lunedì, marzo 12, 2007

ASPOItalia-1, un commento di Emilio Martines


Ecco un commento su ASPOItalia-1 ricevuto da Emilio Martines che ha parlato di energia nucleare e in particolare di fusione nucleare. Martines è un fisico che lavora sulla fisica dei plasmi presso il CNR di Padova. La foto a sinistra non rappresenta le sue fattezze fisiche; ma un plasma ionizzato. E' presa dal suo sito, www.martines.org.

Vorrei innanzitutto ringraziare Ugo e gli altri che hanno contribuito col loro duro lavoro all'organizzazione del convegno.

Mi pare che sia andato tutto molto bene, anche se il tutto è stato così denso che è finito troppo presto, e ho scoperto di non essere neanche riuscito a conoscere alcune persone della lista che pure erano presenti. In realtà, il convegno è stato un'ottima vetrina nei confronti del mondo esterno, ma penso che sarebbe bello anche avere un'occasione meno ufficiale in cui confrontarci e dibattere sulle questioni che ci stanno a cuore, in modo più agevole di quanto si possa fare per iscritto. Un tema per tutti è quello del reale impatto che può avere il fotovoltaico, alla luce delle considerazioni esposte da Domenico Coiante, che secondo me richiede una certa elaborazione e meditazione collettiva.

Le presentazioni sono state tutte interessanti e stimolanti. Fra tutte, quella che mi ha colpito
in maniera particolare è stata quella di Luca Pardi, che ha trovato un modo secondo me
estremamente efficace di comunicare il problema demografico, e lo ha fatto con un rigore ed un
equilibrio che ho molto apprezzato (inclusa la pacata risposta alla domanda finale pervenuta dal
pubblico). Penso che la questione demografica, così come Luca l'ha posta, senza fondamentalismi ma con una lucida esposizione dei fatti, possa a pieno titolo rientrare nelle tematiche trattate da ASPO-Italia, e che la richiesta che a tutte le donne del pianeta sia fornita la possibilità di gestire in maniera autonoma e in piena libertà il proprio tasso di fertilità, godendo dei ritrovati della scienza, sia ampiamente condivisibile e dovrebbe essere fatta propria dall'associazione, alla pari con le altre che vengono portate avanti.

Un caro saluto a tutti, a quelli che ho incontrato, a quelli che non ho incontrato e anche a quelli che non c'erano, con l'augurio che con il nostro impegno riusciamo a fare una piccola differenza nella cecità e nella stupidità imperanti. Non so quanto Ali abbia ragione ad evocare il nostro retaggio culturale: a me pare che sia perso per sempre, bruciato insieme al petrolio sull'altare della crescita senza limiti. Forse all'interno del salone dei 500 si può ancora credere di essere eredi della Firenze rinascimentale o della Serenissima: ma basta andare nei dintorni di Firenze, come ho fatto io domenica, o nella provincia veneta, per vedere come quell'eredità sia stata persa tra bretelle autostradali, capannoni ed inceneritori, nel traffico incolonnato di consumatori istupiditi diretti al centro commerciale. Perché civiltà, nel passato, ha significato prima di tutto cura del territorio: concetto che mi pare in Italia, a parte casi assolutamente minoritari, sia del tutto dimenticato.

Emilio Martines

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Per l'esattezza, la figura rappresenta la bocca di un propulsore al plasma di tipo MPD (magneto-plasma-dinamico), che potrebbe costituire in futuro un metodo di propulsione efficiente per astronavi dirette verso Marte e oltre. Le sbarrette orizzontali visibili sulla sinistra sono sonde che abbiamo utilizzato per studiare le proprietà del plasma.
Lo studio dei motori per Marte non è molto in accordo con l'idea di un prossimo calo della disponibilità di risorse energetiche, ma si sa, la coerenza è una virtù difficile da perseguire... :-)

Anonimo ha detto...

"Non so quanto Ali abbia ragione ad evocare il nostro retaggio culturale: a me pare che sia perso per sempre, bruciato insieme al petrolio sull'altare della crescita senza limiti."

Bellissima immagine, Emilio. Ma mi auguro sia sbagliata: come diceva Pietro a cena, Aspo Italia è diversa da tutte le altre Aspo perché anziché stare a pensare ad Hubbert pensa al futuro.
Credo sia diversa la testa italiana, e forse lo crede anche Ali. Sappiamo toccare il fondo, ma siamo bravi anche a risalire. Il problema è che toccherà a noi cittadini italiani, sicuramente più intelligenti e capaci della classe dirigente.

Oggi sono ottimista, chissà cos'è successo, prenderò una medicina...

Anonimo ha detto...

Io invece, ad essere ottimista, proprio non ci riesco.
Sopratutto dopo il convegno di Sabato.
Spero di sbagliarmi, ma credo che la faccenda del genio italico, che dà il meglio di se nelle avversità, sia solo una diversa declinazione della teoria dell'"ottimismo statutario" che mi è stata proposta da Pietro Cambi durante l'aperitivo finale.
In breve:
dopo avere preso coscienza dell'insostenibilità del paradigma economico su cui si fonda la società in cui viviamo, bisogna comunque mostrare un minimo di fiducia nelle evoluzioni future.
Intanto perchè gli ottimisti granitici non ti starebbero neanche ad ascoltare e/o ti manderebbero serenamente a fare un giro nel parco, se oltre all'esposizione di un problema non ti presenti con una o più ottime soluzioni.
E poi per non mandare in depressione i più sensibili fra amici e conoscenti (nel mio caso) o fra il pubblico nel caso ad esempio di un relatore ASPO.

In ogni caso credo che Bakhtiari abbia sottolineato uno degli aspetti più importanti del tema carenza di risorse, e cioè l'impatto psicologico sulla popolazione (ricca).

Grazie per tutta la giornata di Sabato.

Anonimo ha detto...

molto intiresno, grazie

Anonimo ha detto...

La ringrazio per Blog intiresny