Lo sbandierato ritorno al nucleare nel nostro paese è, come ha giustamente scritto Ugo Bardi, per ora solo una pia intenzione, tutta da dimostrare nella realtà. C’è però da chiedersi quali siano i motivi di questo clamore mediatico. A mio parere, essi risiedono completamente nella strategia politica di Berlusconi volta a mantenere il consenso degli elettori, dimostrando di prendere o dando l’impressione di prendere decisioni di governo, contro un mondo politico parolaio bloccato dai veti incrociati dei partiti. Egli si autorappresenta cioè come un deus ex machina in grado di risolvere i problemi degli italiani che, storicamente ed antropologicamente, sono particolarmente sensibili a queste suggestioni. Il presidente del Consiglio, è inutile negarlo, è uno straordinario “venditore di tappeti” e usa abilmente gli strumenti del marketing economico applicandoli alla politica. Ascolta il polso degli elettori con frequenti sondaggi e costruisce azioni di governo proprio sui temi più popolari. Non importa se tali provvedimenti siano efficaci, l’importante è l’effetto annuncio, che lascia a cittadini spesso poco e male informati dai mass media un’apparenza di efficacia dell’azione di governo. Così si spiegano il decreto “antifannulloni”, le “ronde antimmigrati”, la “Robin Tax” e via dicendo. E così si spiega la campagna mediatica sul nucleare tutta giocata sulle insicurezze energetiche degli italiani. Si può combattere questo modello di comunicazione politica? E’ molto difficile, perché Berlusconi possiede il controllo di gran parte dei mezzi d’informazione e perché le opposizioni politiche sono state finora poco efficaci e la stessa informazione indipendente sconta il difetto storico nel nostro paese di una scarsa cultura scientifica, l’unica in grado di smascherare le bufale che ci propina il governo, come quella del nucleare. Nel nostro piccolo, cerchiamo di fare un po’ di controinformazione. Qualche giorno fa, ho scritto una lettera al Direttore del giornale “Il Riformista”, noto sostenitore del ritorno al nucleare in Italia, che mi sembra rimanga attuale per confutare alcune delle certezze dei nuclearisti nostrani. Perciò ve la ripropongo.
Caro Antonio Polito,
a proposito del ritorno al nucleare in Italia, non si lasci ingannare dai dati forniti da chi ha interessi nel settore. Il vero costo di produzione dell'energia elettrica prodotta dal nucleare è molto superiore alle valutazioni ottimistiche che circolano in certi ambienti. Le consiglio la lettura di questo articolo di un esperto indipendente (è un'ottima analisi tecnica che si basa su un metodo certificato internazionalmente, ma può leggere le conclusioni che smascherano i trucchetti contabili dei nuclearisti)
In realtà è il libero mercato a frenare il rilancio del nucleare, visto che da anni quasi nessuno investe in questo settore. La costruzione della tanto sbandierata centrale finlandese si sta allontanando nel tempo e i costi aumentano, come scritto in questo articolo su Qualenergia: Certo, se lo Stato in Italia ci mettesse un bel pò di soldi il ritorno al nucleare si potrebbe anche fare. Ma io come lei sono liberista e la cosa francamente mi ripugna.
Infine Le propongo la lettura, all'indirizzo di un rapporto poco incoraggiante sulle disponibilità di uranio economicamente estraibile. Per inciso, attualmente le estrazioni di uranio coprono circa il 60% del fabbisogno, mentre l'altro 40% deriva dallo smantellamento dell'arsenale nucleare.
Distinti Saluti
Terenzio Longobardi
Caro Antonio Polito,
a proposito del ritorno al nucleare in Italia, non si lasci ingannare dai dati forniti da chi ha interessi nel settore. Il vero costo di produzione dell'energia elettrica prodotta dal nucleare è molto superiore alle valutazioni ottimistiche che circolano in certi ambienti. Le consiglio la lettura di questo articolo di un esperto indipendente (è un'ottima analisi tecnica che si basa su un metodo certificato internazionalmente, ma può leggere le conclusioni che smascherano i trucchetti contabili dei nuclearisti)
In realtà è il libero mercato a frenare il rilancio del nucleare, visto che da anni quasi nessuno investe in questo settore. La costruzione della tanto sbandierata centrale finlandese si sta allontanando nel tempo e i costi aumentano, come scritto in questo articolo su Qualenergia: Certo, se lo Stato in Italia ci mettesse un bel pò di soldi il ritorno al nucleare si potrebbe anche fare. Ma io come lei sono liberista e la cosa francamente mi ripugna.
Infine Le propongo la lettura, all'indirizzo di un rapporto poco incoraggiante sulle disponibilità di uranio economicamente estraibile. Per inciso, attualmente le estrazioni di uranio coprono circa il 60% del fabbisogno, mentre l'altro 40% deriva dallo smantellamento dell'arsenale nucleare.
Distinti Saluti
Terenzio Longobardi
9 commenti:
Un comune venditore di tappeti, ti frega una volta ma poi non ti frega più. Berlusconi va oltre, vende sempre lo stesso identico tappeto, e non so come riesce ogni volta a convincerti che è esattamente quello ciò di cui avrai ancora e ancora bisogno!
Saranno tutti per il nucleare, anche se costerà uno sproposito e fra 30 anni l'uranio manco lo si troverà più, posso assicurarlo, la gente è fatta così.
Ottima la lettera al giornale, un unico appunto.
Nell'articolo l'autore dice "Nel nostro piccolo, cerchiamo di fare un po’ di controinformazione."
Quella che fa ASPO non è controinformazione, è informazione e basta.
Se mai è quella che fanno le TV di Stato, di Mediaset, i giornalisti zerbini, quella sì che è controinformazione non essendo suffragata da dati reali.
Riprendiamoci il senso delle parole, ci hanno scippato pure quelle.
Parzialmente OT (ma non troppo):
Notate come sempre più spesso la postura del nostro Presidente del Consiglio presenti i caratteri tipici del primate dominante, tipo silverback, per intendersi (schiena inarcata all'indietro, petto in fuori, passo rigido, mento sollevato e mandibola serrata; frequente ostentazione dei denti). Non che io voglia atteggiarmi ad esperto, ma non credo sia del tutto fuori luogo affermare che quel che accade dentro (la testa) si vede anche da fuori. Qualche etologo potrebbe spiegarmi meglio quel che riesco solo ad intuire (magari sbagliando pure)?
pubblicitario&venditore di ''fumo''
http://www.youtube.com/watch?v=SCDXx6OIER8&feature=related
Un appunto sulla "centrale nucleare finlandese" che ci tocca sentire ogni volta che i sostenitori del nucleare sostengono la propria causa. Ma 'sta centrale è l'unica al mondo in costruzione? Se si, ci sarà pure un motivo perché è l'unica!!!
Se poi si pensa alle migliaia di pale per l'energia eolica che in tutto il mondo (a parte in Italia) si stanno costruendo, in silenzio...
Finchè non sarà offerta agli elettori una serie alternativa politica precisa e chiara, ma si continuerà a rincorrere Berlusconi sul piano della politica spettacolo e degli annunci (tipo la sparata sugli assegni a chi perde il lavoro) l'esito delle elezioni sarà sempre la vittoria del Centrodestra.
Ma un progetto politico alternativo è impossibile che nasca dall'attuale nomenklatura che domina il Centrosinistra.
Meno male che ieri sera la Letizzetto da Fazio ha stroncato a suo modo il nucleare...
L'atteggiamento elitario di superiorità culturale (presunto) e morale (inesistente) nei confronti di Berlusconi che sfocia sovente nella presa in giro spocchiosa ha portato la Sinistra a non farsi capire dalla gente comune (la quale capisce molto bene il linguaggio di Silvio) e sottovalutare costantemente le capacità di leadership, di motivatore, di organizzatore e di comunicatore di quest'uomo che a torto o ragione è riuscito a vincere le elezioni 3 volte e diventare altrettante volte presidente del consiglio.
Lester Brown, da "No Nuke".
"La prima cosa che guardiamo all' Earth Policy Institute dove studiamo diverse forme di energia alternativa è il calcolo economico... La gente chiede: dovremmo convertirci al nucleare, o tornare al nucleare? Credo che negli Stati Uniti nessuno comperi più un reattore nucleare da 29 anni ormai... il costo delle tariffe elettriche di una centrale nucleare dovrebbe comprendere i costi per lo smaltimento delle scorie, il costo di un'assicurazione contro incidenti nucleari, il costo di costruzione e di smantellamento dell'impianto. Negli Stati Uniti abbiamo scoperto che il costo di smantellamento di una centrale è superore al costo di costruzione. Quando consideriamo la totalità dei costi, una centrale nucleare non esce nemmeno dalla scatola di montaggio: semplicemente non è competitiva... Negli Stati Uniti abbiamo 103 centrali nucleari, tutte vecchie di almeno trent'anni. Non esiste ancora una struttura di stoccaggio dei rifiuti permanente. Ma abbiamo investito 90 miliardi di dollari nello sviluppo di una struttura sotto lo Yucca, in Nevada... E' un investimento di un miliardo di dollari a centrale, è straordinariamente costoso... Quello che cercano di fare gli operatori è scaricare i costi sui governi e quindi sulle tasse dei contribuenti. Perchè sanno che se dovessero inserire i costi nelle bollette dell'elettricità, i consumatori non lo accetterebbero..."
http://www.studiodelzotto.eu/documenti/080403WNSR2007-IT-Fin.pdf
Mi pare molto interessante, soprattutto i capitoli su Francia e Finlandia
JAS
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