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Il prezzo del barile così come viene menzionato sulla stampa e sui media, non si riferisce direttamente al prezzo del barile "vero", ovvero il petrolio che potrebbe essere comprato da chi possiede o gestisce una raffineria. Si riferisce piuttosto a un "petrolio di carta", ovvero un contratto detto "future" che viene scambiato nelle borse internazionali dei futures.
Il petrolio di carta e quello vero sono due cose strettamente correlate, ma non sono esattamente la stessa cosa. In particolare, il valore del future del petrolio può avere delle forti oscillazioni dovute a fenomeni speculativi. Queste oscillazioni possono trarre in inganno chi non conosce bene il mercato. E' rimasto famoso l'errore clamoroso che fece un giornale che ha fama di essere serio, l "Economist" quando, basandosi sulla tendenza dei prezzi a breve termine, nel marzo del 1999 predisse che "il petrolio a 5 dollari al barile potrebbe essere dietro l'angolo".
Il mercato del petrolio è cosa complessa e difficile, ma ha le sue regole che dipendono, alla fine dei conti, dall'equilibrio fra domanda e offerta. E' sbagliato pensare che i rialzi che abbiamo visto negli ultimi tempi siano "pura speculazione," come qualcuno ha detto. E' altrettanto sbagliato farsi impressionare da un'oscillazione a breve termine per concludere che "la fine del petrolio sta arrivando" oppure che "non c'è nessun problema". Tutto ha una sua logica; bisogna però stare attenti a non confondere il petrolio di carta con quello vero.
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1 commento:
Purtroppo il 99% della popolazione conosce solo il petrolio di carta...
per conoscere quello "fisico" la gente dovrebbe interessarsi a
- stime di riserve e curve di produzione (Hubbert, Campbell, Bahtkiari)
- importanza dell'oil come materia prima "factotum".
Da sola non ce la farà mai... l'unica è "bombardarla" (con arguzia, sennò scappa) con le notizie ASPO e simili... del resto si andrebbe a competere con il bombardamento da consumi e frivolezze TV varie... questa sì che è una GUERRA GIUSTA :-)
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