Un fantasma si aggira nelle felpatissime anticamere dei salotti buoni della finanza mondiale e i suoi sussurri, borbottii e tintinnar di trivelle fa venire i sudori freddi alle borse di mezzo mondo: Il Picco del petrolio è arrivato?
I dati di estrazione dell'Arabia Saudita parlano chiaro: La sua produzione è cominciata a calare PRIMA della DICHIARATA auto-riduzione della produzione di Ottobre e Dicembre 2006 e, ad essere esatti, è calata proprio in corrispondenza dei massimi livelli del prezzo del petrolio ( raggiunti nel periodo Maggio-Luglio 2006). La cosa non ha un senso logico: in corrispondenza dei massimi prezzi si sarebbe dovuto piuttosto massimizzare la produzione sia per frenare la crescita ulteriore dei prezzi ( e la conseguente distruzione della domanda) che per ottenere il massimo profitto.
SE la produzione dell'Arabia Saudita cala per motivi almeno parzialmente indipendenti dalla volontà dei Sauditi stessi c'è poco da stare a disquisire: Il picco del petrolio è arrivato.
Bene ( male, anzi). Ma quale è la consapevolezza nei frequentatori delle anticamere di cui sopra?
A noi comuni mortali non è infatti dato accedere ai salotti buoni ed in fondo nemmeno ci intressa: Vorremmo capire però se quello che A NOI sembra una realtà ormai consolidata, autoevidente, di immediata verifica, sia veramente percepita come tale.
Ho deciso di fare un testo nel mondo dei newsgroups, in pratica in quell'oceano di decine di migliaia di gruppi di discussione mondiale che ogni giorno intrecciano le opioni di milioni di persone su OGNI argomento che possa essere trattato.
In questo genere di ricerche google group aiuta.
Cominciamo, prima di tutto, con l'Italiano:
Chiave di ricerca "picco del petrolio"
39 risultati.
I più recenti post che hanno questo termine all'interno appartengono a newsgroups di energie alternative, politica, discussioni sul terorrismo.
Finalmente, in un post ormai vecchio di 4 mesi, del 17 Novembre 2006, c'e' chi si chiede se il combinato disposto del picco del petrolio crollo del dollaro, deflagrazione della bolla immobiliare statunitense possa creare qualche " problema" all'economia"
"qualcuno...qualche economista a (sic) messo insieme tutti questi elementi? si fa un gran parlare di ripresa dopo una piccola pausa......record a wall street......boh...io non mi sento molto tranquillo nel medio termine :) "
Il messaggio ancora precedente, nel gruppo it.scienza.ambiente. è un lungo articolo sul problema, che nasce dal commento al libro " fine corsa" di jeremy Leggett.
Nonostante il gruppo in cui viene postato potesse indurre ad una discussione approfondita sul tema si risolve tutto in poche batti e ribatti secondo lo schema " ci sono già l'idrogeno ( siamo alle solite) e le rinnovabili, basta volerle...
Poi saltiamo al 12 Ottobre, stesso newsgroup in cui si cita un thread " furibondo" innescato....da..ahem... un MIO post-quesito di Maggio, sul livello di conoscenza del problema "picco del petrolio".
2 commenti:
Ugo,
se posso dire una cosa a tua consolazione: i newsgroups in Italia si usano pochissimo. Mentre avvengono furiose discussioni sui forum e sui blogs, i newsgroups sono trascurati.
C'è anche una spiegazione logica: i newsgroups sono stata la prima espressione di community su Internet, erano popolarissimi negli anni '90... proprio quando la Rete in Italia ancora era per pochi.
Di conseguenza, non hanno messo "radici" nel nostro Paese.
debbi
Debbi, guarda che questo post è di Pietro Cambi, comunque interessanti considerazioni le tue. Ciao
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