mercoledì, settembre 17, 2008

Quanto pesa la speculazione

Dopo aver raggiunto quasi i 150 dollari al barile, il prezzo del petrolio è precipitato rapidamente, ed è valutato in questi giorni intorno ai 90 dollari al barile.
Queste colossali oscillazioni verso l’alto o verso il basso dei prezzi, rischiano però di allontanarci dall’osservazione della tendenza di fondo che, come ho rilevato in passato, rimane orientata alla crescita. In quest’ottica, la curva tendenziale rappresenterebbe il riflesso dei fondamentali dell’economia, rapporto domanda – offerta, costi di produzione ecc., le oscillazioni sarebbero dovute agli effetti della speculazione finanziaria. Tra cui si possono annoverare, come sottolineato in un articolo di Oil Drum, anche quelli connessi alla recente, tremenda crisi “Lehman Brothers”.

Molti commentatori nei mesi scorsi hanno sottolineato in vario modo l’influenza della speculazione nella formazione dei prezzi petroliferi. Segnalo a tale proposito un articolo apparso sull’inserto “Affari e Finanza” di Repubblica dell’8 settembre scorso, dal titolo “Petrolio, non c’è stata solo la speculazione” che riporta in maniera chiara e comprensibile i risultati di uno studio interessante dell’ABI sul rapporto tra prezzi spot (relativi agli scambi effettivi di petrolio) e future (relativi a impegni futuri di compravendita di petrolio) nel mercato mondiale dei prodotti petroliferi. Il rapporto, senza sottovalutare il ruolo della speculazione, sembra escluderne un peso determinante nella formazione dei prezzi.
Per una comprensione del meccanismo che lega i prezzi spot a quelli future, segnalo infine anche questo articolo di Ugo Bardi, tratto dal sito di Aspoitalia.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Colgo l'occasione per allegare una dichiarazione dell'ad dell'ENI Paolo Scaroni e riportato da Repubblica del 14 settembre scorso:

PETROLIO: SCARONI, DISPONIBILITA' PER PROSSIMI 80 ANNI
"Dovremmo avere petrolio per i prossimi 80 anni. Sono tanti ma anche pochi". E' quanto ha dichiarato l'ad di Eni, Paolo Scaroni, nel suo intervento al Meeting di Confesercenti. "Da quando e' iniziata l'era del petrolio e cioe' da fine '800 a oggi - ha spiegato il manager - sono stati consumati 1.000 miliardi di barili di petrolio complessivi. Le riserve dovrebbero essere 6.000 miliardi, quindi sei volte di piu'. Di conseguenza dovremmo avere petrolio per altri 80 anni. Questo ci spinge a trovare delle soluzioni perche' oggi non si puo' vivere senza petrolio e quindi e' necessario pensare ad alternative". In questo senso le rinnovabili non danno le garanzie necessarie: "Queste sono 40-50 anni lontane da essere un'alternativa vera e rappresentano oggi solo l'1% dei consumi mondiali - ha evidenziato Scaroni - per sostituire il petrolio con le rinnovabili sono necessari salti tecnologici colossali che non danno garanzie. Non rappresentano la soluzione al petrolio domani ma dovranno esserlo dopodomani ed Eni sta lavorando in questo senso".
(Repubblica, 14/09/2008).

Altro che speculazione, sembra che navigheremo nell'oro nero per altri 80 anni.

Valdo