venerdì, agosto 07, 2009

La politica dei trasporti: Josif Stalin contro Henry Ford


Un classico "jitney" in una foto che viene dalle Filippine. I jitney sono piccoli autobus privati spesso molto colorati e caratteristici. Sono tipici dei paesi poveri, mentre nei paesi ricchi sono proibiti.


Spostarsi a Marrakesh è una cosa facilissima. Potete scegliere il "Grand Taxi", un taxi "normale" come i nostri (a parte la propensione dei guidatori per la tappezzeria leopardata). Oppure potete prendere il "Petit Taxi", un taxi effettivamente piccolo, quasi sempre una vecchia Fiat Uno rimessa a nuovo. Nè il grand taxi nè il petit taxi hanno un tassametro. Il trucco è mettersi daccordo sul prezzo prima di partire. In quel caso, i prezzi sono veramente molto bassi - addirittura irrisori. E non finisce li'. Dopo un po' che stai a Marrakesh o a Casablanca, ti accorgi che c'è tutto un giro di taxi informali di gente che ti porta dove vuoi per pochi dirham. Se ho capito bene, sono illegali; ma sono tollerati.

I prezzi dei taxi in Marocco sono bassi non solo dal punto di vista dei turisti. Sono bassi anche in confronto a un salario medio Marocchino. Infatti, un collega che ho conosciuto in Marocco mi ha detto che sua moglie li usa anche per andare a fare la spesa. Lo vedete anche se andate a Casablanca, dove di turisti ce ne sono pochi. Sul lungomare di Casablanca, c'è pieno di gente del posto che viene in taxi a mangiare il gelato o a andare a cena nei ristoranti. La cosa non mi stupisce: è un buon esempio del meccanismo del libero mercato che porta i prezzi ad abbassarsi per soddisfare la domanda.

Ho visto altri esempi in cui il libero mercato ottimizzava il trasporto pubblico. Durante il periodo più buio del crollo dell'Unione Sovietica, i trasporti pubblici non hanno mai completamente cessato di funzionare in Russia. Ma le linee di autobus erano diventate poco affidabili per via della carenza di benzina. Questa situazione ha messo in luce come le metropolitane create da Stalin fossero insufficienti per servire le grandi città, come Mosca. Come risultato, i Russi si erano organizzati con un sistema di autostop a pagamento. Chi aveva una macchina e un po' di benzina trasportava a pagamento chi non l'aveva. Era un classico esempio dell'offerta che si genera per incontrare la domanda.

Negli anni '90, a Mosca, bastava fermarsi sul ciglio del marciapiede e fare un cenno agli automobilisti di passaggio. Qualcuno si fermava subito e ne seguiva una rapida contrattazione. Se la direzione era quella giusta, con pochi rubli uno si faceva portare dove voleva - cosa conveniente per tutti e che portava anche a una certa socializzazione fra guidatore e passeggeri. I Russi amano chiaccherare mentre viaggiano, lo si legge anche nei romanzi di Tolstoy.

Questa cosa dell'autostop a pagagamento l'ho sperimentata molte volte con i miei colleghi Russi. Da solo non me la sono sentita - anche perché le mie capacità conversazionali in Russo sono alquanto limitate. Ma vi posso dire che funzionava benissimo. L'anno scorso, sono tornato i Russia a crisi finita. L'autostop a pagamento non esiste più - almeno mi sembra. E' stato sostituito da dei piccoli autobus; anche quelli privati da quello che ho capito. Sono bussini molto tecnologici, con la televisione dentro. Basso costo, corse frequenti e anche li', i Russi si mettono spesso a chiaccherare fra di loro.

In sostanza, i Russi hanno re-inventato il "jitney" (da una parola in gergo americano che una volta voleva dire 5 centesimi). Il jitney è un po' il veicolo del "No Alpitur, ahi, ahi, ahi". E' molto diffuso nei paesi poveri, specialmente in Asia Africa e Sud America. Il jitney è spesso colorato, adornato di perline, luci, e ritratti di santi o di Buddha, o comunque di divinità locali. E' vecchio e scassato, gli orari sono molto informali (quando ci sono). Però vi porta in giro e costa molto poco. Anche il jitney è il risultato dell'ottimizzazione dell'offerta in un libero mercato.

Il jitney, trasporto privato in condizioni di mercato, non esiste nei nostri paesi. L'unica forma ammessa di trasporto pubblico gestito da privati è quella monopolista di quella casta chiusa che sono i taxisti. Un buon esempio che illustra il concetto della teoria economica che il mercato non è mai ottimizzato in un regime di monopolio. I taxi da noi sono troppo pochi e troppo cari. Mia moglie, poco tempo fa, si è sentita chiedere 32 euro per un tragitto di meno di 15 km. Non c'è bisogno di commenti. (E il taxi collettivo? In pratica non esiste e comunque non costa molto meno)

Se analizzate il trasporto nelle città in termini di mercato, vedete che è dominato da alcuni grossi monopoli che se lo contendono. C'è il monopolio di Josif Stalin (quello dei mezzi pubblici) e quello di Henry Ford (quello dei mezzi privati). E' lo scontro dei titani e, nel mezzo, non c'è nulla, a parte la casta dei taxisti che sono inabbordabili come mezzo di trasporto quotidiano.

Nella storia del trasporto urbani, i due titani - pubblico e privato - si sono contesi il mercato con tutti i mezzi, leciti e illeciti. Probabilmente sapete la storia di quando la General Motors, negli anni '20, comprò le linee dei tram elettrici di Los Angeles per poi chiuderle. Probabilmente è una storia vera. D'altra parte, oggi i comuni si prendono la loro rivincita chiudendo al traffico privato aree sempre più ampie delle città e mettendo - quasi letteralmente - i bastoni fra le ruote agli automobilisti.

Nello scontro fra titani, chi ci ha rimesso sono stati i piccoli. La parola "jitney" viene dai piccoli autobus americani che esistevano più o meno al tempo in cui GM e le linee ferroviarie si contendevano il mercato. Facevano concorrenza sia alle auto private sia ai tram pubblici. Così, sono stati proibiti senza troppi complimenti e neppure scuse. Che diavolo, in Occidente il libero mercato è una cosa di cui si parla, ma non penserete mica che esista davvero? Allora credevate anche che in Unione Sovietica c'era davvero la dittatura del proletariato?

Su questo fatto del monopolio, vi faccio solo un esempio. Mi hanno raccontato (e credo che sia vero*) che, qualche anno fa, a Firenze un tale si era comprato un risciò a pedali e si era messo a portare i turisti dalla stazione agli alberghi. Lo faceva gratis; guadagnando qualcosa con la pubblicità che metteva sulle fiancate. Non lo avesse mai fatto: stava facendo concorrenza ai poteri forti del trasporto urbano. La giunta comunale si è riunita e ha promulgato un'ordinanza che proibiva di fare una cosa del genere. Un provvedimento apposta per lui - grande onore! Adesso, a Firenze è proibito trasportare persone su veicoli a pedali - forse include anche i tandem. Stalin, ai suoi tempi, non avrebbe saputo fare di meglio.

Siccome, dunque, siamo in un regime di monopolio per quanto riguarda il trasporto urbano, chi ci rimette è l'utente. In un mercato tutto fuori che ottimizzato, chi viaggia è costretto a non poter scegliere altro che fra il mezzo privato - costoso e invadente - e il mezzo pubblico - inefficiente e inflessibile (e non diciamo niente dei taxi)

Il buon Josif Stalin deve stare a sogghignare nella tomba pensando a come stanno le cose da noi. Però, ci potremmo divertire a pensare cosa potrebbe succedere se - per qualche miracolo celeste - il trasporto pubblico fosse veramente liberalizzato. Ammettiamo che spuntassero da noi i "petits taxis" come a Marrakesh. Dovunque tu sia, trovi sempre una vecchia uno rossa che ti porta dove vuoi per 2-3 euro. Oppure, come in Russia al tempo della crisi, monti sulla macchina del primo che passa e con 30 centesimi te la cavi. Anche senza andare a queste cose, ammettiamo che chiunque, più o meno, possa mettere su un "jitney" e trasportare gente in concorrenza con autobus e mezzi privati. Considerate anche che nell'era della comunicazione, fra internet, telefoni cellulari e il resto, si potrebbero fare degli autobussini veramente flessibili e ottimizzati, e anche molto ecologici se si usassero motori elettrici. Del tipo, telefoni e ti passa davanti a casa entro un quarto d'ora, e con un euro ti porta dove vuoi.

Sono sogni, evidentemente. Ma può anche darsi che i titani che dominano oggi il trasporto urbano - gli eredi di Josif Stalin e di Henry Ford, siano colossi dai piedi di argilla. In una crisi come quella che ha colpito l'Unione Sovietica, sia il traffico privato come i mezzi pubblici si troverebbero in gravissima difficoltà. Potrebbe essere il momento del ritorno dei jitney. Chissà.....




* Nota: non ho riferimenti scritti a questa storia della giunta comunale fiorentina che si riunisce apposta per proibire di trasportare i turisti con mezzi a pedali. Nel complesso, tuttavia, credo che sia vera. Me l'ha raccontata Sergio Gatteschi che - a quel tempo - l'ha vissuta come consigliere provinciale. Poi, conosco i membri della giunta comunale dell'epoca e li reputo perfettamente capaci di fare una cosa del genere. Mi stupirei se non l'avessero fatta. Fra le altre cose, è la stessa banda di gente che non ha trovato di meglio che multare pesantemente una tassista in nome del "decoro" della città perché girava con un taxi particolarmente decorato e portava gratis i bambini. all'ospedale. Appunto, Stalin continua a sogghignare nella tomba.






11 commenti:

Mark ha detto...

Grandioso Bardi! Purtroppo i sistemi monopolistici pare che i cambiamenti li subiscano e basta, quindi speriamo che crollino termodinamicamente.

Parlo di questo post nel mio blog:
http://www.up-comunicazione.com/pensierilaterali/2009/08/07/muoversi-dopo-la-crisi/

Anonimo ha detto...

Bravo Bardi!! Analisi magnifica, peccato che persone come lei siano poche!! Avendo moglie russa e andando da molti anni per lavoro in quel paese sconfinato che è la Russia, confermo al 100% quanto riportato dal prof. Bardi circa le abitudini dei russi.
Arturo

Anonimo ha detto...

Il mondo post-picco comincia a piacermi. Ci hanno sempre terrorizzato, ma forse è solo un cambiamento che dovremmo apprezzare. Che crollino i monopolisti e le loro corti. Il popolo si salva con la libera iniziativa e la libertà ritrovata.
Complimenti Bardi.
Loris

Terenzio Longobardi ha detto...

Sul fatto che in Italia si debba liberalizzare il trasporto pubblico, caro Ugo, sfondi una porta aperta. Ho detto in Italia, perchè in altri paesi dell'Europa evoluta il trasporto pubblico monopolistico funziona ancora che è una meraviglia. Perchè lì hanno il senso civile della qualità del servizio pubblico che a noi manca. Hai mai viaggiato sui servizi di trasporto pubblico francesi, svizzeri, tedeschi, olandesi ecc. e ora anche spagnoli? Sembra di stare in un altro mondo rispetto all'Italia. Per questo non condivido del tutto la tua affermazione " chi viaggia è costretto a non poter scegliere altro che fra il mezzo privato - costoso e invadente - e il mezzo pubblico - inefficiente e inflessibile". Bisognerebbe aggiungere dopo chi viaggia: "In Italia"

Anonimo ha detto...

Se ricordate dagli anni '70 in poi c'era anche in Italia piuttosto diffuso l'autostop con cui molti giovani viaggiavano.
E' una cosa diversa da quelle citate nell'articolo però è indicativo che ormai da anni non si veda più nessuno praticarlo.
Siamo tutti diventati benestanti per permetterci l'auto personale? Paura di violenza e rapine?
Anche quelle Vespe stracariche di bagagli con due persone sopra sono sparite, giovani che giravano l'Europa in quel modo.
Voglio essere ottimista: sono migliorati molto i mezzi collettivi di trasporto, treni ed aerei.

Mammifero bipede ha detto...

Un paio d'anni fa, durante un viaggio in bici in Albania, mi capitò di viaggiare su quello che lì è chiamato un "furgon", un maxi taxi collettivo con il quale abbiamo attraversato il paese da nord a sud in compagnia di persone che cambiavano via via che la strada scorreva (ne ho raccontato QUI, con tanto di foto).

Francesco Ganzetti ha detto...

...A proposito di energie da combustibli fossili e compatrioti di Stalin e Ford, gli U.S.A : sappiamo come sono messi e non vorrei infierire oltre .( Nel senso che l'american way of life è tutt'altro che non negoziabile, se vogliono mantenere una presunta superiorità tecnologica, almeno negli armamenti : a proposito, sarebbbe bello che qualcuno dei Prof. curatori del blog interrogassero i colleghi amercani su che fine farà con la crisi il progetto JSF, joint strike fighter, roba da 4-500 bilioni di dollari, almeno 1/3 del costo della crisi finanziaria ad oggi, visto anche che si è passati dai preventivati 800 F-22 di 10 anni fa ad appena 240.......)
Per quanto riguarda la Russia potete confermarmi che è il paese con le riserve di gas naturale più estese, oltre che il più grande seportatore mondiale di gas, e nonostante ciò i 2/3 della produzione sono per il consumo interno ?!

Gianni Comoretto ha detto...

Sentito parlare di "Jungo"?
Un autostop organizzato, in cui un servizio centrale fornisce un minimo di garanzie (identificazione di autostoppista e automobilista), e minime linee guida sulle tariffe.

Sta cominciando a funzionare a Trento, probabilmente e' un po' troppo complicato per avere un grosso successo, ma si puo' provare.

Autostop "fai da te". Io lo pratico spesso, ma forse perché non sufficientemente dotato di "curve" ho tempi di attesa decisamente alti. Se sono in gentile compagnia va meglio. Però se la gentile compagnia è da sola, il rischio non è indifferente, è comune l'idea che una donna che pratichi l'autostop sia automaticamente in cerca di avventure sessuali.

Devo anche dire che viaggiare su "Jitney" nelle ex repubbliche sovietiche non è una cosa che mi attiri. Gli incidenti sono frequenti, dovuti al tasso alcolico non indifferente dei guidatori.

Dario Cavedon ha detto...

Prof Bardi, complimenti per il post, contenuto interessante e sempre divertenti. Un appunto: nelle Filippine i mini autobus, si chiamano "Jeepney" (vedi wikipedia: http://en.wikipedia.org/wiki/Jeepney), ed erano all'origine ricavati dalle "Jeep" americane, lasciate lì dopo la II guerra mondiale.

Un'altra cosa: perchè non fa un post sull'uso della bicicletta? Io ho fatto un "esperimento" di uso combinato di bici e treno (vedi qui: http://dariocavedon.blogspot.com/2009/07/uso-sperimentale-del-trasporto.html). Perché non prova anche lei? :-)

Ugo Bardi ha detto...

Grazie per il commento, Dario. Sulle biciclette, per il momento non ho avuto una particolare ispirazione, ma prima o poi scriverò qualcosa. Ciao!

Kootje ha detto...

Che caso, giusto 5 minuti fa, chiacchieravo con un collega, ricordando con nostalgia di quando ero (più) giovane e facevo un paio di volte all'anno la tratta Amsterdam Macerata in autostop. In questo modo ho conosciuto molte persone interessanti e imparato molto, inoltre il tempo di percorrenza era confrontabile con quello del treno!
Magari questi bei tempi tornano :-)