Il blog di ASPO-Italia, sezione italiana dell'associazione internazionale per lo studio del picco del petrolio e del gas (ASPO)
mercoledì, giugno 04, 2008
I rifiuti di Granada VII - la cucina atomica del Dr. Anilir
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Ugo Bardi
La prima impressione che ho avuto di Serkan Anilir si può descrivere con le classiche parole "questo è matto da legare". In effetti, a sentire il suo progetto è difficile pensarla altrimenti. E' partito con l'idea di un piccolo inceneritore sotto il lavello della cucina (!!). Poi manda la CO2 che si forma a un reattore che la fa interagire con idrogeno creato da un elettrolizzatore alimentato dal generatore connesso all'inceneritore. Poi ha trovato il modo di connettere il tutto a un sistema idroponico che produce anche insalata. Mi aspettavo da un momento all'altro che dicesse che c'era anche un piccolo reattore nucleare nel WC o da qualche parte. Non l'ha detto, ma c'è andato vicino quando ha menzionato la De Lorean del film "Ritorno al Futuro" come sua fonte di ispirazione.
Bene, chiaramente Anilir ha esagerato, però io credo che, passato il primo shock, quello che sta facendo vada valutato con attenzione; soprattutto per il suo valore innovativo.
Non tutto quello che è innovativo deve per forza essere meglio di quello che non lo è. Però, in un mondo come il nostro, che cambia a una velocità pazzesca, se non riusciamo a innovare siamo condannati. Questo è un concetto particolarmente importante per quanto riguarda la questione dei rifiuti dove sto notando sempre di più la tremenda resistenza che c'è in tutti i settori contro l'innovazione.
Vedete, per me quello dei rifiuti è un mondo piuttosto nuovo. Io sono abituato a lavorare nel campo dell'energia. Con l'energia, se hai qualcosa di appena un po' innovativo, industrie e istituzioni te lo strappano letteralmente dalle mani. Nei rifiuti, se hai l'idea del secolo, il massimo che ottieni da assessori e gestori è un'occhiata distratta e un "oh-hum". Ho sentito a un convegno il rappresentante di un azienda nazionale di gestione dire che sui rifiuti "non si deve fare ricerca" perché "poi le cose non funzionano" (lo giuro, ha detto proprio così).
Ci sono delle ragioni per questo differente comportamento e credo di averle identificate. Quello dell'energia è un mondo competitivo dove valgono, più o meno, le regole del mercato. Se hai una trappola per topi migliore di quella dei tuoi concorrenti, il mercato è tuo. Non sempre è così, ma nel complesso la regola vale. Ma, nel campo dei rifiuti, non c'è un vero è proprio mercato. Ci sono le amministrazioni locali che, in teoria, dovrebbero cercare di scegliere le soluzioni migliori per conto dei cittadini. Nella pratica, esiste sempre il rischio che i membri di dette istituzioni si mettano daccordo con le aziende che gesticono i rifiuti non in funzione del benessere dei cittadini ma del proprio benessere personale. In sostanza, il mercato non se lo piglia chi ha la trappola per topi migliore, ma chi da una mazzetta al funzionario che sceglie quali trappole comprare.
Ne consegue che la migliore gestione dei rifiuti, e anche la più innovativa, la dovremmo trovare dove c'è la miglior qualità della pubblica amministrazione. Ora, se da noi ci lamentiamo tanto dei nostri amministratori, evidentemente qualche ragione c'è e io sospetto che questo sia il motivo per il quale i rifiuti sono ammistrati così male da noi. In contrasto, dovremmo vedere la buona gestione dove le strutture amministrative sono tradizionalmente di buona qualità.
Il paese che ha probabilmente la migliore pubblica amministrazione al mondo è il Giappone, questo ve lo posso dire anche perché ci ho vissuto per un certo periodo. Laggiù, con la densità di gente che c'è, se fanno uno sbaglio nella gestione dei rifiuti è un disastro, altro che Napoli!! In effetti, però, se andate a Tokyo, di rifiuti non ne vedrete nemmeno traccia; non ci sono nemmeno i cassonetti lungo le strade. E' tutto raccolta condominiale e domiciliare; tutto viene raccolto, riciclato, compostato e incenerito localmente, tipicamente sotto il parco pubblico di quartiere. Sono evolutissimi e soltanto in Giappone potreste trovare un progetto nominato "super eco-town" riferito a Tokyo. E indovinate da dove viene lo studio del prof Serkan Anilir? Dall'università di Tokyo!
La società giapponese, in effetti, è una società fortemente favorevole all'innovazione tecnologica. Sono abbastanza sicuro che se il direttore di una società che gestisce i rifiuti dicesse pubblicamente che non bisogna fare ricerca perché poi le cose non funzionano, beh, credo che lo darebbero al cuoco del Teppan-Yaki, quello col coltellaccio, per farne un arrosto a fettine.
Ripeto che l'innovazione non è di per se il miracolo infallibile, ma certamente, in Italia, sapere che si tolgono i soldi alla ricerca scientifica per finanziare il buco del bilancio dell'Alitalia non ci da molta fiducia nel nostro futuro. Con la crisi dei rifiuti, ci stiamo dimostrando incapaci di innovare; sembra che siamo solo capaci di imporre con la forza soluzioni obsolete.
Fatte le dovute proporzioni e correzioni, invece, la cucina atomica del Dr. Alanir potrebbe essere una buona sorgente di ispirazione anche per cose come la crisi di Napoli. Certo, non possiamo mettere un inceneritore sotto ogni lavello, ma l'idea di incoraggiare i cittadini a rendersi responsabili eautonomi nei riguardi dei loro rifiuti è quella giusta.
Potete leggere una descrizione del lavoro di Serkan Alanir in questo articolo. Tokyo me la ricordo come la città più pulita che abbia mai visto in tutta la vita. Trovate qui una descrizione delle politiche di gestione e trattamento dei rifiuti a Tokyo
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5 commenti:
[...]Nella pratica, esiste sempre il rischio che i membri di dette istituzioni si mettano d'accordo con le aziende che gestiscono i rifiuti non in funzione del benessere dei cittadini ma del proprio benessere personale.[...]
Bardi, mi scusi, ma lei ha vissuto un po' troppo all'estero, non sa che l'Italia è anni luce avanti al resto del mondo, altroché la De Lorean!
Non lo sa chi hanno fatto responsabile per risolvere il problema rifiuti a Napoli? Bertolaso.
Ma non è quello che c'era due anni fa e poi ha gettato la spugna... già, appunto.
Comunque grazie per i suoi resoconti, molto interessanti e stimolanti.
Bertolaso due anni fa ha gettato la spugna perchè preso a sassate da gente cui avrebbe dovuto risolvere qualche problemino. Francamente non capisco perchè poi abbia accettato questo nuovo incarico.
Mimmo.
Credo che fondamentali per la soluzione di un problema siano la conoscenza del problema e la moralità di chi se ne occupa. In giappone i funzionari dello sato si suicidano se solo sospettati di comportamenti immorali.
Leggendo tutti questi interessanti resoconti (dei quali ringrazio il Prof.Bardi) mi sorge una domanda: ma c'era qualche politico o almeno qualcuno da essi incaricato ad ascoltare? No perche' ho appena visto un video dove una certa faccia di bronzo "finto giovane dai capelli bianchi" esperto in "casini" insisteva su inceneritori e nucleare nonostante Rubbia in persona cercasse di fargli capire che non sarebbero soluzioni praticabili....
Davide
Il convegno era molto tecnico e non c'è niente di male nel fatto che i politici non ci fossero. Quelli che c'erano erano forse in maggioranza universitari, ma c'era anche una presenza sostanziale di agenzie e industrie di gestione e trattamento di rifiuti. Dall'Italia era il 100% università. Non una delle tante aziende che gestiscono rifiuti da noi si era sentita in dovere di mandare un rappresentante a sentire cosa si diceva al convegno
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