giovedì, agosto 14, 2008

Un picco al giorno: Il doppio picco della Russia

(dati da ASPO)

Vedete qui sopra il doppio picco di produzione petrolifera della Russia; i dati per l'intera Unione Sovietica non sono molto diversi.

Il picco produttivo dell URSS/Russia è stato nel 1991, in corrisponenza col crollo dell'Unione Sovietica. Douglas Reynolds, economista americano, ha dimostrato che il picco ha preceduto il crollo. Ovvero, il crollo non può aver causato il picco ed è invece molto probabile che sia stato il picco a causare il crollo.

Re petrolio domina, come sempre, e i sistemi politici si adattano. La politica non crea petrolio, nonostante le chiacchere.

Il crollo della produzione petrolifera ha creato un decennio disastroso per la Russia. Ma i Russi hanno lavorato sodo e sono riusciti a risalire. Hanno sfrondato enormemente la loro mostruosa burocrazia, hanno ridotto le spese militari; investito pesantemente in nuova esplorazione e nuove attrezzature. Il risultato è stato che la produzione ha ricominciato a salire e l'economia ha ricominciato ad andare bene. Con i prezzi del petrolio alle stelle, la Russia ha incassato una fortuna in dollari che, in parte, ha utilizzato per ammodernare il proprio esercito. Oggi, la Russia si può permettere di fronteggiare la NATO ad armi pari nel Caucaso, come la vicenda della Georgia dimostra.

Si, però siamo oggi al secondo picco per la Russia. Lo shock sarà meno duro, dato che il secondo picco, al contrario del primo, arriva in un momento di alti prezzi sul mercato internazionale. Cosa farà la Russia? Tirerà la cinghia ancora di più per cercare di creare un terzo picco? Molto difficile e molto costoso.

Ma non bisogna mai sottovalutare i Russi. La Russia, a partire dal tempo di Alexander Nevsky che sconfisse i cavalieri teutonici, ha la caratteristica di rimettersi sempre in piedi anche a partire da situazioni che sembrano disperate. I Russi hanno una buona base tecnologica nucleare e, fra le altre cose, l'unico reattore a neutroni veloci funzionante al mondo e anche delle discrete riserve di uranio. Con queste risorse, possono probabilmente tamponare il secondo picco per un certo periodo. Allo stesso tempo, devono muoversi in fretta verso l'energia rinnovabile, finché gli rimane la ricchezza che viene dal petrolio. Non sembra abbiano ancora capito completamente il potenziale che ha l'energia rinnovabile in un paese vasto come la Russia. Ma ci stanno arrivando rapidamente.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Sono d'accordo con lei, caro Bardi, sia sull'ipotesi dell(e) crisi russe sia sulle potenzialità che ha questo paese per superarle.

La Russia poi dispone di un'altra grande risorsa: la vastità del territorio. Dunque, se volesse ipoteticamente sfruttare il rinnovabile solare, potrebbe compensare la bassa densità della radiazione solare(vista la latitudine) con una maggiore estensione di pannelli, o collettori o quel che si voglia.
Potrebbe realizzare cioé più facilmente un megaimpianto solare come quello ipotizzato nel famoso articolo apparso su Scientific American (anche se quello era nel deserto).

Oppure, magari meglio, un megaimpianto eolico, data la buona "densità di vento" delle aree nord della Russia.

Lei che ne pensa?
Saluti e buon lavoro,
Marco C.

massimo nicolazzi ha detto...

Giusto per contributo informativo (ma sono certo che l'informazione è nota) la Federazione Russa ha approvato con atto di governo dell'agosto 2003 la propria "strategia energetica" sino al 2020. Il documento è oggi per molti versi obsoleto, ma non è comunque mai stato emendato. Lo scenario di riferimento non prevede "secondi picchi". Lo scenario, pur assumendo una crescita produttiva continua sino al 2020, assume comunque per l'olio una produzione al 2020 ancora sensibilmente inferiore a quella del 1990; e solo di poco superiore a quella 1990 per il gas

Ugo Bardi ha detto...

Caro Massimo, il "secondo picco" è notizia recente del financial times; lo trovi a http://www.ft.com/cms/s/0/282adfd4-0a4c-11dd-b5b1-0000779fd2ac.html?nclick_check=1

Ovviamente, potrebbe essere una riduzione temporanea, ma io credo proprio che sia il picco previsto già da qualche anno. Nel 2003, ovviamente, I Russi non lo potevano sapere.

Ugo Bardi ha detto...

Per Marco C.; in effetti c'è una quantità quasi infinita di posto in Russia e questo può compensare per la minore insolazione. Mettendo pannelli o specchi nel Caucaso, possono fare delle cose egregie. I Russi, in effetti, non vanno mai sottovalutati!

Anonimo ha detto...

Il doppio picco non solo è importante, è di nuovo un dato rivoluzionario sulla teoria del picco.
In poche parole, tutti i discorsi fatti, possono tranquillamente decadere. Abbiamo la dimostrazione che fatto un picco, se ne può fare un altro!
Cosa significa? Che anche la produzione petrolifera può seguire dei cicli, così come l'economia.
Stiamo però trattando di un bene finito, d'accordo, ma i grafici non mentono e se la Russia ha fatto un doppio picco, non possiamo escludere che non ne faccia un terzo, o che non ne facciamo un secondo, anche più in alto, in Occidente.
Francesco

Ugo Bardi ha detto...

Caro Francesco, tutto giusto, ma considera il prezzo che la società Russa ha dovuto pagare per arrivare a questo secondo picco. 10 anni di sacrifici, di crollo economico, di degrado di tutta la società; non ultimo fattore il declino dell'aspettativa di vita dei russi. Tutto questo è stato il prezzo pagato per trovare le risorse necessarie per rivitalizzare la produzione.

Ne valeva la pena? Quasi certamente si, il secondo picco è stato una cosa buona. Ma il terzo picco costerebbe alla Russia dei sacrifici veramente troppo pesanti per poter essere anche immaginabili

Anonimo ha detto...

ho l'impressione che la fase discedente del primo picco sia troppo ripida,forse è dovuto alla crisi che non ha dato la possibilità di rallentarla o saturarla di consegunza è rimasta una capacità produttiva non usata (da considerare anche il miglioramento tecno. credo)ecco forse la ragione del secondo picco...altro che teoria della "campana" non valida , bisogna solo tener conto della geopolitica che può influezare la curva.