Esce su www.aspoitalia.net un articolo di Ugo Bardi, dove si esamina la questione del "prezzo del barile" entità di cui si parla molto ma della quale, in pratica, si sa poco.
Il prezzo del barile così come viene menzionato sulla stampa e sui media, non si riferisce direttamente al prezzo del barile "vero", ovvero il petrolio che potrebbe essere comprato da chi possiede o gestisce una raffineria. Si riferisce piuttosto a un "petrolio di carta", ovvero un contratto detto "future" che viene scambiato nelle borse internazionali dei futures.
Il petrolio di carta e quello vero sono due cose strettamente correlate, ma non sono esattamente la stessa cosa. In particolare, il valore del future del petrolio può avere delle forti oscillazioni dovute a fenomeni speculativi. Queste oscillazioni possono trarre in inganno chi non conosce bene il mercato. E' rimasto famoso l'errore clamoroso che fece un giornale che ha fama di essere serio, l "Economist" quando, basandosi sulla tendenza dei prezzi a breve termine, nel marzo del 1999 predisse che "il petrolio a 5 dollari al barile potrebbe essere dietro l'angolo".
Il mercato del petrolio è cosa complessa e difficile, ma ha le sue regole che dipendono, alla fine dei conti, dall'equilibrio fra domanda e offerta. E' sbagliato pensare che i rialzi che abbiamo visto negli ultimi tempi siano "pura speculazione," come qualcuno ha detto. E' altrettanto sbagliato farsi impressionare da un'oscillazione a breve termine per concludere che "la fine del petrolio sta arrivando" oppure che "non c'è nessun problema". Tutto ha una sua logica; bisogna però stare attenti a non confondere il petrolio di carta con quello vero.
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1 commento:
Purtroppo il 99% della popolazione conosce solo il petrolio di carta...
per conoscere quello "fisico" la gente dovrebbe interessarsi a
- stime di riserve e curve di produzione (Hubbert, Campbell, Bahtkiari)
- importanza dell'oil come materia prima "factotum".
Da sola non ce la farà mai... l'unica è "bombardarla" (con arguzia, sennò scappa) con le notizie ASPO e simili... del resto si andrebbe a competere con il bombardamento da consumi e frivolezze TV varie... questa sì che è una GUERRA GIUSTA :-)
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