Sul sito del GSE è disponibile un contatore, aggiornato in tempo reale, delle installazioni di impianti fotovoltaici, suddivise tra quelle realizzate con il nuovo e il vecchio Conto Energia. Il vecchio Conto Energia fu approvato con il decreto del 28 luglio 2005 e ha trovato applicazione in tre trimestri, i due finali del 2005 e il primo del 2006, per un periodo complessivo di vigenza di circa 9 mesi. Il nuovo Conto Energia è stato approvato con il decreto del 19 febbraio 2007 e quindi ha un periodo di vigenza di circa 14 mesi.
Vediamo i risultati. Con il vecchio Conto Energia sono, ad oggi 28 Aprile, entrati in esercizio 4381 impianti fotovoltaici per una potenza complessiva di 71,273 MW (a fronte di 387 MW ammessi all’incentivazione), con il nuovo Conto Energia sono entrati in esercizio 5814 impianti fotovoltaici per una potenza complessiva di 34,313 MW. Quindi, il vecchio regime ha ottenuto, in meno tempo del nuovo e con un minor numero di impianti installati, una maggiore potenza installata, con una potenza media di 16,27 kW contro i 5,90 kW del nuovo regime. Inoltre, l’obiettivo indicato dal nuovo Conto Energia di 3000 MW di potenza installata al 2016 non sarebbe raggiungibile, in quanto occorrerebbero circa 105 anni al ritmo attuale di installazione. Anche considerando la tendenza in corso di una maggiore velocità di crescita delle installazioni, è molto improbabile ottenere questo ambizioso obiettivo, perché bisognerebbe moltiplicare di molti ordini di grandezza la potenza installata annualmente.
Sembrerebbero quindi confermate le conclusioni del mio articolo “Confronto tra vecchio e nuovo decreto di incentivazione del fotovoltaico” che individuava nella scarsa incentivazione degli impianti di potenza più elevata uno dei limiti del nuovo Conto Energia.
Ma quanta energia producono i 105,59 MW totali installati fino ad oggi? Ipotizzando un tempo equivalente di funzionamento medio in Italia di 1300 ore, otteniamo circa 0,14 TWh all’anno cioè lo 0,04% dell’intero Consumo Interno Lordo italiano (359 TWh nel 2006). Una quantità per ora irrisoria.
In prospettiva, per arrivare a produrre ad esempio il 10% del Consumo Interno Lordo italiano con il fotovoltaico occorrerebbero circa 1000 anni al ritmo annuale di installazioni del nuovo Conto Energia. Concludendo, nessuno dei due sistemi di incentivazione in conto energia (l’attuale meno del primo) è stato in grado di far crescere in maniera significativa la potenza fotovoltaica installata e, soprattutto, di abbattere i costi, uno dei principali ostacoli alla diffusione di questa tecnologia. E’ necessario a tal fine stabilire un nuovo regime incentivante che favorisca l’installazione di grandi impianti, gli unici in grado di accrescere rapidamente la potenza installata. E, soprattutto, promuovere anche con forti incentivi economici grandi impianti fotovoltaici collegati a sistemi di accumulo dell’energia elettrica prodotta (idrogeno, accumulo elettrochimico ecc.) per ovviare al principale fattore limitante delle fonti rinnovabili come il sole e il vento, descritto molto bene in questo articolo di Domenico Coiante, cioè la compatibilità di una produzione energetica intermittente con la rete di trasmissione dell’energia elettrica.
Vediamo i risultati. Con il vecchio Conto Energia sono, ad oggi 28 Aprile, entrati in esercizio 4381 impianti fotovoltaici per una potenza complessiva di 71,273 MW (a fronte di 387 MW ammessi all’incentivazione), con il nuovo Conto Energia sono entrati in esercizio 5814 impianti fotovoltaici per una potenza complessiva di 34,313 MW. Quindi, il vecchio regime ha ottenuto, in meno tempo del nuovo e con un minor numero di impianti installati, una maggiore potenza installata, con una potenza media di 16,27 kW contro i 5,90 kW del nuovo regime. Inoltre, l’obiettivo indicato dal nuovo Conto Energia di 3000 MW di potenza installata al 2016 non sarebbe raggiungibile, in quanto occorrerebbero circa 105 anni al ritmo attuale di installazione. Anche considerando la tendenza in corso di una maggiore velocità di crescita delle installazioni, è molto improbabile ottenere questo ambizioso obiettivo, perché bisognerebbe moltiplicare di molti ordini di grandezza la potenza installata annualmente.
Sembrerebbero quindi confermate le conclusioni del mio articolo “Confronto tra vecchio e nuovo decreto di incentivazione del fotovoltaico” che individuava nella scarsa incentivazione degli impianti di potenza più elevata uno dei limiti del nuovo Conto Energia.
Ma quanta energia producono i 105,59 MW totali installati fino ad oggi? Ipotizzando un tempo equivalente di funzionamento medio in Italia di 1300 ore, otteniamo circa 0,14 TWh all’anno cioè lo 0,04% dell’intero Consumo Interno Lordo italiano (359 TWh nel 2006). Una quantità per ora irrisoria.
In prospettiva, per arrivare a produrre ad esempio il 10% del Consumo Interno Lordo italiano con il fotovoltaico occorrerebbero circa 1000 anni al ritmo annuale di installazioni del nuovo Conto Energia. Concludendo, nessuno dei due sistemi di incentivazione in conto energia (l’attuale meno del primo) è stato in grado di far crescere in maniera significativa la potenza fotovoltaica installata e, soprattutto, di abbattere i costi, uno dei principali ostacoli alla diffusione di questa tecnologia. E’ necessario a tal fine stabilire un nuovo regime incentivante che favorisca l’installazione di grandi impianti, gli unici in grado di accrescere rapidamente la potenza installata. E, soprattutto, promuovere anche con forti incentivi economici grandi impianti fotovoltaici collegati a sistemi di accumulo dell’energia elettrica prodotta (idrogeno, accumulo elettrochimico ecc.) per ovviare al principale fattore limitante delle fonti rinnovabili come il sole e il vento, descritto molto bene in questo articolo di Domenico Coiante, cioè la compatibilità di una produzione energetica intermittente con la rete di trasmissione dell’energia elettrica.
19 commenti:
Incentivo è anche una buona PROPAGANDA del conto energia.
Non so se il silenzio mediatico dei due governi che hanno gestito la cosa è stato mero menefreghismo oppure spudorata malafede per proteggere gli interessi dei soliti colossi dell'energia.
Un incentivo che azzera la spesa dopo 10-12 anni sarebbe comunque valido... se il cittadino sapesse dei vantaggi del FV, se sapesse del contesto energetico attuale, se sapesse che può alimentare il riscaldamento al posto del metano, se sapesse che può alimentare qualsiasi mezzo di trasporto al posto dei comuni e cari combustibili... SE ALMENO SAPESSE DELL'ESISTENZA DI UN CONTO ENERGIA!
Una situazione ridicola in cui un benefattore regalerebbe i suoi averi, ma non lo dice a nessuno... e aspetta che qualcuno bussi alla porta per chiedere.
Stefano
Sono il soddisfatto possessore di un impianto Fv che mi fa raggiungere la quasi totale autonomia energetica, avendo rinunciato al metano, e mi permetto di dissentire,come il mio quasi omonimo autore del primo commento. Piccoli-medi impianti FV (3-6 kWp) possono anche provvedere all'energia per la mobilità usando auto e moto elettriche. Tutto questo gestito dal basso, cioè in proprio, senza dipendere da un grande distributore che si farebbe carico di un grande impianto (>50 kWp). Questo tipo di sistema, quasi autartico, è rivoluzionario rispetto al presente e non prevede la gestione dell'energia in modo centralizzato. Ci sono due ostacoli a questa rivoluzione: il sistema attuale (Enel ed affini) che non vuole perdere i propri previlegi, e la mentalità corrente troppo impegnata ad inseguire beni effimeri.
Perché dare maggiori incentivi solo ai grossi impianti e non anche alle famiglie se sono soldi pubblici? (Cioé anche i miei).
La procedura per ottenere il conto energia è molto contorta e l'informazione ISTITUZIONALE è carente: un'azienda che installa FV mi ha detto che ci voleva il consenso del condominio! Ho segnalato la sentenza della Cassazione riportata sul sito di ASPO-Italia. Bufoleccio
Io credo che un incentivo valido sarebbe (al di là dell'aumento del costo dei combustibili fossili), la totale detassazione e de-burocratizzazione degli impianti alternativi, senza dare altri incentivi. E questo perchè credo che ci vuole poco a fare di una buona proposta una truffa: se ho un impianto fotovoltaico e compro energia dall'Enel e la reimmetto in rete tramite l'impianto fotovoltaico ci rubo su 40 centesimi a chilovwattora...Siamo in Italia... chi mi controlla?
Mimmo.
La legge italiana credo sia una buona legge. E' vero che può favorire maggiormente i piccoli impianti ma credo che questa fosse l'intenzione dei legislatori.
Ma anche i grandi impianti hanno la loro convenienza con il conto energia. La semplice applicazione di economie di scala per potenze elevate ne abbatte i costi.
Io vedo un mercato che sta comunque crescendo, specie negli ultimi mesi.
L'abbattimento dei prezzi è costante per quel che riguarda i moduli. Purtroppo si assiste ad un aumento dei costi delle materie prime che vanno ad incidere sulla componentistica "minore" dell'impianto.
Il punto di forza del fotovoltaico sta nella sua modularità e diffusione capillare sul territorio.
Quindi grande o piccolo, purché ce ne sia sempre di più.
Confido che a fine 2008 sarà sempre più facile vedere installazioni di fotovoltaico su tetti e capannoni.
Risposta a Stiopa.
La produzione diffusa dell'energia con il fotovoltaico è teoricamente affascinante, ma praticamente problematica. Ad esempio, è necessario prevedere sistemi di accumulo locale per gestire l'intermittenza della fonte, con aggravio dei costi già elevati e difficoltà logistiche di non poco conto. Ma il problema che ho cercato di evidenziare nell'articolo sono i tempi troppo lunghi necessari a raggiungere il livello di domanda necessario ad abbattere i costi. Inoltre, non dimentichiamo che occorre energia per costruire i pannelli e nei prossimi anni a causa del picco dei combustibili fossili ne avremo sempre meno.
Risposta a bufoleccio e anonimo. Nel mio articolo non ho detto che è sbagliato incentivare i piccoli impianti, ma che è necessario incentivare adeguatamente gli impianti di grande potenza. Con l'attuale sistema incentivante, l'analisi di convenienza economica dei grandi impianti conduce a tempi di ritorno economico dell'investimento elevati. E infatti, come ho sintetizzato nel mio articolo, l'attuale Conto Energia ha finora determinato una potenza media installata molto bassa.
Mi permetto di dissentire sul tempo di ritorno dell'investimento dei grandi impianti fotovoltaici.
Da un anno a questa parte, complice l'aumento del costo dell'energia e l'abbassamento dei prezzi dei pannelli, per grandi impianti si hanno tempi di ritorno dell'investimento che oscillano fra i 7 e 9 anni. Sono d'accordo sul problema del rincaro delle materie prime che resta un incognita per il futuro.
Personalmente credo che gli ostacoli maggiori alla diffusione del fotovoltaico in Italia siano di tipo burocratico (anche se qualcosa migliora anche qui) e cultural-economico.
Bisogna avere un po'di lungimiranza e di soldi per investire cifre elevate in una tecnologia che spesso viene ancora considerata un giocattolo troppo costoso , pur avendo ormai una storia pluridecennale di ricerca e svilppo alle spalle.
zp
Il mio modello di calcolo mi restituisce valori del tempo di ritorno circa il doppio di quelli da lei indicati per i grandi impianti. Purtroppo oltre al basso valore della tariffa incentivante dei grandi impianti rispetto a quelli di piccola potenza, sono aumentati il tasso d'interesse e l'inflazione con cui si determina il tasso di sconto da cui dipendono le prestazioni economiche degli impianti. Ripeto, purtroppo la bassa potenza media installata con il nuovo conto energia, dimostra concretamente, al di là di qualsiasi calcolo, la scarsa convenienza attuale dell'investimento nei grandi impianti. Saluti.
Risposta alla risposta.
Non vedo la necesità di sistemi di accumulo locale, non implementati anche in zone ad alta diffusione di impianti Fv (germania o giappone). Osservo piuttosto che la produzione di energia dal FV è maggiore proprio nel momento di maggior fabbisogno, in cui il kWh ha un prezzo più alto. Basta guardare i consumi giornalieri dal sito della terna per vedere che c'è un picco di consumi nella fascia oraria 10-16.
I costi e l'energia necessaria per la produzione del FV sono argomenti che meritano una discussione a parte.
I grandi impianti stanno arrivando, serve un po' di tempo per organizzare gli investimenti elevati che sono necessari. Credo che tra 1 o 2 anni si potrà fare un bilancio serio sul fotovoltaico e sulle forme di incentivazione relative.
@Terenzio Longobardi
Vuol dire che abbiamo modelli di calcolo differenti e magari sarebbe interessante un confronto.
Sono d'accordo con il post precedente.
I frutti del nuovo conto energia si vedranno (se ci saranno) da fine 2008. I tempi tecnici di realizzazione di impianti di taglia da 1MWp o superiore necessitano circa un anno fra trattativa commerciale, progettazione, realizzazione e allaccio alla rete.
Cordialmente
zp
Sì, il tempo maturerà.
Riscontro ancora una forte lacuna culturale nei confronti del fotovoltaico. In Italia siamo lenti, come in tutto, e duri di comprendonio.
Anche chi si accinge a fare grossi impianti è ossessionato dalla ricerca dell'annullamento del rischio d'investimento e dal finanziamento al 110%!
Perchè un generatore fotovoltaico dovrebbe essere trattato in modo così diverso rispetto ad un altro impianto industriale, nella psiche italo-umana?
Perchè quando ci sono gli incentivi di mezzo, si pensa solo al guadagno facile.
Speriamo che presto gli incentivi non servano più!
Fabrizio Scarselli
stjopa, piove governo ladro insomma.
Come stiopa sono un soddisfattissimo possessore di FV che produce egregiamente 1360 kWh/kW all'anno nell'area Nord-Est di Milano.
Ritengo il decreto pregevole perche' ha completamente disorientato gli speculatori. Giustamente orientato ma non troppo pu' verso i medi e piccoli che i grandi. Prima si occupino i tetti e poi i campi. Ritengo l'FV tecnologia distribuita per eccelenza ed il tetto e' il suo luogo naturale. Si realizza cosi' anche una redistribuzione capillare dell'incentivo anziche' la solita concentrazione dei soldi pubblici.
Circa l'accumulo e l'FV. E' chiaro che questi ragionamenti valgono quando si raggiungono potenze significative in proporzione alle altre fonti e tuttavia il problema di immagazzinamento e' di attualita' per la fonte eolica, di analoga intermittanza ma di sviluppo ben superiore. Non lo ritengo un problema insormontabile e la tecnologia sta mettendo a disposizione dispositivi adatti all'accumulo per ridurre la variazione verso rete. Non mi fascerei la testa a desso per qualcosa che accadra' tra 105 o 1000 anni.
Il su. Longobardi sembra molto felice di aver 'gufato' con successo dell'FV, pero' attenzione chi si loda si imbroda. Pretendeva forse che in due anni, con un decreto modificato in corso d'opera, ritardi nella connessione alla rete ed ogni ben di Dio burocratico, si potesse passare da 0 a 800 kW installati/anno come la Germania in questi anni ?
Penso che l'incentivo sia sufficiente per ripagare l'nvestimento. Ahime' anche a me di anni di payback me ne sono venuti 9 (in due ho recuperato circa 6500 Euro dei 26500 spesi). Ad una mia analoga richiesta di confrontare i modelli purtroppo ho ricevuto una generica spiegazione. Evidentemente il sig, Terenzio e' geloso del proprio conservativo modello che gli suggerisce sempre di non fare nulla.
Per i grandi impianti si sono abbassati anche i costi e quindi siamo daccapo .
Ma se l'EROE come voi mi insegnate e' un po' maggiore di 1, comunque l'influenza sull'FV del costo del fossile e' in diminuzione relativa rispetto alle altre fonti ?
Trovo alcune lacune nelle affermazioni dell'articolo piu' volto ad affermare con soddisfazione di avere gufato bene che a dare un giudizio equilibrato sull'FV in Italia ed il CE in particolare, che non ha alcun bisogno di un CE-ter.
Ritengo concludendo che per l'Italia e' comunque un problema culturale di sensibilizzazione al problema energetico che non abbiamo, e quindi qualunque sistema incentivante venga organizzato verrà rifiutato con la scusa di 'chissa' cosa c'e' sotto, o che i soldi poi te li daranno chissa' quando e poi che tra ventanni chissa' dove sono, e non abitero' piu' qui, etc... .
Meglio comprarsi un SUV, detto fatto, il giorno dopo son a farmi un bel giro. (da vicenda familiare).
Saluti
Andrea mansoldo
1360 kWh/kWp a Milano sono davvero tanti!
Il tempo di rientro di 9 anni è del tutto in linea con le mie stime, che però prevedono una produzione più bassa in quell'area geografica.
Ma quale potenza nominale ha l'impianto?
26.500 euro con i prezzi attuali dovrebbero bastare per 4-5 kWp.
Per 3 kWp oggi sono sufficienti 16-17.000 euro chiavi in mano
Saluti
zp
Scusate se rispondo solo ora, ma ero a Torino per il convegno Aspo e ne ho approfittato per una piccola vacanza. Per il confronto sui modelli si può fare, con calma, scrivetemi al mio indirizzo di posta elettronica, però tutti i dati in ingresso al mio modello sono già disponibili nell'articolo citato nel post e una copia del foglio excel relativa al vecchio conto energia si può trovare in uno degli articoli che ho scritto per il sito di aspoitalia. Potete perciò già farvi un'idea. Con Scarselli avevamo già discusso del problema dell'ossessione italiana per il rischio di investimento nel fotovoltaico. E' un problema che esiste, ma il mercato, a torto o a ragione, si comporta così e quindi il legislatore dovrebbe operare di conseguenza. Ad esempio, il mancato aggiornamento al costo della vita delle tariffe incentivanti non agevola un'inversione di tendenza. Quanto a Mansoldo, è passato un pò di tempo, ma mi sembra di ricordare che il suo calcolo del tempo di ritorno non mi convincesse troppo. Infine, io non ho "gufato" il nuovo conto energia. La mia formazione tecnico-scientifica mi fa ripudiare tutto ciò che sa di superstizione o pratiche magiche. Mi sono limitato a fare una valutazione oggettiva dello stato di attuazione del nuovo conto energia, che mi porta alla conclusione di un notevole ritardo, difficilmente colmabile rispetto agli obiettivi che il legislatore si è imposto, e una valutazione soggettiva, su cui ovviamente si può dissentire, sulle possibili cause di questo ritardo. Ma non confondiamo, Mansoldo continua a parlare dei tempi di ritorno dei piccoli impianti, mentre io faccio riferimento a quelli di potenza maggiore.
Saluti a tutti.
Mi occupo di energie rinnovabili da 8 anni oramai, soprattutto energia eolica. Sono un Energy Manager e le volevo chiedere: quali possono essere i problemi tecnici relativi ad un impianto fotovoltaico di grosse dimensioni?
I grandi impianti stanno arrivando, serve un po' di tempo per organizzare gli investimenti elevati che sono necessari. Credo che tra 1 o 2 anni si potrà fare un bilancio serio sul fotovoltaico e sulle forme di incentivazione relative.
a distanza di soli 4 anni, possiamo tranquillamente affermare che le tue erano solo scemenze. Mi dispiace che Aspo Italia annoveri tra i suoi persone che non sappiano fare delle analisi economiche e di sviluppo di settori macroeconomici come la Green Economy. Saluti, Francesco Girardi.
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