giovedì, maggio 14, 2009

Notizie dal Territorio




created by Armando Boccone



Pietro e Virginie gestiscono un negozio di frutta e verdura a Bologna in Via Azzurra. Pietro è di origini calabresi mentre Virginie è di origini francesi. Qualche tempo fa si è liberato il locale a fianco del loro negozio; ne hanno acquisito subito la disponibilità e il 4 maggio hanno inaugurato la nuova apertura. Sapevo di questa inaugurazione perché il giorno prima, con la mia compagna, sono passato davanti ed ho visto Pietro indaffarato nel negozio e che metteva a posto le ultime cose. L’insegna del negozio è abbastanza chiara ma ho chiesto ugualmente informazioni. Pietro mi dice che verrà distribuito, in modo sfuso, latte fresco crudo e acqua dell’acquedotto preventivamente purificata. Mi dice pure che in questo modo si risparmierà moltissima plastica, moltissimo carburante che sarebbe stato necessario per la distribuzione tradizionale di quei prodotti e infine che si conseguirà un notevole risparmio economico per la clientela.
Il pomeriggio della giornata dell’inaugurazione decido di fare un “servizio” su questo avvenimento e mi reco al negozio.

Pietro, appena ha un po’ di tempo fra le informazioni che dà ai clienti, mi parla subito della distribuzione del latte. Dice che il latte viene fornito da un'azienda agricola-zootecnica di Lovoleto (località distante pochi km da Bologna). In questa azienda le mucche sono munte due volte al giorno: alle cinque di mattina e alle sette di sera. Appena dopo la prima mungitura (e appena il tempo che si raffreddi) il latte viene portato al distributore. Avverrà così ogni mattina. L’eventuale latte avanzato sarà ritirato dall’azienda e utilizzato per fare formaggi (è pur sempre latte munto il giorno prima e tenuto nelle condizioni ottimali di temperatura). Nel caso in cui durante la giornata finisse il latte della fornitura della mattina, l’azienda provvede con una seconda fornitura nella stessa giornata.
Mi ha stupito il modo in cui è organizzato questo servizio che è, senza esagerare, avveneristico. Nel distributore c’è un dispositivo (Pietro mi parla di gps, di satellitare, ma non sono molto pratico di queste cose) che comunica al cellulare dei titolari cinque parametri relativi al latte: tre riguardano i diversi livelli di scorta del prodotto, il quarto riguarda una eventuale situazione di black out e l’ultimo la situazione della temperatura. Gli stessi titolari possono venire a conoscenza di questi parametri interrogando questo dispositivo dai loro cellulari. Mi dicono inoltre che in caso di black out e di temperatura non idonea alla conservazione del latte viene automaticamente interrotta la sua erogazione.

Vicino al distributore del latte c’è un distributore di bottiglie vuote da 1 litro. Quelle di plastica sono vendute al prezzo di € 0,20 mentre quelle di vetro a € 0,50 l’una. Ovviamente è possibile riutilizzare molte volte queste bottiglie come pure è possibile che i clienti portino bottiglie proprie (seguendo l’accorgimento di usare bottiglie con l’imboccatura larga). Il prezzo di vendita è di 1 € al litro ma è possibile anche acquistarne ½ litro.
Per vedere se il prezzo sia conveniente (visto che non bevo latte) il giorno dopo chiedo ad una collega di ufficio, madre di tre bambine, il prezzo di vendita di un litro di latte praticato dai piccoli supermercati diffusi nella città. Mi dice che il prezzo di 1 litro di latte è di € 1,40-1,50 per cui il prezzo praticato da quell’esercizio è notevolmente conveniente.
Pietro mi dice che è in trattative con i titolari della stessa azienda per l’installazione di un distributore di formaggi freschi (come stracchino, squacquerone, ecc.), yogurt e latticini vari.

Quella della vendita sfusa del latte è una modalità di distribuzione che è esistita (se ricordo bene) fino agli anni sessanta. In seguito a norme di legge ciò dovette essere abbandonato e il latte, pastorizzato o sterilizzato, a breve o a lunga conservazione, cominciò ad essere venduto in strani contenitori chiamati tetrapak, fatti di cartone con una pellicola di plastica all’interno.

In seguito, Pietro mi fornisce altr informazioni relative alla distribuzione dell’acqua.
L'acqua dell’acquedotto è purificata con un processo di microfiltrazione. Viene fornita secondo quattro modalità: naturale a temperatura ambiente, naturale refrigerata, gasata refrigerata e leggermente gasata refrigerata. Le bottiglie di plastica con l’etichetta dell’azienda fornitrice (è una azienda di Ravenna) sono fornite ai clienti dal locale. Ne prendo una e la sottopongo ad una piccola sollecitazione con le dita e mi pare che sia un po’ più robusta delle comuni bottiglie di plastica. Pietro dice che si possono riutilizzare per un anno e dà indicazioni su come “igienizzarle” periodicamente sciacquandole con acqua e un pizzico di bicarbonato. Per questi primi giorni le bottiglie sono date in regalo mentre in seguito si pensa di farle pagare. E’ opportuno utilizzare solamente queste bottiglie per prendere l’acqua perché hanno la forma adatta per essere appoggiate sul supporto del distributore su cui devono essere posizionate per procedere correttamente al loro riempimento. L’acqua viene venduta a 7 centesimi al litro ma questo è un prezzo promozionale perché, a regime, il prezzo sarà compreso fra i 10 e i 15 centesimi. Sono previste delle cards a scalare fornite dall’azienda fornitrice per evitare che i clienti paghino volta per volta la fornitura.

Termino il “servizio” chiedendo a Pietro delle prospettive future sulla distribuzione sfusa di altri prodotti. Mi parla della possibilità di distribuire i detersivi e il vino.
Mentre per i detersivi la distribuzione sfusa sarebbe una cosa abbastanza nuova, per il vino non è mai stata persa la pratica della sua vendita sfusa con i recipienti forniti dal cliente; con il risparmio ottenuto dalla vendita sfusa sarà possibile vendere vino di una certa qualità a prezzo accettabile.

8 commenti:

vernetto ha detto...

fantastico. non per niente e´ a Bologna. In molte altre citta´ italiane lo avrebbero gambizzato a forza di burocrazia e costretto a chiudere. davvero avveniristico, tranne che le cose piu´ o meno funzionavano cosi´ 50 anni fa...gps a parte.

Frank Galvagno ha detto...

Quest'iniziativa privata fa da eco a quella del comune Capannori, descritta da Ugo sul blog NTE.

La dimostrazione che la razionalità e la ricerca di ciò che ha senso trascendono pubblico e privato, destra e sinistra, e ogni forma di categorizzazione

Anonimo ha detto...

Due giorni dopo questo "servizio" sono passato di nuovo dal negozio per chiede a Pietro (il titolare) come stesse andando. La risposta è stata: "Alla grande!"
Armando

cristiano ha detto...

Questa è la mappa dei distributori di latte alla spina in Italia e viene aggiornata molto frequentemente:

http://www.milkmaps.com/

Per esempio nell'ara di Bologna i distributori attivi sono al momento 63 (ma a mio parere ne mancano perché ne nascono ogni giorno), quelli con cui ho qualche contatto diretto sono molto soddisfatti.

È chiaro che il nord è al momento meglio servito del sud, ma questo modello sta crescendo molto rapidamente.

Unknown ha detto...

Confesso sinceramente di non capire questa passione per il latte crudo.

Cioè... certamente è comodo che ci sia, per certe preparazioni può essere utile, ma guardando in linea generale si ha che:

1. Va consumato immediatamente, che già dopo una giornata prende un retrogusto acidulo.

2. E' necessariamente intero, in un'epoca in cui si è in costante lotta al colesterolo.

3. Richiede continua refrigerazione, compreso nel distributore posto all'esterno e soleggiato (sarebbe interessante valutare l'efficienza di quegli apparati).

4. Se bollito per tenerlo un giorno in più, diventa dal sapore osceno.

5. Non è più economico: se si schivano le marche pubblicizzate il litro UHT parzialmente scremato si trova attorno l'euro - spesso molto meno.

6. Non è necessariamente a scarso chilometraggio, a meno di non abitare in campagna - e farsi venti km in auto per andare al distributore della centrale del latte nel bilancio impatta molto di più.


In sunto: certamente c'è minore spreco di contenitori (che sebbene siano oggi riciclabili non lo sono ad impatto zero), ma mi sembra che si tratti di una soluzione di nicchia, comodo solo in certe condizioni e dal bilancio energetico totale tutto da verificarsi.


Sinceramente credo che si possa fare molto sul fronte della vendita sfusa, ma che partire dall'elemento più delicato - un elemento facilmente deperibile e dalla delicata conservazione - non sia la cosa più furba.

dandaworld ha detto...

Salve, sono contenta di sapere che si aprono nuovi distributori, mentre sempre qui in Emilia-Romagna, se ne chiudono altrettanti per le vendite calate (il distributore dove mi servivo è uno di questi, purtroppo). Però rimango piuttosto perplessa di fronte alle osservazioni del commento prima del mio al quale provo ad aggiungere le mie, di osservazioni:

- Non è affatto vero che dopo un giorno il gusto del latte diventa acidulo, a meno che venga conservato male, e non è altrettanto vero che perde sapore se viene bollito, tutt'al più perde sostanze nutritive e vitamine;

- Il fatto che il latte sia intero non significa che contenga solo grassi, ma contiene tantissime proprietà con effetti benefici (forse sarebbe bene informarsi).

- La refrigerazione è necessaria, se si pensa al latte fresco (in vendita anche nei supermercati)... molti distributori non sono isolati ma interni ad ambienti di edifici... inoltre chi si pone il dubbio è più sicuro a comprare un latte conservato a temperatura ambiente in tetrapak, trasportato per migliaia di chilometri e conservato in chissà quali magazzini a chissà quali temperature?

- Il latte UHT ha molti meno nutrienti del latte di alta qualità ed è chiaro che costa meno, io, piuttosto, mi domanderei perché!

- Il latte dai distributori ha fatto sicuramente meno strada del latte confezionato e come si va al supermercato a fare la spesa in macchina è facile passare dal distributore... quindi perché no? Spesso chi ci va lo fa a piedi o in bicicletta!

- In ultimo dico che dobbiamo sempre guardarci da soluzioni che ci propinano come 'riciclabili' (chiedete ad esperti dove vanno le confezioni di cartone accoppiato!).

Grazie per aver ospitato la mia testimonianza.

Unknown ha detto...

Quella degli alimenti con più "nutrienti" ed "effetti benefici" è una storia che si sente ogni giorno su tutto e fa il paio con il vizio degli integratori alimentari. I nutrizionisti però ci raccontano un'altra storia, ovvero che con una alimentazione equilibrata e sufficientemente varia si ha ciò che serve senza andare esplicitamente a cercare qualcosa. Tutto ciò è ribadito anche da AltroConsumo, proprio seguendo il link riportato nella homepage di milksmap:

http://www.altroconsumo.it/latte-latticini-uova/verita-e-leggenda-s108472.htm

A ciò si aggiunga che in genere nostre diete sono carenti di vegetali, mentre sono per contro sovrabbondanti di alimenti di origine animale - in particolare dei grassi.

Quanto al sapore, ovviamente si tratta di una questione soggettiva. Per quanto mi riguarda quello del latte crudo è troppo forte e grasso (al limite dello stomachevole) già da appena munto, e più passano le ore meno mi piace. Se poi lo si porta ad ebollizione mi viene la nausea da una stanza all'altra, forse per traumi infantili. Chissà... forse sono abituato a sapori più tenui. Benissimo comunque se ad altri piace di più, ma darlo a priori come "più buono" è alquanto azzardato.

Per la refrigerazione mi riferivo esplicitamente come confronto al latte UHT, quello che di solito consumo: più che verosimile invece che la catena del freddo per quello fresco sia più dispendiosa dovendo arrivare al supermercato.

D'altra parte l'idea che qualcosa che costa meno sia necessariamente peggiore è ridicola; in realtà, proprio quando la differenza tra i prodotti finiti è principalmente in risorse impiegate per il trattamento (come il caso della refrigerazione), il costo economico può essere preso come buon indicatore dell'energia spesa.

E' poi un po' buffo presupporre che nel tragitto casa-supermercato ci sia un distributore del latte crudo. Come detto, può succedere ma non è certo scontato. Potrà sembrar strano ma non tutti hanno una stalla dietro casa.

Infine, trovo stucchevole andare nella dietrologia per andare contro alle altrui tesi. Qui a Bologna Hera ha fatto un accordo con Tetrapac e messo in esercizio una tecnica adatta per il riciclo (http://www.tiriciclo.it/hpm00.asp?IdCanale=4): se ingannano i cittadini saranno giornalismo e magistratura a stabilirlo. Per ora però non mi risultano denuncie in tal senso.

Per inciso, volendo proprio essere sospettosi io mi preoccuperei più degli *effettivi* controlli di qualità fatti da una generica stalla che a fine giornata trasforma ogni prova in ricotta...

Phitio ha detto...

Ma che storie, questa contro i distributori...

Hanno provato a mettere i bastoni tra le ruote ai distributori in molti modi, specie con denunce anonime che costringevano le USL a due o tre controlli al mese, se non uno alla settimana, ovviamente senza trovare nulla che non andava: ci sono normative molto severe sul trattamento del latte, non credo proprio che i venditori vogliano darsi la zappa sui piedi cone pratiche scorrette, visto quanto sono sotto tiro.

Aggiungo che la riduzione dei prezzi del latte fresco ho cominciato a vederla dopo la comparsa dei distributori automatici, chissà perche!

Il punto è che il latte fresco è un prodotto di base, come il pane, e la gente si reca quotidianamente ai negozi per prendere propio le cose di base: pane, latte e verdure.

Con un concorrente automatizzato, in grado di eliminare il passaggio dai negozi e supermercati (quindi con vantaggio dei produttori e dei clienti), un po' di attrazione verso la clientela è venuta meno!

Hanno dovuto moderare i prezzi per via della concorrenza (anatema in italia)!

Tanto che, dove vivo (a Bologna!) hanno installato un distributore automatico ALL INTERNO di un ipermercato vicino casa mia ( il Le Clerc di Via Larga, che ospita un supermercato SIDIS). Della serie, se non poi combatterli allora alleati a loro!

Questi distributori vendono latte intero fresco, non altro. Se non volete fare spesa tutti i giorni, se non vi piace il latte intero, allora comperate quello parzialmente scremato a lunga conservazione, e "buon pro vi faccia" come diceva Collodi.

Saluti