sabato, agosto 25, 2007

La grana kazaka


Arriva dal "sole 24ore" un comunicato sulla situazione di Kashagan e dell'ENI che dice che tutto va bene, tutto è sotto controllo. Eppure la situazione sembra preoccupante.

Dice Scaroni che Kashagan è un "super-supergigante", il che mi sembra un pochino esagerare con i termini "super." Kashagan è la vera sagra delle esagerazioni. Si era partiti anni fa parlando di 50 miliardi di barili e più, ora sul sito dell'Agip KCO leggo 13 miliardi di barili, ma attenzione, barili "potenzialmente estraibili," e solo "con l'uso di tecniche di reiniezione di gas." 13 miliardi di barili sono tanti, ma con questo "potenzialmente" appiccicato, si rimane un po' perplessi.

La storia della faccenda Kashagan è tormentata e piena di false speranze e illusioni, come potete leggere in questo articoletto che ho scritto due anni fa. Da allora, le cose non sono tanto migliorate, apparentemente. Sul forum "Petrolio" è arrivato un commento non lusinghiero da parte di qualcuno che lavora all'estrazione nella zona. Secondo il commento, errori tecnici, incompetenza e incapacità manageriale hanno creato un vero disastro di cui ora si pagano le conseguenze.

Non è chiaro come andranno a finire le cose per l'ENI, che aveva puntato moltissimo sul Caspio. Comunque, è un'ulteriore evidenza che i tempi delle vacche grasse del petrolio sono finiti.


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Sole 24ore

24 agosto 2007

Eni, per Kashagan si rinegozia da lunedì l'accordo sulla produzione

L'Eni lavora intensamente alla grana kazaka e
spera di chiudere «nel più breve termine
possibile» la rinegoziazione del contratto di
sfruttamento del maxi-giacimento di Kashagan, sul
Mar Caspio, il più grande scoperto nel mondo negli ultimi anni.

I negoziati tra il consorzio AgipKco capitanato
dall'Eni (che comprende Shell, Exxon Mobil e
ConocoPhillips, Total, la giapponese Inpex e
KazMunaiGas, compagnia petrolifera di Stato) e
l'autorità della ex repubblica sovietica guidata
dal presidente Nursultan Nazarbayev, fresco di
plebiscito alle recenti elezioni, partiranno
lunedì con un gruppo di lavoro tecnico e
dureranno al massimo due mesi. Ne ha parlato al
Meeting di Rimini l'amministratore delegato del
cane a sei zampe, Paolo Scaroni, dopo che nei
giorni scorsi il ruolo di capofila dell'Eni nel
consorzio di compagnie petrolifere impegnate nel
progetto kazako era stato messo in forse a causa
dei ritardi nell'avvio delle operazioni di
sfruttamento (1,3-1,5 milioni di barili al giorno
dal 2010), reso difficile da condizioni ambientali particolarmente complesse.

«Sono fiducioso - ha detto il top manager - che
nel quadro dei rapporti eccellenti con le
autorità kazake si troverà al più presto una
composizione amichevole». Scaroni andrà in
Kazakhstan dopo il 4 settembre per prendere
contatti con il nuovo esecutivo insediato dopo il
voto del 18 agosto. Poi sarà la volta delle
visaita ufficiale del presidente del Consiglio,
Romani Prodi. «Sono sorpreso - ha commentato
Scaroni - quando leggo indiscrezioni di stampa
sulla revisione dell'ipotesi di raddoppio delle
royalties al 15-20 per cento. Sento parlare di
cose che non esistono, nessuno di noi ha mai
ipotizzato cose del genere. A Kashagan non siamo
in regime di royalties, ma di Psa, cioè di production share agreement».

Scaroni ha spiegato, quindi, che in primo luogo
c'è da riconsiderare «il prezzo del petrolio, che
era di 20 dollari al barile e si ipotizzava
arrivasse a 35 mentre ora è a 65-70 dollari, e
gli scenari di lungo termine sono di prezzi
elevati. È necessaria quindi una ritaratura del
contratto». Come conseguenza e come secondo
parametro, ha proseguito Scaroni, «gli
investimenti, che sono aumentati da 10 a 19
miliardi di dollari». L'ad dell'Eni ha tenuto a
sottolineare che il giacimento di Kashagan «è un
super-super gigante e le opportunità che si aprono sono colossali».

<..>
(Al.An.)


...

6 commenti:

Francesco Aliprandi ha detto...

Tutto come previsto, insomma. Sono curioso di sapere se riusciranno mai a tirarne fuori qualcosa.

Una segnalazione: il link all'articolo sulla febbre del Caspio non funziona.

Frank Galvagno ha detto...

non vorrei fare errori da pallottoliere, ma 10 MLD di barili diviso 85 MLN di fabbisogno giornaliero modiale fanno +5 mesi [...]

Ugo Bardi ha detto...

Grazie per la segalazione del link che non funziona. Ora dovrebbe funzionare. A proposito del pallottoliere, infatti, ogni anno si consumano circa 25 miliardi di barili. i 13 "potenziali" miliardi di barili del Caspio, fanno sei mesi o giù di li.

Anonimo ha detto...

Il fenomeno lo ha spiegato in modo accessibile a tutti (l'ho capito perfino io!) A. Bartlett su http://www.hawaii.gov/dbedt/ert/symposium/bartlett/bartlett.html . Effettivamente un giacimento da 13 miliardi di barili **è** un giacimento enorme. Qualche decennio fa sarebbe durato un bel po' d'anni. Oggi solo cinque mesi, perché nel frattempo sono lievitate le esigenze. Sbaglio? E' un concetto semplice, eppure in molti (non in questo blog) paiono non riuscire o non voler riuscire a coglierlo.

Anonimo ha detto...

Mmm... forse ho sbagliato a impostare il link. Riprovo.

http://www.hawaii.gov/dbedt/ert/symposium/bartlett

Anonimo ha detto...

a kashagan c'è in ogni caso qualcosa che non torna. il fatto è che i kazaki vogliono una fetta maggiore e ridurre la presenza straniera (come i russi a sakhalin): perchè? sono masochisti o quello che passa sui media è viziato da troppa pr?