Dall'inizio
della Rivoluzione Industriale, abbiamo assistito ad una crescita impressionante
e costante nella scala dei consumi di energia della civiltà umana. Se si
rappresentano graficamente i dati dell'Energy Information Agency americana sull'uso
dell'energia dal 1650, negli Stati Uniti (1635-1945, 1949-2009, includendo legno, biomasse,
combustibili fossili, idroelettrico, nucleare, ecc.), si osserva una crescita
secondo una curva notevolmente stabile, caratterizzata da un tasso di crescita
annuo del 2,9% (si veda la figura). E' importante capire quale curva seguirà in
futuro la crescita dell'energia, perché i governi e le organizzazioni di tutto
il mondo formulano ipotesi in base alla previsione che il trend di crescita
continuerà come ha fatto per secoli e uno sguardo alla figura suggerisce che
questo sia un presupposto del tutto ragionevole. (Si veda questo
aggiornamento
per i dettagli.)
Il consumo
totale di energia negli Stati Uniti, in tutte le forme, dal 1650. La scala
verticale è logaritmica, per cui una curva esponenziale, risultante da un tasso
di crescita costante, appare come una linea retta. La linea rossa corrisponde
ad un tasso di crescita annuale del 2,9%. Fonte dei dati: EIA.
La crescita
è diventata un pilastro talmente fondamentale della nostra esistenza che diamo
per scontato che debba continuare. La crescita porta un sacco di belle cose,
come le automobili, la televisione, i viaggi aerei e gli iGadgets.
La qualità
della vita migliora, migliora l'assistenza sanitaria e, a parte una
proliferazione di password da ricordare, col passare del tempo la vita tende a
diventare più confortevole. La crescita porta con sé anche una promessa del
futuro, motivando ad investire nello sviluppo futuro in previsione di un
ritorno sull'investimento. La crescita è dunque alla base dei tassi di
interesse, dei prestiti e del settore finanziario.
Dal
momento che la crescita ci ha accompagnato per "innumerevoli"
generazioni, nel senso che tutti coloro che abbiamo mai incontrato, o che i
nostri nonni abbiano mai incontrato, l'hanno sperimentata. La crescita è
centrale per la nostra idea di chi siamo e cosa facciamo. Per questo abbiamo
grosse difficoltà ad immaginare una curva diversa.
Questo
post fornisce un esempio lampante dell'impossibilità di continuare la crescita
ai tassi correnti, anche su scale temporali familiari. Per motivi di
convenienza, abbassiamo il tasso di crescita dell'energia dal 2,9% al 2,3%
all'anno, in modo da avere un incremento di un fattore dieci ogni 100 anni.
Facciamo partire l'orologio oggi, con un tasso globale di consumo di energia di
12 terawatt (il che significa che il cittadino medio del mondo ha una quota,
della torta totale, di 2000 W). Cominceremo con valutazioni semi-pratiche, e in
seguito, nelle varie fasi, lasceremo correre la nostra immaginazione
constatando, anche in questo caso, di cozzare contro i limiti prima di quanto
si possa pensare.
Devo ammettere fin dall'inizio che le ipotesi alla base di
questa analisi sono profondamente difettose. Ma questa è proprio la conclusione
alla quale si giungerà alla fine.
Una corsa
verso la Galassia
Mi ha
sempre impressionato il fatto che l'energia solare che raggiunge la Terra in
un'ora è pari all'energia che consumiamo in un anno. Quale speranza porta
questa affermazione! Ma non lasciamoci trascinare dall'entusiasmo, per ora.
Solo il
70% della luce solare incidente entra nel bilancio energetico della Terra, il
resto rimbalza subito via dalle nubi, dall'atmosfera e dal terreno, senza
essere assorbito. Inoltre, essendo creature terrestri, potremmo considerare di
confinare i nostri pannelli solari alle terre emerse, occupando il 28% del
globo.
Infine, notiamo che il solare fotovoltaico e gli impianti solari termici
tendono ad operare a circa il 15% di efficienza. Assumiamo un 20% per questo
calcolo. L'effettivo netto è di circa 7000 TW, circa 600 volte il nostro uso
corrente. C'è ancora un sacco di margine, vero?
Quando ci
imbatteremo in questo limite ad un tasso di crescita del 2,3%? Ricordiamo che
ci espandiamo di un fattore dieci ogni cento anni, quindi in 200 anni,
opereremo a 100 volte il livello attuale, raggiungendo 7000 TW in 275 anni. 275
anni possono sembrare un tempo lungo sulla scala temporale di una singola
persona, ma in realtà non è un tempo così lungo per una civiltà. Inoltre,
pensiamo al mondo che abbiamo appena creato: ogni metro quadrato di terreno
coperto da pannelli fotovoltaici! Dove lo produciamo il cibo?
Ora,
cominciamo a rilassare i vincoli. Sicuramente in 275 anni saremo abbastanza
intelligenti da superare il 20% di efficienza per una risorsa globale così
importante. Ridiamo pure in faccia ai limiti termodinamici e parliamo di
efficienza del 100% (sì, abbiamo iniziato la parte fantastica di questo
viaggio).
Questo ci regala un fattore cinque, o 70 anni. Ma a chi servono gli
oceani? Tappezziamo anche quelli con pannelli solari di efficienza 100%. Altri
55 anni. In 400 anni utilizziamo l'intera energia solare incidente sulla
superficie terrestre. Questo è significativo, perché la biomassa, il vento e la
generazione idroelettrica derivano dalle radiazioni del Sole, e i combustibili
fossili rappresentano la batteria della Terra, caricata con energia solare nel
corso di milioni di anni. Solo i processi nucleari, geotermici, e delle maree
non provengono dalla luce del Sole (gli ultimi sono irrilevanti per questa
analisi, essendo limitati a pochi terawatt).
Ma il
limite principale, nella precedente analisi, è l'area della superficie della
Terra, piacevole così com'è. Guadagniamo solo 16 anni attraverso la raccolta
del 30% di energia extra che immediatamente rimbalza via, quindi non vale certo
la pena di accollarsi la grossa spesa necessaria per mettere uno stuolo di
pannelli fotovoltaici intorno alla Terra, nello spazio.
Ma una volta nello
spazio, perché limitarci alla Terra? Pensiamo in grande: circondiamo il Sole di
pannelli solari. E già che ci siamo, rendiamoli ancora una volta efficienti al
100%. Lasciamo perdere il fatto che una struttura di 4 mm di spessore, che
circondi il Sole alla distanza dell'orbita terrestre, richiederebbe l'equivalente
di un pianeta Terra di materiali (e materiali apposta per questo scopo). Fare
questo ci permette di continuare con la crescita dell'energia, al tasso del
2,3% all'anno, per i prossimi 1350 anni.
A questo
punto si potrebbe realizzare che il nostro Sole non è l'unica stella nella
galassia. La galassia Via Lattea ospita circa 100 miliardi di stelle. Un sacco
di energia sputata proprio nello spazio, pronta per essere acchiappata.
Ricordiamo che ogni fattore dieci ci porta avanti di 100 anni lungo il cammino.
Cento miliardi corrisponde a 11 fattori dieci, dunque altri 1100 anni. Così, in
circa 2500 anni da oggi, staremmo usando una grossa parte dell'energia della
galassia. Sappiamo, con un certo dettaglio, che cosa facevano gli esseri umani
2500 anni fa. Penso di poter dire, con sicurezza, che so cosa non faremo tra 2500 anni.
La domanda
mondiale di energia, nell'ipotesi di crescita costante al tasso del 2,3%, in un
grafico logaritmico. Tra 275, 345, e 400 anni, ci serve tutta la luce solare
incidente sulle terre emerse, poi quella incidente sulla Terra nel suo
complesso, assumendo efficienze di conversione del 20%, del 100%, e del 100%,
rispettivamente. Tra 1350 anni, usiamo tanta energia quanta ne genera il Sole.
Tra 2450 anni, usiamo qualcosa come tutti i cento miliardi di stelle della
galassia Via Lattea. Le annotazioni verticali forniscono una prospettiva
storica su quanto sono distanti questi punti di riferimento nel contesto della
civiltà.
Perché la scelta del solare?
A qualche lettore potrebbe dar fastidio il particolare rilievo
dato all'energia solare/stellare. Se siamo dei grandi sognatori,
dimentichiamoci pure i limiti imposti dalla fiacca energia solare e adottiamo
la fusione.
L'abbondanza di deuterio nell'acqua ordinaria ci permetterebbe di disporre
di una fonte di energia virtualmente inesauribile proprio qui sulla Terra. Non
ci avventuriamo in un'analisi dettagliata di questo cammino, perché non c'è
bisogno. La crescita spietata, illustrata sopra, ci dice che tra 1400 anni qualunque fonte di energia
sfruttiamo, dovremo brillare più del Sole.
Lasciatemi riformulare questa importante affermazione. Non importa con quale tecnologia,
entro 1400 anni, una crescita costante dell'energia al tasso del 2,3%
richiederebbe che produciamo tanta energia quanta ne produce l'intero Sole. Un
piccolo avvertimento: quella centrale si sta scaldando un po'.
La termodinamica
richiede che se generiamo sulla Terra una potenza comparabile a quella del
Sole, la superficie della Terra, essendo più piccola, dovrebbe essere più calda di quella del Sole!
Limiti termodinamici
Possiamo esplorare più precisamente i limiti termodinamici del
problema. La Terra assorbe una grande quantità di energia dal Sole, molto di
più di quanta ne utilizzino attualmente le attività umane.
La
temperatura della superficie della Terra, data una crescita costante
dell'energia, al tasso del 2,3%, e assumendo l'utilizzo di qualche fonte
diversa dalla luce solare, per provvedere ai nostri bisogni, il cui impiego avvenga
sulla superficie del pianeta. Anche una fonte di energia da sogno, come la
fusione, conduce a condizioni insostenibili in poche centinaia di anni, se la
crescita continua. Si noti che la scala verticale è logaritmica.
La Terra si sbarazza
della sua energia irradiandola nello spazio, in gran parte alle lunghezze
d'onda dell'infrarosso. Nessun altro meccanismo è disponibile per la cessione
del calore. Infatti, l'assorbimento e l'emissione sono in equilibrio quasi
perfetto. Se così non fosse la Terra si scalderebbe o raffredderebbe
lentamente.
A dire il vero, abbiamo diminuito la capacità della radiazione
infrarossa di disperdersi, il che conduce al riscaldamento globale. Ma anche
così, siamo ancora in equilibrio entro meno del 1%. Siccome la potenza
irradiata scala, come la quarta potenza della temperatura (se espressa in
termini assoluti, cioè in gradi Kelvin), possiamo calcolare la temperatura di
equilibrio della superficie della Terra, considerando il carico aggiuntivo proveniente
dalle attività umane.
Il risultato è mostrato qui sopra. Da quanto detto in precedenza,
sappiamo che se ci limitiamo alla superficie della Terra, esauriamo il
potenziale offerto dal Sole in 400 anni. Allo scopo di continuare la crescita
dell'energia oltre questa data, avremmo bisogno di abbandonare le rinnovabili,
che derivano virtualmente tutte dal Sole, per passare alla fissione o alla
fusione nucleare. Ma l'analisi termodinamica ci dice che in ogni caso finiremmo
arrostiti.
Fermiamo la pazzia!
Lo scopo di questa indagine è quello di sottolineare l'assurdità
che consegue dall'ipotesi di poter continuare ad accrescere il nostro impiego
di energia, anche se ad un ritmo più blando rispetto a quello degli ultimi 350
anni.
Questa analisi è un facile bersaglio per le critiche, dato il punto di
vista, così limitato, della sua premessa. Mi piacerebbe distruggerla io stesso.
Soprattutto, una crescita continua dell'energia sarà verosimilmente non
necessaria se la popolazione umana si stabilizza.
Quanto meno, il tasso di
crescita dell'energia del 2,9% che abbiamo conosciuto dovrebbe diminuire via,
via che il mondo si satura di gente. Ma non trascuriamo il fatto fondamentale: la crescita continua dell'impiego
dell'energia diventa concettualmente impossibile su scale temporali concepibili.
L'analisi che precede offre un modo carino per dimostrare questo fatto. L'ho
trovato un argomento convincente per stimolare la gente a rendersi conto dei
limiti reali alla crescita indefinita.
Una volta che ci rendiamo conto che la crescita fisica deve
cessare, un giorno (o invertirsi), possiamo giungere a realizzare che la
crescita economica stessa deve, allo stesso modo, finire. L'ultima affermazione
può essere difficile da mandar giù, vista la nostra abilità di innovare,
migliorare l'efficienza, ecc. Ma questo argomento sarà messo da parte per un altro post.
Ringraziamenti
Ringrazio Kim Griest per i commenti e per aver ispirato l'idea che
in 2500 anni esauriremmo la galassia Via Lattea, e ringrazio Brian Pierini per
utili commenti.
6 commenti:
Il post è interessante, peccato che la valutazione finale sia gravemente inficiata dall'uso completamente sballato dell'unità di misura per l'energia, ovvero watt anziché wattora. E' un errore di traduzione o di impostazione originale del post?
Paolo, secondo me, se ti riferisci a "12 terawatt" e "2000 watt" le due entità sono per forza riferite alla potenza e non all'energia.
Forse è una svista del traduttore.
Comunque è sempre bene fugare i dubbi per evitare ulteriore confusione nel lettore.
L'energia è paragonabile al lavoro necessario per fare qualcosa, la potenza è la capacità di farlo in un certo tempo.
Un Maciste che dorme tutto il giorno sarà pure potentissimo, ma non fa alcun lavoro.
Una formica africana, con la sua minuscola potenza costruisce grattacieli al confronto.
Un saluto, Marco Sclarandis
Nell'originale si trova l'espressione "rate of energy use", cioè potenza.
ho voluto rispettare la scelta dell'autore, che ha preferito usare, al posto del termine "power", delle perifrasi come, appunto, "rate of energy use"
Antonio Tozzi
25% di consumo di petrolio in meno dal 2007 al 2011. La parola risparmio è tabù, il verbo deve essere consumismo, ma il futuro ce lo hanno già cominciato a far afre.
E solo questione di tempo e l'uomo si renderà conto presto dei limiti fisici della "casa" in cui abita.
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