domenica, gennaio 17, 2010

Il picco degli obesi negli Stati Uniti



Dal New York times del 13 gennaio, una notiziola interessante. Abbiamo i dati sulla tendenza all'obesità negli Stati Uniti. La vediamo nella figura qui sopra espressa in "body mass index" (BMI) che è semplicemente il peso di una persona diviso per la sua altezza al quadrato. Quando il BMI è sopra il valore di 30 (espresso in unità internazionali) allora la persona è obesa.

Nella tabella qui sopra, vedete qualche tendenza per la popolazione americana. L'obesità si è stabilizzata per tutti i gruppi etnici americani (neri, bianchi e ispanici) intorno a un massimo del 50% della popolazione per le donne nere. I maschi sembrano essersi stabilizzati intorno al 35% per tutte le etnie. Sembrerebbe che ci sia stato in questi anni un vero e proprio "picco dell'obesità"

L'interpretazione del NY times è che abbiamo raggiunto un limite fisico all'obesità. Non si può essere obesi più di tanto ed essere ancora in grado di camminare.

La mia impressione è che non sia così, ovvero che c'è sempre spazio per essere più grassi e, soprattutto, per un aumento del numero delle persone grasse. Perché limitarsi al 50%? Cosa vieta di avere l'80% delle donne obese? (se andate in America, una passeggiata per qualsiasi città vi darà subito l'impressione che il 99% della gente è obesa).

E' possibile, in effetti, che siamo di fronte a qualcosa di più complesso che ha a che fare con il generale impoverimento della popolazione. L'obesità della popolazione è stata spesso indicata come un'evidenza che gli Stati Uniti sono un paese ricco. Non è mai stato così. La ragione per l'obesità, in generale, è dovuta all'ottimizzazione del rapporto calorie/dollari. A parità di dollari, il pasto che vi da più calorie è uno di "junk food" a base di forti dosi di grassi e di zuccheri. I poveri, sostanzialmente, non si possono permettere una dieta sana e la loro obesità è evidenza, piuttosto, delle forti disparità sociali che esistono in USA.

L'aumento graduale del numero dei poveri, che dura ormai dagli anni '70 negli USA, ha causato l'esplosione di obesità che vediamo. Oggi, è probabile che abbiamo saltato un ulteriore livello di povertà. Ovvero, i poveri stanno diventando talmente poveri che devono tagliare anche sugli hamburger e sulle patatine fritte. Non possono più permettersi una dieta malsana. Alcuni di loro, evidentemente, non possono permettersi proprio più nemmeno una dieta.

Se questa interpretazione è giusta, vedremo un calo degli obesi nel prossimo futuro. Questo però non sarà dovuto a un miglioramento della dieta, ma a un peggioramento ulteriore. Quindi lo vedremo accompagnato da una riduzione dell'aspettativa di vita. Per ora questi fenomeni non si vedono, ma tutto è in movimento. Nulla di quello che credevamo assodato lo è stato negli ultimi anni e allora aspettiamoci altri cambiamenti.

5 commenti:

Paolo Marani ha detto...

Attenzione.. il BMI è ottenuto dalla divisione fra il peso e l'altezza AL QUADRATO (espressa in metri decimali), esempio 65 / (1,70*1,70) = 22,5 (65Kg e 1mt e 70cm)

Dividendo solo il peso per l'altezza siam praticamente tutti obesi ;o)

Fra ha detto...

Salve a tutti di nuovo; interessante parlare di picco degli obesi, anche se non proprio esatto..Almeno credo.
Sono iscritto all'ordine e registrato a medinws,periodico internet di informazione medica che verte soprattutto sugli aspetti normativi-sociali ed economici del mondo medico italiano, tutt'altro cje pedissequamente allineato alle correnti di facciata e davvero molto interessante; ricordo un articolo in cui si parlava proprio dell' obesità in America e vorrei riferire alcuni elementi di analisi:

1) L'obesità negli USA è esplosa negli ultimi 20-25 anni, quindi non del tutto allineata al con sumo interno di greggilo che già negli anni 60 era molto elevato.

2) Non è ugualmente distribuita in utte le aree, le unche che si salvano un pò sono quelle degli sati centro-occidentali non al confine col Messico : per intenderci in Montana, Nord e Sud Dakota sono quasi a livelli Nord europei.( Probabilmenti l' in molti fanno ancora lavori con importante dispendio energetico )

3) Il Junk food è appetito dai meno abbienti ma soprattutto dai meno formati sul piano culturale e di alimentazione

4) per la salute poco junk food co complessiva riduzione dell'apporto calorico è molto meglio di tanto junk food.

5) Oltre agli alimenti ricchi di grassi saturi, in America c'è una vasta fascia di popolazione che sceglie alimenti non strettamente classificabili come junk food, ma possibili cofattori nell'aumento dell' incidenza del cancro ( verdure congelate sottoposte a scarsi controlli o comunque non efficaci)

Frank Galvagno ha detto...

Ho corretto ...! Grazie Marantz e Maurizio per la segnalazione

Unknown ha detto...
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
Ugo Bardi ha detto...

Caro Francesco, interessanti i tuoi commenti. Nota però che l'aumento del consumo di junk food non è correlato direttamente al consumo di petrolio ma piuttosto all'aumento delle differenze sociali. Questo è un fenomeno che è cominciato verso la metà degli anni '70, abbastanza in corrispondenza con l'inizio dell'epidemia di obesità. Si chiama "the great u-turn" che ha segnato l'inversione di tendenza che - prima - era verso una società meno disuguale. A mio parere sono tutti effetti del picco del petrolio