giovedì, marzo 29, 2007

Il sogno di Coiante


Esce sul sito www.aspoitalia.net un articolo di Domenico Coiante intitolato "Ho fatto un sogno". La tesi di Coiante è che l'energia fotovoltaica è una forma di agricoltura e che come tale deve essere considerata. Il mondo del futuro potrebbe essere un mondo dove una parte del terreno agricolo viene utilizzata per produrre energia elettrica che viene venduta attraverso la rete ai clienti in città, proprio come un prodotto agricolo. Secondo Coiante, le aziende agricole potranno anche attrezzarsi con elettrolizzatori, produrre idrogeno molto puro dall'abbondante energia elettrica di cui dispongono, e venderlo in bombole, anche queste come se fossero ceste di pomodori.

Questi concetti cominciano a farsi strada, come in Germania dove gli agricoltori parlano comunemente del loro "secondo raccolto" fotovoltaico e come era stato detto per la prima volta in Italia con il sito www.agrienergia.it.

E' necessario inquadrare l'energia rinnovabile in quelle che sono le sue vere caratteristiche, quella di una tecnologia agricola, altrimenti rimarrà per sempre un giocattolo nella percezione della gente. Purtroppo, una serie di malintesi hanno fatto si che in Italia per "agrienergia" si intenda di solito soltanto energia elettrica prodotta con la biomassa, che è un modo estremamente inefficiente di usare il terreno agricolo. Non solo, ma gli stessi malintesi hanno fatto si che nell'ultimo decreto sul conto energia si penalizzino le installazioni a terra, che sarebbero quelle che le aziende agricole potrebbero fare con il massimo profitto.

Ci vorrà tempo, come sempre.


/

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Il contenuto del post, per altro eccellente, necessita di una integrazione.

Infatti, la Legge Finanziaria prevede quanto segue:

--------------
COMMA 369.

Nella legge 23 dicembre 2005,
n. 266, all’articolo 1, il comma 423 e`
sostituito dal seguente:
369. Nella legge 23 dicembre 2005,
n. 266, all’articolo 1, il comma 423 e` sostituito dal seguente:

« 423. Ferme restando le disposizioni
tributarie in materia di accisa, la produzione
e la cessione di energia elettrica e
calorica da fonti rinnovabili agroforestali e
fotovoltaiche nonche´ di carburanti ottenuti
da produzioni vegetali provenienti
prevalentemente dal fondo e di prodotti
chimici derivanti da prodotti agricoli provenienti
prevalentemente dal fondo effettuate
dagli imprenditori agricoli, costituiscono
attivita` connesse ai sensi dell’articolo
2135, terzo comma, del codice civile
e si considerano produttive di reddito
agrario ».
--------------

E' verissimo, invece, che non va bene il risultato del nuovo decreto "conto energia" per il fotovoltaico, il che in gran parte vanifica il risultato della Finanziaria di cui sopra.
Resta il fatto che le aziende agricole hanno tipicamente a disposizione grandi spazi sui tetti e coperture varie, dove il FV è particolarmente incentivato ai sensi del citato DM 19 febbraio 2007, e che probabilmente nel sud Italia, Sardegna, e poche altre zone, anche con le tariffe troppo basse per gli impianti a terra, questi restano fattibili anche se con ritorni troppo lunghi.

Lo spunto e la sollecitazione sono chiari, comunque, e non si mancherà, nei limiti delle possibilità concrete, di cercare una soluzione che favorisca gli impianti FV installati dalle aziende agricole, anche non connessi alla rete (per es. per la produzione di idrogeno).

Francesco Meneguzzo

Ugo Bardi ha detto...

Si, è vero, la legge prevede il fotovoltaico come tecnologia agricola. Ma quello che dicevo era che quando si parla di agrienergia, DI SOLITO si intende soltanto la biomassa.

Ugo

Matteo ha detto...

Il racconto è interessante e istruttivo. Poichè può essere utilizzato per ragionare su scenari e ipotesi future, vorrei dire la mia, evidenziando alcuni punti critici. Il ragù di carne: in una regione molto arida basare l'alimentazione principalmente sulla carne (a meno che nel racconto il menù fosse pensato per un giorno di festa, ma nel testo si parla di una giornata lavorativa) non è non solo efficiente, ma poco sostenibile e forse anche poco probabile (basta considerare solamente la quantità di acqua necessaria per gli allevamenti, a meno che non si trattasse di ragù di coniglio).
Sostituire piantagioni con fotovoltaico, per quanto apparentemente dettata da ragioni climatiche, presuppone un sistema economico che produce alimenti in sovrabbondanza e che li sposta su grandi distanze (con l'idrogeno?) Con le attuali tendenze (crescita della popolazione mondiale e diminuzione delle rese agricole) mi sembra difficile. Che ne dite?
Si prevede un prezzo del fotovoltaico al m2 di cinque volte inferiore. Secondo voi con quali tecnologie produttive si raggiungeranno? Si basarenno su materiali sufficientemente abbondanti in natura?
In linea generale, io preferirei che il fotovoltaico venisse installato su costruzioni e coperture, agricole e industriali (ne abbiamo fin troppe) e che sui campi si continuasse a coltivare, fossero anche colture energetiche, che assorbono anidride carbonica, producono ossigeno, frescura, verde, ambienti abitabili.
Mi raccomando, le mie sono osservazioni per ragionare in linea generale. I sogni sono sacri e inviolabili!

Matteo ha detto...

Marco Mariano, agricoltore biologico da molti anni, ci invia una proposta che volentieri pubblichiamo: “Da più di 10 anni conduco una azienda agricola biologica in provincia di Cuneo, e da tempo mi interesso di energie rinnovabili. Dati gli alti costi degli impianti sto valutando con alcune persone la possibilità di fare una cooperativa o una società con altri che come me sentono fortemente di dover fare qualcosa in proposito: stiamo quindi cercando di costituire un gruppo di persone che abbia intenzione di concentrare le proprie forze economiche per fondare una società per costruire una centrale fotovoltaica; abbiamo il terreno e il progetto per una centrale da 50 kw, il preventivo è di 300.000 euro iva inclusa circa, è previsto un ammortamento di 12 anni, di lì in avanti si comincia ad avere un ritorno economico. Proponiamo quote minime di 1.000 euro e massime a discrezione in modo da dare a tutti la possibili tà di partecipare ad un progetto che aiuti noi e questo nostro bistrattato pianeta ad avere un futuro migliore. Si tratta di un investimento etico, ambientale e, alla lunga, anche economico.” Chi è interessato può contattare Marco Mariano: nuovaterra@gem.it 40anniappenafatti.blogspot.com

Anonimo ha detto...

Purtroppo ...se pure utilizzassimo tutto il silicio presente sulla terra non riusciremmo a produrre più dell'1% dell'energia richiesta ...
Non c'è abbastanza silicio x far si che si passi al solare....a meno che...
Non freghiamo sul tempo i paesi in via di sviluppo e ci accaparriamo ora e subito tutto il silicio del pianeta ...