Continua a girare per internet e sulla stampa l'opinione che l'abbassamento dei prezzi del petrolio avrebbe in qualche modo confutato la teoria del picco e che i picchisti sarebbero in crisi. A un messaggio su questo tono ricevuto sulla lista NTE, ha risposto brillantemente Massimo Ippolito con questo testo che vi proponiamo
Da un Peak Oiler impenitente
di Massimo Ippolito
Il peak oil è stato nel 2005, ripeto nel 2005, Il recente “overshoot” di prezzo ha confermato la data del picco sostanziale che ha drasticamente modificato il funzionamento del sistema mondo.
Cito Tremonti che dal suo osservatorio se né accorto benché egli non faccia collegamenti forti con il petrolio e l'energia come noi di ASPO: "la crisi economica internazionale non è solo recessione ma è una rottura nella linea di sviluppo".
Ma l’ASPO usando una lente di lettura principalmente energetica sulla evoluzione economica aveva previsto tempestivamente e correttamente il problema mentre gli economisti sono rimasti generalmente sorpresi e spiazzati dagli eventi.
Ora si vede un breve plateau di produzione del petrolio, sostenuto artificialmente dai prezzi stellari, ma anche questo era stato previsto da ASPO, poiché si è entrati nella zona di feedback prezzi/domanda che si manterrà in dinamica senza più raggiungere delle saturazioni (come i limiti imposti dall'OPEC) e questo fino alla fine. Quindi non saremo mai più in grado di capire se l'ammanco di produzione dipenderà, in prima istanza, dalla diminuzione di domanda o dalla produzione declinante.
Finora lo scenario di ASPO è ampiamente confermato e se cè qualcosa che mette in crisi i peak oilers è di non essere riusciti a comunicare sufficientemente la gravità della situazione, da parecchi anni c'è una diapositiva nella presentazione del sito ASPO Italia che mostra le vacche grasse e poi, dopo il picco, le vacche magre....
Il prezzo del petrolio oltre i 60$ (2005) al barile è insostenibile dalle economie dello sviluppo e della crescita, potrà esserci nuovamente sviluppo o crescita solo se il prezzo scendesse circa sotto i 40$ (2005) al barile.
L'unico interesse nello stabilire una data esatta per il peak oil, lo è per i modellisti, in modo da poter agganciare temporalmente i modelli matematici di previsione che altrimenti si potevano muovere avanti o indietro nel tempo di decadi.
Dai modelli comunque si ricava che 3 o 4 anni dopo il picco inizia la recessione, che dopo circa 8 anni avviene quello che chiamo il picco della sofferenza e che dopo 10 - 12 anni abbiamo il picco della popolazione, il tutto è inevitabile come la morte, poiché sono modelli spietatamente robusti che coinvolgono funzioni di grado 1+n che non lasciano scampo anche al variare lineare di qualche improbabile riserva energetica aggiuntiva. Il lavoro del Club di Roma ha essenzialmente fatto capire questo meccanismo.
Molti di noi hanno drammaticamente capito il reale significato dei dati, delle cifre e delle variabili coinvolte nei modelli, Luca Pardi ci ha descritto molto bene la sensazione, come un pugno nello stomaco, provocatogli da un semplice numero ovvero la percentuale globale di massa animale selvatica rispetto a quella umana e domestica, io sono stato particolarmente sconvolto dal grafico della popolazione che mi dice che gli olocausti del passato sembreranno delle innocenti goliardie rispetto a ciò a cui stiamo andando incontro a breve.
Ora sono in molti ad eccepire ad ASPO che il picco di tutti i combustibili liquidi non sembra ancora conclamato, come se fossero già in preda al panico e alla ricerca di una speranza.
La storia degli "all liquids" la conosciamo bene infatti i ragionamenti a cui ho aderito sono sempre stati basati sul concetto ancora più olistico di peak energy che include oltre che il petrolio anche il carbone, il gas naturale, il nucleare e le rinnovabili tradizionali, ciò nonostante, il drammatico risultato delle analisi non ha nessuna intenzione di dilazionarsi nel tempo.
Ma lasciatemi dire che a questo punto, la data e l'entità del "peak all liquids", può interessare solo agli astrologi o ai notai del guinness dei primati.
Nel mio lavoro quotidiano di capo tecnologo e progettista, mi sento spesso chiamato a difendere le cose che veramente contano dai costosi o mangia-tempo dettagli di secondaria importanza.
Se si normalizza la curva della disponibilità di energia:
o con le esportazioni effettive dei paesi produttori *
o con la popolazione (la famosa energia pro-capite)
o con l'autoconsumo della produzione energetica
o con il costo energetico della chimera del risparmio energetico **
o con il prezzo (produzione /prezzo) ***
o con gli effetti dei danni al clima (v. rapporto Stern)
o la si integra con il vero effetto e significato del debito, pubblico e non ***;
si può vedere che in ciascuna curva risultante, il picco dell'energia disponibile ce già stato ed è chiaro, lampante ed incolmabile. Gli inevitabili scontri sociali o i conflitti per le risorse sono come un'altra ipoteca di energia che peggiorano le cose, ovvero prima la distruzione di tessuti sociali o infrastrutturali poi il grande disagio delle popolazioni e forse alla fine un faticoso e costoso ripristino.
Se si è interessati alle implicazioni socio-economiche del picco si deve normalizzare la curva di disponibilità pesando e sommando tutti questi elementi contemporaneamente, ed allora ci si rende conto che è ridicolo disquisire ancora di opportunità o meno di un atteggiamento allarmista o catastrofista.
Anzi gli addetti ai lavori consapevoli che oggi si atteggiano da moderati, perchè nel tempo hanno probabilmente subito troppe umiliazioni, oggi diventano più dannosi di coloro che continuano a negare il problema energetico ****.
Quando non c'è l'unanimità di vedute su una questione che dovrebbe essere per sua natura deterministica come l'energia, per capire chi ha ragione basta affrontare il problema con la propria testa e con la calcolatrice, non ci può essere spazio alle opinioni personali o alle speranze.
Per quanto riguarda le nuove fonti rinnovabili, esse venivano considerate da molti voli pindarici per anime belle, sia prima dell'overshoot del prezzo del barile, che durante ed anche dopo, quindi la situazione mediamente è cambiata poco, anche se si è ulteriormente polarizzata tra detrattori e sostenitori. Fortunatamente tra i sostenitori “polarizzati” c'è anche chi è passato decisamente all'azione, e questa è la nostra ultima speranza di poter preservare parte della civiltà della comunità umana.
note
* Noi tutti abitiamo in una sorta di pollaio sovraffollato chiamato Europa e poco ci dovrebbe importare delle maniacali disquisizioni sulla precisione quantitativa e temporale del picco, quando ormai il picco sostanziale è conclamato ed il relativo danno è già avviato.
** Stiamo chiedendo tutti a gran voce di realizzare investimenti per le case passive mentre la gente le sta perdendo a causa dei mutui insostenibili, sembra la storia del pane e le brioches, e le aziende non sono certo messe meglio per poter pensare di ammodernare e razionalizzare energeticamente le produzioni. La cassa integrazione sembra per ora il presidio energeticamente più efficace.
*** Significativa anche perchè molta industria e le società civili hanno reagito ipotecando ulteriormente il futuro con importanti e scomposti investimenti a debito = "future energy claim". Consiglio di seguire il Crash course di Chris Martenson.
**** Mi hanno segnalato il film The Age of Stupid, mi sembra un titolo molto azzeccato per descrivere la nostra era. http://www.ageofstupid.net/
16 commenti:
Ottimo post, Massimo.
Opinione mia: la cassa integrazione, visto il ricorso sempre crescente cui si farà, si rivelerà per quello che è (come un V-Visitor): un grande BLACK HOLE che, dando ai sistemi l'impressione di poter trascinare quello che è sempre stato fatto, li costringerà a implodere
Con un commento così, se prima uno aveva le idee chiare sul picco, adesso nemmeno Heidegger potrebbe venirgli in aiuto... Consiglio di farlo sparire al più presto, prima che i dubbi sulla vulgata picchista ufficiale aumentino ;-)...
Senza offesa per l'autore, ma non riesco a capire perchè si debbano scrivere cose del genere, anche se se si dovessero rivelare vere. Non è costruttivo.
Il messaggio che passa è che conviene godersi la vita oggi, piuttosto che marcire domani, siccome la catastrofe sembra certa.
Non è un gran bel messaggio, sicuramente non aiuta.
Nessuno accetterà mai l'idea di dover morire di stenti tra 10 anni...
Fr@ncesco
@frank
La cassa integrazione è pagata dalle industrie, come se fosse un fondo di riserva. Se poi hanno mangiato anche quelli, questa è un altra storia.
@anonimo secondo
Salvarsi si può, basta semplicemente provvedere invece di chiudere gli occhi ! Esempio : Il millenium-bug e il buco dell'ozono erano problemi seri, provvedendo, il primo fece pochissimi danni e spesso ridicoli il secondo (che si dovrebbe dare più incisività) versa in condizioni di non pericolosità.
Ciao
Vorrei rispondere a Francesco parlando del mio caso: l'aver capito l'urgenza del problema così chiaramente espressa in questo blog ma a me nota già da diverso tempo mi sta portando non a vivere alla giornata ma al contrario a ripensare drasticamente la mia vita. Ho installato 3kWp di pannelli FV a casa e presto installerò un termocaminetto a legna ed i pannelli solari per l'acqua calda. Ho intenzione di ricomprare un'auto non appena esca qualcosa di valido nel settore delle auto ibride-elettriche. Sto praticamente investendo la maggior parte dei miei risparmi e del mio tempo libero in una sola direzione perchè bisogna sempre e assolutamente pensare al domani. Si prevede una grande crisi imminente a breve? Allora bene a sapersi vuol dire che bisogna prepararsi al peggio con tutte le nostre forze.Sto pure imparando a coltivare un orto... Io non mi arrendo.
Giacomo
Post "drammatico" non eccessivamente impegnativo per la mente della maggior parte degli internauti che dovessero capitare su questo sito ma lasciatemi dire che la frase "poiché sono modelli spietatamente robusti che coinvolgono funzioni di grado 1+n che non lasciano scampo anche al variare lineare di qualche improbabile riserva energetica aggiuntiva." mette a disagio chiunque non sia ferrato nella matematica di alto livello, cioè quasi tutti(me compreso).
A Giacomo dico che i provvedimenti da "singolo" non possono mettere al riparo nessuno dal caos di massa che potrebbe verificarsi tra qualche anno; ad anonimo dico che il buco dell'ozono ed il millenium bug non sono nemmeno lontanamente paragonabili agli effetti del picco.
Morale? Se non sono i Governi a muoversi incisivamente in direzione dei provvedimenti "attenua-crisi" sarà un disastro globale, questo è certo.
Paolo B.
Il problema dei picchisti è che molti sono malthusiani!
Non credono nella possibilità dell'essere umano di creare, con ingegno e lavoro, alternative al petrolio.
Eppure la storia dovrebbe dimostrare il contrario.
Vorrei parlare di equilibrio : se tua nonna con la minima si è comprata 50 anni fa il suo appartamento, e tu precario oggi non puoi, e sai anche che non avrai accesso ad un livello di cure sanitarie paragonabile al suo, è tempo di svegliarsi e riportare il sistema in equilibrio....Perchè il PD non aparla mai di equilibrio ?
Vedo che quando qualcuno dice le cose come stanno, le reazioni sono piuttosto negative. Beh, è sempre stato così dal tempo dei "Limiti dello Sviluppo". Però, chi insiste a voler ignorare la realtà ne soffrirà le conseguenze più di altri. Invece, quelli di voi che riescono a superare la reazione emotiva di rigetto hanno in mano una chiave di interpretazione di tutto quello che sta succedendo e di molte cose che succederanno. Fatene buon uso e, come dice Giacomo, non vi arrendete!
Il picco oltre a qual energia e altri magazine specializzati, adesso va anche sui quotidiani nazionali, su repubblica: http://www.repubblica.it/supplementi/af/2008/11/03/scienze/026noantri.html
paolomot
Riporto questo proverbio che lessi tempo addietro ma non so da dove viene:
“Chi non si sofferma a pensare a ciò che è lontano, soffrirà per quel che è vicino”.
Silvano Molfese
Bravo Giacomo che si attrezza, pur con le incertezze del domani. Molte persone che si attrezzano a Rinnovabile e autoproduzione = TEP in meno e guadagnamo tempo.
Correttissimo il ragionamento di Paolo. Su scala massiva a fare la differenza non saranno i pochi fortunati che hanno accesso a posizioni rurali, ma le politiche energetiche su scala città-metropoli. Nei palazzi - grattacieli i singoli non si attrezzeranno facilmente con pannelli, cucine solari e isolamenti passivi. Senza un intervento dello Stato sarà dura.
Per Fr@ncesco: si può essere più o meno ottimisti, in funzione di variabili difficilmente ponderabili, che vanno dal tipo di istruzione, il background familiare etc. Personalmente mi sento simile a Massimo Ippolito nell'approccio, ma nessuno di vuoi vuole disperare. La cosa difficile nella comunicazione è che spesso SI FA disperare (sabato scorso mi è stato detto che sono cinico :-) )
Può un paese come l'Italia che per l'energia dipende per il 90% dalle importazioni permettersi di far crescere la popolazione residente di 488.000 (ISTAT 07)abitanti all'anno? Fra dieci anni (quasi 5mln, un Veneto in +) col petrolio chissà a quali livelli di prezzo che succederà?
Ripeto, attenzione a predicare negatività, in periodi di forte crisi.
Chi ha un lavoro statale, come il vostro, rischia più degli altri
VA TUTTO BENISSIMO!
consumate, comprate, fate girare l'economia!
JAS
Mi associo all'ironia di JAS
NON VA UN C... BENE ed è anche per questo che c'è il nostro blog, come molti altri interessanti
Condividerlo e capirlo è CONDIZIONE NECESSARIA per fare azioni macro concertate. Ben venga il micro, le azioni "risparmiose" dei singoli non vanno giudicate nè derise, anzi vanno incoraggiate. Il micro è necessario per il macro, in più funge da esempio e può scatenare dinamiche imitative, accelerando i processi
;-)
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