Di Francesco Aliprandi,
pubblicato su Informazione Energetica
Una delle presentazioni che più mi ha colpito al congresso ASPO Vienna
è stata quella di Nate Hagens: in parte perché era preparata in modo
estremamente efficace, ma soprattutto perché organizza in modo ordinato
buona parte delle idee che mi sono passate per la mente negli ultimi
12-18 mesi, cioè più o meno da quando nella mia libreria hanno iniziato
ad apparire libri di economia: Ecological Economics, The Skeptical
Economist, The Company of Strangers, e poi i più recenti Energy and the
Wealth of Nations, The Economic Growth Engine, The Second Law of
Economics (alcuni di questi potrebbero vincere una recensione in
futuro).
Più approfondisco gli aspetti tecnici e scientifici legati al picco e più ho l'impressione che l'economia sia un fattore imprescindibile, e che sotto a molti atteggiamenti o scelte economiche si nascondano spinte legate a istinti profondamente radicati nell'Uomo. Se oggi scrivo da questo computer in una stanza con l'aria condizionata (poco) ascoltando un mp3 in sottofondo è perché l'Uomo possiede certe caratteristiche; non sono sicuro che le stesse caratteristiche ci potranno aiutare negli anni a venire, o in altri termini oggi mi pare più probabile risolvere il problema dell'immagazzinamento su larga scala dell'energia elettrica piuttosto che vedere miliardi di persone rinunciare a comodità date per scontate.
Nate mi ha gentilmente permesso di tradurre le diapositive che descrivono i quindici "elefanti" che secondo lui affollano la nostra stanza, ovvero difetti fondamentali nella teoria economica mainstream; tutti i leader mondiali vengono consigliati da economisti, ed è questo che rende gli elefanti tanto importanti.
Errori o imprecisioni sono mia esclusiva responsabilità; il video della presentazione completa di circa 50 minuti si trova qui.
Questa è una linea temporale con la storia della Terra divisa in tre
parti; i settori indicati in nero alla fine di ciascuna delle prime due
linee sono riportati in basso con scale ingrandite. Il primo errore
consiste nell'aver modellato il nostro sistema sociale in base a quanto è
avvenuto nell'ultimo breve periodo di tempo: ci siamo dimenticati della
Fisica e della Biologia appoggiandoci a correlazioni per giustificare
leggi che in realtà non sono tali. L'andamento dei sistemi biologici nel
tempo può essere rappresentato da polinomi, curve che presentano fasi
di salita e discesa, mentre l'economia prevede una crescita continua nel
futuro.
L'errore successivo è considerare l'ambiente un sottoinsieme
dell'economia. Sappiamo che è vero il contrario, e che stiamo sfasciando
il pianeta in vari modi: ad esempio ci appropriamo di una percentuale
della NPP (Net Primary Production) che va dal 30 al 50% a seconda di come si effettui il calcolo.
Per gli economisti l'energia non ha alcuna particolare caratteristica
che la rende unica, sebbene sia la variabile principale in grado di
spiegare la crescita economica (si vedano la presentazione in pdf o il libro di Reiner Kümmel oppure i lavori di Robert Ayres, N.d.T.).
In economia si ritiene che l'energia sia un bene perfettamente
sostituibile. Tutti i beni rappresentati nelle foto qui sopra costano
circa cento dollari, ma il barile di petrolio equivale anche a 1700 kWh;
prendendo in esame l'energia sviluppabile da un uomo (circa 0.6
kWh/giorno) servirebbero undici anni lavorativi standard per uguagliare
l'energia contenuta in un solo barile; se si considera lo stipendio
medio annuo negli USA - 45000$ - un solo barile è equivalente a circa
500000$. Questa è in sintesi la storia dell'industrializzazione: lo
scambio di lavoro manuale con il lavoro ottenuto a buon mercato da
macchine alimentate a combustibili fossili.
Per questo motivo gli economisti non comprendono le vere cause dell'aumento del GDP
e della crescita economica; l'energia è una causa molto più importante
della tecnologia, la quale rappresenta solamente un mezzo per trovare e
usare più energia.
Se gli economisti non considerano l'energia un bene dalle
caratteristiche particolari, è anche vero che chi lavora nel campo
dell'energetica non comprende il funzionamento del sistema finanziario.
Poche persone sanno che nel momento in cui si ottiene un prestito da un
istituto di credito, la somma prestata viene creata dal nulla. Negli
anni dal 1920 al 1940 esistevano così tante nuove opportunità che questo
fatto non costituiva un problema, il limite alla crescita essendo dato
piuttosto dalla quantità di moneta circolante nel sistema economico;
durante la crisi petrolifera negli anni '70 c'è stato un rallentamento
nell'emissione di nuovo debito, ma con gli ultimi anni si è premuto
nuovamente il piede sull'acceleratore.
Tutto il capitale finanziario - azioni, beni, prestiti, valuta - non è
che un indicatore del capitale reale: risorse naturali (foreste, fiumi,
combustibili fossili), manufatti (edifici, pannelli fotovoltaici),
capitale sociale (amicizie, famiglia) e capitale umano (salute, abilità
individuali).
L'Uomo è spinto a migliorare la propria posizione nella società, e
questa posizione è fortemente correlata alla quantità di denaro che ha a
disposizione. Poche persone nella finanza comprendono che la spinta ad
avere più denaro discende da motivi biologici, e non importa quanto si
sia già accumulato perché ogni giorno al risveglio la sensazione va
ricercata nuovamente: quello che conta è il gioco, non l'ammontare della
vincita.
Gli animali devono uccidere per sopravvivere, obbedendo a stimoli
biologici. L'Uomo possiede uno strato culturale sopra agli istinti, ma
fondamentalmente si comporta come i nostri progenitori delle caverne; i
segnali che raggiungono il cervello oggi quando si guadagnano più soldi o
frequentando un nuovo centro commerciale ci danno le stesse sensazioni
che dava l'uccisione di un animale ai nostri antenati.
Anche il modo in cui il debito è trattato dalla finanza è sbagliato. Il
debito è un allocatore spaziale e temporale di risorse: dalla periferia
verso il centro, dal futuro al presente. Noi stiamo letteralmente
rubando ai nostri figli cercando di mantenere invariato il nostro
attuale flusso di energia.
In tutti gli stati del mondo la produttività del debito è in declino, e
oggi negli USA è praticamente zero: il nuovo credito emesso non porta a
maggiore produzione, e quindi si sta sostanzialmente scambiando il
patrimonio con il reddito. Ciò è palesemente insostenibile.
Finora ci siamo interessati alla macroeconomia, ma anche in microeconomia ci sono molti difetti: il gioco dell'ultimatum ad esempio mostra come l'Uomo dia importanza all'interazione sociale e all'equità. Adam Smith e Jeremy Bentham,
fra i fondatori della teoria economica moderna, hanno analizzato la
natura umana partendo dai concetti astratti di utilità e uomo razionale,
ma questa scelta descrive solo una parte del quadro complessivo che
governa l'Uomo nelle sue azioni.
Questa diapositiva è solo apparentemente vuota: in realtà è una foto
della mano invisibile. Un supermarket di medie dimensioni negli Stati
Uniti ha in vendita circa 80000 prodotti, che giungono sugli scaffali
nel modo più economico possibile o quasi, e questo è un effetto
tangibile della mano invisibile. Ma la mano invisibile diventa realmente
tale in presenza di rischio sistemico, come il picco del petrolio o la
crisi economica in corso.
Quando ero al corso MBA ci dicevano che andare a caccia di capitali per
le imprese in difficoltà, rifornire di liquidità i mercati e scambiare
futures erano attività da pesci spazzini; può essere stato vero per un
periodo, ma ora credo che siamo più simili a dei barracuda. Thorstein Veblen, che coniò l'espressione conspicuous consumption,
disse che nel capitalismo c'è una sostanziale differenza fra
l'industria e l'attività economica: la prima produce beni per la
società, la seconda cerca di aumentare il valore monetario di tali beni.
Uno dei maggiori problemi che abbiamo di fronte è rappresentato dalla
divisione esistente fra l'industria e il turbocapitalismo.
Molti di questi elefanti si sovrappongono parzialmente. Se ne esistesse
solamente uno potremmo chiedere ai politici di risolvere il problema, ma
purtroppo non è così: alcune persone iniziano a intravedere
l'importanza dell'energia, ma questo è solo un inizio.
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