martedì, luglio 24, 2012

La nuova terrificante Matematica del Riscaldamento Globale


Tre numeri semplici che si aggiungono alla catastrofe globale e che chiariscono quale sia il vero nemico


Illustrazione di Edel Rodriguez



Da Rolling Stone del 19 Luglio 2012. Traduzione di Massimiliano Rupalti, revisione di Lou Del Bello

Se le immagini delle fiamme torreggianti in Colorado, o l'entità della bolletta per l'aria condizionata non vi hanno convinto, eccovi alcuni numeri eloquenti sul cambiamento climatico: il mese di giugno ha superato o eguagliato 3,215 volte le  temperature registrate in tutti gli Stati Uniti.

Ciò ha fatto seguito al maggio più caldo mai registrato nell'Emisfero Nord,  327mo mese consecutivo in cui le temperature dell'intero globo hanno superato la media del ventesimo secolo.

Le probabilità che un fenomeno simile accada per puro caso sono 3.7 x 10-99, un numero molto  più alto dei quello delle stelle nell'universo.

giovedì, luglio 19, 2012

Smentito il Picco del Petrolio? Il Meccanismo della Negazione al Lavoro

Da Cassandra's Legacy. Traduzione di Massimiliano Rupalti

La pubblicazione del rapporto dal titolo Petrolio: la prossima rivoluzione di Leonardo Maugeri è diventata virale ed ha generato un'ondata di risposte tutte incentrate sul teme che “il picco del petrolio è stato smentito”. Potremmo assistere ad una ripetizione della campagna di negazione che, negli anni 90, ha gettato “I Limiti dello Sviluppo” nella pattumiera delle teorie scientifiche sbagliate.

sabato, luglio 14, 2012

Attraversando una stanza piena di elefanti

Di Francesco Aliprandi, 

Una delle presentazioni che più mi ha colpito al congresso ASPO Vienna è stata quella di Nate Hagens: in parte perché era preparata in modo estremamente efficace, ma soprattutto perché organizza in modo ordinato buona parte delle idee che mi sono passate per la mente negli ultimi 12-18 mesi, cioè più o meno da quando nella mia libreria hanno iniziato ad apparire libri di economia: Ecological Economics, The Skeptical Economist, The Company of Strangers, e poi i più recenti Energy and the Wealth of Nations, The Economic Growth Engine, The Second Law of Economics (alcuni di questi potrebbero vincere una recensione in futuro).



martedì, luglio 10, 2012

Il Petrolio non convenzionale non cambia i giochi


Da The Automatic Earth del 3 luglio 2012. Traduzione di Massimiliano Rupalti, rivisione di Lou Del Bello e Francesco Aliprandi


I prezzi del petrolio sono crollati.


sabato, luglio 07, 2012

Il picco del petrolio e il ritorno degli abbondantisti

Una nota di Aspo Italia pubblicata su Qualenergia il 6 luglio 2012


Dal tempo della prima grande crisi del petrolio, cominciata nel 1973, la percezione del problema della disponibilità di petrolio ha un andamento ciclico. Ottimismo e pessimismo sembrano dipendere più che altro dai prezzi, non tanto dal loro valore assoluto quanto dalla loro tendenza al rialzo o al ribasso: quando i prezzi sono in salita si sente di più la voce dei “catastrofisti”; il contrario accade quando scendono, con gli “abbondantisti” che si fanno sentire maggiormente.

La recente tendenza al calo dei prezzi petroliferi, che pure rimangono molto alti rispetto a quelli precedenti il 2004, sembra aver innescato una nuova fase di ottimismo, ben rappresentata dalle posizioni espresse recentemente da Leonardo Maugeri; ma non solo da lui, si veda per esempio la relazione annuale di Pasquale De Vita dell’Unione Petrolifera.

martedì, luglio 03, 2012

Dall'università di Harvard un nuovo report sull'energia con ipotesi insensate


Da The Oil Drum del 1 luglio 2012, post originale di David Summers, traduzione di Francesco Aliprandi

La serie di post OGPSS [1] degli ultimi mesi si è occupata di analizzare in modo realistico (per quanto possibile) la produzione di greggio con un'enfasi maggiore su quanto accade negli Stati Uniti e in Russia, così come in Arabia Saudita, l'attuale oggetto dei miei articoli settimanali. Un post precedente approfondiva un report decisamente ottimistico di Citigroup [2], spiegando i motivi per i quali in realtà è poco ragionevole prevedere un grosso aumento della produzione negli USA durante questo decennio. 
Da quel momento, dopo una rassegna della produzione in Russia, vari post hanno mostrato i motivi per i quali l'attuale primato russo nella produzione di greggio è probabilmente destinato a terminare presto per poi declinare, dal momento che i nuovi giacimenti messi in produzione dalle compagnie petrolifere non tengono il passo con l'esaurimento di quelli già esistenti. 
L'Arabia Saudita, come sto spiegando nei post in pubblicazione, difficilmente aumenterà la produzione molto oltre i 10 mbd [3], poiché Ghawar, il giacimento responsabile della maggior percentuale di petrolio saudita estratto, si sta lentamente esaurendo, anche se continuerà a produrre in futuro a livelli inferiori. In definitiva al momento non ci sono prove che per la fine del decennio gli attuali primi tre produttori di petrolio avranno complessivamente una produzione paragonabile a quella attuale.
Ma ecco che arriva un nuovo studio da Harvard [4] nel quale si afferma coraggiosamente che sono tutte sciocchezze - che nel 2020 la produzione globale raggiungerà i 110.6 mbd e che le preoccupazioni che affliggono la maggior parte di noi qui su The Oil Drum (tra l'altro) non sono che parti della nostra fantasia.

Illustrazione 1: Crescita prevista nella produzione mondiale di petrolio fino alla fine del decennio (Maugeri, Leonardo. "Oil: The Next Revolution" Discussion Paper 2012-10, Belfer Center for Science and International Affairs, Harvard Kennedy School, June 2012.)

domenica, luglio 01, 2012

Inizia a emergere la realtà del gas di scisti (shale gas)



Da The Automatic Earth del 24 giugno 2012. Traduzione di Massimiliano Rupalti, revisione Francesco Aliprandi






Qui su The Automatic Earth abbiamo a lungo sostenuto che il Nord America stia vivendo un sogno collettivo riguardo al gas naturale non convenzionale. Mentre il gas è innegabilmente lì, il ritorno energetico sull'energia investita (EROEI) è drammaticamente più basso di quello delle fonti convenzionali. La natura cruciale dell'EROEI è stata ampiamente ignorata, ma alla fine determinerà ciò che è una fonte di energia e ciò che non lo è, e il gas di scisti sta per fallire l'esame.