacconata high-tech euroelvetica, qual è invece il rapporto costi/benefici?

Ugo Bardi ha detto...

Punto molto interessante, anonimo. Infatti, anche nella ricerca scientifica, a mio parere, siamo andati oltre il punto del ritorno decrescente. Molto di quello che si fa costa un sacco di soldi e rende poco o niente. D'altra parte, la legge dei ritorni decrescenti sembra inesorabile

Anonimo ha detto...

In ordine sparso (inutile spedirli a Stagnaro, tanto ha già pianificato le proprie opinioni anche per i prossimi decenni) e probabilmente un po' fuori tema:

_i pochi provvedimenti decenti pensati negli ultimi vent'anni sono quasi tutti opera diretta o indiretta dell'Unione Europea; energie rinnovabili, mobilità ferroviaria, tutela ambientale, contenimento dell'inquinamento in ambito urbano, raccolta differenziata, stabilità monetaria, contenimento dell'indebitamento....senza l'ue, qui da noi di questa roba non avremmo mai nemmeno sentito parlare.

_le norme ue contro cui tanto spesso si polemizza non hanno mai causato nessun problema in nessuno stato membro, eccetto che in Italia. Le figuracce e le sanzioni economiche per il ritardo nell'applicazione delle direttive sono appannaggio pressoché esclusivo della nostra nazione.

_la legislazione europea (sia comunitaria che per singoli stati) è costituita da un numero di norme che è all'incirca UN ORDINE DI GRANDEZZA meno esteso delle norme e leggi italiane; in tal senso, e lo dicono molti eminenti giuristi, mica io, qualsiasi ordinamento giuridico nel mondo può essere immaginato come una ragionevole semplificazione dell'ordinamento italiano.

_ leggendo delle vicissitudini per l'eredità, ho notato gli strali (secondo me assolutamente giusti e condivisibili) contro il costo delle marche da bollo: questa è però un'invenzione italiana, all'estero non esistono.

Forse sarebbe ora di smettere di offendere i vicini di casa, ringraziare l'UE per averci costretto a migliorare tante parti del nostro ordinamento, e cominciare a guardare seriamente ai nostri tanti e particolari problemi, in buona parte esclusivi della nostra sorprendente nazione.

fausto

mauriziodaniello ha detto...

In un epoca robotizzata c'è la necessità d'invetarsi un lavoro. Se non esisterebbe questa burocrazia quanti milioni d'Italiani sarebbero disoccupate?

Inoltre questi burocrati votano per chi è riusto ad farli assumere e brunetta NON è riuscito in niente (i raccomandati non lavorano lo stesso) se non quello di peggiorare la vita di quelli che realmente tirano la carretta aumentando anche i costi della burocrazia e peggiorando di fatto la struttura della burocrazia!

Poi la burocrazia è anche un risultato della scarsità delle risorse !!! Come non vederlo????

Ciao