Il blog di ASPO-Italia, sezione italiana dell'associazione internazionale per lo studio del picco del petrolio e del gas (ASPO)
giovedì, dicembre 21, 2006
Il futuro che ci aspetta: fumoso
Posted by
Ugo Bardi
Ah, l'ecologia! Oh, l'energia rinnovabile! La meraviglia di essere in armonia con la natura, di non distruggere risorse preziose, di non contribuire al riscaldamento globale..... Non è bello? Cosa puoi volere di più che scaldarti con una risorsa rinnovabile che la natura ti mette così abbondantemente a disposizione, il legno...... Si, il legno, risorsa naturale, non senti già il profumo della resina, il fascino della fiamma, il rumore antico dello scoppiettio dei tizzoni.....?
Piccolo problema: il fumo. Se l'articolo che segue dal New York times ci da un'idea del futuro "ecologico" che ci aspetta, siamo messi male davvero. Immaginatevi che ognuno dei vostri vicini abbia una bella caldaia a legna. Stiamo freschi; enfisema garantito per tutti, e anche di peggio per la profusione di nanoparticelle emesse. Da noi va di moda più che altro il "cippato" e, in teoria, se la caldaia è ben progettata, le cose dovrebbero andare meglio che con questi pestilenziali "boilers" americani. Ma non vi aspettate miracoli. Il futuro rimane fumoso. Come vedete dall'immagine di seguito, anche il cippato (pellets) inquina molto di più del gas o del petrolio.
E notate che in America c'è abbondanza di legna; se in Europa volessimo veramente scaldarci a legna, le varie colline e montagne somiglierebbero rapidamente al monte Calvario dei vangeli.
Vedi anche il sito "come eliminare l'inquinamento da fumo di legna" da cui sono prese le immagini riportate qui
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Dal NY Times
Wood Boilers Cut Heating Bills. The Rub? Secondhand Smoke.
Published: December 18, 2006
Their owners proudly proclaim that they reduce dependence on foreign oil — and save thousands of dollars on heating bills each year.
Michelle V. Agins/The New York Times
Peter Muller of Stony Point, N.Y., swears by his boiler. “Now I have a renewable energy source,” he says, “and people are complaining.”
Joseph Tumidajewicz, top, of Chicopee, Mass., has pictures of a neighbor’s boiler. “You can feel your face getting instantly dirty,” he says.
Neighbors say that they create smoke so thick that children cannot play outside, and that it seeps into homes, irritating eyes and throats and leaving a foul stench.
They have spawned a rash of lawsuits and local ordinances across the country. A report last year by the New York attorney general’s office found that they produce as much particle pollution in an hour as 45 cars or 2 heavy-duty diesel trucks.
The devices, outdoor wood-fired boilers, originally invented to heat farmhouses, are now a fast-growing alternative energy fad — and, depending on whom you ask, the latest suburban scourge. Scientists studying the boilers’ environmental fallout estimate their numbers have doubled in the last two years, to about 150,000 nationwide.
A growing body of research about the toxins spewed by the boilers — namely carcinogens and lung-clogging particulate matter — has prompted campaigns around the country to limit their use.
And next month, the Environmental Protection Agency expects to issue guidelines for states to follow in regulating the use of wood boilers. The industry, too, is working with the agency on new standards for boilers.
“These machines sound good when you buy them, but look at all the health problems you cause,” said Edward J. Nowak, who is suing his former neighbor in Chicopee, Mass., for creating a “public nuisance” by installing a boiler in his backyard.
“We taped our windows up with plastic, and we tried to be a nice neighbor, but it just got to the point where it was impossible,” said Mr. Nowak, who is retired. He said he had to move because of the constant smoke.
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6 commenti:
post veramente interessante dott. Bardi
l'ho linkato su Blogeko
http://www.blogeko.info/index.php/2006/12/20/pellet_ecologici_fumo_inquinamento
se ne ha voglia la invito a rispondere ai quesiti che i lettori mi hanno posto
saluti
Ohimé, spero ora che con il mio post non mi tirerò dietro l'ira funesta dei produttori di pellet e di stufe a pellet.
Comunque per non rimanere sul vago, alcuni dati sulle emissioni da pellet si trovano a
"Biomass and Bioenergy 27 (2004) 557–561
Chimney emissions from small-scale burning of pellets Kjallstrand, Olsson" - se qualcuno ne vuole una copia mi scriva a bardi@unifi.it
Da questi dati, si evince che le stufe a pellet sono migliori in termini di emissioni dei sistemi che bruciano legna direttamente. Le emissioni, tuttavia, non sono nulle e sono quasi certamente molto superiori a quelle di un riscaldamento a metano, come del resto è chiaro dal grafico che ho fatto vedere sul mio blog (questo non per dir bene del metano, del quale siamo comunque a corto)
E' difficile dire che cosa succederebbe se tutti passassero al riscaldamento a pellet. Ho un po' il dubbio che non sarebbe cosa buona per i polmoni della gente. Comunque la produzione di pellet ragionevolmente possibile è enormemente inferiore a quelle che sarebbero le necessità. Insomma, ci sono un sacco di problemi che fanno si che i pellet non siano una vera soluzione. Il problema grosso sarebbe se, in un emergenza da metano mancante, la gente si mettesse a bruciare gambe di seggiola o cose del genere. Meglio non pensarci.
Saluti
UB
Sono Bricke di Ecoblog.
Ho riportato il tuo post qui:
http://www.ecoblog.it/post/2501/pellet-in-fumo
Qualcuno mi chiede di quali emissioni si parla. Ti va di scrivere un commento mettendo qualche dato? Grazie.
In realtà questo articolo parte da presupposti ahimè totalmente sbagliati. Si considera il CO2 come un veleno quando in realtà è un gas presente naturalmente in atmosfera e che viene utilizzato dalle stesse piante nella fotosintesi. Ora il problema non è tanto mettere a confronto le emissioni dei vari combustibili, ma andare ad indagare quali sono i cicli che si creano con emissione e riassorbimento del CO2.
Il petrolio, il gas naturale e il carbone (da miniera) sono combustibili fossili, creatisi cioè dall'accumulo, in millenni di anni, di sostanze organiche. L'emissione di CO2 causato dalla combustione di questi fossili, non è naturale, perchè rimette nell'atmosfera gas accumulatosi in troppo tempo, e quindi non riassorbibile in tempi brevi. La combustione del legno invece appartiene ad un ciclo del tutto naturale. Le piante assorbono CO2 dall'atmosfera, con la fotosintesi producono carboidrati, metabolizzandone quindi il carbonio che con la combustione (o in alternativa con la demolizione della pianta morta) ritorna all'atmosfera, per essere riassorbita dalle nuove piante. Il tutto in un ciclo naturale in cui la stessa quantità di carbonio che viene emessa, viene anche riassorbita dalle piante.
La ringrazio per intiresnuyu iformatsiyu
imparato molto
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