Adamo ed Eva cacciati dal paradiso terrestre, Masaccio.
Molta dell'opposizione al concetto che il riscaldamento globale sia causato dall'uomo è di origine politica e fa capo a quei gruppi economici che sarebbero danneggiati dai provvedimenti per ridurre il problema. In generale, questo tipo di opposizione si esprime attraverso considerazioni apparentemente scientifiche che cercano in qualche modo di smontare il quadro della situazione così come è sostenuto dalla stragrande maggioranza dei climatologi. Molte di queste considerazioni "scientifiche" non si rivelano tali a un esame approfondito, ma piuttosto combinazioni di bugie, verità parziali e offuscamento dei dati. Ma, comunque sia, vengono presentate come se lo fossero.
Esiste, tuttavia, un'opposizione che non ha nessuna pretesa di avere un fondamento scientifico; ovvero che il riscaldamento globale causato dall'uomo semplicemente non può esistere in quanto in contraddizione con la legge divina. Fra i vari esempi, uno recente è questo rapporto sul dibattito sul riscaldamento globale al meeting di Rimini di Comunione e Liberazione del 2008:
Dal Resto del Carlino, mercoledì 27 agosto (pg. 29)
A RIMINI SCIENZIATI FUORI DAL CORO
Uomo, sei troppo piccolo per distruggere il mondo
Il Meeting contro il catastrofismo ambientale
dall'inviato MASSIMO PANDOLFI
- RIMINI -
L' UOMO non è Dio. Ci si può mettere tutto l'impegno che si vuole, ma
il pianeta non l'abbiamo fatto noi. E neanche lo possiamo
distruggere. Il Meeting di Comunione e Liberazione smonta, con
numeri, mostre, testimonianze, libri e dibattiti, il catastrofismo
ambientale che va tanto di moda in questi anni.
Queste prime righe espongono un concetto che possiamo riassumere come: "Solo Dio poteva creare il mondo, solo Dio può distruggerlo". Questa posizione non la si trova soltanto in questo rapporto di Pandolfi, ma è abbastanza tipica di un certo atteggiamento a volte politico e a volte religioso. In certi ambienti della destra fondamentalista americana, per esempio, si considera blasfemo sostenere che il petrolio è una risorsa finita; sarebbe come porre limiti all'onnipotenza divina. Portato all'estremo, il concetto dice che non ci sarà tempo per l'uomo per far danni al pianeta o esaurire le risorse: l'apocalisse (o quello che alcuni chiamano "rapture") arriverà prima.
Partendo da questa posizione preconcetta, non c'è poi troppo da stupirsi che si riescano a trovare "numeri, mostre, testimonianze, libri e dibattiti" contro il "catastrofismo ambientale", pescandoli più o meno a caso dal grande calderone che è il negazionismo. Non varrebbe la pena mettersi a smontare riga per riga il pietoso articolo di Massimo Pandolfi (lo trovate in fondo) pieno di errori, inesattezze e assurdità. Oltretutto, credo non sia nemmeno fedele a quello che è stato veramente detto al meeting e alla mostra "atmosphera" al meeting di CL che, dalla descrizione che ne viene data, poteva anche essere una cosa seria.
Piuttosto, si tratta di confrontarsi con la posizione teologica sul riscaldamento globale. Se uno è convinto che Dio non permetterà all'uomo di surriscaldare il pianeta, non c'è nessuna argomentazione scientifica che potrà convincerlo del contrario. Ma è vero questo? O non è piuttosto questa una forma di pseudo-teologia, proprio come il negazionismo è una forma di pseudo-scienza?
Non pretendo di mettermi a fare il teologo, non è il mio mestiere. Mi limito pertanto a riportare qui la visione di alcuni che ne sanno certamente più di me e, altrettanto certamente, più di quelli che hanno ispirato Massimo Pandolfi nel suo rapporto dal meeting di CL.
Cominciamo col dire che la Chiesa Cattolica non ha preso una posizione sulla questione del cambiamento climatico. Per ora, si è limitata a delle discussioni dove è stato dato spazio anche a negazionisti di basso livello, come Zichichi. Tuttavia, è chiarissimo che la Chiesa NON avalla la teoria che l'uomo non può danneggiare il pianeta per ragioni teologiche, e nemmeno potrebbe farlo perché sarebbe una totale assurdità. Vediamo, per esempio, questi stralci dal testo del Cardinale Martino al convegno sui cambiamenti climatici organizzato nel 2007 dal Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, che possiamo prendere come rappresentativi dell'atteggiamento della Chiesa cattolica.
... a conclusione di questa mia breve introduzione, permettetemi di condividere con voi la lezione, molto pertinente e istruttiva, che ci viene dai primi capitoli della Bibbia dove si parla della creazione e del rapporto che deve avere l’uomo, con le sue molteplici attività con il creato. Nel disegno del Creatore, infatti, le realtà create, buone in se stesse, esistono in funzione dell’uomo. Creandolo a sua immagine e somiglianza, Egli vuole che “domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutte le bestie selvatiche e su tutti i rettili che strisciano sulla terra” (Gen 1,26). Lo stupore davanti al mistero della grandezza dell’uomo fa esclamare il salmista: “Che cosa è l’uomo perché te ne ricordi e il figlio dell’uomo perché te ne curi? Eppure l’hai fatto poco meno degli angeli, di gloria e di onore lo hai coronato; gli hai dato potere sulle opere delle tue mani, tutto hai posto sotto i suoi piedi” (Sal 8,5-7).
Il dominio dell’uomo sul creato, tuttavia, non deve essere un dominio dispotico e dissennato; al contrario, egli deve “coltivare e custodire” i beni creati da Dio. Beni che l’uomo ha ricevuti come un dono prezioso, posto dal Creatore sotto la sua responsabilità. La proibizione di mangiare “dell'albero della conoscenza del bene e del male” (Gen 2,17) ricorda all’uomo che egli ha ricevuto tutto come dono gratuito e che continua ad essere una creatura, e non sarà mai il Creatore. Il peccato dei nostri padri fu provocato proprio da questa tentazione: “diventereste come Dio” (Gen 3,5). Adamo ed Eva vollero avere il dominio assoluto su tutte le cose, senza sottomettersi alla volontà del Creatore. Da allora l’uomo dovrà trarre il cibo dal suolo con dolore e con il sudore del suo volto mangiare il pane (Gen 3,17-19). Coltivare per sviluppare l’uomo, tutto l’uomo e tutti gli uomini: questa è la grande sfida che abbiamo di fronte anche riflettendo sui cambiamenti climatici.
Quella di Martino è una posizione molto cauta e conservativa, ma in sostanza, il concetto che ci viene dalla Genesi è chiaro. Il paradiso terrestre fu dato ad Adamo ed Eva perché lo coltivassero e lo custodissero; non era una specie di Club Med dove tutto era gratis e non c'era da preoccuparsi di niente. L'uomo ha una responsabilità nei riguardi della creazione; fallire in questa responsabilità vuol dire, come minimo, essere cacciati via con una spada fiammeggiante.
Una posizione più specifica è espressa con grande chiarezza dal Vescovo Uhl di Friburgo, sempre nello stesso meeting, del quale riporto qualche stralcio tradotto (testo completo, in fondo).
La protezione del clima mondiale è una questione di giustiza. Ogni essere umano ha il diritto di vivere e di vivere bene. Per esercitare questo diritto, gli esseri umani hanno bisogno della loro parte di aria pura, acqua pulita, un posto dove vivere, un lavoro, un giusto compenso per il loro lavoro e sufficiente energia. Senza queste risorse di base che vengono dalla Terra, che sono necessarie per la vita, nessuno può beneficiare di altri diritti umani. A che serve la dignità all'essere umano che ha fame, freddo, o sete? Che valore ha il diritto alla vita per l'essere umano che perderà la sua base per l'esistenza attraverso la minaccia del cambiamento climatico globale?
Anche se la natura, come concetto generale, non può essere un'entità con dei diritti - questo è riservato agli esseri umani - è utile applicare il classico principio della legge naturale alla natura stessa. E' chiamato „Neminem laedere“ – non nuocere. Questo concetto si oppone a ogni uso improprio e alla distruzione insensata delle risorse naturali unicamente per lo scopo di produrre a basso costo e ottenere alti profitti. E' una violazione di questo principio che si verifica quando le centrali elettriche emettono polveri non filtrate e particelle inquinanti e l'energia così prodotta non è nemmeno utilizzata correttamente. E' una violazione di questo principio quando le automobili consumano troppo e la tecnologia disponibile per aumentare l'efficienza non viene utilizzata. E' una violazione di questo principio quando si continua ad aumentare il consumo di kerosene nel traffico aereo e le linee aeree sono premiate per questo spreco attraverso sgravi fiscali. Tutte queste emissioni aumentano l'effetto serra e causano danno a lungo termine al clima considerato come una risorsa naturale.
Uhl non potrebbe essere più chiaro nello specificare che la questione del riscaldamento globale non è soltanto nel rapporto fra uomo e Dio, ma anche fra gli esseri umani: è una questione di giustizia.
Credo che questo sia sufficiente per mostrare come la posizione religiosa sulla questione del riscaldamento globale sia articolata e ricca di spunti; ben lontana dal rozzo negazionismo di certi pseudo-teologi. E' vero che la posizione cristiana è umano-centrica e in questo differisce da certe posizioni che possiamo definere come "naturo-centriche". C'è chi vede la natura al servizio dell'uomo e chi la vede come un'entità indipendente sulla quale l'uomo non può accampare nessun diritto. Ma se non portiamo all'estremo nessuna di queste due posizioni possiamo arrivare a una via di mezzo che soddisfa tutti (e anche la natura). L'uomo fa parte della natura e ha una responsabilità nei riguardi di se stesso e della natura allo stesso tempo. Come avrebbero dovuto fare Adamo ed Eva con il paradiso terrestre, il nostro pianeta deve essere "custodito e coltivato", altrimenti qualcuno ci caccerà via con una spada fiammeggiante.
In sostanza, il riscaldamento globale non se ne andrà negandolo, non importa con quali scuse. Dobbiamo lavorarci sopra e non serve invocare Dio che rimetta a posto graziosamente quello che noi abbiamo rovinato. Non c'è bisogno di essere grandi teologi per sapere che Dio aiuta chi si aiuta.
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Nel seguito, l'articolo completo di Massimo Pandolfi sul meeting di CL a Rimini. Scansione gentilmente fornita da Massimo de Carlo.
Dal Resto del Carlino, mercoledì 27 agosto (pg. 29)
A RIMINI SCIENZIATI FUORI DAL CORO
Uomo, sei troppo piccolo per distruggere il mondo
Il Meeting contro il catastrofismo ambientale
dall'inviato MASSIMO PANDOLFI
- RIMINI -
L' UOMO non è Dio. Ci si può mettere tutto l'impegno che si vuole, ma
il pianeta non l'abbiamo fatto noi. E neanche lo possiamo
distruggere. Il Meeting di Comunione e Liberazione smonta, con
numeri, mostre, testimonianze, libri e dibattiti, il catastrofismo
ambientale che va tanto di moda in questi anni: l'effetto serra che
uccide la Terra; il caldo che avanza e che ci soffocherà; i
ghiacciai che si sciolgono; l'inquinamento; le polveri sottili; i
camini che fumano porcherie. Tutto ciò insomma che ha fatto dire allo
scienziato america-no Gregory D. Poster: «I disastri ambientali
provocati dai cambiamenti cli-matici minacciano il futuro dell'umanità
in misura enormemente più grave rispetto al terrorismo. Dal 1968
i gruppi eversivi hanno ucciso 24mila persone, ogni anno invece ne
muoiono 240mila per i danni del clima».
BALLE. O meglio: «C'è un mistero ultimo che determina le cose — dice
Alessandra Vitez, responsabile delle mostre del Meeting: una si
intitola 'Atmosphera. Realtà e miti dei cambiamenti climatici' —
l'uomo non è tutto». «La scienza, al momento, non è in grado di dare
vere risposte certe — aggiunge Marco Bersanelli, docente di
astrofisica, uno degli scienziati più in vista di CI — e quando vi
sentite dare risposte certe e sicure, non fidatevi: sono spesso
figlie di interessi e preconcetti».
INTENDIAMOCI: non è che i ciellini, fatta questa premessa, invitino
l'uomo a sgassare in auto oppure a continuare a scaricare a più non
posso rifiuti e industriali. Questo no. Però fanno capire a chiare
lettere che certe battaglie ed esasperazioni ambientaliste lasciano
il tempo che trovano. Valter Maggi è docente presso l'Università
Bicocca di Milano e responsabile del progetto che alcuni anni fa ha
perforato per 3mila metri e passa chilometri l'Antartide, per cercare
di avere informazioni da quelli che definisce gli 'archivi naturali'
del Pianeta. Dice: «II clima si muove. Già in tempi non sospetti, e
cioè quando l'uomo ancora non esisteva, la Terra ha subito mutazioni
importanti del clima». «La Groenlandia una volta era coperta da
foreste — aggiunge Elio Sindoni, direttore di Scienze e Ambiente
sempre alla Bicocca — e il Sahara era un giardino fiorito». Allora
l'uomo non viaggiava con auto inquinanti. Il Meeting di Rimini non si
limita alle chiacchiere. Prova anche a dare dei numeri e a sfatare
alcuni tabù.
I PIÙ SPASSOSI:
1)1 ghiacciai si stanno sciogliendo. Sì e no. Cioè: al polo nord sì,
ma al polo sud i ghiacciai si stanno in realtà allargando.
2) La Terra rischia di diventare una palla di fuoco? Beh, è vero che
negli ultimi cento anni la temperatu-ra è aumentata di circa 0,8
gradi; ma lo sapete che su Giove, negli ultimi quindici anni, il
termometro è invece salito di 7 gradi, da -200° a -193° ? Che ci
siano anche lì dei marziani inquinatori?
3) In quattro milioni di anni, ci sono stati momenti assai più
caldi e con una maggiore concentrazione di anidride carbonica; e
quattro milioni di anni fa noi mortali non eravamo forse neanche
nei pensieri di Dio o della cicogna.
4) Si dice che questo benedetto riscaldamento della Terra sia
causato dalle crescenti emissioni di CO2 prodotte dalle industrie,
però è stato dimostrato che l'uomo incide solo per l'l%.
5) Ogni giorno scompaiono dalla faccia della Terra 30 km di boschi,
ma in realtà le rilevazioni satellitari hanno mostrato che dal 1982
al 1999 le aree boschive sono aumentate del 6%. E allora?
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Segue il testo completo dell'intervento del Vescovo Uhl al convegno del Pontificio Consiglio per la Giustizia e la Pace.
Auxiliary Bishop Dr. Bernd Uhl Rome, 27. April 2007 Archdiocese of Freiburg, Germany
Global Climate Change and Catholic Social Teaching
Global climate change caused by human activities is a reality for which there is a broad consensus in the global scientific community. In the meantime those entrusted with political responsibility have come to realize that only a combined effort can reduce the long-term increases in average global temperatures and subsequent destructive results for nature and humanity. Climate protection has become a pivotal topic of national and international politics. During the past months the heads of state of China, USA, and Russia and also of states in the European Union have declared their willingness to reduce CO2 emissions.
I. Sacred Teaching Authority of the Church and Climate Change
1. Gaudium et Spes, the Pastoral Constitution on the Church in the Modern World (1965)
Climate change is one of the "signs of the times" affecting the Catholic Church as a global organization. The Catholic Church must take a stand on this present-day and urgent question. According the Second Vatican Council, the Church has the duty to scrutinize the signs of the times and to interpret them in the light of the Gospel (Gaudium et Spes 4). The Church shares the hopes and fears of humanity. Interestingly enough though, in this document where the challenges and problems burdening humankind are listed, the threat to the natural resources of this planet is not mentioned.
At that time, maintaining creation and protecting the climate were at most topics of only marginal interest in public discussions. In 1965 no one gave any thought to the possibility that emissions of greenhouse gases could have dramatic consequences for the Earth's atmosphere and thereby for human beings, animals, and plants. Gaudium et Spes is marked by a generally optimistic tone. However, the pastoral constitution is absolutely important for the further development of Church teaching. It encourages the Church to take on burning issues of the day. Church teaching can't only be interested in the timeless questions of theology; it also has to answer the current and urgent questions of the present day.
2. From Populorum Progessio (1967) to the Compendium of the Social Doctrine of the Church (2004)
This year we celebrate the 40th anniversary of the Pope Paul VI.'s encyclical Populorum Progressio, on the development of peoples. It is a milestone in the history of Catholic Social Teaching. The encyclical urgently demands international solidarity with respect to the development of peoples. Pope Paul VI. makes suggestions regarding just distribution of the goods of this world. "... the earth truly was created to provide man with the necessities of life and the tools for his own progress ... God intended the earth and everything in it for the use of all human beings and peoples ..." (No. 22) The created goods of this world (bona creata) are to benefit everyone. Many such goods are mentioned by name, including material goods and education. But here also things like air, water, or climate aren't expressly listed as common goods. At that time they were considered to be unendangered goods, which naturally would always be available in unlimited amounts. Their purity and distribution, and certainly the warming of the Earth's atmosphere, weren't a subject of discussion.
It wasn't until the many encyclicals and speeches of Pope John Paul II. that topics such as environment, ecology, gene technology, environmental pollution, biodiversity, protection of forests, atmosphere and biosphere, toxic waste, energy consumption, biotechnology, and other environmental topics emerged. In January of 1987 in an address to a study group at the Pontifical Academy of the Sciences the pope expressed the central idea: "Climate is a good that has to be protected." It is encouraging that the Compendium of the Social Doctrine of the Church has gathered and organized the scattered statements from papal teachings on the topic of protection of the environment. This shows that papal teachings were always commenting on questions of bioethics in public discussions and that these teachings were up to date. The Catechism of the Catholic Church (1993) speaks in general about the responsibility of human beings for creation. The seventh commandment enjoins respect for the integrity of creation making it therefore a religious duty to maintain the integrity of nature. Mineral resources, plants, and animals are to be put to wise and moderate use. Therefore it is certainly legitimate to include climate in its entirety, consisting of air, water, ocean currents, snow, ice, and surface land, in the definition of this duty. (No. 2415).
II. Basis of Sacred Church Teaching About Climate Protection
The Church's teaching on climate protection is nourished by two sources. Its reasoning is based on Biblical knowledge on the one hand and on social and philosophical principles on the other. This teaching is supported by arguments of theology and of natural law. Sacred Church teaching reaches inward to the members of the Church, but also outward into world opinion. The most important lines of argument with respect to protection of the environment and of climate are: Creation is good because it was made by God. Human beings have the responsibility to maintain it. There is such a thing as improper use of natural goods by human beings. Natural goods like water, air, and land belong to all people, but they aren't distributed in an equitable manner. The world community, the individual countries, and every individual have the duty to preserve the environment.
God's Creation
"We believe that the Earth is a gift from God … the cosmos displays the goodness, beauty and power of God". This is how the Australian Conference of Bishops' position paper on climate change begins1. This brochure is very well designed and directed at the general public. It explains the most essential aspects in a few sentences and lets pictures do the talking. This brochure can motivate people to see God's handiwork in creation.
According to Biblical teachings about the creation of the world (Genesis 1 and 2), the earth is a gift from God to human beings, who themselves are made in the image of God. Human beings are intertwined with nature as the summit of a step-by-step development. But they also stand in opposition to creation in order to form it and to use it. God looks at everything, which He has made and finds it "very good". (Genesis 1,31). This Biblical view of the cosmos and nature as God's creation has consequences for our way of thinking and speaking. It makes a crucial difference whether we talk about "creation" or about "environment", just as it makes a difference whether we speak of an "unborn child" or an "embryo". Use of language makes for a differentiation of values. "Environment" sounds neutral, less important, secondary. The word "creation" embodies value. It reminds us of God, the Creator of all things. Today however the concept "environment" may also be merely neutral technical terminology. It is used over and over again in proclamations of Catholic teaching as a matter of course.
Still, the concept of "environment" can also conceal a view of the world that wants to do without God, resulting in nature being seen and made absolute as the only creative quantity. Without a belief in God's creation, there is a danger that nature or the earth will be made into a god. Then human beings would have no counterpart; they would be nothing more than a result of nature. Radical ecological movements like ecocentralism can then go so far as to subordinate everything to the protection of nature and the environment. They demand radical measures of population control in order to reduce the numbers of human beings on earth in order to restore a natural balance. Pope John Paul II. criticized this view of the environment severely.
The Role of Human Beings in Protecting the Climate
Christian teaching about protection of the climate is based on a certain image of human beings. "For man, created to God's image, received a mandate to subject to himself the earth and all it contains, and to govern the world with justice and holiness … to relate himself and the totality of things to Him Who was to be acknowledged as the Lord and Creator of all ...3. Global Climate Change: A Plea for Dialogue, Prudence and the Common Good (2001), A Statement of the United States Conference of Catholic Bishops, speaks of human stewardship of God's creation.
Human beings have the freedom and the responsibility, and are called upon to use the gifts they have been given to protect human life and dignity, and to exercise their care for God's creation with intelligence and justice. Human beings have the capacity to transform and in a certain sense create the world through their own work and therefore should remind themselves that all things come from God's prior and original gift of the things that are4.
It contradicts this image of human beings when they exhaust the possibilities of natural resources. Human dominion over the Earth is not absolute and must not be practiced arbitrarily. The greatness of humanity consists of being good stewards of the natural goods of this Earth.
The Disturbed Relationship Between Human Beings and Creation
Human beings live from the fruits of the earth that nourish them, use the domestic animals that serve various purposes, exploit the mineral riches in the ground, and need water, energy, and air in order to live. There is a symbiosis between human beings and nature. Particularly in the culture of gardens you can sense the original harmony of nature and human beings. Many people take pleasure in their own garden and discover peace, quiet, and relaxation there. The parks and zoos in many cities of the world are also oases of quiet and islands of peace among human beings and between nature and human beings.
However, the dominating experience in dealings of human beings with nature is quite a different one. Often there was uncontrolled exploitation of nature. Forests were destroyed, bodies of water were polluted, the air was poisoned, oceans were over-fished, and land was contaminated. The threatening climate catastrophe is a result of inconsiderate and thoughtless consumption of natural resources. The original balance between human beings and nature, which God intended, as described to us in Genesis 1 and 2, has been destroyed by the hubris of human beings. Original sin described in Genesis 3 doesn't just have an effect on the relationship between God and human beings; it also affects the relationship of human beings to nature.
Pope John Paul II.'s encyclical Centesiums annus (1991) places the blame for the ecological crisis on the behavior of human beings who set themselves up in place of God and make arbitrary use of the earth, subjecting it without restraint to their will. Nature is then more tyrannized than governed by human beings who subsequently end up provoking a rebellion on the part of nature (No. 37). In this context, Pope John Paul II. speaks of "consumerism“, by which he means that human beings, alienated from God, deplete the goods of this Earth and even their own existence in an excessive and undisciplined manner.
"All have sinned" St. Paul observes in his Letter to the Romans (3,23). In this case, of course, he is talking about how the Jews don't have any advantage over the pagans when it comes to sin or redemption. However, in very dramatic images Paul describes how human beings have broken away from God's commandments. All are infected with original sin.
In dealings with God's creation, all also have sinned. Global climate change has its causes all over the world. All countries, peoples, and human beings on the earth share the responsibility for greenhouse gas emissions, for destruction of forests which absorb such gases. In the industrialized countries energy produced in power plants, industry production itself, and, above all, automobile traffic result in massive amounts of CO2 being expelled into the atmosphere. In countries of the southern hemisphere, forests are being cleared and burned exhaustively and progressively. At the very least, each and every one of us wastes energy because we use energy carelessly without paying attention to the consequences. Therefore it's pointless to seek individual guilty parties for global climate change and the ecological crisis. Sometimes it's Christianity, Communism, the United States, oil companies, or others who are accused. All share the responsibility to a greater or lesser extent; therefore all have to make their contribution to protecting the climate.
Protection of the Climate Is a Question of Justice
Protection of the world climate is a question of justice. Every human being has a right to live and to live well. To exercise this right, human beings need a share of the common goods of the world. Human beings have a right to pure air, clean drinking water, a place to live, work, a just compensation for this work, and sufficient supplies of energy. Without this basic supply of the goods of the Earth, which are necessary for life, none can avail themselves of other human rights. What good is human dignity for the human being who is starving, freezing or thirsting? What good is freedom for the human being who can't move away? What good is a right to life for the human being who will lose his basis for existence through the threatening global climate change?
One of the great accomplishments of Catholic Social Teaching and the papal encyclicals was to have pointed out the conflict between capital and work in the 19th century and to have shown ways to overcome or to moderate these contradictions. Catholic Social Teaching played a decisive role in overcoming radical and dictatorial solutions such as those offered by communism or liberalism. In many countries Catholic Social Teaching influenced legislation, political parties, and various social movements - I will limit myself to mentioning Christian trade unions and the International Kolping Society - and contributed to improving the social situation of workers. Catholic Social Teaching always emphasized the priority of human factors over capital. "People are in the center of our comments" is the express intention of Gaudium et Spes in its summary of Church teaching regarding the relationship between the Church and the world. Justice and peace for human beings are the goals of this pastoral constitution. Justice for creation was not yet a topic. That industrial production was carried out to the detriment of nature and that this continues yet today have only recently become dramatically clear. Justice for nature is the main demand of our time. We don't just need social management of the earth's goods; we also need ecological management.
Even if nature as a general concept can't be an entity endowed with rights - that is reserved for human beings - it is helpful to apply the classic principle of natural law to nature itself. It is called „Neminem laedere“ – Do no one any harm. This concept opposes every improper use and the senseless destruction of natural resources merely for the purpose of cheap production and high profits. It is a violation of this principle when power plants give off unfiltered soot and polluting particles and the energy produced isn't even used correctly. It is a violation of this principle when automobiles consume too much gasoline and available technology for fuel efficiency is not utilized. It is a violation of this principle when kerosene consumption in air traffic continues to increase, and the airlines are rewarded for this waste through tax breaks. All these emissions aggravate the greenhouse effect and cause long-term damage to the climate as a natural resource
Naturally nature can't be injured or suffer like an actual legal entity. The air doesn't care if it is four or eight degrees warmer. The cosmos and the earth have experienced much more extreme temperatures. As far as that goes, human beings can only "hurt" nature in a figurative sense. But by abusing nature, in the final analysis human beings damage themselves, because they are also a part of the ecosystem. Human beings damage themselves and present generations because global climate change is more and more noticeable in increasing heat waves, storms, and floods. But above all human beings damage future generations who will be increasingly impacted by the effects of global climate change. Human beings damage animals and plants. Our current lack of protection of the climate is a global and inter-generational problem of justice.
The Church understands itself as an advocate for justice. It - like Jesus Christ - champions the poor in a special way. Global climate change caused by human beings affects the poor in particular. The burdens of global climate change are distributed disproportionately. In particular, the poor countries of the southern hemisphere, which only made marginal contributions to global climate change, have difficulties in adjusting to the changes. The industrialized countries on the other hand, who were chiefly responsible for the emissions of greenhouse gases which damage the climate, can protect themselves from the consequences far better 5. The poorer and weaker the people are, the fewer the means they have to avoid the consequences of global climate change or to adjust to it or to remedy the damage already done. This is also true for entire regions of the world.
In comparison to the wealthy industrialized nations, the countries of the southern hemisphere as well as the Arctic and its neighboring countries are affected to a much greater extent. The consequences of global climate change drastically take their toll on people there, although their per capita contribution towards the causes of global climate change are still rather negligible. Much the same applies to the poorer populations groups in the more affluent countries. This is why it is a question of justice that the industrial, transformational, and emerging nations as well as the elites in the developing countries impose limits on their own "fossil development" and take on the main burden of imposing necessary measures for avoiding or at least mitigating worldwide use of fossil fuels as well as adapting to and to mastering these limits.
Measures for Protection of Climate
In a talk to participants of a physics symposium on December 18, 1982, Pope John II. pointed out the crucial role of energy generation and production for the further development of humanity. Energy production also has decisive significance with respect to protection of the climate and the goal of restricting the increase of the average temperature of the earth by the year 2050 to approximately 2° C. The pope refers to the necessity of identifying new sources of energy, developing alternative sources, and increasing the security levels of nuclear energy.
Reducing CO2 emissions from conventional power plants is missing in this catalog of measures. There is also no urgent appeal to save energy. However it isn't the duty of Church teaching to make technological suggestions. In the areas of politics and science, people know what has to be done to protect the climate. What is missing is a firm determination to do what is necessary and to do it together. Only a common effort of all countries, non-government organizations (NGO's), and every individual can prevent a climate catastrophe.
The Vocation of the Church With Respect To Climate Protection
According to the teachings of the Second Vatican Council, the holy people of God and the sacred teaching authority of the Church share also in Christ's prophetic office7. It is the task of this sacred teaching authority to appeal to human beings to repent and to warn them about the harmful repercussions of their actions. After the tower in Siloam collapsed and buried so many people under it, Jesus called to the people around him and said to them "If you do not repent, you will all perish as they did!" (Luke 13,5). Generally prophets don't see more than anyone else. However, prophets recognize facts and developments that others don't want to see because they just don't want to be bothered or are deliberately blind to them. Often people let themselves be controlled by their own self-interest.
The facts and circumstantial evidence of the threatening climate development are on the table for all to see. You just have to take notice of them and draw the logical conclusions. In its prophetic function, the Church as a global organization has the duty to make its faithful and all humanity aware of the scenarios threatening the future and, trusting in God, to motivate people to take the necessary steps toward repentance. In many countries the Church has a strong position as a moral institution enjoying high public trust. Through sermons and catechesis it reaches millions of people daily in churches, universities, schools, pre-schools, youth groups, and the mass media. The Church must strengthen and further develop its role as a global player with respect to protecting the climate. The Church will have to make contributions to protecting the climate in those countries where it owns many buildings, forests, plots of land, and vehicles. The Church should invest its money in companies which truly work for protection of the climate. They who demand protection of the climate must practice it themselves.
Summary and Recommendation
"Climate is a good that must be protected". This sentence from Pope John Paul II. is the crucial message of the sacred Church teaching about the problem of global climate change, whereby the Church places itself on the side of all those who are seriously concerned about the future of creation and humanity. In the meantime, at the level of the bishops' conferences there are numerous systematic and comprehensive papers and statements about the problems facing the climate. The Papal Council for Justice and Peace has gathered and organized the many statements of Pope John Paul II. on the topic of "protection of creation" in the Compendium of the Social Doctrine of the Church.
In conclusion if I could have one wish, it would be for a papal encyclical very soon dealing with the future of creation, thereby including protection of the climate. This would clearly point the direction for the position and the interests of the Catholic Church with respect to climate protection. All those in the Catholic Church who champion the cause of preservation of creation would be energized. World public opinion would take notice. Church teachings and pronouncements on the topic of global climate change are still pretty much scattered. They need to be reinforced, to be summarized, and to be made theologically accessible by way of the highest sacred teaching of the Church. The time has come.
Annotations
1 Climate Change; Our Responsibility to Sustain God’s Earth. Australia 2005.
2 Kompendium der Soziallehre der Kirche, Freiburg 2006, deutsch Nr. 463).
Compendium of the Social Doctrine of the Church
3 vgl. Gaudium et spes Nr. 34.
4 vgl. Johannes Paul II., Centesimus annus Nr. 37.
5 vgl. Der Klimawandel: Brennpunkt globaler, intergenerationeller und ökologischer
Gerechtigkeit. Deutsche Bischofskonferenz 2006.
6 Kompendium der Soziallehre der Kirche Nr. 470.
Compendium of the Social Doctrine of the Church
7 Lumen Gentium Nr. 12.
25 commenti:
Mi "sporco le mani" io per l'articolo di Pandolfi. Non sono un climatologo, per cui se qualcuno più del ramo mi vuole dare una mano ... :-)
1)1 ghiacciai si stanno sciogliendo. Sì e no. Cioè: al polo nord sì,
ma al polo sud i ghiacciai si stanno in realtà allargando.
-> Quali sono le sue fonti? Il GW è generalizzato e i ghiacciai polari e delle principali catene montuose sono dei formidabili termometri
2) La Terra rischia di diventare una palla di fuoco? Beh, è vero che negli ultimi cento anni la temperatura è aumentata di circa 0,8 gradi; ma lo sapete che su Giove, negli ultimi quindici anni, il termometro è invece salito di 7 gradi, da -200° a -193° ? Che ci
siano anche lì dei marziani inquinatori?
-> Quali sono le sue fonti circa il riscaldamento di Giove?
3) In quattro milioni di anni, ci sono stati momenti assai più
caldi e con una maggiore concentrazione di anidride carbonica; e quattro milioni di anni fa noi mortali non eravamo forse neanche nei pensieri di Dio o della cicogna.
Che ci siano state dinamiche oscillanti prima di un milione di anni fa non implica che nell'ultimo milione (dall'Uomo in poi) il fattore antropico sia trascurabile. Al contrario, gli studi dell'IPCC sostengono che è un fattore dominante.
4) Si dice che questo benedetto riscaldamento della Terra sia
causato dalle crescenti emissioni di CO2 prodotte dalle industrie,
però è stato dimostrato che l'uomo incide solo per l'l%.
Qual è la sua fonte dell' 1%?
5) Ogni giorno scompaiono dalla faccia della Terra 30 km di boschi,
ma in realtà le rilevazioni satellitari hanno mostrato che dal 1982
al 1999 le aree boschive sono aumentate del 6%. E allora?
Se si sente rassicurato da un 6% in più di foreste, complimenti per l'ottimismo. Se rimpiazzassimo il petrolio con il legno (in termini di energia termoelettrica equivalente), le foreste del mondo durerebbero qualche settimana.
Di spassoso, caro Pandolfi, non c'è proprio nulla, neppure lei riesce a divertire proprio a causa della serietà della materia :-(
L'uomo uccise l'uomo sin dall'inizio
(Caino uccise abele e quando il Signore gli chiese dove fosse mentì.)
Distruggere e mentire sono le cose che l'uomo sa fare meglio.
Io ho letto solo l'articolo di Pandolfi, quello in inglese no perchè ci vorebe molto più tempo visto che io con l'inglese ci litigo:-)
Spero che tutte le affermazioni di Pandolfi siano sue e non di Cl, altrimenti mi preoccuperei.
Neppure io sono un climatologo e magari anche le mie obbiezioni solo stupidate( se fossero boiate non abbiate paura a coreggermi)ma io mi dedico solo sul punto 2 poiche sugli altri Frank è già stato abbastanza esuadiente.
2)La Terra rischia di diventare una palla di fuoco? Beh, è vero che negli ultimi cento anni la temperatura è aumentata di circa 0,8 gradi; ma lo sapete che su Giove, negli ultimi quindici anni, il termometro è invece salito di 7 gradi, da -200° a -193° ? Che ci
siano anche lì dei marziani inquinatori?
->Io non saprei interpretare un garfico sul ciclo solare, non potrebbe essere a causa di esso che le temperature su giove si siano innalzate di 7°??
Inoltre a mio parere 15 anni, per un pianeta con un periodo di rivoluzione di 12 anni, è troppo poco per valutare l'andamento della temperatura poichè non si può confrontare la temperatura attuale con quella passata solo per un periodo di 3 anni poiche solo in quel periodo si hanno dati di temperatura correlati con la posizione dell'orbita.
Beh pandolfi non ha tutte lui le colpe basta leggere cosa dice un relatore dell'incontro prima che venisse fatto:
Prof. Sindoni: Non penso che genererà catastrofi, poiché abbiamo i mezzi per affrontare il problema. Può portare a spostamenti di massa delle popolazioni, come già avvenuto in passato; ovviamente il problema sarà più complesso che in passato. A mio parere le attività umane influenzano in maniera fortemente negativa le condizioni di vita a livello urbano. A livello globale non vi è certezza assoluta che ciò avvenga. La tassa è senza dubbio utile, perché in ogni caso è essenziale limitare al massimo l'utilizzo dei combustibili fossili.
Giornalista:L'effetto serra è una delle condizioni che permette la vita sulla Terra. Eppure da un paio di decenni questo fenomeno è presentato come una minaccia. Qual è il suo parere in proposito?
Prof. Sindoni: Che l'ignoranza, consapevole e quindi più colpevole, fa più danni dell'effetto serra antropico.
http://www.zenit.org/article-15126?l=italian
d'altra parte la Bibbia dice "Sole, fermati in Gàbaon e tu luna sulla valle di Aialon", ergo le teorie di Galilei sul moto della Terra sono fasulle. Quod erat demonstrandum.
(liberamente tratto da Vita di Galilei di Bertolt Brecht)
Franco, non vale la pena andare nei dettagli; è una roba questa di Pandolfi completamente senza capo ne coda. I Marziani su Giove, i "quattro milioni di anni" dove chiaramente intendeva dire quattro miliardi. I boschi che crescono, no diminuiscono; i ghiacciai si e no. Insomma sono cose che non puoi nemmeno criticare perché non sai che cosa volesse dire; probabilmente non lo sa nemmeno lui.
Per la prima volta nella STORIA i SAUDITI hanno aperto dal 20 agosto scorso il loro mercato azionario agli investitori esteri. Finora solo i locali potevano comprare le società saudite quotate.
Questo fa venire forti pensieri riguardo al petrolio!!!!
Nel gennaio 2007 il maggior investitore americano immobiliare, Sam Zell, vendette la sua società quotata a Blackstone per svariati miliari e gaurda caso da quel momento, più o meno, gli immobili cominciarono a scendere....
Ugo,secondo me, invece conviene andare nei dettagli nella critica perchè a noi sembra ovvio che sta dicendo boiate ma a un meno esperto potrebbe sembrare un articolo ben fatto, quindi per convicerlo bisogna spiegarlo nel dettaglio....
Al TG1 stasera hanno affrontato l'argomento dello scioglimento dei ghiacci, ora il passaggio a nord-ovest è libero con gran risparmio di tempo e denaro per i trasporti marittimi.
Inoltre hanno affermato che sotto i ghiacci che si stanno sciogliendo sono presenti il 25% dei giacimenti mondiali di gas e petrolio.
Non so se questi dati che hanno fornito sono veritieri, però mi viene il dubbio che per molte persone lo scioglimento dei ghiacci stia diventando un business energetico.
Teologi e filosofi sono sempre stati molto bravi a maneggiare l'imponderabile, diventano pericolosi quando vogliono interpretare la scienza secondo le loro convinzioni.
Evvabbé.... me ce provo....
C'è un errore. Il link:
http://www.blogger.com/www.lavoroeprevenzione.it/wp-content/uploads/2008/07/alp-al-meeting-2008-mostra-atmosphera.pdf
dovrebbe essere:
http://www.lavoroeprevenzione.it/wp-content/uploads/2008/07/alp-al-meeting-2008-mostra-atmosphera.pdf
...e anche molti altri link nel post hanno in testa per errore "www.blogger/"
Mi fa piacere che hai usato la stessa immagine della cacciata dal paradiso che usai per il mio breve saggio Senza potersi fermare dove analizzo le radici religiose, in particolare Cristiane, del disastro ambientale. Il senso di colpa collettivo e storico di questa immagine ha a mio parere molto a che fare con la situazione ambientale attuale.
La religione cristiana, dopo aver autorizzato gli esseri umani a utilizzare la natura per i propri scopi, dopo aver negato un rapporto con il divino su questa terra, dopo aver affermato che vi è stato un solo figlio di Dio e si chiamava Gesù, dopo aver detto che gli umani devono redimersi dal peccato originale tramite "azioni virtuose"... non mi stupisce che si sia trovata "la soluzione" di sfruttare le risorse del pianeta e produrre compulsivamente per uscire dalle contraddizioni interiori create da tali messaggi.
Potrei dare anch'io una mano citando qualche studio scientifico serio, se riesco a trovare un po' di tempo in giornata. Anche se mi sembra fatica sprecata...
Intanto vorrei ricordare che il nostro attuale Papa (le cui posizioni possono essere discutibili per vari aspetti) si è espresso più volte a favore della salvaguardia dell'ambiente e per una riconversione dell'attuale way of life dei paesi ricchi. Cito ad esempio:
"Ogni persona può e deve fare qualcosa per alleviare la fame adottando uno stile di vita e di consumo compatibile con la salvaguardia del creato".
"Per incidere su larga scala è necessario convertire il modello di sviluppo globale, lo richiedono ormai non solo lo scandalo della fame, ma anche le emergenze ambientali ed energetiche."
Certo preferirei che si esprimesse anche sulla sovrappopolazione del pianeta, ma sarebbe pretendere troppo...
Allora, ecco qualche studio interessante tanto per cominciare:
riguardo lo scioglimento dei ghiacciai antartici:
http://www.sciencedaily.com/releases/2008/01/
080123181952.htm
per le differenze tra Artide e Antartide:
http://www.noaanews.noaa.gov/stories2008/
20080502_arctic.html
su Giove:
http://www.skepticalscience.com/global-warming-on-jupiter.htm
sulla CO2:
http://www.sciencedaily.com/releases/2008/04/
080429095100.htm
...lo so che mi trovo in una situazione molto isolata, ma scrivo lo stesso. Da tempo considero un aspetto consistente nella questione cambiamenti climatici qualcosa che avverto nei nostri cieli. Potrei mandare documentazioni quotidiane dalla mia casa-torre ( che la provvidenza abbia voluto me come testimonianza in questo luogo così di ampie vedute....mi dicono che l'effetto sia il contrario).Prendere atto da qualche anno - e gli ultimi giorni sono una manifestazione impressionante -che il traffico aereo crea delle velature e coperture vastissime nuvolose e temperature alterate ( e non solo queste)... mi ha fatto fare indagini. Ho incontrato attraverso ricerche in tante parti del mondo -perché questo fenomeno è osservato su livello globale - soprattutto USA,Canada e Europa, ma ultimamente anche stati sudamericani ..la questione HAARP e Scalarweapon ... ma è possibile che questa realtà non viene mai nominata ed indagata? Saluti Maria
Ora i link dovrebbero essere a posto. Grazie per la segnalazione
Comunione e Liberazione fornisce il sostegno teorico a questo sistema economico in cambio di vantaggi materiali (vedasi sanita' lombarda). Niente di nuovo sotto al sole...
La teologia non c'entra un bel nulla.
Acc... proprio ora che la chiesa non è più contro il progresso rischia di passare male un'altra volta perché non è più di moda. Ma quando si aggiorneranno questi?
In un post precedente si dice bene come sia difficile fare previsioni quando si ha a che fare con sistemi complessi. Il clima è uno di questi ed è sbagliato dire che ora sappiamo come trattare questa complessità. Per cui sarà anche vero che le temperature sono aumentate negli ultimi 100 anni e che sussista una qualche correlazione con l'aumento delle emissioni di CO2 nell'atmosfera, ma poco di sicuro possiamo trarre dalle nostre analisi su cosa succederà in futuro. Pertanto, usare eccessiva ironia verso chi nutre seri dubbi sulla teoria del GW è quanto meno poco prudente.
(ps: in effetti ora si puo' dire di tutto, comprese le villanie, tanto chi ci sarà a verificare come sono andate le cose?)
Rispondo all'ultimo anonimo.
Anch'io 2 anni fa ero abbastanza "negazionista". Il mio però era solo un "sentore", una percezione secondo cui l'Uomo mai più avrebbe potuto influire sul clima in modo determinante.
Tuttavia, andando a leggermi qualche centinaio di pagine di IPCC, ho scoperto cose tutt'altro che stupide.
Su http://aspoitalia.blogspot.com/2008/08/larte-della-retorica-nel-dibattito-sul.html c'è un ottimo esempio di Ugo Bardi in cui si prevede che un certo ambiente si scalderà in un certo tempo dopo che si è accesa la stufa. Non importa sapere se la coordinata xyz avrà dopo 1 ora 16, 17.6 o 18.1 °C. Il modello non serve a questo.
Nella realtà complessa, con i modelli non abbiamo certezze ma scenari e proiezioni più o meno probabili.
Sarebbe bello che chi "nutre seri dubbi" mettesse da parte le sensazioni e argomentasse con modelli che ritiene più soddisfacenti. Questo purtroppo non si è mai avverato, il passaggio all'ideologia va da sè.
concordo con Frank. Aggiungo che i nuovi studi sembrano sempre più spesso mostrare quanto l'IPCC sia stato addirittura ottimista nel delineare gli scenari futuri. Vedi ad esempio:
http://www.ansa.it/ambiente/notizie/notiziari/
inquinamento/20080901183534720493.html
Ci sono molti scienziati e molti lavori scientifici che avanzano dubbi sull'attuale diffusa interpretazione del GW. Dire che tra gli scienziati climatologi c'è una visione unanime è sbagliato (cfr http://blogs.nature.com/climatefeedback/recent_contributors/hans_von_storch/).
Sull'affidabilità (o meno) dei modelli predittivi ha scritto anche il prof. Visconti (anche recentemente su le scienze).
ps. il termine negazionista, pur tra virgolette, è abbastanza offensivo
@ anonimo
Anche ammesso che il consenso non sia unanime, mi sembra che sia abbastanza ampio e autorevole:
http://en.wikipedia.org/wiki/Scientific_opinion_on_climate_change
A tal proposito segnalo anche le argomentazioni del prof. Holdren in un editoriale sul Boston Globe:
http://www.boston.com/bostonglobe/editorial_opinion/oped/articles/2008/08/04/convincing_the_climate_change_skeptics/
Riguardo al link che hai segnalato - e sorvolando sulla superficialità della prima parte -vorrei farti notare che il controverso 'hockey stick' è stato rivalutato proprio in questi giorni:
http://news.bbc.co.uk/1/hi/sci/tech/7592575.stm
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