venerdì, agosto 03, 2012

martedì, luglio 24, 2012

La nuova terrificante Matematica del Riscaldamento Globale


Tre numeri semplici che si aggiungono alla catastrofe globale e che chiariscono quale sia il vero nemico


Illustrazione di Edel Rodriguez



Da Rolling Stone del 19 Luglio 2012. Traduzione di Massimiliano Rupalti, revisione di Lou Del Bello

Se le immagini delle fiamme torreggianti in Colorado, o l'entità della bolletta per l'aria condizionata non vi hanno convinto, eccovi alcuni numeri eloquenti sul cambiamento climatico: il mese di giugno ha superato o eguagliato 3,215 volte le  temperature registrate in tutti gli Stati Uniti.

Ciò ha fatto seguito al maggio più caldo mai registrato nell'Emisfero Nord,  327mo mese consecutivo in cui le temperature dell'intero globo hanno superato la media del ventesimo secolo.

Le probabilità che un fenomeno simile accada per puro caso sono 3.7 x 10-99, un numero molto  più alto dei quello delle stelle nell'universo.

giovedì, luglio 19, 2012

Smentito il Picco del Petrolio? Il Meccanismo della Negazione al Lavoro

Da Cassandra's Legacy. Traduzione di Massimiliano Rupalti

La pubblicazione del rapporto dal titolo Petrolio: la prossima rivoluzione di Leonardo Maugeri è diventata virale ed ha generato un'ondata di risposte tutte incentrate sul teme che “il picco del petrolio è stato smentito”. Potremmo assistere ad una ripetizione della campagna di negazione che, negli anni 90, ha gettato “I Limiti dello Sviluppo” nella pattumiera delle teorie scientifiche sbagliate.

sabato, luglio 14, 2012

Attraversando una stanza piena di elefanti

Di Francesco Aliprandi, 

Una delle presentazioni che più mi ha colpito al congresso ASPO Vienna è stata quella di Nate Hagens: in parte perché era preparata in modo estremamente efficace, ma soprattutto perché organizza in modo ordinato buona parte delle idee che mi sono passate per la mente negli ultimi 12-18 mesi, cioè più o meno da quando nella mia libreria hanno iniziato ad apparire libri di economia: Ecological Economics, The Skeptical Economist, The Company of Strangers, e poi i più recenti Energy and the Wealth of Nations, The Economic Growth Engine, The Second Law of Economics (alcuni di questi potrebbero vincere una recensione in futuro).



martedì, luglio 10, 2012

Il Petrolio non convenzionale non cambia i giochi


Da The Automatic Earth del 3 luglio 2012. Traduzione di Massimiliano Rupalti, rivisione di Lou Del Bello e Francesco Aliprandi


I prezzi del petrolio sono crollati.


sabato, luglio 07, 2012

Il picco del petrolio e il ritorno degli abbondantisti

Una nota di Aspo Italia pubblicata su Qualenergia il 6 luglio 2012


Dal tempo della prima grande crisi del petrolio, cominciata nel 1973, la percezione del problema della disponibilità di petrolio ha un andamento ciclico. Ottimismo e pessimismo sembrano dipendere più che altro dai prezzi, non tanto dal loro valore assoluto quanto dalla loro tendenza al rialzo o al ribasso: quando i prezzi sono in salita si sente di più la voce dei “catastrofisti”; il contrario accade quando scendono, con gli “abbondantisti” che si fanno sentire maggiormente.

La recente tendenza al calo dei prezzi petroliferi, che pure rimangono molto alti rispetto a quelli precedenti il 2004, sembra aver innescato una nuova fase di ottimismo, ben rappresentata dalle posizioni espresse recentemente da Leonardo Maugeri; ma non solo da lui, si veda per esempio la relazione annuale di Pasquale De Vita dell’Unione Petrolifera.

martedì, luglio 03, 2012

Dall'università di Harvard un nuovo report sull'energia con ipotesi insensate


Da The Oil Drum del 1 luglio 2012, post originale di David Summers, traduzione di Francesco Aliprandi

La serie di post OGPSS [1] degli ultimi mesi si è occupata di analizzare in modo realistico (per quanto possibile) la produzione di greggio con un'enfasi maggiore su quanto accade negli Stati Uniti e in Russia, così come in Arabia Saudita, l'attuale oggetto dei miei articoli settimanali. Un post precedente approfondiva un report decisamente ottimistico di Citigroup [2], spiegando i motivi per i quali in realtà è poco ragionevole prevedere un grosso aumento della produzione negli USA durante questo decennio. 
Da quel momento, dopo una rassegna della produzione in Russia, vari post hanno mostrato i motivi per i quali l'attuale primato russo nella produzione di greggio è probabilmente destinato a terminare presto per poi declinare, dal momento che i nuovi giacimenti messi in produzione dalle compagnie petrolifere non tengono il passo con l'esaurimento di quelli già esistenti. 
L'Arabia Saudita, come sto spiegando nei post in pubblicazione, difficilmente aumenterà la produzione molto oltre i 10 mbd [3], poiché Ghawar, il giacimento responsabile della maggior percentuale di petrolio saudita estratto, si sta lentamente esaurendo, anche se continuerà a produrre in futuro a livelli inferiori. In definitiva al momento non ci sono prove che per la fine del decennio gli attuali primi tre produttori di petrolio avranno complessivamente una produzione paragonabile a quella attuale.
Ma ecco che arriva un nuovo studio da Harvard [4] nel quale si afferma coraggiosamente che sono tutte sciocchezze - che nel 2020 la produzione globale raggiungerà i 110.6 mbd e che le preoccupazioni che affliggono la maggior parte di noi qui su The Oil Drum (tra l'altro) non sono che parti della nostra fantasia.

Illustrazione 1: Crescita prevista nella produzione mondiale di petrolio fino alla fine del decennio (Maugeri, Leonardo. "Oil: The Next Revolution" Discussion Paper 2012-10, Belfer Center for Science and International Affairs, Harvard Kennedy School, June 2012.)

domenica, luglio 01, 2012

Inizia a emergere la realtà del gas di scisti (shale gas)



Da The Automatic Earth del 24 giugno 2012. Traduzione di Massimiliano Rupalti, revisione Francesco Aliprandi






Qui su The Automatic Earth abbiamo a lungo sostenuto che il Nord America stia vivendo un sogno collettivo riguardo al gas naturale non convenzionale. Mentre il gas è innegabilmente lì, il ritorno energetico sull'energia investita (EROEI) è drammaticamente più basso di quello delle fonti convenzionali. La natura cruciale dell'EROEI è stata ampiamente ignorata, ma alla fine determinerà ciò che è una fonte di energia e ciò che non lo è, e il gas di scisti sta per fallire l'esame.

giovedì, giugno 28, 2012

il petrolio c'è. Ma quanta fatica ci costa?


Di Ugo Bardi

Abbiamo visto ultimamente una serie di commenti sulla stampa e sul web che sostengono che il problema del picco del petrolio non esiste più e non esisterà mai (o perlomeno per tempi molto lunghi). Questo tipo di atteggiamento ricompare costantemente ogni volta che vediamo un abbassamento dei prezzi del petrolio - come è successo nelle ultime settimane.

Sembra in effetti che la memoria storica degli operatori e dei politici non vada oltre qualche mese quando si tratta di prezzi. In realtà, il problema è molto più complesso e non si risolve semplicemente dando un'occhiata ai listini dei prezzi petroliferi. 

Il problema non è la disponibilità di petrolio, ma il costo di estrazione in termini di energia, che diventa sempre più alto. Le nuove tecnologie, molto decantate ultimamente, aiutano ad alleviare il problema ma non lo possono risolvere alla radice. Le cose non sono molto cambiate negli ultimi anni e l'articolo che segue, (di quattro anni fa) è ancora perfettamente attuale nel descrivere i differenti punti di vista fra "abbondantisti" e "catastrofisti".

lunedì, giugno 25, 2012

In bicicletta per via Carlo Marx

Riflessioni di un ciclista attento

di Armando Boccone


La causa che mi porta a percorrere in bicicletta via Carlo Marx è l’uso delle Poste di distribuire la corrispondenza nella prima parte della giornata. 

Fino a circa le tre e mezza di pomeriggio lavoro per cui, nel caso di lettera raccomandata, mi viene lasciato un avviso nella buca indicando ciò che dovrei ritirare, l’orario e il periodo. 

Viene indicato ovviamente anche l’ufficio postale in cui andare a ritirare la raccomandata: è l’ufficio postale delle Roveri, nella periferia est di Bologna. Ci vado in bicicletta e per arrivare all’ufficio indicato faccio un itinerario poco trafficato: per questo motivo percorro via Carlo Marx.

lunedì, giugno 18, 2012

Energia su scala galattica


Da Do the Math del 12.07.2011. Traduzione di Antonio Tozzi, revisione di Simona Rossi.

Dall'inizio della Rivoluzione Industriale, abbiamo assistito ad una crescita impressionante e costante nella scala dei consumi di energia della civiltà umana. Se si rappresentano graficamente i dati dell'Energy Information Agency americana sull'uso dell'energia dal 1650, negli Stati Uniti (1635-1945, 1949-2009, includendo legno, biomasse, combustibili fossili, idroelettrico, nucleare, ecc.), si osserva una crescita secondo una curva notevolmente stabile, caratterizzata da un tasso di crescita annuo del 2,9% (si veda la figura). E' importante capire quale curva seguirà in futuro la crescita dell'energia, perché i governi e le organizzazioni di tutto il mondo formulano ipotesi in base alla previsione che il trend di crescita continuerà come ha fatto per secoli e uno sguardo alla figura suggerisce che questo sia un presupposto del tutto ragionevole. (Si veda questo aggiornamento per i dettagli.)

giovedì, giugno 14, 2012

Cinquanta primavere silenziose


Il 2012 è un anno di ricorrenze importanti. Cadono in questi dodici mesi i quarant’anni del rapporto Limiti dello Sviluppo, che oggi suscita un rinnovato interesse anche da parte del largo pubblico.

Già cinquanta primavere sono invece passate dall'apparizione di un altro testo fondamentale della letteratura ecologica: “Silent Spring”, primavera silenziosa, apparve nel 1962 e fu subito un successo planetario.

L’autrice, la biologa marina Rachel Carson, denunciò in questo libro l’impiego incosciente di insetticidi e altri veleni in agricoltura e in genere nell’industria, sollevando un problema che ancor oggi non ha smesso di destare preoccupazioni. 

lunedì, giugno 11, 2012

L'impronta dell'acqua dell'umanità - terza parte


di Arjen Y. Hoekstra e Mesfin M. Mekonnen

Dipartimento di ingegneria e gestione dell'acqua, Università di Twente, P.O. Box 217, 7500 AE Enschede, Olanda.
Edito da Peter H. Gleick,Pacific Institute for Studies in Development, Environment, and Security, Oakland, CA, and approved December 21, 2011 (ricevuto per la revisione il 20 Giugno 2011)




terza parte 
(vai alla prima e seconda parte)

venerdì, giugno 08, 2012

L'impronta dell'acqua dell'umanità - seconda parte


di Arjen Y. Hoekstra e Mesfin M. Mekonnen

Dipartimento di ingegneria e gestione dell'acqua, Università di Twente, P.O. Box 217, 7500 AE Enschede, Olanda.
Edito da Peter H. Gleick,Pacific Institute for Studies in Development, Environment, and Security, Oakland, CA, and approved December 21, 2011 (ricevuto per la revisione il 20 Giugno 2011)


Seconda parte 
(vai alla prima parte)

mercoledì, giugno 06, 2012

L'impronta dell'acqua dell'umanità - prima parte

di Arjen Y. Hoekstra e Mesfin M. Mekonnen

Dipartimento di ingegneria e gestione dell'acqua, Università di Twente, P.O. Box 217, 7500 AE Enschede, Olanda.
Edito da Peter H. Gleick,Pacific Institute for Studies in Development, Environment, and Security, Oakland, CA, and approved December 21, 2011 (ricevuto per la revisione il 20 Giugno 2011)

Questo studio [presentato in 3 capitoli, NdR] quantifica e mappa l'impronta dell'acqua (IA) dell'umanità con un'alta risoluzione spaziale. E' una relazione sull'uso consuntivo dell'acqua piovana (IA verde), delle acque superficiali e sotterranee (IA blu) e sui volumi delle acque inquinate (IA grigia). 

L'impronta dell'acqua è stimata per nazioni da un punto di vista della produzione e del consumo. I flussi di acqua virtuale internazionali sono stimati basandosi sullo scambio di merci agricole ed industriale. La media annuale complessiva dell'impronta dell'acqua nel periodo 1996-2005 è stata di 9,087 Gm3∕anno (74% verde, 11% blu, 15 grigio). 

La produzione agricola contribuisce per il 92%. Circa un quinto dell'impronta dell'acqua complessiva è collegata alla produzione per l'esportazione. Il volume totale dell'acqua internazionale virtuale collegata allo scambio dei prodotti agricoli ed industriali è stato di  2,320 Gm3∕anno (68% verde, 13% blu, 19% grigio). L'impronta dell'acqua del consumatore medio è stata di 1,385 m3∕anno. Il consumatore medio degli Stati Uniti ha una IA di 2,842 m3∕anno, mentre i cittadini medi di Cina ed India hanno una IA di 1,071 e 1,089 m3∕anno, rispettivamente

Il consumo dei cereali da il contributo più grande alla IA del consumatore medio (27%), seguito dalla carne (22%) e dai prodotti caseari (7%). Il volume, gli schemi di consumo e la IA per tonnellata di prodotto dei prodotti consumati sono i principali fattori che determinano la IA di un consumatore. Lo studio illustra la dimensione complessiva del consumo e dell'inquinamento di acqua, mostrando che diverse nazioni dipendono fortemente da risorse idriche estere e che molte nazioni hanno impatti significativi sul consumo e l'inquinamento di acqua altrove.


lunedì, giugno 04, 2012

Il prezzo dei petroli


Originale in spagnolo su The Oil Crash. Traduzione di Massimiliano Rupalti


Di Luis Cosin




1. Prezzo del petrolio o prezzo dei petroli?

Come commentato in un precedente post:
Non esiste un petrolio, ma molti, con proprietà fisiche e chimiche molto diverse, che condizionano le loro possibilità di sfruttamento e, pertanto, il loro valore.
Per questo motivo, parlerò deliberatamente di petroli e non di petrolio durante questo post.

martedì, maggio 29, 2012

Lo Shale Gas visto dalla Russia


Da Club Orlov. Traduzione di Massimiliano Rupalti



La storia ufficiale dello shale gas (gas di scisti) è più o meno questa: i recenti progressi tecnologici delle compagnie energetiche americane hanno reso possibile mettere in produzione un abbondante, ma precedentemente inaccessibile, fonte di gas naturale pulito e amico dell'ambiente. 


Questo ha fatto diventare gli Stati Uniti leader mondiale della produzione di gas naturale, superando la Russia e preparandosi per mettere fine al monopolio russo del gas in Europa.

sabato, maggio 26, 2012

Quando la domanda supera l'offerta: ragioni strutturali degli alti prezzi del petrolio

Da “The Oil Crash” del 14 settembre 2011. Traduzione di Massimiliano Rupalti



Guest post di Antonio Turiel


Cari lettori,

Mentre preparavo la conferenza che devo tenere questo sabato all'Espai La Caixa di Girona ho avuto modo di provare ad elaborare alcuni argomenti circa la carenza di petrolio, soprattutto a causa del divario osservato per oltre un anno fra l'offerta e la domanda di petrolio; alla fine le mie analisi sono risultate essere troppo complesse per presentarle nel contesto di una chiacchierata su aspetti più generali, ma il materiale risultante credo sia utile e illustrativo per fare un post. Eccolo.

lunedì, maggio 21, 2012

La degenerazione industriale

Articolo da The Oil Crash. Traduzione di Massimiliano Rupalti

Immagine da http://sightsandlights.blogspot.com.es


Di Antonio Turiel


Cari lettori,

oggi mi sono bruciato un dito. Ho aperto il gas per far cuocere le lenticchie ed ho tardato un secondo o due in più del necessario. Troppo. La fiamma del fiammifero era già arrivata alla punta del mio indice e praticamente mentre lo avvicinavo al bruciatore ho dovuto iniziare ad agitarlo per spegnerlo. 

giovedì, maggio 17, 2012

Scarsità dei metalli: domani il “picco di tutto”


Da Oil Man. Traduzione di Massimiliano Rupalti

Ringrazio la redazione di Science & Vie che questo mese mi propone un'inchiesta su un tema essenziale, sul quale non riuscivo a trovare il tempo che mi serviva per occuparmene: il declino delle riserve mondiali di metalli (preziosi e no). Quindi sì, il petrolio non è la sola materia prima che minaccia il desiderio irrefrenabile della società dei consumi.

Il rame, lo zinco, l'oro e l'uranio figurano fra i principali metalli le cui riserve mondiali sembrano in via di esaurimento.

 Una miniera di rame moderna, in Australia. Fra i grandi giacimenti esauriti, Science & Vie fa l'esempio della “favolosa” miniera svedese di Stora Kopparberg, "che forniva tutte l'Europa del XVI e del XVII secolo", chiusa nel 1992. DR.


lunedì, maggio 14, 2012

Fukushima: La crisi non è finita


Da Akio Matsumura. Traduzione di Massimiliano Rupalti

“Secondo questo scenario, il rischio più grande durante la fusione non erano i reattori di
per sé, ma le piscine del combustibile esaurito che gli stavano sopra, in particolare quello
sopra al reattore 4.” 

The Japan Times [foto dalla TEPCO]

sabato, maggio 12, 2012

La terra svuotata: una recensione di Eugenio Baronti

 
Eugenio Baronti è stato assessore all'ambiente al comune di Capannori (Lu), creando quella rivoluzione nella gestione dei rifiuti basata sulla raccolta differenziata che ha portato Capannori ad essere famoso in Italia e anche nel mondo. Baronti è stato poi assessore regionale e al momento è il direttore dell'aeroporto di Tassignano dove ha creato una nuova struttura di ricerca nel campo aerospaziale e delle energie rinnovabili sotto il nome di "Zefiro innovazione". Eugenio Baronti è anche autore del libro recente "Con il piombo sulle ali" dove descrive la sua esperienza politica. Questo post è tratto dal suo blog.

giovedì, maggio 10, 2012

Comunicato ASPO-Italia, 6 maggio 2012

Un recente intervento del ministro Passera[1], raccolto dai media, esprime bene le posizioni che l'attuale governo italiano coltiva in ambito energetico, condividendo a quanto sembra la visione del precedente governo Berlusconi.

Ha sostenuto Passera:
"Abbiamo ingenti riserve di gas e petrolio che possono soddisfare il 20% dei consumi nazionali dal 10% attuale. Si possono generare 15 miliardi di euro di investimenti e 25mila posti di lavoro, si può ridurre la bolletta per le importazioni di energia di 6 miliardi, aumentando il Pil di mezzo punto".

martedì, maggio 08, 2012

Picco? Quale picco? Sta tornando Re Carbone!

Di Ugo Bardi
Pubblicato su "Effetto Cassandra"


Re Carbone potrebbe tornare per salvarci dal picco del petrolio, ma condannandoci ad un peggior destino in termini di riscaldamento globale (immagine dal National Media Museum).


Recentemente, Rembrandt Koppelaar ha pubblicato su the Oil Drum  un riassunto delle tendenze mondiali nella produzione di energia. La relazione ci dice che l'industria del petrolio sta lottando per mantenere l'attuale livello di produzione. Potrebbe non avere ancora raggiunto il picco, ma chiaramente non può riprendere le  passate tendenze ad incrementare. Ciò non sorprende, è stato previsto già nel 1998 da Colin Campbell e Jean Laherrere (link). Ciò che colpisce è il balzo in avanti del carbone. La produzione mondiale complessiva di energia non ha raggiunto il picco e questo a causa della rapida crescita del carbone, come potete vedere qui, dalla relazione di Koppelaar:



Il carbone sembrava aver raggiunto il proprio picco nel 1990, ma era un'illusione. La crescita della produzione di carbone durante il primo decennio del 21mo secolo è stata impressionante: mai vista prima nella storia. Quindi, Re Carbone sta tornando e potrebbe presto reclamare il titolo di sovrano del mondo dell'energia che aveva perso negli anni 60.

domenica, maggio 06, 2012

La dolorosa istoria delle rinnovabili italiane


Di Leonardo Libero, 22 aprile 2012

Importare energia nelle diverse forme è costato all’Italia 42,4 miliardi di euro nel 2009 (2,8% sul PIL), 53,9 miliardi (3,5% sul PIL) nel 2010, 61,9 miliardi (3,91% sul PIL) nel 2011 e si prevede che arriverà a costare 65,3 miliardi nel 2012 (fonte: Unione Petrolifera). Governanti consapevoli dovrebbero quindi essere i primi a favorire l’uso di quelle fonti di energia gratuite e “pulite”, offerte dalla Natura ad un Paese, tanto più se esso è noto nel mondo come quello “del Sole”.

martedì, maggio 01, 2012

Cambiamenti climatici e impatti sui laghi alpini


Di Alberto Maffiotti



Ad osservare fuori dalla finestra, questo è stato uno strano inverno. Anche per i nostri laghi pedemontani .
Quasi nessuno specchio lacustre è stato ricoperto dai ghiacci fino alla fine di gennaio. Poi all’arrivo del freddo di febbraio qualcosa è cambiato ma già il tepore di marzo ha riportato le condizioni termiche ad uno stato di evidente trend.

Contenuto, per il periodo invernale, è anche il numero e la varietà di uccelli acquatici (anatidi e svassi in particolare) che li frequentano. Sembra ormai riconosciuto dai più parti che i cambiamenti climatici in atto influenzano le caratteristiche degli ecosistemi acquatici. Diversi studi hanno dimostrato strette connessioni tra clima, proprietà termiche lacustri, fisiologia degli organismi, abbondanza della popolazione, struttura delle comunità e struttura della rete alimentare.

venerdì, aprile 27, 2012

Un po' di paglia in fondo al dirupo


Guest post di Dmitri Orlov su "Effetto Cassandra"
Traduzione a cura di Massimiliano Rupalti da Club Orlov





C'è un vecchio detto russo che dice: “Se avessi saputo dove sarei caduto, ci avrei messo sotto un po' di paglia” (“Знал бы, где упаду—соломки бы подостлал”). E' uno delle migliaia di detti che sono i depositari dell'antica saggezza popolare. Normalmente viene utilizzato per esprimere l'inutilità di tentare di anticipare l'inatteso. Qui, gli do un'accezione scherzosa, per sottolineare la follia del rifiuto di anticipare l'inevitabile.

martedì, aprile 24, 2012

Rischi petroliferi globali all'inizio del ventunesimo Secolo


Articolo apparso su The Oil Drum il 26 Marzo 2012. Traduzione di Massimiliano Rupalti.


Questo è un guest post di Dean Fantazzini (Scuola di Economia di Mosca, Università di Stato Mosca, Russia), Mikael Höök (Università di Uppsala, Svezia) e Andrè Angelantoni (Post-Peak Living, San Francisco, California). Questo articolo è stato precedentemente pubblicato su Energy Policy, Volume 39, numero 12 del Dicembre 2011, pagine 7865-7873.

Riassunto:
L'incidente della Deepwater Horizon ha dimostrato che la maggior parte del petrolio rimasto è in profondità e offshore o in altri luoghi difficili da raggiungere. Inoltre, ottenere il petrolio rimasto negli attuali giacimenti richiede ulteriori attrezzature e tecnologia per le quali i prezzi sono più alti sia in capitale sia in energia. A questo proposito, le limitazioni fisiche sulla produzione sempre maggiore di petrolio sono evidenti, nonché che la possibilità che il picco della produzione avvenga in questo decennio. Viene discussa brevemente anche l'economia della domanda e offerta di petrolio, mostrando perché l'offerta disponibile sia fissata sostanzialmente a breve e medio termine. Inoltre,  viene suonato un campanello d'allarme per la recessione economica quando l'energia diventa una quantità sproporzionata della spesa totale del consumatore. In questo contesto, vengono richieste le pratiche di mitigazione del rischio da parte di governi ed aziende. In quanto ai primi, una tempestiva educazione alla cittadinanza sul rischio di contrattura economica è una politica prudente per minimizzare la futura potenziale discordia sociale. In quanto alle seconde, tutte le operazioni aziendali dovrebbero essere esaminate con l'obiettivo di costruire resilienza e prepararsi per uno scenario in cui capitale ed energia sono molto più costosi che in quelli Business As Usual.

sabato, aprile 21, 2012

Terremoti nell’Ohio provocati dall’ “Hydraulic fracking” ?

Testo di Guido Barone, con contributi di Silvie Coyaud, Luca Lombroso, Riccardo Reitano, Claudio Cassardo, Daniele Pernigotti e Stefano Caserini.
Pubblicato su Climalteranti


In Ohio la tecnica di estrazione del gas tramite acqua pressurizzata, già sotto accusa per gli impatti sulle acque superficiali, è stata associata all’aumento della frequenza di lievi terremoti nelle zone circostanti. Un gas fossile che se utilizzato aumenta ulteriormente la quantità di CO2 nell’atmosfera.

sabato, aprile 14, 2012

Il petrolio è welfare

Di Massimo Nicolazzi

Questo articolo fa parte del "Dossier Petrolio" dell'Ispi, di prossima pubblicazione.

Se aumenta il prezzo di barile di oro nero, non è facile stabilire chi ci guadagna. Si sa invece con certezza chi ci perde.

(Carta di Laura Canali tratta da Limes 2/06 "L'Italia presa sul serio")

Aumenta il prezzo del petrolio e ti chiedi chi ci guadagna. A prima vista verrebbe da dire quello che vende. Se però ci guardi meglio, la realtà ti si riflette un po’ più sfumata.

giovedì, aprile 12, 2012

Carbone a Saline Ioniche: futuro sicuro?

Di Silvano Molfese






Qualche settimana fa in TV ho visto che si proponeva la costruzione di una centrale a carbone della potenza complessiva di ben 1.300 MW a Saline Ioniche, nel comune di Montebello Ionico: la punta sud della costa calabra. L’ incontro sarebbe stato promosso dal comitato “Futuro sicuro” : tale denominazione mi ha ispirato il disegno ed anche queste righe.

Le preoccupazioni che pone una centrale termoelettrica a carbone riguardano l’inquinamento legato alle elevate emissioni di biossido di carbonio (CO2 noto al pubblico come anidride carbonica), gas climalterante; a ciò si aggiungono i problemi legati allo smaltimento delle ceneri prodotte nella combustione: infatti queste polveri contengono pericolosissimi elementi come arsenico, piombo, mercurio ecc. Chissà se i proponenti hanno un piano per lo smaltimento sicuro di queste scorie!

Le emissioni di CO2 sono pericolose perché con l’aumento delle temperature globali si stanno già innescando pericolosissimi effetti a catena; uno di questi è la fusione del permafrost: il metano che si trova lì intrappolato, sotto forma di idrati di metano, sta fuoriuscendo in grandi quantità dalla superficie dell'Oceano Artico. A tal proposito è significativo l’articolo “Scioccante: il ritiro del ghiaccio Artico rilascia gas serra mortali”.

Rammento che il metano è un gas serra 25 volte più potente del biossido di carbonio.

E’ doveroso ricordare che il riscaldamento globale ha segnato inequivocabilmente il 2010 quando in Russia bruciò una superficie a cereali estesa quanto un terzo dell’Italia! Andarono in fumo 40 milioni di tonnellate di cereali e con essi il nutrimento minimo di base per 100 milioni di persone: i prezzi dei cereali subirono un’impennata e ciò ha fatto aumentare vertiginosamente la fame per i più poveri. (*)

Un altro aspetto da considerare è l’ aggravio per la nostra bilancia dei pagamenti: l’Italia, non avendo giacimenti di carbone, dovrebbe importare questa materia prima.

Anche estrarre carbone è diventato qualcosa di spaventoso: ne parla Bardi nel libro “La Terra svuotata” quando cita la miniera di Garzweiler in Germania. Le foto sono eloquenti: questo escavatore è alto quanto un palazzo di trentadue piani.


Immagine ripresa dal sito tedesco: http://www.olivepixel.com/misc/beast/beast.htm
L’inghippo della borsa elettrica

Eppure in Calabria ci sono condizioni di insolazione senz’altro molto favorevoli: la radiazione solare media annua risulta di circa 1.600 kWh/ m2 : con rese del pannello fotovoltaico del 15%, una superficie a pannelli FV pari a 10.000 m2 fornirebbe 2,4 milioni di kWh all’anno!

In realtà la società che propone la costruzione di tale centrale termoelettrica mira ai soldi (molti) che guadagnerebbe con la borsa elettrica: il kWh, immesso in rete nelle ore di punta della domanda di energia elettrica, viene pagato fino a cinque volte e oltre il prezzo minimo delle ore fuori punta!

A questo proposito è significativa la nota scritta da Francesco Meneguzzo, “Il pericolo mortale delle fonti rinnovabili”

Ecco perché, nonostante gli incentivi al fotovoltaico e le favorevoli condizioni di insolazione, la società Repower preferisce rimanere attaccata al carbone.

Tutto ciò avviene mentre negli Stati Uniti c’è una moratoria di fatto sulle centrali a carbone in base a quanto riportato da Lester Brown .

Insomma possiamo concludere che il carbone porterebbe la desolazione.



(*) Lester R. Brown, 2011- Un Mondo al Bivio. Edizioni Ambiente

lunedì, aprile 09, 2012

Il Club di Roma

Di Daniela Pietropoli
Pubblicato su Blog Drome





Cliccando qui arriverete a un interessante video del Club of Rome, dedicato al picco del petrolioE' in inglese ma ha anche i sottotitoli in inglese e quindi è mediamente comprensibile.

Il Club di Roma conquistò l'attenzione dell'opinione pubblica con il suo "I limiti dello sviluppo" (12/03/1972) che ragionava sul fatto che la crescita economica non potesse continuare indefinitamente a causa della limitata disponibilità di risorse naturali, specialmente petrolio, e della limitata capacità di assorbimento degli inquinanti da parte del pianeta.


Il libro originale si chiamava "the limits to growth" malamente tradotto in italiano come I LIMITI DELLO SVILUPPO (GROWTH vuol dire CRESCITA), è stato edito con lo scopo di fornire ai leader mondiali che si apprestavano a incontrarsi nella terza Conferenza delle Nazioni Unite sul commercio e lo sviluppo (aprile 1972 a Santiago del Cile) e soprattutto la Conferenza delle Nazioni Unite sull’ambiente umano (giugno a Stoccolma) degli strumenti concettuali assolutamente fondamentali per decidere il futuro dell’umanità.

L'ideatore fu Aurelio Peccei, torinese, alto dirigente Fiat, antifascista, fondatore dell'Alitalia, rimette in sesto l'Olivetti e fonda l'Italconsult. Un dirigende d'azienda, non un ecologista, cosmopolita e competentissimo fondatore e direttore in America Latina una delle più fortunate filiali estere della Fiat.

Alla fine degli anni ‘50 Peccei decide di dedicare una parte del suo tempo “alla riflessione sui bisogni e sulle prospettive umane” con la precisa volontà di fare qualcosa di concreto anche in questo campo.Il risultato è stato "The limits to growth", un libro odiato ubiquamente proprio perchè ebbe successo immediato. 

Fanfani, seppure in modo superficiale, lo portò in Senato, ma dopo, già negli anni Ottanta, quelli della Milano da bere, il libro fu dimenticato nella ressa della crescita dei consumi, a cui seguirono negli anni Novanta l'apertura ai mercati dell'Est dopo la caduta del muro di Berlino e l'arrivo dei BRICS, principalmente la Cina. C'era ancora spazio di "crescita economica".

Nel dibattito che seguì l'uscita del libro (semplice da leggere) ci fu unanime ostracismo nei suoi confronti.In sintesi la Chiesa non lo sopportava perchè predicava la riduzione della natalità e così lo odiarono Indira Gandhi e altri leader; i capitalisti italiani con il Sole24ore non accettavano che le sue idee potessero ridurre i margini dei loro gaudagni per ridurre l'inquinamento che obiettivamente creavano su tutto l'ambiente (le chiamano esternalità, ovvero i guadagni sono loro e i rischi di tutti); la destra pseudo cristianfanatica lo odiava sempre per la questione della natalità oltre del fatto che avevano preso le sue tendenze come previsioni (adesso si può dire che le tendenze si sono verificate). 

La sinistra, sia quella moderata e sia quella oltranzista, si fecero sopraffare dall'ideologia del buon operaio che salva l'ecologia, quando andava bene, mentre nel peggiore dei casi lo etichettarono un libro odioso perchè fatto da dirigenti d'azienda e da industriali e quindi il nemico.

L'Italia politica e intellettuale non comprese l'importanza del libro, un libro che dava prospettive sul futuro analizzando un presente già chiaramente in declino fin dagli anni sessanta. Gli anni settanta furono gli ultimi anni di vero dibattito democratico (Pasolini era lì), ma provinciale e con una visione corta del proprio futuro. L'Italia allontanò da sé un italiano geniale e competente come Peccei (nemo propheta in patria).

Io credo che si perse una occasione, importante per comprendere meglio l'evoluzione civile dell'Italia (e del Mondo, ma qui parlo dell'Italia). La mia generazione, nata nei sessanta, avrebbe avuto più occasioni di vivere in un mondo migliore e soprattutto avrebbero avuto più occasioni quelli nati dopo di me, nei settanta e ottanta e così via.

Capire dove il Mondo stava andando a quel livello di crescita indiscriminata sarebbe stato importante, avrebbero potuto essere prese decisioni in tempo, e non adesso con l'acqua alla gola. E non sono nemmeno sicura che le TESTE PARZIALI capiscano che siamo con l'acqua alla gola. Chi vuole saperne di più veda "I limiti dello sviluppo in Italia - cronache di un dibattito 1971-74 di Luigi Piccioni e Giorgio Nebbia" sul sito di Greereport, che ringrazio.

venerdì, aprile 06, 2012

Biocarburanti da risorse “rinnovabili”. Note sul biodiesel


Di Rafael Iñiguez Sánchez,
riproposto da Antonio Turiel
 
SECONDA PARTE
(qui la prima parte dell'articolo)


Il FAME, per il suo potere igroscopico, agisce come un emulsionante, formando una micro emulsione di acqua in tutto il sistema del combustibile. Inoltre, il FAME è molto sensibile all'ossidazione e rispetto al suo carattere biodegradabile è quasi il doppio del miglior gasolio fossile.

L'esposizione precedente che descriveva le proprietà igroscopiche del FAME, di fronte alla assenza di affinità con l'acqua del gasolio fossile, è dovuta all'intenzione di mostrare, in primo luogo, la facilità dell'aumento del contenuto d'acqua in maniera spontanea nel FAME in caso di esposizione all'umidità. Questo spiega la maggior quantità di acqua permessa dalla specifica della norma EN 14214 per la miscela di gasolio fossile con il biodiesel, di fronte alla quantità consentita per i carburante diesel fossili. Riassumendo, il biodiesel può assorbire fino a 40 volte più acqua del diesel fossile.

Il problema è che quando il contenuto di acqua è superiore a 60 ppm è possibile la comparsa di vita microbica nei carburanti diesel. E' per questa maggior facilità di contenere acqua che i FAME sono suscettibili di “soffrire” di contaminazione di funghi, lieviti e batteri (5) che si sviluppano nell'acqua e si alimentano del gasolio. Inoltre come è comune in questi esseri viventi, la riproduzione, in circostanze favorevoli, avviene solitamente per duplicazione, cioè esponenziale e, con alimenti a disposizione e adeguata temperatura, in un cicli riproduttivi molto brevi.

Il funzionamento normale di un motore diesel scalda il combustibile, poiché il circuito è il seguente: “la pompa di aspirazione succhia combustibile dal serbatotio attraverso una griglia filtrante che si trova all'estremità del tubo di aspirazione. Questo combustibile arriva attraverso un primo filtro che elimina le impurità più grosse che il gasolio porta in sospensione. In seguito la pompa lo manda al filtro del combustibile e da lì passa alla pompa di iniezione, che lo manda agli iniettori. La pompa di alimentazione lavora normalmente con pressioni intorno a 1-2 kg/cm2 e in quantità sufficiente, essendoci una valvola di scarico che regola le suddette pressioni, avendo una canalizzazione di ritorno per il combustibile in eccesso che torna indietro al serbatoio”. Una volta riscaldato dal suo passaggio nel motore, il carburante un brodo di coltura temperato perfetto in cui crescono e si estendono questi esseri microscopici, formando colonie e producendo residui di consistenza gelatinosa, infettando il gasolio e ricoprendo le pareti del serbatoio, i condotti ed i filtri. Inoltre, hanno un effetto corrosivo su alcuni metalli come l'alluminio e leghe d'acciaio e, a causa del loro stato gelatinoso, ostruiscono i circuiti del combustibile e gli elementi filtranti, generando perdite di potenza nei motori ed avarie che, se non vengono riconosciute in tempo, sono gravi e costose, soprattutto quelle causate dalla corrosione.

Sono una trentina di specie diverse quelle capaci di vivere e moltiplicarsi nel gasolio.

Questo tipo di problema, che prima del 2008 avveniva quasi unicamente nell'ambito delle imbarcazioni, si sta estendendo all'autotrazione, ma sta cogliendo di sorpresa gli utenti e meccanici che sistemano i sintomi con una pulizia, senza conoscerne realmente, in molti casi, l'origine: “Un essere essere vivente su un carburante di nuova formulazione che è più propenso ad ospitare vita e che gli fa da nutrimento. Inoltre se non c'è un trattamento con la 'medicazione', il problema si ripeterà periodicamente, poiché è solo questione di tempo ed i batteri torneranno a moltiplicarsi”.



Voglio precisare che con questo non invito ad essere 'tuttofare' e che risolviamo questi problemi facendo una celebrazione del 'do it yourself'; se leggete l'etichetta di un biocida commerciale a questo scopo, vi renderete conto che ci sono parecchie precauzioni da prendere per manipolare quei prodotti e che se, per esempio, il prodotto viene a contatto con la nostra pelle, dobbiamo andare da un medico. Fate molta attenzione.

Una menzione a parte meritano gli sfruttamenti agricoli che si alimentano in grandissima parte di gasolio e che sono molto suscettibili a questo problema, visto che le macchine agricole funzionano in modo stagionale, quindi il gasolio rimane immagazzinato e stantio per lunghi periodi di tempo. Se per caso si contaminasse un grande serbatoio, si 'contagerebbero' tutti i macchinari che alimenta, creando loro problemi nei cari e vitali sistemi di iniezione.



Sedimenti prodotti da microorganismi nel gasolio e filtri ostruiti



Corrosione in un serbatoio di alluminio causata da microorganismi


I FAME hanno anche detrattori per altri motivi, per esempio negli Stati Uniti l'associazione dei fabbricanti di motori si è lamentata di ciò che considerano un'incongruenza, dato che dopo anni di sforzi e costi in Ricerca e Sviluppo in efficienza e riduzione delle emissioni, l'utilizzo dei carburanti biodiesel li ha fatti retrocedere notevolmente per i problemi tecnici e le incompatibilità che si sono presentate nel funzionamento dei motori. Il documento seguente raccoglie queste lamentele (clic per ingrandire):






Nei forum di automobili di tutti i paesi che usano il biodiesel, si leggono numerose storie di problemi di utenti di veicoli diesel, soprattutto con motori moderni dotati di tecnologi elettronica e di alto rendimento, probabilmente a causa dell'uso di FAME, anche se in molti casi è dovuto a un cattivo uso, visto che ci sono produttori di automobili che nei propri manuali limitano l'uso dei FAME. A volte, la causa delle avarie sono le infestazioni descritte prima, cioè quelle causate da microorganismi. Altre avarie sono dovute al maggior potere ossidante dei FAME, il che da loro più potere solvente, attaccando ed ammorbidendo i giunti e le guarnizioni di gomma. C'è anche da annotare, come causa dell'apparizione di un maggior numero di avarie, alla riduzione del tenore di zolfo consentito nella miscela, che fungeva da lubrificante, fino a un massimo di 10 mg/kg e che dovrebbe essere compensato dal maggior potere lubrificante del FAME.


(clic per ingrandire)
 
Inoltre, la presenza di acqua normalmente può dare al carburante alcune proprietà di lubrificante minori, accorciando la vita delle parti in movimento. Ci sono svantaggi anche riguardo alla cottura degli iniettori e per la maggior diluizione del carburante, per cui si raccomandano cambi d'olio su periodi più brevi rispetto che col gasolio fossile.

Curiosamente, quello che le nuove tecnologie nei motori ottengono precisamente è di ridurre le emissioni aumentando l'efficienza. Tuttavia le avarie si presentano apparentemente perché sono più vulnerabili a questi cambiamenti di composizione dei FAME, per cui il loro uso deve essere il più scrupolosamente corretto possibile, secondo i costruttori di motori, il che diventa complicato per un guidatore medio.

L'industria dei biocarburanti è recente e la legge di Murphy ha fatto la sua apparizione. Al momento, alcuni fabbricanti di additivi stanno sviluppando e commercializzando prodotti per combattere le nuove minacce agli utenti di motori diesel (ed ai loro dolenti portafogli), con trattamenti di biocidi di ampio spettro, compatibili con la meccanica e che servono a prevenire e 'curare' queste infestazioni. Si possono anche usare additivi molto costosi per micronizzare l'acqua e così evitare che si annidino i batteri. Secondo fonti del settore, dall'introduzione della miscela del biodiesel, è molto aumentata la domanda dei prodotti biocidi per le automobili. Sicuramente, in poco tempo questa industria riuscirà a risolvere questi problemi (probabilmente con un rincaro dei prodotti), ma al momento è una cosa da risolvere.

Vale la pena citare che il bollettino dello che regola i biocarburanti, (http://www.boe.es/boe/dias/2006/02/17/pdfs/A06342-06357.pdf ), citava già espressamente la possibile presenza di acqua nelle installazioni di immagazzinamento della miscela di gasolio e biodiesel, poiché questa miscela è più propensa ad assorbire umidità ed a contenelrla disciolta. E' che la presenza di acqua è l'origine dei problemi di contaminazione biologica, corrosione e diminuzione della capacità lubrificante.

Raccomando anche la lettura del rapporto elaborato dalla AOP con la collaborazione tecnica di Deloitte, nel quale si ponevano 'gravi problemi' all'introduzione dei biocarburanti in Spagna, fra i quali le incompatibilità di molte delle motorizzazioni esistenti con miscele superiori al 5% di FAME. Inoltre, avverte che: “la sicurezza giuridica non è garantita visto che non vengono fissati alcuni requisiti concreti di qualità e non si assicura la corretta informazione al cliente finale”.
Cito anche il sunto del processo di fabbricazione del biodiesel, pubblicato dal membro del Dibattito sull'energia su Facebook, Armand Valeta Roig, il quale è ingegnere chimico di formazione e che lo ha descritto con il seguente paragrafo:

Reazione di transesterificazione

“I biodiesel sono esteri metilici di acidi grassi ottenuti per transesterificazione dei grassi vegetali (trigliceridi) mediante metanolo e un catalizzatore, per esempio metilato sodico. I sottoprodotti della reazione sono molto difficili da eliminare al 100% e tanto il metanolo residuale, l'olio che non ha reagito, la glicerina, così cme il metilato sono veleno per i motori, possono ossidarsi e provocare corrosione e scorie, inoltre contengono una certa quantità di umidità molto difficile da eliminare ed ora mancano solo i batteri anaerobici”.

Sapete già che se qualcosa può andare storto...

Con tutta questa esposizione ho solo voluto mostrare che lo sviluppo e l'introduzione di nuove soluzioni non è tanto facile come sembra, poiché appaiono problemi di difficile previsione e la cui risoluzione avrà un costo energetico supplementare e mostrerà i limiti dell'applicazione. In questo caso, dato il basso EROEI, se compaiono problemi risolvibili con un maggior consumo di energia, praticamente 'trasferisce' l'energia impiegata nella produzione al biodiesel elaborato, trasformandolo in un vettore energetico, non in una fonte di energia.

Non un buon equilibrio!

Rafael Iñiguez Sánchez,
Gennaio 2012.



Fonti e riferimenti seconda parte:


(5) http://www.boatwide.es/acatalog/Grotamar71_ES_BWSL.pdf
(6) http://www.wearcheckiberica.es/documentacion/doctecnica/combustibles.pdf
http://www.appa.es/descargas/una_obligacion_biocarburante_espana_mar07.pdf
http://www.marabierto.eu/noticias/grotamar-82-especial-biodiesel
http://www.acbiodiesel.net/docs/news/BOE_4_sep_2010.pdf (modificazione al 7%)
http://www.boe.es/boe/dias/2011/10/20/pdfs/BOE-A-2011-16468.pdf (desolforazione)
Norme di qualità del biodiesel
http://www.biodieselspain.com/2011/02/25/el-gasoleo-debera-contener-un-7-de-biodiesel/ (modificazione al 7%)
http://www.caminoseuskadi.com/Demarcacion/Actividades/Biomasa/Biocombustible
http://www.biocarburante.com /
http://www.ambisol.es/index.php?Tema=detallen&id=863
http://www.ambisol.es/index.php?Tema=detallen&id=765
http://biodiesel.com.ar/3067/biodiesel-en-espana-la-planta-de-biodiesel-de-linares-echa-el-cierre-tras-captar-24-millones-de-euros
http://www.biocarburante.com/biocombustibles-en-espana-informe-de-situacion/
http://www.wearcheckiberica.es/boletinMensual/PDFs/ESPECIFICACIONES_DEL_GASOLEO_Y_BIODIESEL.pdf
http://www.aop.es/informes/biocombustibles/Dossier_AOP_biocombustibles_version_final.pdf
http://www.boe.es/boe/dias/2008/10/14/pdfs/A41170-41175.pdf
http://www.mecarun.es/uploads/ANTI BACTERIAS para GASOIL%281%29.pdf