venerdì, giugno 29, 2007

Cronache del caldo infernale: Napoli come Baghdad

L'altro ieri ero in viaggio lungo l'autostrada del sole nel pieno dell'ondata di calore. Dalle parti di Napoli, nella pianura vesuviana apparivano grandi pennacchi di fumo nerissimo che ricordavano un po' Baghdad al tempo dell'operazione tempesta del deserto.

Ho pensato subito che fossero delle discariche o dei cassonetti in fiamme; più tardi la radio me lo ha confermato. Hanno detto che la gente da fuoco ai cassonetti per non sentire il puzzo dell'immondizia. Evidentemente, preferiscono respirare diossina. O forse la gente non è così scema come dicono alla radio e le immondizie prendono fuoco per autocombustione. In ogni caso, il risultato è lo stesso (diossina sparpagliata nell'atmosfera) e la causa è comunque l'idiozia idiozia umana.

Sono arrivato alla mia destinazione - un paese dell'entroterra a Sud di Salerno - verso le 11 di sera. La temperatura e le condizioni atmosferiche ricordavano il film "Soylent Green" (in Italiano, "i sopravvissuti"). All'albergo mi hanno detto che non avevano aria condizionata perché, normalmente, in quella zona collinare non ne avevano bisogno. Con la camera in condizioni di forno crematorio, mi sono preso il cuscino e sono andato a sdraiarmi fuori, su un lettino vicino alla piscina.

All'esterno, la temperatura era quasi sopportabile. Ma ho notato un paio di cose. La prima è che nessuna zanzara è venuta a ronzarmi intorno. La seconda era l'assenza totale di ogni forma di vita animale. Non c'erano moscerini che volavano intorno alle lampade; nessun pipistrello visibile; zero rumori di cicale o altri insetti, oppure di rospi o cose del genere. Eppure, l'albergo era immerso nel verde in una zona di campagna.

Verso l'una di notte, sono stato svegliato da un rumore infernale; un camion girava lentamente intorno all'albergo con i fari e il motore acceso. Non ho visto esattamente cosa stessero combinando, ma mi sono ricordato che alla reception mi avevano parlato della "disinfestazione". A parte il rumore, non volevo essere io stesso disinfestato, magari usavano Zyklon B. Quindi non mi è rimasto che rientrare in albergo e andare a dormire sul pavimento del bar/discoteca - scomodo, ma sempre più fresco che in camera.

La mattina dopo, ho notato diverse mosche morte sul pavimento della mia camera. Ho guardato il cielo, di rondini non ne ho viste e non mi è parso di aver udito uccelli di nessun tipo. La sera, sulla via del ritorno, gli incendi lungo l'autostrada c'erano ancora.




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5 commenti:

Anonimo ha detto...

Questo post mi lascia molto triste, è uno scenario veramente infernale...

Anonimo ha detto...

La tristezza aumenta pensando che i prodotti agricoli campani sono sulle tavole di tutti gli italiani..

Anonimo ha detto...

Visto che a sud di Salerno c'è moltissima terra, sarebbe utile conoscere meglio quale potrebbe essere quella zona.
I prodotti campani sulle tavole di tutti gli italiani rappresentano l'eccellenza, indipendentemente da un generico "a sud di Salerno".

Ugo Bardi ha detto...

Beh, non volevo fare cattiva pubblicità a nessuno. Comunque, delle discariche incendiate nel napoletano che sputano diossina si è sentito alla radio e quindi è notizia pubblica. Ho qualche piccolo dubbio che questo dovrebbe influire sulla qualità della mozzarella locale in termini di diossina contenuta, ma poi, come dirlo con certezza?

A proposito di quell'albergo così entusiasta nel disinfestare gli esseri viventi dei dintorni, non era in una zona agricola. Da quello che ho visto, era una zona boschiva. Se vi incuriosisce sapere dove, è a una trentina di chilometri da Sapri, verso l'interno.

Anonimo ha detto...

In alcuni casi, invece, la cattiva pubblicità sarebbe un dovere.

La Campania non è solo "il napoletano". Nello stesso "napoletano" le realtà sono variegate.

Sapri è quasi in un'altra regione.

Riguardo le diossine, è difficile che con tante discariche a cielo aperto non passi l'imbecille di turno con l'accendino facile.

Io mi preoccuperei più di quello sprofondato nel sottosuolo ed invisibile dalle autostrade, proveniente da zone d'Italia molto lontane dal "napoletano". Ben peggiori della diossina.