domenica, febbraio 19, 2012

Il sogno europeo infranto


Di Daniela Pietropoli e Toufic El Asmar


I sogni collettivi più rilevanti dell’Occidente sprecone, razzista e autoreferenziale sono quello “americano” e quello “europeo”.

E’ necessario vederli appaiati per distinguerli e capire se il fallimento di uno (sogno americano) non abbia inficiato ed eroso la possibilità dell’altro (sogno europeo) di realizzarsi.

Il sogno americano è quello dei Padri Pellegrini sbarcati a Plymouth Rock nel 1620, felici di essere sfuggiti all’oppressione religiosa in Europa. Il loro capo spirituale, John Winthrop, mettendo piede nel “Nuovo Mondo” autoproclamò quel risibile numero di persone “il popolo eletto”. Erano lì per sottomettere la Natura con la forza del loro credo religioso. Ancora adesso il credo religioso è interconnesso alle vicende politiche, gli U.S.A. mettono Dio sulle monete (In God We Trust) e fondano campagne elettorali sul senso religioso: alcuni di loro sono creazionisti, per questi la Terra ha 12.000 anni come la somma di tutti quelli che sono citati nella Bibbia. Ai Padri Pellegrini della salvezza dell’anima si aggiunse, nell’era industriale, con Benjamin Franklin, la potente fiducia nei propri mezzi, per emanciparsi e diventare ricchi e di successo, unica modalità questa per raggiungere la Felicità che gli U.S.A. hanno nella loro Carta dei Diritti.

Fede e Perseveranza sono dunque le caratteristiche del primo sogno americano che passato al secondo stadio è miseramente fallito nel turbocapitalismo del “tutto e subito”. L’etica del lavoro frankliniana si ritrova in una nazione immersa nella cultura consumistica della gratificazione immediata, senza sforzi e senza merito. La pubblicità convince che si può essere felici solo se si ottengono una infinità di beni materiali, anche facendo debiti e magari facendo soldi con il gioco d’azzardo e i reality show. Il debito è non solo finanziario, ma anche di cultura e di etica.

Noi europei abbiamo voluto imitare il “sogno americano”. Film, musica, moda. E poco importava se, intrecciati nel sogno americano, c’erano il razzismo e la povertà, figli dell’eccesso di individualismo liberista che domina la società americana. Solo il mercato può regolare i rapporti tra i cittadini, nessuna idea di moderazione da parte dello Stato, ma è proprio questo che ha determinato il declino un Paese pieno di risorse naturali, di spazio e per di più con una lingua comune.

L’Unificazione Europea è il sogno europeo.

Un sogno basato su principi diversi da quelli americani, perseguiti con metodi ancora più diversi. L’Europa non ha una lingua comune, anche se comuni sono le radici delle lingue europee, è composta da Stati di diversa dimensione, diverso livello di ricchezza ed equilibri sociali e diverse organizzazioni politiche. Ma il patrimonio spirituale e morale europeo di cui parla la Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea fa sì che i due sogni siano quasi opposti.

Tanto il sogno americano è individualista e spinto, dalla presunta onnipotenza del singolo, alla conquista illimitata e al successo personale, tanto il sogno europeo punta alla coesione, all’inclusione, allo sviluppo sostenibile, facendo entrare il principio dell’uso della risorsa Ambiente in modo equilibrato anche nella carta dei Diritti.

La Carta dei Diritti Fondamentali comprende un preambolo introduttivo, dove precisa che si rende necessario rafforzare la tutela dei diritti fondamentali rendendoli scritti in una Carta, a cui seguono cinquantaquattro articoli, suddivisi in sette titoli come segue: 

I - dignità (dignità umana, diritto alla vita, diritto all'integrità della persona, proibizione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti, proibizione della schiavitù e del lavoro forzato); 

II - libertà (diritto alla libertà e alla sicurezza, rispetto della vita privata e della vita familiare, protezione dei dati di carattere personale, diritto di sposarsi e di costituire una famiglia, libertà di pensiero, di coscienza e di religione, libertà di espressione e d’informazione, libertà di riunione e di associazione, libertà delle arti e delle scienze, diritto all'istruzione, libertà professionale e diritto di lavorare, libertà d'impresa, diritto di proprietà, diritto di asilo, protezione in caso di allontanamento, di espulsione e di estradizione); 

III - uguaglianza (uguaglianza davanti alla legge, non discriminazione, diversità culturale, religiose e linguistica, parità tra uomini e donne, diritti del bambino, diritti degli anziani, inserimento dei disabili); 

IV - solidarietà (diritto dei lavoratori all'informazione e alla consultazione nell'ambito dell'impresa, diritto di negoziazione e di azioni collettive, diritto di accesso ai servizi di collocamento, tutela in caso di licenziamento ingiustificato, condizioni di lavoro giuste ed eque, divieto del lavoro minorile e protezione dei giovani sul luogo di lavoro, vita familiare e vita professionale, sicurezza sociale e assistenza sociale, protezione della salute, accesso ai servizi d’interesse economico generale, tutela dell'ambiente, protezione dei consumatori);

V -  cittadinanza (diritto di voto e di eleggibilità alle elezioni del Parlamento europeo e alle elezioni comunali, diritto ad una buona amministrazione, diritto d'accesso ai documenti, Mediatore europeo, diritto di petizione, libertà di circolazione e di soggiorno, tutela diplomatica e consolare);

VI - giustizia (diritto a un ricorso effettivo e a un giudice imparziale, presunzione di innocenza e diritti della difesa, principi della legalità e della proporzionalità dei reati e delle pene, diritto di non essere giudicato o punito due volte per lo stesso reato);

VII - disposizioni generali che riguardano le modalità di interpretazione e di applicazione della carta medesima.

L’attuale Carta dei Diritti Fondamentali dell’unione Europea è entrata in vigore con la ratifica del Trattato di Lisbona (Legge 2 agosto 2008, n. 130 pubblicata in G.U. 8 agosto 2008)

Anche il Trattato di Lisbona riporta i Diritti Fondamentali scritti nella Carta. L’articolo 1 bis recita:
L'Unione si fonda sui valori del rispetto della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell'uguaglianza, dello Stato di diritto e del rispetto dei diritti umani, compresi i diritti delle persone appartenenti a minoranze. Questi valori sono comuni agli Stati membri in una società caratterizzata dal pluralismo, dalla non discriminazione, dalla tolleranza, dalla giustizia, dalla solidarietà e dalla parità tra donne e uomini.

Diritti universali, laici e completamente condivisibili.

All’articolo 2 un altro esemplare elenco di principi:
L'Unione instaura un mercato interno. Si adopera per lo sviluppo sostenibile dell'Europa, basato su una crescita economica equilibrata e sulla stabilità dei prezzi, su un'economia sociale di mercato fortemente competitiva, che mira alla piena occupazione e al progresso sociale, e su un elevato livello di tutela e di miglioramento della qualità dell'ambiente. Essa promuove il progresso scientifico e tecnologico.

Dunque cooperazione, collettività delle azioni sociali e con valori economici basati sulla qualità dell’ambiente e della vita dei singoli. Il tutto parrebbe proiettato verso una società con economia stazionaria e senza ambizioni di potere sul globo come fuoriesce dalle parole e dalle intenzioni degli U.S.A. Non un corpo unico ma un insieme di corpi da mettere a sistema, da organizzare a rete, per il benessere complessivo del Pianeta.

Ma il sogno europeo che sta deludendo innanzitutto i suoi cittadini si sta infrangendo sugli stessi scogli che hanno determinato l’arenarsi del sogno americano: i danni provocati dall’azione sfrenata del mercato economico e finanziario.

Il liberismo e il neoliberismo hanno pervaso anche le politiche europee, seppure con modalità diverse. In Europa il concetto socialdemocratico dell’equilibrio statale sulle forze del mercato ha sicuramente impattato sulla possibilità di manovra delle succitate forze, che tuttavia sono riuscite ugualmente a contagiare i meccanismi dei bilanci dei singoli Stati europei. Le agenzie di Rating (tutte americane) hanno giocato e stanno giocando con i bilanci degli stati europei attaccando innanzitutto i PIGS.

Un momento duro, dove l’Europa avrebbe dovuto agire come un sol corpo, e invece ha mostrato l’aspetto aggressivo ed egoista dei suoi membri più ricchi e potenti, quali Francia e soprattutto Germania, già accusati da tempo dagli altri membri di costruire Protocolli e Trattati a loro esclusivo beneficio e consumo e poi di non seguirli se necessario (il limite del 3% del PIL per il deficit dei conti pubblici). Mostra particolare egoismo la Germania, troppo grossa per stare in Europa e troppo piccola per uscirne. Non accetta di dover pagare il debito degli altri paesi europei sconsiderati, un debito a cui a contribuito la Germania stessa con una feroce azione di esportazione, una Germania che impone rientri di bilancio pubblici rigidi e recessivi, e siccome non potrà vendere nulla in una Europa immiserita dalla sua stessa politica economica, ecco che si deve rivolgersi ai BRICS, come la Cina o il Sudamerica.

B.A.U. tedesco, e recessione europea stanno portando la Grecia sull’orlo della disperazione. La Grecia ha sicuramente colpe (bilanci non chiari, falsificazioni, evasione fiscale, poco rispetto di regole e leggi), come le hanno tutti i PIGS, Italia compresa.

Ma la mancata coesione e difesa della dimensione umana da parte dell’Unione Europea in un momento di crisi come questo è segno palese che il sogno europeo si è infranto.

In Grecia, i diritti fondamentali così ben espressi e specificati nella Carta dei Diritti Fondamentali e ribaditi nei primi articoli del lunghissimo Trattato di Lisbona, che ribadisce il nostro essere una unica comunità con uguali diritti e doveri e obbligo di reciproco aiuto tra Stati, ebbene quei diritti sono attualmente calpestati in nome del dio mercato. In nome del B.A.U. che penetra nel concetto di sviluppo sostenibile perché questo concetto, dice Latouche, è un ossimoro. Nessun sviluppo potrà mai essere sostenibile. Poca differenza con il sogno americano che, precedente per migliore fortuna a quello europeo, non parla mai di sostenibilità mentre quello europeo infarcisce di questo principio tutti i suoi documenti ma con il fine di aumentare concorrenza e competitività delle imprese e del mercato (seppure interno).

La Patria dell’Europa, l’origine della cultura occidentale, è in pieno collasso economico e finanziario, e i suoi cittadini stanno morendo di inedia e di disperazione.

Gli altri cittadini europei, e non solo europei dovrebbero guardare con timore al precipizio greco, perché la terapia d’urto fornita alla Grecia dalla BCE e dal FMI era sbagliata, irreale, inefficace e come si può notare dal risultato, anche controproducente (un debito greco passato dall’iniziale “turpe” 120% all’attuale “folle” 160% in pochissimo tempo e adesso deve tornare al “turpe” 120%). E sono le stesse misure di Monti e di tutti i paesi europei che ancora pensano alla “crescita” come soluzione di tutti i mali.

L’unica cosa che cresce è la disperazione e la paura, e il passo successivo è spesso una rivolta, o una guerra.

Ma intanto facciamo finta che vada tutto bene, anzi perché non ascoltare presso i nostri media le voci affabulatrici e affascinanti dei “grandi economisti filo americani” che sentenziano “fa bene il governo greco a licenziare i dipendenti pubblici”, oppure “si alla riduzione dello stipendio, all’aumento di ore da lavorare gratis”, come se niente fosse.

Greci cattivi e spreconi, dovete pagare pegno. Nulla a che fare con la coesione sociale e il diritto alla dignità umana della Carta dei Diritti Fondamentali d’Europa.

La Grecia non fa più parte dell’Europa e il sogno europeo si è infranto.

Il sogno Europeo si è infranto dal momento che i vari Paesi che formano i cosiddetti PIGS sono stati accettati a fare parte del Club chiamato Unione Economica Europea, il club dell’Euro, senza averne i requisiti minimi per farne parte. I conti Greci erano stati truccati e nascosti sia alla popolazione Greca che a quella Europea, eppure molti conoscevano la realtà. Ma non solo: la così virtuosa Germania ad un certo punto si dimenticò di rispettare i parametri di Maastrich.

Certo ci hanno preso in giro per troppo tempo, offrendoci il benessere assoluto “chiedi e ti sarà dato”. Qualcuno si è accorto della novità che circola in TV da qualche mese? Quella che vi farà guadagnare (o sprecare) chissà quanti soldi, avete indovinato? Il Poker in TV.

Intanto nella Unione Europea il numero dei disoccupati, senza tetto, poveri, malnutriti è in continua ascesa, in alcune scuole elementari di Atene molti bimbi svengono perché non mangiano da giorni, padri di famiglia che si suicidano, mamme che si prostituiscono; la delinquenza spicciola (per intendersi scippi e furti in casa) è in crescita esponenziale. Una miscela esplosiva.

Alexander Hamilton nato a Nevis, l’11 gennaio tra il 1755 e 1757 morto il 12 luglio 1804 è stato un politico, militare ed economista statunitense. Ritenuto uno dei Padri fondatori degli Stati Uniti, fu il primo Segretario al Tesoro della nuova nazione americana. Da lui esce la battuta fortemente non Cristiana 
“Inequality in condition is a necessary consequence of liberty”
ossia "la condizione di disuguaglianza è la conseguenza necessaria della libertà”. Vuoi essere libero, allora sfrutta gli altri oppure rimani povero. Qualcun altro cita 
“Those who love God and their country don’t need a government public sector. They need and unrestricted private sector” 
coloro che amino Dio e la Patria non hanno bisogno di un settore pubblico governativo. Hanno bisogno di un settore privato illimitatamente libero.

12 commenti:

Anonimo ha detto...

al mio paese in questi giorni si è suicidato un imprenditore, gettandosi dal viadotto. Lascia moglie e tre figli. Sarebbe l'ora di farla finita con questa contorta idea di libertà. Anche Pallante/Bertaglio individuano una concausa dell'impossibilità di rinunciare alle produzioni e comportamenti inutili in questo tipo di società imperniata sulla crescita, ma non è certo una società libertaria, che può indurre un cambiamento. Il discorso è vecchio e non cambierà, perchè imporre una dittatura costa ed impegna molta più fatica ed energia, che lasciar andare le cose come stanno andando. Quindi sempre più miseria, sofferenza, delinquenza all'insegna di chi si salvi chi può. Le prospettive sono queste e peggioreranno di molto quando comincerà a scarseggiare il rifornimento di petrolio, che inizierà da qui al 2015. Mi vorrei sbagliare, ma penso che verranno meno le disponibilità anche di quelli che ancora ce l'hanno, causando un crollo economico mai visto da noi in Italia. Nel 1929 eravamo ancora un paese agricolo, autarchico. Quindo gli scenari potrebbero essere anche favorevoli a qualche decina di anni di dittatura, se va bene, di declino economico, ma come detto nel post, con enormi aumenti dei livelli di criminalità. Voi cosa preferireste?

Anonimo ha detto...

Articolo da stampare e appendere ai muro di casa e di ufficio. Difficile aggiungere qualcosa...forse è appena il caso di ricordare che anche durante gli anni peggiori della stagnazione economica della ex URSS e della quasi assoluta mancanza di libertà, i cittadini avevano mediamente un tenore di vita incomparabilmente migliore di quello che hanno ora.

Fra ha detto...

...Faremmo meglio a separare i nostri ideali da quantità crescenti di energia procapite necessarie a sussidiarli, altrimenti ci troveremi poveri ed infelici...Per evitare crolli del welfare come quello appena iniziato e non concluso in Grecia,dobbiamo reinventare nuovi modelli di socialità che non facciano a pugni con la sostenibilità : non possiamo tenre milioni di giovani precari a casa con mamma e papà e mantenere la nonna a vivere da sola...Detto questo, è sintomo della nostra miopia per non dire bieco egoismo preoccuparci del welfare quando una parte importante della popolazione occidentale, non solo italiota, sostanzialmente i figli dei baby bommers, sanno già che ne vedranno molto poco, (con un pò di fortuna) piuttosto che di drenare la maggior parte delle risorse possibili dalla spesa pubblica corrente per la sostenibilità energetica e protezione dei suoli....C'è poi la questione delle questioni : come possono politiche pubbliche cercare di diminuuire la produzione dei gas climalteranti ? Aumentando le accise sui carburanti ?..Per fortuna che a nella prima metà di febbraio in Italia si sono vendute solo 35000 vetture, e questo anno si potrebbe chiudere sotto un milione e mezzo,( nel 2007 eravamo a 2,4 milioni), col risultato che Pantalone prenderrà comunque meno risorse dalla'utomotive nel suo complesso...Insomma lamentarsi per i tagli al welfare iniquo ed insostenible di oggi non mi sembra sia in linea con un picchismo che tenga presente gli scenari del club di Roma...Cicale o formiche ?

stefano ha detto...

bellissimo articolo e d'accordo con gli interventi..
come Mago penso che la data indicata dalla Foss all'ultimo convegno di ASPO a Firenze (5 anni, quindi 2016) sia davvero cruciale.
Si dovrebbe fare quello che indica Francesco riguardo al territorio e all'ambiente, de-precarizzare e sopratutto cercare di non far collassare l'immobiliare, riportando il mercato a valori consoni al reale status immobiliare..cioè vecchio e energivoro e quindi da vendere a prezzi di almeno la metà di quelli odierni.
Tutto ciò non sarà fatto però..

mauriziodaniello ha detto...

Non è l'unificazione il male anzi è quello che ci permette ora di sopravvivere!!!
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Anzi se era più forte si evitavano gli sprechi che affossano la Grecia e altri Paesi come L'Italia.
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La colpa è solo dell'economia che nel caso fossimo fuori dall'UE saremmo da tempo un branco di pezzenti sulla strada!!!
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Un economia basata su Corruzione, Evasione Fiscale e malgoverno (l'Italia si è mangiata ben 300Miliardi di Euro con Berlusconi e "Io pago") quello che stiamo pagando ora NOI tutti mentre altri Paesi UE che combattono questi guai ora hanno soldi anche per aiutare altri e spendere e spandere come la Germania.
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La Germania che ora assume un sacco di lavoratori Italiani e con una disoccupazione che è la più bassa ed è il TRENO che viaggia e trascina l'Europa.

Il sogno non è infranto!!! W La UE, W l'Europa che ci salva!!!
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Poi vogliamo fare come la Grecia che malgrado gli aiuti SPRECAVA i soldi? La colpa sarà solo NOSTRA!

Ciao

Paolo ha detto...

@ mauriziodaniello

Troll! Hai scritto un mucchio di cazzate consecutive, la più grande relativa alla Germania, che tira solo grazie all'export verso i BRICS (paesi che stanno per subire un drammatico stop economico causa picchi delle risorse generalizzati) e alla flessibilità lavorativa che fa passare per piena occupazione (soprattutto part time diffusi).
Per non parlare della tua idea che l'UE ci salverà, quell'Europa delle banche servile alla finanza angloamericana che sta affossando i popoli.
Ma va...

mauriziodaniello ha detto...

Dimmi quali ca@@@@@ avrei scritto?
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La Germania tira con quei Paesi e come mai noi no???
Forse perchè hanno un costo/qualità migliore del nostro!
Dunque chi spara stupidaggini???
Part-time ma anche full-time maggiore del nostro, leggi i dati!
Quale flessibilità tedesca? Sono molto più rigidi che da noi (se si supera le 40ore sono sopratasse e definizione dei compiti strettissimi e divieti di forme di sfruttamento e contratti strani) e con sindacati più agguerriti.
Poi le Banche sono una cosa e la UE un'altra. la BCE aiuta i Paesi costituenti mentre gli altri li affamano. Renditi conto che la FMI (quella dei disastri) è Americana!!!

Ciao Troll!

Paolo ha detto...

Io li ho letti i dati, evidentemente non sugli stessi siti da cui hai attinto tu. Ribadisco che i crauti vanno forte unicamente per l'export verso i BRICS (finchè durerà), visto che il mercato europeo lo hanno distrutto a causa delle politiche rigidissime e ingiustissime sul contenimento del debito che stanno imponendo a molti paesi, ben coadiuvati dallo yankee FMI (sempre loro!)e dalla sua filiale BCE.
Tu credi alla distinzione banche-UE? Allora vivi in un'altra realtà.
Oggi il problema europeo primario è uno solo: la Germania.
Ha cominciato a rompere i cogl...i dall'epoca dell'Impero Romano (come popolazioni germaniche invadenti) e continua a romperli ancora oggi all'Europa dopo essere stata bastonata nel I e nel II conflitto mondiale. Adesso si è affinata e utilizza l'arma finanziaria per conquistare le altre nazioni, ma ancora per poco, tanto col picco energetico salterà tutto il sistema economico-finanziario globalizzato...

mauriziodaniello ha detto...

Vedo che scivoli via sulla domanda del perchè la Germania vende e noi no!
Ti comunico che la Germania vende tantissimo anche in altri Paesi.
POI.
Guarda che il debito pubblico lo fanno gli Stati da soli e non le Banche mondiali!!! la Grecia come i BRIC accumulano debito solo perchè sperperano denaro e non per altro. NON esiste nessun altro motivo!!!
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Ma guarda che Germania cattiva che rimprovera un'altro Paese perchè si mangia i soldi!!!
Ricorda la storia del bambino dispettoso che piangeva che la mamma è cattiva perchè non vuole che si bruci con il fuoco!!!
MENOMALE che la Germania tiri le orecchie su quei Stati che fanno i cretini soprattutto perchè poi TUTTI gli altri Stati devono pagare le conseguenze.
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Lacrime e sangue per colpa delle Banche??? MA DOVE? Si sono indebitati scialacquando i soldi!!! Hanno aumentato gli interessi perchè non pagano e l'industria crolla!!!
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Poi una banca secondo te dovrebbe essere il "Pozzo di San Patrizio"??? Logico che alla fine fanno i loro interessi e se la Grecia non era nella UE col cavolo che la BCE gli dava i soldi agevolati (la FMI al doppio d'interessi minimo) e arrivavano aiuti da altri Paesi come è già accaduto.
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Ma niente! Invece di risparmiare e investire nella ripresa hanno buttato i soldi sperando nel solo salasso della popolazione come il minimo detto dalle banche che per loro, ed è il loro mestiere, era una base per riavere i soldi USCITI DALLE LORO CASSE. Il resto doveva pensarci lo Stato ma nisba!!!
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Ciao

Paolo ha detto...

La Germania cattiva ci lucra alla grande sui debiti degli altri paesi, la mamma non te l'ha detto?
Sì, te lo concedo che la Germania vende grazie alla qualità di quel che produce, però poteva farselo bastare invece di succhiare sangue (le sue banche che comprano titoli di debito da altri paesi con l'assenso delle loro corrotte classi politiche) dagli incolpevoli cittadini degli altri paesi.
Ammiratore dei crauti, eh?

mauriziodaniello ha detto...

Non è l'unica che ci lucra ma tutto il mondo! Semmai è quella che rischia di più i suoi soldi (e altro come importazioni, lo dici pure te) se non pagano.
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La Germania non spinge nessuno nel far debiti semmai la sua politica estera è che non si facciano debiti e che i debitori paghino e che pagheranno anche in futuro e quindi sa che un comportamento virtuoso e non uno deficiente quello che deve tenere un debitore. Come la vedi te sarebbero dei masochisti i tedeschi.
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Incolpevoli cittadini? Chi è che li avrebbe votati??? Chi quando era il tempo stava zitto??? Mi pare che la Grecia (e non solo) non sia una dittatura. Dunque smettiamola con lo scaricabarile.
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I "crauti" da una nazione completamente distrutta hanno oggi una potenza e hanno assorbito pure un pezzo che era mille volte peggio del nostro Sud facendolo diventare ricco. Questo tempo addietro ben prima della UE.
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Un motivo tra i tanti: Non si piangono addosso e non fanno gli scaricabarile.
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Ciao

mauriziodaniello ha detto...

Caro Paolo prima guarda dove e chi commercia la Germania. Esempio, uno dei Paesi dove esporta, alla grande, è la Cina!

In ogni parte del mondo dove vuoi prodotti di qualità è marchio TEDESCO.

Secondo, come farebbero le banche europee ad essere servite verso quelle Angloamericane? Masochismo? Voglia di perderci dei soldi? Non mi pare molto logico o razionale!

Credi ancora agli slogan senza pensarci sopra? Poi fai la figura del troll e ti mandano "ma vai"

Io il tuo "Troll.. ma vai" ci rido sopra in quanto ci ragiono sopra.