mercoledì, agosto 08, 2007

Riepilogo storico della produzione di energia in Italia


Il grafico qui accanto mostra in maniera esemplare l’andamento della produzione energetica in Italia e, per certi versi, ricostruisce la storia economica e sociale del nostro paese, dal mitico avvento dell’industria energetica nazionale, avviata agli inizi del secolo scorso con la costruzione delle grandi centrali idroelettriche che contribuirono alla prima modernizzazione del paese, fino all’espansione sempre più accentuata della produzione termoelettrica legata alla disponibilità sempre maggiore dei combustibili fossili e, in particolare, del petrolio, che coincise con il boom economico degli anni ‘60. E’ interessante rilevare come, fino a quella data, gran parte dell’energia elettrica nazionale fosse prodotta da una fonte rinnovabile, l’idroelettrico. Tale produzione è poi rimasta praticamente costante fino ai giorni nostri intorno a un valore di circa 50.000 Gwh. Si rilevano infine la breve stagione del nucleare a cavallo degli anni ’80 e la crescente dipendenza dalle importazioni di energia elettrica a partire dagli anni ’90.
Come proseguirà la curva nei prossimi cento anni, caratterizzati dal superamento del picco di produzione di tutti i combustibili fossili previsto da molti entro i prossimi trent’anni? E’ una domanda dalla cui risposta dipenderà la sorte delle future generazioni e l’evoluzione storica del nostro paese. Probabilmente la curva continuerà ancora a crescere per qualche anno, almeno fino a quando il metano, il carbone (spero di no) e le attuali fonti rinnovabili potranno sostituire la ridotta disponibilità di petrolio. Poi inizierà un lento declino che forse ci riporterà a delle condizioni economiche analoghe a quelle dei meravigliosi anni ’60, ma con un clima sociale molto meno euforico per il calo del benessere e dei consumi, che potrebbe preludere a involuzioni politiche e istituzionali. Oppure, il declino a un certo punto si arresterà a un livello più basso del massimo, in corrispondenza della scoperta di una tecnologia o di nuovi modi di produzione in grado di sfruttare le enormi potenzialità del sole e del vento, garantendo contemporaneamente disponibilità energetica e basso impatto ambientale. Ai posteri l’ardua sentenza.

11 commenti:

Anonimo ha detto...

La casalinga di Voghera qui presente nota subito una cosa: che la sola produzione idroelettrica nazionale ci consentirebbe uno stile di vita anni '50.
Finiscono quindi qui le mie preoccupazioni post peak. Bye bye.

:D

Anonimo ha detto...

@Debora

Popolazione 1950: 47.224.000
Popolazione 2006: 59.131.287
Differenza: 11.907.287 (+25%)

Facciamo stile anni '30/'40 ?

P.S. Complimenti per il tuo blog.

Anonimo ha detto...

@Debora e all'anonimo precedente

vogliamo aggiungerci che i residenti in Italia ormai da un pò di tempo crescono di circa 300.000 all'anno?

Dai facciamo stile inizio del '900

Terenzio Longobardi ha detto...

Sì, la maggiore popolazione dovrebbe retrodatare il "ritorno al passato". Però considera che il trend di bassa natalità in corso da più di trent'anni, solo parzialmente compensato dall'immigrazione, dovrebbe portare tra cinquant'anni intorno ai 50 milioni la popolazione italiana. Per il resto, sono d'accordo con te. Io non ho eccessive preoccupazioni per un ritorno ai magnifici anni '60, conservo ancora gelosamente oggetti di modernariato, film e canzoni di quel periodo. Purtroppo però difficilmente la storia si ripete.

Ciao. Terenzio

Anonimo ha detto...

Si ma non mi sembra così presuntuoso pensare che l'uomo possa inventare nanotecnologie rinnovabili...
i primi computer erano grandi come una stanza...
i pannelli solari del futuro grandi pochi centimetri pottrebbero avere la potenza di quelli di un metro...
Va benissimo la sobrietrà ma a volte mi sembra che alcuni auspichino un ritorno all'età della pietra!

Frank Galvagno ha detto...

@ Debbi

quello che scrivi emerge dal grafico, OK, ma tieni conto che:

l'idroelettrico (e poche altre rinnovabili) è cresciuto fino ai '50, poi si è stabilizzato, in un contesto di RICCHEZZA di combustibili fossili. Che hanno sostenuto IMPLEMENTAZIONE E MANUTENZIONE di impianti quali quelli idroelettrici. Gli ALTOFORNI spingevano alla grande!

Ho molta fiducia nelle rinnovabili, ma ho poca speranza in un ritorno completamente reversibile agli anni '50 o prima. Credo che il punto di arrivo per la stabilizzazione sia più "povero", sia per le cosiderazioni energetiche che per la popolosità.

Anonimo ha detto...

CI SIAMO DIMENTICATI DI ALTRI PROBLEMI SULL'IDROELETTRICO. LE MINORI PRECIPITAZIONI IN ALTA QUOTA E I CAMBIAMENTI CLIMATICI SICURAMENTE NON CONTRIBUIRANNO A MANTENERE IN FUTURO LA STESSA PRODUZIONE. FORSE SIAMO ARRIVATI AGLI ANNI 20.

Francesco Aliprandi ha detto...

I problemi dell'idroelettrico derivano dall'invecchiamento delle opere, più che da possibili cambiamenti climatici.

Purtroppo il calcestruzzo è tutt'altro che eterno. Ad esempio un fenomeno come la reazione alcali-aggregati, che comporta un'espansione del materiale posto in opera, si manifesta anche a decenni di distanza dalla costruzione e sta creando più di qualche preoccupazione.

Credo che il futuro del grande idroelettrico sia ancora da scrivere.

Terenzio Longobardi ha detto...

Rispondo a walterp. Forse nel paese di Lilliput si potranno ottenere pannelli di piccole dimensioni in grado di sviluppare grandi potenze. Purtroppo nel mondo reale quella solare è un'energia diffusa che richiede grandi superfici captanti. Ma il problema del fotovoltaico non è nemmeno questo, considerato che basterebbe coprire con pannelli solari circa il 2% del territorio italiano per soddisfare l'intera domanda di energia elettrica. Gli aspetti ancora critici sono quelli dei costi e dell'intermittenza della fonte in rapporto alla rete di trasmissione. Le nanotecnologie nella produzione del silicio, tuttora allo stadio di ricerca, possono invece contribuire ad aumentare l'efficienza di conversione dell'energia solare e quindi ridurre i costi.
Invece di avere un atteggiamento fideistico nei confronti della scienza, ti consiglio di approfondire la questione leggendo gli articoli scientifici sul fotovoltaico pubblicati sul sito di aspoitalia.

Terenzio Longobardi ha detto...

Un altro problema dell'idroelettrico è il progressivo interramento dei bacini idrici causato dal trasporto di materiali inerti da parte dei corsi d'acqua. A lungo andar i costi delle operazioni di scavo diventeranno insostenibili.

Anonimo ha detto...

Il guaio è che quando l'energia diminuirà i governi daranno la colpa al "qualcuno" con cui fare la guerra. Guerra = Diminuzione drastica della popolazione. Quando diminuirà la popolazione aumenterà la quota d'energia pro-capite fino al livello attuale.

Ciao