martedì, giugno 03, 2008

I rifiuti di Granada V - Il picco dei rifiuti

Il modesto sottoscritto (Ugo Bardi) fa la sua presentazione al convegno di Granada sui rifiuti


Oggi è stato il mio turno alla conferenza. Ho parlato del "picco dei rifiuti", (peak waste). E' il risultato di una ricerca che sto facendo da un po' di tempo dove cerco di applicare ai rifiuti gli stessi modelli che si usano per il petrolio. Il risultato è inequivocabile, stiamo piccando e non lo dicono solo i modelli: i dati sperimentali sono abbastanza chiari. L'Europa è già in declino in termini di produzione di rifiuti domestici, gli Stati Uniti sono sul loro picco dei rifiuti, l'Italia, come al solito in controtendenza su tutto, vede la propria produzione di rifiuti tuttora in rapido aumento, anche se con qualche tendenza a rallentare.

Non c'è gran che da stupirsi di questo risultato: in un mondo finito niente può continuare a crescere all'infinito; figuriamoci i rifiuti. L'economia mondiale è come un grande macchinario. Se ha meno carburante, comincia a girare più piano, e produce anche meno gas di scarico. Da questo, deduco che nel futuro avremo meno rifiuti e dovremo cominciare a deciderci a considerarli per quello che sono: ovvero una preziosa sorgente di materie prime che saremo sempre più in difficoltà a ottenere dalle sorgenti tradizionali. Ho detto nella mia presentazione che "we can't anymore waste our waste" che non riesco a tradurre esattamente in italiano, ma vuol dire che non possiamo più "sprecare i rifiuti".

L'accoglienza alla mia presentazione è stata abbastanza incoraggiante. Mentre parlavo, vedevo molta gente annuire, convinta. Qualcuno mi quardava come se fossi un marziano ma, dalle domande e dalle discussioni che ho avuto dopo, ho visto che il messaggio è senz'altro passato, a parte alcuni dei soliti impervi. Anche il chairman, che mi aveva fatto qualche domanda critica, è venuto fuori essere una bravissima persona, convinto della necessità di introdurre le energie rinnovabili e che era più che altro rimasto scioccato quando ha capito che il picco del petrolio - di cui ho anche parlato - rischia di causare una grave crisi alimentare nei paesi poveri.

C'erano state un altro paio di presentazioni dove facevano vedere previsioni sulla produzione dei rifiuti: poco più che estrapolazioni lineari. Brave persone questi, ma l'industria dei rifiuti è terribilmente indietro rispetto all'industria petrolifera. Quest'ultima è addirittura ossessionata dalle predizione del futuro mentre sembra che chi si occupa di rifiuti non sia particolarmente interessato a sapere che cosa si dovrà aspettare anche a soli pochi anni di distanza.

In sostanza, mi è parsa un'udienza molto ricettiva e interessata. Molto più sveglia dell'udienza media dei convegni sui rifiuti in Italia, dove anche ho presentato questi stessi risultati ma, il più delle volte, nella quasi totale indifferenza. La sessione di oggi mi conferma l'impressione che ho avuto fin dall'inizio di questa conferenza: Molta di questa gente, anche se non tutti, credono a quello che fanno e hanno una visione etica evoluta e apprezzabile. Molti ricercatori europei e nord-americani sono impegnati in collaborazioni con i paesi poveri, e ci sono molti rappresentanti anche dai paesi poveri. I problemi sono enormi dappertutto, ma forse i "poveri" sono partiti col piede giusto. Non potendo permettersi trattamenti hi-tech come i megainceneritori, riciclano al meglio possibile e nel contempo fanno ingegneria sociale cercando di aiutare le fasce più povere. Un giorno o l'altro ci troveremo a doverli rincorrere e ce lo saremo meritato.



L'articolo che ho presentato alla conferenza di Granada, scritto in collaborazione con Alessandro Lavacchi, lo potete trovare iscrivendovi al forum "nuove tecnologie energetiche" (link in alto a destra) e scaricandolo dalla sezione "file"




[I commentatori e i lettori che lo desiderano, possono inviare materiale che ritengono interessante per la discussione a franco.galvagno@gmail.com. Esso potrà essere rielaborato oppure pubblicato tal quale (nel caso di post già pronti), sempre con il riferimento dell'autore/contributore]

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Sono un grande curiosone ma penso comunque d'interpretare il desiderio di molti se dico che aspettiamo con grande interesse un eventuale aggiornamento, anche come post, sull'articolo del "picco dei rifiuti" già pubblicato il 9 maggio 2007. :D

Bricke ha detto...

Senza entrare troppo nel dettaglio mi piacerebbe capire da cosa è generato questo picco (immagino tutte le cose che elenco in seguito, ma in quale percentuale?)
- riduzione dei rifiuti dovuti ad un rallentamento del consumo
- riduzione dovuti a minori imballaggi
- riduzione dovuti ad un maggior recupero/riciclo

Grazie ;)

Ugo Bardi ha detto...

Bricke, delle tre cose, le prime due senz'altro. Non la terza perchè i rifiuti sono misurati come quantità prodotta, indipendentemente dal fatto che vengano riciclati o no. C'è una netta tendenza a ridurre peso e volume degli imballaggi; cosa che si accentuerà sicuramente nel prossimo futuro per via dei prezzi del petrolio. La riduzione dei consumi c'è anche quella, anche quella correlata ai prezzi del petrolio. In percentuale, non so dire; non abbiamo dati abbastanza dettagliati

Ugo Bardi ha detto...

Dario, l'articolo che abbiamo portato al convegno è disponibile fra i files di nuove tecnologie energetiche

Anonimo ha detto...

Ugo, non ho parole, comunque speriamo anche in Italia di raggiungere presto il picco dei rifiuti, ma per fare questo dobbiamo impegnarci tutti.

Bricke ha detto...

Grazie Ugo

Anonimo ha detto...

Grazie Ugo, preciso e puntuale come sempre.