mercoledì, dicembre 21, 2011

Essere cicale in tempo di crisi

Di Toufic El Asmar


Una delle cose più importanti che abbiamo imparato con ASPO è la preveggenza… Cassandra appunto. A tal proposito vi ripropongo due interventi miei che erano stati postati nel 2007 e successivamente nel 2008. Ho passato, durante questo tardo pomeriggio, almeno tre ore a leggere notizie sulla situazione economica e sociale in Grecia, mi ha colpito fortemente l’immagine seguente che ho prelevato dall’articolo che potete leggere qui.


Questa immagine è potentissima a mio parere, i nuovi senza tetto che continuano ad usare i nuovi mezzi tecnologici di questi ultimi 15 anni. Uomini e donne laureati che avevano una vita, un benessere ed un lavoro promettenti che in pochissimi mesi si ritrovano per strada senza casa, macchina, vestiario decenti ma sempre con il portatile e l’IPhone a disposizione. 



Il primo post lo avevo pubblicato il 29 Marzo del 2007, con il titolo 


Siamo Cicale o Formiche? 




La cicala che imprudente 
tutta estate al sol cantò, 
provveduta di niente 
nell'inverno si trovò, 
senza più un granello e senza 
una mosca in la credenza. 


Compri oggi e paghi quasi quando vuoi. E se non hai i soldi, che problema c’è? Esiste più di una soluzione per saldare il debito secondo le modalità più comode e vantaggiose. E’ questo il messaggio che sempre più frequentemente arriva nelle case degli italiani attraverso spot pubblicitari, maxi offerte e vendite promozionali messe in atto da ogni tipo di esercizio commerciale, dai grandi magazzini ai negozi di elettronica, dai mobilifici alle concessionarie di auto (La Repubblica). 

Stamattina su “Radio Anch’io” professori economisti, operatori finanziari, esperti del settore non hanno fatto altro che dire quanto sia positivo per l’economia indebitarsi, pagare tutto a rate, consumare, comprarsi qualsiasi cosa. Sembra che questo sia il metodo più moderno al mondo per aumentare i consumi e fare "girare" l'economia. Ma quando arriverà la crisi "post peak", quella che quasi nessuno si aspetta o alla quale quasi nessuno crede, che succederà? Come faranno tutte le persone indebitate con mutui ventennali o trentennali o addirittura quarantennali a pagare i propri debiti? e le banche in periodo di crisi una volta pignorati gli appartamenti delle persone insolventi a chi li venderanno? Stiamo a vedere. 

Due ASPISTI di peso commentarono questo post, ed anche loro espressero la loro forza preveggente: Il primo commento era di Gianni Comorretto, che scrive: 

“Il problema del sovraindebitamento è già grave. E' difficile rendersi conto, soprattutto in un negozio di fronte all'acquisto "facile", che tante rate da 10 euro fan 2-300 euro, più il mutuo della macchina, magari quello della casa, che alla fine del mese non avanzano più se hai uno stipendio da 1000-1500 euro e una famiglia da mantenere. E si salta qualche rata, per finire in mano alle ditte di "recupero credito", gente con un pelo sullo stomaco da far paura, che ti caricano tutte le loro spese alla rata non pagata, ti portano via il pignorabile, o ti spingono a rivolgerti a strozzini. Situazioni assurde, per ora non frequentissime, ma basta poco, un po' di inflazione al 4%, un ulteriore calo del potere d'acquisto. E' la gente che si vede facendo microcredito, gente che ha bisogno di poche centinaia di euro per pagare la rata ed uscire da questa spirale. Ma finché si leggono articoli come questi, difficile fare "educazione finanziaria". 

A quanto pare: azzeccato. 

L’altro commento era di Franco Galvagno, che scrive:
”Su questo tema provo ad avanzare una previsione "ottimistica", tra le tante che possiamo ipotizzare: potrebbe il Peak Oil dare dei segni tangibili (forti e anche "dolorosi") circa la non-attualità di certe strutture capitalistiche orientate alla "crescita ad ogni costo"? Questi segni potrebbero "aprire gli occhi" a chi oggi si indebita con facilità... meglio tardi che mai!”. 

A quanto pare molti occhi sono rimasti chiusi e lo sono tuttora. 


Dopo meno di un anno, esattamente il 16 Dicembre del 2008, nel pieno svolgimento della crisi del 2008, scrissi un secondo post dal titolo: 

La Cicala ce la farà? 


La Cicala che imprudente 
tutta estate al sol cantò,
provveduta di niente
nell’inverno si trovò,
senza più un granello e senza
una mosca in la credenza.

Affamata e piagnolosa
va a cercar della Formica
e le chiede qualche cosa,
qualche cosa in cortesia
per poter fino alla prossima
primavera tirar via:
promettendo per l’agosto,
in coscienza l’animale,
interessi e capitale.

La Formica che ha il difetto
di prestar malvolentieri,
le dimanda chiaro e netto:
- Che hai tu fatto fino a ieri?
- Cara amica, a dire il giusto
non ho fatto che cantare
tutto il tempo. – Brava, ho gusto;
balla adesso, se ti pare.

(Jean de La Fontaine) 


Da un bel po’ di tempo mi faccio sempre la stessa domanda “Nel periodo che andava dal 2003 al 2007… i giornali, le TV, le radio… non hanno fatto altro che bucarmi il timpano informando dei passi da gigante e dei grandi guadagni ottenuti dalla grande industria (FIAT, FERRARI, MASERATI, TELECOM, le Società Sportive, ENEL, ENI, ecc...) si parlava di cifre enormi, di fatturati incredibilmente positivi. 

Tra l’altro mi ricordo che l’ultimo governo Berlusconi (cioè non quello attuale) era riuscito nella sua finanzia creativa a detassare gli utili delle grandi Industrie come quelle che avevo citato prima. Mi ricordo anche, che nel periodo 2005 – 2006, mentre giravo in macchina la Toscana per lavoro, ascoltavo moltissimo la radio, e di tanto in tanto si parlava delle buone uscite, delle liquidazioni, delle pensioni con cifre a 6 zeri per gli Amministratori Delegati delle aziende pubbliche e private … RAI, ALITALIA [...] 

Non voglio darmi del veggente, ma semplicemente mi chiedo perché una persona semplicissima come me, non “informata sui fatti” come dovrebbero esserlo i governanti, i direttori generali, i finanzieri, e cosi via, abbia intravisto un pericolo nel sistema e loro no? 


Coincidenza o no, oggi (20 Dicembre 2011) sui quotidiani nazionali si parlava delle difficoltà di Ferrari, Maserati ed altri grandi firme, di vendere i loro prodotti di lussi in Italia ed in Europa, e che queste grande imprese si salvano ancora grazie al mercato Asiatico. 

Sempre dal post del 2008: 

perché ieri la FIAT cantava e ballava per i grossi profitti e utili accumulati durante gli anni 2005, 2006… i debiti in calo, i progetti di espansione e sviluppo… mentre oggi mette in cassa integrazione migliaia di persone? Dove sono finiti tutti i profitti? Come mai nessuno ha pensato ad una specie di cassa deposito di emergenza o qualcosa di simile (provvista per l’inverno freddo) per affrontare almeno in un primo momento la crisi senza dover mettere in pericolo il bene delle famiglie? e la stesa domanda me la pongo anche per tutti gli altri settori industriali, finanziari, energetici (ma quanto hanno guadagnato durante il periodo 2006-2007 quando il costo del barile di Petrolio cresceva costantemente?). 


Bene, a questo punto potrei raccontare a miei figli la fiaba di La Fontaine in un altro modo: 


La Cicala cantava e ballava 


FIAT: nel secondo trimestre 2006 il fatturato del Gruppo Fiat è cresciuto del 12,9% a 13,6 miliardi. Fiat Auto ha venduto nel primo semestre dell'anno oltre un milione di veicoli. Un risultato non più raggiunto dal 2001, con una crescita del 17,5% rispetto al primo semestre 2005. Nel secondo trimestre del 2006 "il significativo aumento dei volumi di vendita" ha consentito all'area Automobili di realizzare ricavi per 6,6 miliardi di euro, con una crescita del 18,9% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. 

Nei primi sei mesi dell'anno l'area Automobili ha realizzato ricavi per 12,7 miliardi di euro, in aumento del 21% rispetto alla prima metà del 2005. Obiettivi rivisti al rialzo. Il Gruppo Fiat sulla base dei risultati raggiunti nel primo semestre 2006 e "pienamente in linea con gli obiettivi", conta di chiudere l'anno in modo più che ottimistico tanto da puntare "al rialzo degli obiettivi". Dunque il "tetto" della gestione ordinaria passa da 1,6 a 1,85 miliardi di euro (risultato della gestione ordinaria di Fiat Auto da 200 a 250 milioni di euro), il risultato netto da 700 a 800 milioni di euro (escludendo gli utili straordinari), l'indebitamento industriale di fine anno intorno ai 2 miliardi di euro. Confermati invece tutti gli altri obiettivi, compresi quelli per il 2007, etc. 

TOYOTA: Dai risultati dell’ultimo trimestre 2005 emerge che la casa giapponese sta aumentando sempre più fatturato e utili. Alcune cifre: l’utile netto ammonta a 397,6 miliardi di yen (2,79 miliardi di euro), pari al 34% in più rispetto all’anno precedente, ottenuto grazie alla debolezza dello yen e all’aumento delle vendite, e nonostante i costi degli attuali programmi di espansione. Utili operativi aumentati del 14% (482,2 miliardi), vendite mondiali cresciute del 7,7%, e pari a 1,98 milioni di unità, 14.000 in più rispetto al corrispondente trimestre 2004. Nel 2006 Toyota mette a segno nel secondo trimestre fiscale (luglio-settembre) un balzo record dell'utile netto del 34%, a 3,45 miliardi di dollari. Quanto all'utile operativo, si è involato del 44%, a 4,92 miliardi di dollari. […] 

6 febbraio 2007: Toyota, boom sui mercati Usa ed Europa e utili record (+7,3%). Il gruppo automobilistico giapponese Toyota Motor ha registrato un utile netto record nel terzo trimestre 2006 grazie alle forti vendite in Nord America e Europa. L'utile netto è cresciuto del 7,3% a 426,8 miliardi di yen (2,75 mld di euro), rispetto allo stesso periodo 2005 mentre il fatturato è salito del 15,2% a 6.146,6 miliardi di yen (39,56 miliardi di euro). 

TELECOM: (2004 – 2005) I profitti operativi hanno raggiunto i 3.597 milioni di euro, il 9,6% in più rispetto ai corrispondenti sei mesi dell' anno scorso, mentre i ricavi si sono attestati a 15.222 milioni di euro, con un incremento dello 0,5% rispetto al 2003. Quanto al margine operativo lordo, il dato preliminare indica una crescita del 2,4%, a 7.087 milioni di euro. Comunque è un dato altalenante che dipende da tante variabili: l'utile netto consolidato è sceso a 2.448 milioni, in calo del 18,8% rispetto al 2006. Eppure si legge “Il debito finanziario netto a fine 2007 è invece calato a 35,7 miliardi dai 37,3 di fine 2006 e 37,4 a fine settembre 2007. 


Senza dubbio i dati di sopra vanno aggiornati al 2011, ma che importanza ha, lo sappiamo tutti che il mercato dell’auto è ormai in crisi, gli Italia, i Spagnoli, gli Irlandesi, i Portoghesi, i Greci e tanti altri non hanno più soldi, siamo tutti fortemente indebitati, chi vorra mai comprarsi una macchina nuova? Beh di cicale ce ne sono ancora tante, e molti continuano a comprarsi l’auto ma sicuramente il trend è in diminuzione ed il settore è in crisi. 


La Cicala piange e si lamenta 

Ottobre 2008: nei primi 10 mesi il calo delle immatricolazioni è stato del 5,4% a 12.852.387. In Italia, a ottobre, la flessione è risultata pari al 18,9% a 167.940 unità (-5,5% a settembre) e nei dieci mesi è arrivata a -12% a 1.879.165. 

Il gruppo Fiat ha venduto a ottobre 93.952 auto (-7,9%) […] La casa torinese rispetto ai primi dieci mesi del 2007 ha venduto complessivamente il 3,2% in meno di vetture, con una quota di mercato che è salita di un decimo all'8% del totale. Lancia (-6,6% a 99.266) e Alfa Romeo (-29,4% a 87.449). 

Nel solo mese di ottobre per il marchio Fiat -8,4%, per Lancia +6,9%, Alfa Romeo -15,7%, -30,8% gli altri marchi. Tutti i grandi gruppi hanno registrato segni negativi nel mese di ottobre con Vw a -7,6%, Psa -16,3%, Ford -11,9%, General Motors -25,2%, Renault -19,1%, Bmw -10,4%, Daimler -16,6%, Toyota -23,6%, Nissan -16,4%, Honda -25,7%. 

E ora, a quale Formica si rivolgerà la Cicala? 



L’inverno si sta avvicinando ed il settore automobilistico intero (non solo le tre grandi di Detroit) potrebbero trovarsi “senza più un granello e senza una mosca in la credenza” e allora ricorreranno alla Formica (il contribuente o lo Stato) per chiedere “qualche cosa, qualche cosa in cortesia per poter fino alla prossima primavera tirar via: promettendo per l’agosto, in coscienza l’animale, interessi e capitale". Ma dobbiamo fidarci ancora? 

Ahimè oggi questo paragrafo riguarda tutti i settori economici, in particolar modo quello finanziario e quello immobiliare. Lo Stato non basta più, Greci, Portoghesi e Irlandesi intanto si sono rivolti ai grandi strozzini, la troika ed il FMI …. Speriamo di non arrivare a quel livello. 

Auguro a tutti voi un Natale sereno senza regali all’insegna della modestia simile a quella del festeggiato (Cristo) che nacque 2000 anni fa circa in una stalla o grotta (ha poco importanza) come l’ultimo dei poveri.

7 commenti:

Luca Pardi ha detto...

Auguri a te Toufic. Bel post.

Unknown ha detto...

Thank you sir, auguri anche a te e ai tuoi cari

mauro ha detto...

Chapeau mr Toufic.

Mauro Icardi

Unknown ha detto...

Merci Mr. Mauro

Fra ha detto...

Bel post, peccato che che le cicale e le formiche non ci siano solo fra le case automobilistiche e gli stati ma anche fra i lavoratori privati e gli apparati e servizi statali insostenibili sic et simpliciter..Magari parlare di questo è meno simpatico....

Unknown ha detto...

Beh non potevo metterli tutti sennò avrei dovuto scrivere un libro allora mi ero limitato ad un settore esempio ... ma ci siamo capiti

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