sabato, giugno 07, 2008

Calabria: il clima al tempo della “Regia Sila”




created by Silvano Molfese







Sila Piccola, loc. Pantano, 26 gennaio 2008 a circa 1.250 m di altitudine.




Forse nessuno guardando questa foto della Sila direbbe che siamo in pieno inverno, poco prima dei “giorni della merla”, eppure l’immagine risale al 26 gennaio di quest’anno. (Ci troviamo a circa 1.250 m sul livello del mare verso le undici nella Sila Piccola in loc. Pantano, comune di Taverna, Catanzaro).

Una testimonianza sul clima della Sila, risalente alla fine del 18° secolo, si trova nella relazione che Zurlo fece per i Borboni (“Dello Stato della Regia Sila liquidato nel 1790 da Giuseppe Zurlo Giudice della Gran Corte della Vicaria” Napoli – dalla Stamperia Nazionale, 1862).

Nel primo volume, comincia con la “Descrizione geografica della Regia Sila”
“ …La stagione de’ bei giorni vi ha cortissima durata, perché comincia dopo il mese di giugno, ed a guisa della terra situata sotto i tropici quella delle nevi succede dopo la metà di settembre. Da quella parte dell’anno in poi le nubi tirate dal sole dal grembo de’ due mari Jonio verso Levante, e Tirreno verso Ponente, e spinte con violenza da venti contro le montagne medesime, si aprono e si sciolgono in piogge accompagnate da frequenti tempeste, in guisa, che dopo le prime acque si veggono subito per la rigidezza del clima ricoperte di neve.”


(Il libro mi è stato segnalato da A. Scalise, agronomo.)

Lo scrittore Corrado Alvaro ne “La Calabria – Libro sussidiario di cultura regionale” scritto nel 1925, (Carabba Editore) riporta tra i proverbi del mese di novembre due detti che fanno riferimento al clima locale: “Per San Clemente (23 novembre) il verno mette un dente” “Per Santa Caterina (25 novembre) la neve alla collina”. Più avanti, quando Alvaro descrive il paesaggio di dicembre si legge: “ Il tempo è divenuto rigido; sui monti ha già nevicato. Arrivano nella pianura folate di neve.”

Ed infine per fugare ogni dubbio dovrebbe bastare quello che scrisse Norman Douglas, reduce da viaggi effettuati in Calabria tra il 1907 ed il 1911.
Nel libro “Vecchia Calabria”, nella descrizione della Grande Sila, Douglas scrive: “L’aria di queste alture è vibrata e pungente: qualche anno fa, in cima al Monte Nero nell’ultima settimana di agosto, non riuscimmo a far sciogliere al sole un blocco di neve offertoci da un pastore quale contributo al nostro pasto.”
(Questi ultimi due testi me li ha indicati il perito agrario M. Rizzo).

I tre Autori citati, osservatori attendibili e qualificati, riportano testimonianze concordanti sul clima della Sila tra la fine del ‘700 ed i primi decenni del ‘900.
Pertanto dal confronto tra il clima riscontrato fino ai primi decenni del XX secolo e quello che verifichiamo empiricamente negli ultimi anni, possiamo sicuramente affermare che c’è stato un palpabile cambiamento climatico.



Sila Piccola, loc. Roseto: la neve rimasta si trova all’ombra dei pini.


Per fortuna nevica ancora un po’ ma la poca neve caduta si scioglie molto presto.
Sono accademiche le preoccupazioni relative ai cambiamenti climatici in atto?
Meno neve vuol dire meno acqua per il terreno e quindi minore disponibilità per le sorgenti, per le piante e … per noi esseri umani.


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3 commenti:

Frank Galvagno ha detto...

Il rialzo dello zero termico colpisce anche la Sila ...

Anonimo ha detto...

tengo a sottolineare che di riferimenti climatici nella letteratura ce ne sono molti, e in tutte le direzioni. Diceva tal Leopardi (nei Pensieri) vedendo il riscaldamento globale ai tempi suoi:

“è manifesto per isperienza, e per ragioni naturali, che la civiltà degli uomini venendo innanzi, rende l’aria, ne’ paesi abitati da essi, di giorno in giorno più mite”

“un secolo e mezzo addietro, [il] Magalotti [.] nelle Lettere familiari scriveva: ‘egli è pur certo che l’ordine antico delle stagioni par che vada pervertendosi. Qui in Italia è voce e querela comune, che i mezzi tempi non vi son più; e in questo smarrimento di confini, non vi è dubbio che il freddo acquista terreno.’”

grazie comunque del detto riportato da Corrado Alvaro. Lo aggiungero' alla mia collezione

La Normalita’ del Tempo Fuori Stagione

stefano ha detto...

quello che è preoccupante è sopratutto la sparizione di molte figure bariche; in Calabria il freddo lo porta l'anticilone russo-siberiano, il vero assente di quest'ultimo ventennio..
i segnali del cambiamento ci sono..nonostante i negazionisti macinino sempre tesi 'tranquillizzanti' quasi a ragguagliarci sulle doti di madre natura, eterna 'bilanciatrice' degli enventi..speriamo che abbiano ragione loro..